pc 17 dicembre - Ci è giunta pochi minuti fa la tristissima notizia della morte di Vittorio Granillo dirigente dello Slai cobas di Napoli/Pomigliano

 Napoli, è morto Vittorio Granillo fondatore e dirigente del sindacato operaio autorganizzato

Napoli, è morto Vittorio Granillo  fondatore e dirigente del sindacato operaio autorganizzato

Lo Slai Cobas sotto la sua guida e di Mara Malavenda ha conquistato importantissime vittorie contro Fiat e Stellantis

E’ morto Vittorio Granillo, i dirigente sindacale, fondatore insieme a Mara Malavenda nel 1992 dell’organizzazione sindacale indipendente Slai Cobas, prima forma di autorganizzazione operaia.

Lo Slai Cobas, sotto la guida del compagno Vittorio Granillo e della compagna Mara Malavenda, ha conquistato importantissime vittorie, in molti casi contro “Fiat” e “Stellantis”, in oltre dieci sentenze di Cassazione sezione lavoro, autentiche smentite giuridiche alla dittatura padronal-confederale ed ha riaperto al riconoscimento giuridico dei diritti sindacali di ogni organizzazione dei lavoratori – spiega in una nota l’organizzazione sindacale di base – Lo Slai Cobas ha determinato con il proprio lavoro e battaglie, il principio fondante di ogni sindacato autentico dei lavoratori e delle lavoratrici, l’autorganizzazione”.

La lotta della classe operaia in questi trentadue anni da che è avvenuto il crimine politico della concertazione e della limitazione dei diritti sindacali nel nostro Paese, è diventata una questione di una gravità politica senza precedenti nella Storia repubblicana – continua la nota dello Slai Cobas – E a dimostrarlo non sono solamente le cronache delle stragi sul lavoro e delle centinaia di migliaia di infortuni e malattie professionali che affliggono ogni anni i lavoratori e le lavoratrici, italiani/e ed immigrati/e, ma anche la continua ridefinizione complessiva filo-padronale da parte di parlamenti e governi corrotti dalle grandi firme del capitale nostrano delle regole del diritto del lavoro e dei contratti nazionali del lavoro firmati sempre ed esclusivamente dalle organizzazioni colluse e corrotte dal sistema capitalistico del profitto ad ogni costo e della flessibilità, a vantaggio quasi esclusivamente dei padroni, e la continua chiusura ed esternalizzazione delle attività produttìve. Prossimamente – conclude la nota – ci sarà occasione di approfondire e dare ricordo alle grandi conquiste cui Vittorio e Mara hanno dato il loro inestimabile contributo

pc 17 dicembre - Gaza, le responsabilità italiane nel massacro: l’avvocato Gianluca Vitale e altri legali denunciano e fanno il punto sui processi in corso contro il governo

 

Nella battaglia contro il governo della fascista Meloni complice del genocidio in Palestina si inseriscono anche le attività di alcuni gruppi di avvocati che hanno presentato esposti e denunce vere e proprie come riporta un articolo del manifesto del 13 dicembre.

L’esposto “chiede un’indagine sulle responsabilità del governo italiano nel sostegno militare e politico al genocidio portato avanti da Israele nella striscia di Gaza”. Gli avvocati firmatari dell’esposto sono “l’ex magistrato e sindaco di Napoli Luigi de Magistris, Raffaele Cardin, professore di Diritto internazionale alla Sapienza di Roma, Giacinto Signori, ex presidente della Corte di cassazione e l’avvocato Gianluca Vitale.”

Quest’ultimo – continua il quotidiano – “è uno dei 4 legali che, insieme all’avvocato gazawi Salahaldin Abdalaty, in aprile hanno presentato al Tribunale di Roma un ricorso che cita in giudizio il governo italiano per «corresponsabilità civile» nelle «violazioni ai diritti umani commesse a Gaza dalle autorità israeliane».”

L’avvocato Vitale racconta che il processo sta proseguendo con scarsi risultati. Ad oggi il procedimento va avanti con diverse sentenze che non danno in nessun modo ragione della denuncia di complicità mossa al governo italiano.”

“Simile ma diverso è invece l’iter che l’esposto, per il quale è stata convocata l’assemblea di ieri, sta seguendo. Le 29 pagine presentate da una squadra di avvocati, tra i quali ieri presenti vi erano Fabio

pc 17 dicembre - Libertà per Luigi Mangione - un contributo condivisibile

In vita di Luigi Mangione

di ALGAMICA – 14 Dicembre 2024

Per chi da sempre è impegnato idealmente in una lotta politica capita, un giorno sì e l’altro pure, commemorare morti sul lavoro oppure martiri che difendevano la causa degli oppressi e sfruttati, quando non addirittura giustiziati dalle forze di polizia di Stati democratici. Lo continueremo a fare con una certa sofferenza anche se lo abbiamo messo da sempre in conto.

   In queste scarne note invece vogliamo spendere qualche parola e richiamare l’attenzione su Luigi Mangione in vita che ha compiuto un gesto “eclatante” negli Usa, che ha buttato e continua a buttare scompiglio fra i ben pensanti. Il perché è presto detto: sta riscuotendo non solo comprensione, che sarebbe, per così dire, nell’ordine delle cose in modo particolare se parte in causa in modo diretto, ovvero parente di un malcapitato che ha dovuto subire un torto da parte dell’ucciso, in questo caso tal Brian Thompson Ceo della divisione assicurativa di United Healthcare. Ma non in questi termini stanno i fatti, perché Luigi Mangione  sta riscuotendo  uno sconfinato plauso, forse anche inaspettato in modo particolare sempre dai benpensanti, che pone più di un interrogativo, in modo particolare perché il “killer di New York”, come viene definito dalla grande stampa assoldata dai vari establishment, non è un clochard, un barbone, un nero, un alcolizzato in preda ai fumi dell’alcool, un terrorista islamico, uno jadista,  o qualcuno sotto cura di qualche centro di igiene mentale e via di questo passo. No, ma si tratta di un giovane bianco di 26 anni, bello, ricco, laureato niente di meno che in ingegneria elettronica, che ha frequentato scuole di altissimo prestigio e di una famiglia di alto rango. Non solo, ma – chiosano i pennivendoli –  « con un manifesto politico anticapitalista » dicono lor signori  « nel quale rivendica il suo atto violento scrivendo: “ Mi scuso per i traumi creati ma andava fatto, bisognava eliminare questo parassita” ».

   Lo scompiglio fra i ben pensanti non sta tanto nel gesto, figurarsi poi negli Usa dove si succedono

lunedì 16 dicembre 2024

pc 16 dicembre - Senza sosta i massacri dei palestinesi ad opera del regime genocida sionista

vedi video https://www.instagram.com/reel/DDnJP34prb9/?igsh=MXZxeHl3NnNvM2xvYg%3D%3D

Israele ha bruciato vivi gli sfollati e i corpi sono caduti dai piani superiori. Un terribile massacro provocato dal bombardamento di una scuola che ospitava sfollati all'interno della “zona umanitaria” in cui l'esercito ha chiesto alle famiglie di trasferirsi, nei pressi dell'ospedale Nasser a Khan Yunis. Le prime informazioni indicano 10 morti e come al solito la maggioranza sono bambini, mentre le squadre della protezione civile continuano a recuperare i corpi.

pc 16 dicembre - Ricordando Walter Alasia e tanto altro - riceviamo e pubblichiamo

Senza Tregua

15 dicembre 1976, Walter Alasia.

16 dicembre 1976:il sindacato proclama uno sciopero di due ore per ricordare i due poliziotti e condannare il terrorismo. Il giorno seguente il Comitato operaio Magneti e il Collettivo Falck diffondono un volantino contrario alla proposta del sindacato, il Coordinamento operai comunisti Breda siderurgica, Fucine, Termomeccanica espone un cartello dal contenuto analogo nei reparti. L’invito di questi operai è di non partecipare allo sciopero sindacale, indicazione che seguono alcuni reparti della Magneti e della Breda. Nel volantino dei Comitati comunisti per il potere operaio si invitano gli operai a piangere i propri morti e non quelli degli altri e si indica che il vero terrorismo è «quello economico che fanno i padroni, è quello della stampa, è quello che 50 poliziotti armati di mitra hanno fatto a Sesto nelle vie della Rondinella ieri mattina alle 5 e 30 contro gli operai che andavano a lavorare».

17 dicembre 1976: si svolgono i funerali delle vittime, il sindacato partecipa a quello dei due poliziotti, mentre i Comitati operai decidono di andare a quello di Alasia: sono in 300 e portano una corona di fiori con scritto: A Walter gli operai comunisti rivoluzionari di Sesto.

«C’è nebbia, il comune rosso, di nascosto, anticipa le esequie di quasi un’ora. Nonostante questo 300 compagni riescono ad essere presenti, 80 sono della Marelli, c’è anche Lotta Continua di Sesto». Quando arriva il carro funebre, «i compagni della Magneti, che erano molti e noi della Breda ci siamo disposti su due ali: ognuno aveva il suo garofano rosso, i pugni si sono levati e si è intonato L’internazionale».

pc 16 dicembre - Crisi Stellantis, a Cassino il futuro scade tra 12 mesi: “Siamo diventati lavoratori a chiamata”

Le difficoltà del settore automotive non risparmiano lo storico stabilimento ex Fiat. Da 4500 a 2460 dipendenti in meno di cinque anni.

Roberto, Grazia, Luigi. Sono tre dei 2460 lavoratori dello stabilimento Stellantis di Cassino, in provincia di Frosinone, che al momento vedono il loro lavoro in bilico a causa della crisi del settore automobilistico. "Il contratto di solidarietà è stato prorogato fino al 25 aprile 2025. Dopodichè saranno terminati tutti gli ammortizzatori sociali" afferma Andrea Di Traglia, segretario generale Fiom-Cgil di Frosinone e Latina.

Grazia ha quarantacinque anni, lavora nello stabilimento di Cassino da quando ne ha venti. "Sono entrata che ero piccola. Avevo tanti sogni e la certezza di aver trovato un posto di lavoro sicuro. Oggi non è più così. Ci ritroviamo in una tempesta".

Roberto invece è lì da 31 anni, lavora nel reparto stampaggio lamiera. Ha iniziato quando la sede era di proprietà della Fiat, ora invece è del gruppo Stellantis: "Stiamo vivendo una situazione a dir poco

pc 16 dicembre - Il governo fascista della Meloni... una definizione giusta e corretta

 in occasione di una iniziativa a Monza - il SI COBAS la ha convocata con un volantino condivisibile 

In esso si usa la formulazione il governo fascista della Meloni..- in generale questa organizzazione sindacale e l'area politica di riferimento (TIR..) non usa questa formulazione, sbagliando a nostro giudizio - quando lo fa è giusto segnalarlo... nota di proletari comunisti

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Nell'ultimo anno abbiamo visto un aggravarsi sempre più drammatico delle guerre in corso, frutto di politiche iper liberiste che negli ultimi 30 anni hanno investito a livello globale ogni contesto.

La recente guerra tra NATO e Russia e il genocidio perpetrato dell'entità sionista contro il popolo palestinese risultano essere una vera e propria guerra alla classe degli sfruttati e dei lavoratori il cui risulta essere istaurato in un contesto in continuo e repentino peggioramento.

In Italia, in linea con un trend reazionario internazionale, il governo fascista della Meloni risponde ai bisogni collettivi con l’implementazione del contesto di economia di guerra invocando più sicurezza, repressione, accanendosi contro i migranti e i più poveri, tagliando il finanziamento a tutto ciò che è pubblico in favore di un escalation di spese militari senza fine e eliminando il diritto fondamentale al

pc 16 ottobre - Conte non è di sinistra, nè antifascista... Un commento

Le giornate della festa fascista Atreju vedono presenti tutte, o quasi, le “barbe finte” – in questo caso identificabili non con agenti dei servizi segreti, ma come coloro che al grande pubblico si presentano in un modo, ma nel privato sono tutt’altro – della politica italiana.

Sabato quattordici dicembre, tra gli altri, tocca anche al leader del Movimento 5 Stelle, l’avvocato Giuseppe Conte, stare sul palco a dialogare con quel sedicente giornalista che risponde al nome di Mario Sechi e di mestiere fa il direttore della latrina intasata chiamata “Libero Quotidiano”.

A riportare le parole del successore di Giuseppe Piero Grillo è, come ci si può aspettare, il quotidiano telematico di riferimento della cricca fascio/revanscista organizzatrice della kermesse, il Secolo d’Italia, attraverso un pezzo – firmato da tale Stefania Campitelli – presente sull’edizione dello stesso giorno.

Il passaggio dell’articolo che qui interessa, perché chiarisce bene chi sia il capo pentastellato, è quella nella quale il professionista di Volturara Appula (Foggia) risponde alla domanda, posta dall'interlocutore, «Presidente Conte, io un grande interrogativo: ma lei è di sinistra?».

Ecco la risposta dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri: «Se sinistra significa combattere nel nome dell’antifascismo io non ci sto....

da stefano ghio - stralci

Bosio (Al), 16 dicembre 2024

pc 16 dicembre - La marcia contro la guerra imperialista avanza su tutti gli scacchieri - info

L'asse anti-Russia tra Finlandia e Giappone: la mossa del Paese Nato

Decisivo l'incontro, avvenuto a Tokyo, tra il primo ministro finlandese, Petteri Orpo, e il suo omologo locale, Shigeru Ishiba. Si rafforzano i legami tra la Nato e i partner dell'Alleanza Atlantica dell'Indo-Pacifico

L'asse anti-Russia tra Finlandia e Giappone: la mossa del Paese Nato

Le mosse di Finlandia e Giappone

Ishiba ha dichiarato che il legame tra Giappone e Finlandia si è rafforzato nonostante la "grave"

domenica 15 dicembre 2024

pc 15 dicembre - Voci e immagini dalla grande manifestazione contro il DDL 1660 di ieri a Roma

Corrispondenza dai compagni di Soccorso Rosso Proletario

Una manifestazione davvero grossa, forse non di 100mila, ma quel che è certo e che a fine corteo Piazza del Popolo è stata riempita tutta

La maggioranza degli spezzoni erano di realtà di lotta sui vari territori, occupazioni, studenti. Quelli di CGIL e sinistra ex parlamentare stavano in fondo.
A sentire gli interventi dal camion  avanza la consapevolezza che questo DdL non sarà fermato senza la caduta del governo, anche se per la maggior parte manca ancora la chiarezza che questo risultato si può ottenere solo attraverso il salto di una vera "rivolta sociale" verso una "nuova resistenza" e si confida piuttosto nella "continuità del conflitto" e "convergenza di tutte le lotte". Buon intervento quello fatto da un compagno del CPA a nome della Rete liberi di lottare (vedi video), che ha detto buona parte delle cose da noi condivise.
Lungo il percorso le azioni contro Eni e Carrefour hanno lasciato un segno militante per lo più condiviso.
La Rete "liberi di lottare" era  in questa occasione poco numerosa  e poco attrezzata alle dimensioni della manifestazione. Da fuori Roma della Rete erano presenti, solo delegazioni da Napoli e Firenze.
 
SRP ha diffuso diverse centinaia di volantini - Testo già pubblicato su questo blog.


  
info dopo Roma 
i movimenti da parte loro rilanciano: tre giorni di assemblee, incontri, discussioni a Roma dal 10 al 12 gennaio dell’anno nuovo indette dalla Rete nazionale “No ddl Sicurezza – A pieno regime” e una assemblea nazionale a Firenze a Cpa l’11 gennaio indetta dalla Rete nazionale Liberi e Libere di lottare – Fermiamo il ddl 1660

L'intervento della rete "liberi di lottare"





In una nostra intervista, la rabbia delle donne immigrate











Sanzionato il Carrefour di Viale Regina Margherita