sabato 4 marzo 2023

pc 4 marzo - CROTONE: SALGONO A 70 LE VITTIME. SABATO 11 MARZO MANIFESTAZIONE NAZIONALE “MAI PIU’ MORTI NEL MEDITERRANEO”

Sono salite a almeno 70 le vittime ufficiali della strage di migranti a Cutro, al largo delle coste di Crotone. I soccorritori hanno infatti ritrovato il corpo di un bambino, di cui non si conosce ancora né l’età né l’identità.

Nasce intanto a Crotone la Rete 26 Febbraio, una mobilitazione civica, che conta oltre 200 associazioni. Al centro della mobilitazione la richiesta di “giustizia per i familiari delle vittime e i superstiti del naufragio di Steccato di Cutro. Urge – sottolineano i componenti della Rete – politica

pc 4 marzo - Grossa manifestazione antifascista a Firenze


Migliaia di persone (secondo gli organizzatori più di 50 mila, per la Questura ventimila)
in centro a Firenze in solidarietà agli studenti del liceo Michelangiolo aggrediti, lo scorso 18 febbraio, da militanti del movimento di estrema destra  di Azione studentesca.  Tantissimi studenti, professori, maestri, presidi. E tantissime persone comuni che ci sono volute essere. Un corteo anche in difesa della preside del liceo Leonardo Da Vinci Annalisa Savino, contro la quale si era scagliato il ministro Valditara dopo che la preside aveva scritto una lettera ai suoi studenti in cui li invitava a non sottovalutare i rischi dei nuovi fascismi. Al corteo c'era anche lei, insieme ai suoi studenti e ai suoi docenti.

 Non si è protestato soltanto contro l'aggressione del liceo Michelangiolo. Alcuni cartelli e striscioni hanno mostrato il dissenso dei manifestanti per la strage di migranti a Cutro

 Firenze Antifascista

BASTA PROVOCAZIONI!
OGGI IN PIAZZA D'AZEGLIO ALLE ORE 14.00!
Per tutta la giornata di venerdì abbiamo assistito a piccole provocazioni da parte della Questura in relazione al corteo di Firenze Antifascista che da piazza D'Azeglio avrebbe dovuto raggiungere piazza SS. Annunziata.
Abbiamo assistito a pressioni, cambi di programma e minacce di divieto quasi schizofreniche.
Sappiamo però che in Questura agiscono secondo una logica. A noi cercare di comprenderla per scegliere su che terreno vogliamo misurarci e dove investire le nostre energie.
Noi abbiamo dichiarato che vogliamo essere in quella piazza per sviluppare una dialettica politica rispetto ai suoi contenuti con particolare attenzione allo sviluppo di rapporti e relazioni capaci di far crescere le possibilità di una mobilitazione che guardi al domani e non si esaurisca nel "grande evento".
Crediamo che ci saranno migliaia di lavoratori e lavoratrici, studenti e studentesse, disposti ad ascoltare le nostre parole.
Prime fra tutte che è necessario un cambio di marcia: abbiamo la necessità e l'urgenza che vengano rotte le logiche di delega e rappresentanza e che ognuno, dalle scuole ai luoghi di lavoro, riprenda in mano il proprio presente attraverso il protagonismo nella lotta contro il fascismo, le politiche di guerra e di sfruttamento.
Se la Questura ci voleva spingere in una direzione diversa da quella che avevamo scelto, creando i presupposti per un tentativo di isolamento e criminalizzazione, noi rispondiamo con l'intelligenza collettiva di rimanere sul terreno che avevamo già dichiarato.
Rilanciamo il concentramento di tutta la Firenze Antifascista alle ore 14.00 in piazza D'Azeglio dove aspetteremo il corteo che partirà da piazza SS. Annunziata disponendo lo spezzone per poi entrarvi.
Firenze Antifascista.

pc 4 marzo - La strage dei migranti nel Mar Jonio - Editoriale


La strage nel Mar Jonio che ha ucciso tanti migranti, tra cui molti bambini è l’ennesimoa strage che negli ultimi anni si sono succedute nel Mediterraneo. Le responsabilita’ di esse sono dell’imperialismo, come sistema, come Stati e governi. 

L’Italia, per la sua collocazione geografiche, è la prima e ultima responsabile di queste morti.

La prima perchè è nei suoi mari che queste morti avvengono, è dai porti dei paesi dell’altra sponda del mediterraneo verso l'Italia, prima la Libia oggi la Tunisia che i migranti partono dopo inenarrabili sofferenze nei lager, prima libici oggi anche tunisini, in cui i migranti si trovano, anche se la strage di Cutro portava migranti proveniente da altre zone, per altre vie.
Sono i Governi in Libia e in Tunisia in combutta con governo imperialista italiano, che da tempo hanno stabilito accordi che producono questi viaggi e queste morti. 

Nello stesso tempo l’imperialismo italiano è l’ultimo dei responsabili, l’ultimo della catena del sistema

pc 4 marzo - Editoriale - La visita della Meloni in India


La visita della Meloni in India è stata importante e a differenza delle precedenti uscite della signora in altri vertici internazionali e incontri bilaterali con altri capi di Stato e di governi, questa volta la visita è andata realmente molto bene. Molto bene per l’imperialismo italiano, per le sue industrie; bene per gli interessi geostrategici dell’imperialismo inernazionale e italiano nell’area cosi’importante oggi nel mondo.

La cosa non era scontata, dato che le relazioni italo/indiane erano state danneggiate da vicende quali quelle dei due marò assassini di pescatori e altre legate ad una prassi di commesse, innanzitutto militari ottenute con la logica della corruzione e del malaffare, che sia pure molto usuale nei rapporti con la borghesia indiana e i suoi governi, non è ora più esattamente corrispondente al ruolo che l’India assume e ancor più vuole nel contesto internazionale.

Si può dire che con questa visita effettivamente una pagina si sia chiusa e un’altra si sia aperta.

Tutto questo è ben lungi dall’essere un merito particolare della Meloni, anche se in questa occasione è

pc 4 marzo - Acciaierie d'Italia - cresce l'Usb alle elezioni Rsu. Ma quando e come crescerà lotta e organizzazione contro padroni e governo?

Da comunicato USB

"È stato un trionfo!! USB in Acciaierie d'Italia cresce in termini di delegati passando da 9 a 12, numero di voti 1200 totali, percentuale oltre 17% e diventa la terza organizzazione dopo Uilm e Fim e davanti la Fiom!! È stata una vittoria dei ragazzi guidati dal coordinatore Enzo Mercurio e dall'esecutivo Alex Damone!!
Grazie a tutti i nostri candidati, i nostri attivisti, agli scrutatori e a tutti i lavoratori, grazie per la fiducia.
Ora mi tocca pagare una scommessa che ho perso con Alex Damone, ma sarò felicissimo di farlo!!!

Usb era gia' la terza nelle precedenti elezioni. la situazione è solo leggermente cambiata.

Ma il problema che poniamo da sempre è questo: è cambiata la situazione per i lavoratori? è migliorata o e peggiorata? Sono cambiati la lotta, gli obiettivi, l'organizzazione i rapporti di forza?

IL VOLANTINO DATO QUESTA SETTIMANA AD ACCIAIERIE

pc 4 marzo - Oggi manifestazione a Torino per Alfredo - Intanto del caso si interessa l’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani

L’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani ha chiesto all’Italia di assicurare il rispetto in carcere della dignità e dell’umanità di Alfredo Cospito. Tale richiesta è arrivata mercoledì scorso ed è stata notificata alla rappresentanza del governo italiano a Ginevra e al difensore dell’anarchico, l’avvocato Flavio Rossi Albertini, che il 25 febbraio, subito dopo il rigetto del ricorso per Cospito in Cassazione, aveva inoltrato una comunicazione individuale alla Commissione Diritti Umani denunciando le condizioni di detenzione del proprio assistito. Un replica che richiama genericamente al rispetto dei principi internazionali sulla pena.

«In attesa della decisione sul merito presentata per Alfredo Cospito – si legge in un comunicato – il Comitato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha deciso di applicare una misura provvisoria che consiste nel richiedere all’Italia di assicurare il rispetto degli standard internazionali e degli articoli 7 (divieto di tortura) e 10 (umanità di trattamento e rispetto della dignità umana) del Patto internazionale sui diritti civili e politici in relazione alle condizioni detentive di Alfredo Cospito». Alle richieste dell’Onu, il ministero della Giustizia risponderà in tempi brevi.

pc 4 marzo - La corte d'appello di Torino... esempio di stupro giuridico contro le donne

«Ha lasciato la porta socchiusa, invito a osare», assolto presunto stupratore: ma ora la Cassazione ordina un nuovo processo

I giudici annullano (con rinvio) la sentenza della corte d'Appello di Torino

«Non si può affatto escludere che al ragazzo, la giovane abbia dato delle speranze, facendosi accompagnare in bagno, facendosi porgere i fazzoletti, tenendo la porta socchiusa, aperture lette certamente dall’imputato come un invito a osare. Invito che l’uomo non si fece ripetere, ma che poi la ragazza non seppe gestire, poiché un po’ sbronza e assalita dal panico»: con queste motivazioni la corte d'Appello di Torino aveva assolto un presunto stupratore ma oggi (2 marzo) la corte di Cassazione ha annullato la sentenza, disponendo un nuovo processo. In primo grado - davanti al gup - il giovane era stato condannato con rito abbreviato (2 anni, 2 mesi e 20 giorni), come da richiesta del pm Fabiola D’Errico, poi era appunto arrivata l'assoluzione in secondo. Impugnata dal sostituto procuratore generale Nicoletta Quaglino.

L'aggressione in un locale del centro storico

L’episodio accadde nel bagno di un locale del centro. Eppure, non c’era solo il racconto della vittima, reso con «dichiarazioni reiteratamente ribadite con costanza, precisione e coerenza, oltre che in sintonia con le ulteriori risultanze acquisite», riassumeva la motivazione del gup. C’era anche la zip dei pantaloni di lei strappata, particolare che però la sentenza di Appello, firmata dal presidente della quarta

venerdì 3 marzo 2023

pc 3 marzo - Lo Stato borghese e il governo Meloni analizzano con i servizi segreti i movimenti di lotta per avanzare nella criminalizzazione e repressione

  • Gli stralci della relazione sono presi da contropiano

E’ stata presentata, come ogni anno, la Relazione al Parlamento dei servizi di sicurezza.

La relazione annuale viene elaborata sia dai servizi segreti interni (Aisi) che da quelli esteri (Aise). Nel primo caso le elaborazioni dei servizi di sicurezza si fondano sui rapporti di polizia e carabinieri.
Ogni anno a febbraio viene resa pubblica la versione consegnata al Parlamento e in essa c’è il come i servizi guardano al paese, alle minacce che incombono sulla sua sicurezza, ma anche ai soggetti politici e sociali che si muovono mettendo in discussione il sistema dominante.
Inevitabilmente un ampio spazio viene dedicato al conflitto russo-ucraino, analizzato sotto molti aspetti, e in un capitolo apposito si individuano le cosiddette “minacce ibride” da parte di Russia e Cina, soprattutto sul piano dell’informazione e dell’informatica.
C’è una intera parte dedicata alla situazione della sicurezza su vari teatri internazionali, con particolare attenzione al Medio Oriente, nel Maghreb e in Africa, ossia le aree di diretto interesse strategico dell’Italia.

Ma i capitoli che meritano un maggiore interesse sono quelli contro le cosiddette “minacce interne”.
Agli anarchici ovviamente, e come ormai ogni anno, vengono dedicate diverse pagine. “Sul fronte eversivo interno, le evidenze acquisite nel 2022, puntualmente condivise con le Forze di polizia, hanno nuovamente qualificato la minaccia anarcoinsurrezionalista come la più concreta e vitale, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere, attraverso una propaganda di taglio fortemente istigatorio, progettualità di lotta incentrate sulla tipica “azione diretta distruttiva”.

Relativamente a quelli che i servizi di sicurezza definiscono i “circuiti marxisti leninisti” vengono segnalate la partecipazione “alla mobilitazione anarchica a sostegno di Alfredo Cospito, con iniziative dirette a richiamare l’attenzione pure sui “prigionieri politici” delle BR-PCC, anch’essi sottoposti al c.d. “carcere duro”.

Altro tema evidenziato nelle relazione dei servizi è quello della mobilitazione contro la guerra. “Il conflitto russo-ucraino ha

pc 3 marzo - Manifestazione a Milano il 4 marzo - La strage di migranti a Cutro è una strage di Stato!

SABATO 4 MARZO CORTEO a Milano 
con concentramento
ORE 14,30 PIAZZA OBERDAN

Non ci sono parole che possano racchiudere il nostro disprezzo, la nostra repulsione e il nostro odio per la sub cultura razzista espressa dal neo ministro degli interni Piantedosi degno sgherro di Salvini e del governo Meloni.
Traspare solo una miserabile disumanità e un'incapacità di provare empatia e immedesimazione per la sofferenza di esseri umani che per disperazione fuggono dalla fame e da guerre, con il loro carico di devastazione e morte, che "l'occidente democratico" ha contribuito a determinare. 
Una criminalizzazione della povertà, ma sopratutto razzismo classista di stato.

Un razzismo di stato evidente quando si è passati dai liberticidi "decreti sicurezza" di Salvini alla guerra alle

pc 3 marzo - In Francia prosegue la lotta dei lavoratori contro il governo Macron e la sua riforma delle pensioni - 7 marzo sciopero e blocchi

info in via di traduzione

Un mouvement d'ampleur et long se dessine.

N° 810 02/03/2023 Pour faire reculer Macron et le patronat sur la réforme des retraites, il n’y a qu’une voie: le 7 mars doit être le début d’un grand mouvement de grève reconductible.

La réforme des retraites est arrivée au Sénat d’abord en commission, puis en séance dès ce 2 mars. Du fait de la procédure accélérée, les sénateurs ont 11 jours pour plancher sur le texte, dont l’examen s’arrêtera le 11 mars. Les Républicains, groupe le plus représenté chez les sénateurs proposent de durcir le texte et le gouvernement est d’accord. Le ministre du travail Olivier Dussopt a estimé être « d’accord

pc 3 marzo - A Torino per Alfredo, per tutti quelli che lottano e vengono repressi ore 16.30 piazza Solferino


“Alfredo Cospito condannato a morte”: sabato 4 marzo manifestazione nazionale a Torino

SABATO 4 MARZO CORTEO NAZIONALE TORINO: al fianco di Alfredo, al fianco di chi lotta. Ore 16.30 Piazza Solferino, Torino.

La sentenza emessa dalla Corte di Cassazione venerdì scorso è una condanna a morte: Alfredo Cospito deve stare al 41bis e lì deve morire. Probabilmente, l’ultimo capitolo (di natura giuridica) si chiude e si profila un prima e un dopo in questa infame e tragica questione. La vendetta dello Stato, nella sua forma più violenta e subdola, è servita. Più di 130 giorni di sciopero della fame da parte di Alfredo Cospito, che con generosità e dignità ha messo in gioco tutto se stesso per contrapporsi ad

pc 3 marzo - Contributo a conoscere la protesta popolare in Perù in un report

In ventimila sono entrati nella capitale del Perù gridando “torneremo e saremo milioni “. Per quanto la polizia spari addosso ai manifestanti per fermarli ottiene l’effetto opposto, si va verso la guerra civile.

Il Perù è sull’orlo della guerra civile! La situazione sembra essere fuori controllo. Tutto è cominciato a dicembre 2022, quando l’ex presidente Peruviano Pedro Castillo in un tentativo di “auto golpe” con l’intento di sciogliere il Congresso, è stato destituito ed incarcerato. Al suo posto si è insediata la sua ex vice-primo ministro, Dina Boluarte, e da allora sono scoppiate le proteste del popolo peruviano. I popoli originari e i contadini sono i maggiori protagonisti delle mobilitazioni, che sin da subito sono state represse nel sangue. Infatti la maggior parte dei morti e feriti appartengono alle popolazioni nelle regioni dei Popoli Quechua e Ayamara, Apurimac, Ayacucho Puno e Arequipa. La lotta delle popolazioni peruviane si articola attraverso uno sciopero costante iniziato il 4gennaio, di coloro che lavorano nella produzione e distribuzione delle materie prime, alternato da blocchi stradali, impediscono alle merci di entrare nelle città. Marciando per chilometri, anche in poche centinaia, si dirigono verso gli aeroporti, per occuparli, infliggendo così un duro colpo all’economia del turismo, ancora molto importante per il paese. Esattamente durante una di queste marce pacifiche e precisamente il 9 gennaio a Julaca nella regione di Puno, durante un corteo che puntava all’aeroporto, la presidente Boluarte ha ordinato alla polizia di aprire il fuoco sui manifestanti. Erano un manipolo di persone che marciavano pacificamente, ed in più la zona era piena di gente e famiglie che si stavano muovendo a piedi per cercare di recuperare generi alimentari di prima necessità. La polizia, armata come un esercito, ha represso nel sangue la marcia. Migliaia di poliziotti armati come in “guerra”, con l’ausilio di un elicottero che sparava e lanciava bombe lacrimogene, hanno massacrato la popolazione inerme, facendo uso di armi proibite e di proiettili che uccidono esplodendo nel corpo. Non “soddisfatti” di questo hanno sparato anche sul personale sanitario che cercava di prestare soccorso. Un bilancio di 17 morti e centinaia di feriti gravissimi, di cui la stampa di regime non ha parlato, dando invece risalto alla morte di un poliziotto bruciato vivo dalla folla inferocita. Dicevamo all’inizio che “la situazione sembra essere fuori controllo”, ma un elemento nuovo sembra emergere dalla organizzazione delle rivolte e dalla natura delle loro rivendicazioni. La rivolta parte dall’autorganizzazione e autoconvocazione dei popoli amazzonici. Le decisioni vengono prese in maniera comunitaria sfruttando tutte le occasioni che si presentono per fare assemblee, anche le veglie funebri collettive, diventano un mezzo per autoconvocarsi. Non ci sono partiti né organizzazioni precostituite, ed anche le loro rivendicazioni non si limitano alla richiesta di dimissioni del governo o alla richiesta di nuove elezioni, (nella cui utilità credono sempre meno). Propongono la creazione di governi territoriali autonomi, perché credono che questo possa essere un modo per fermare la violenza genocida delle classi dominanti peruviane. C’è una rabbia delle popolazioni accumulata nei secoli, che fino ad oggi non ha mai visto diminuire il disprezzo e la violenza nei loro confronti. Hanno scelto di non avere capi né organizzazioni di apparato, le decisioni vengono prese dal basso. Nelle grandi manifestazioni, che vedono centinaia di popolazioni marciare insieme , le donne vestite delle loro gonne colorate sono alla testa dei cortei , e forse lo slogan che gridano racchiude il significato di quello che vogliono, “TUTTI SIAMO UNO”
S.O.Posted by

1 Marzo 2023

pc 3 marzo - Volantino a Firenze per la manifestazione antifascista del 4 marzo

questo disgustoso rigurgito non passa da sé “

CONTRO I FASCISTI NEI MARCIAPIEDI E AL GOVERNO

PER UNA NUOVA RESISTENZA

A Firenze vigliacchi fascistelli sono usciti da quella fogna della sede di Fratelli d’Italia di Via Frusa 37 per aggredire alcuni studenti antifascisti davanti ad un liceo. Il governo fascista di Meloni li copre con il silenzio, il miserabile ministro dell’ignoranza al servizio dei padroni, il fascista Valditara, quello del “merito” della scuola classista e della propaganda revisionista, minaccia la coraggiosa preside che si è schierata contro la violenza fascista di oggi richiamando i valori della Resistenza, di Gramsci contro “gli indifferenti” e della scelta dei partigiani che hanno ripulito questo paese da vent’anni di regime che ha significato repressione, carcere, violenza squadrista e partecipazione alla guerra imperialista.

Oggi il fascismo è in marcia per edificare una dittatura dei padroni capitalisti ed imperialisti, è moderno nelle forme ma non nella sostanza, è partito dallo Stato di polizia, dalla repressione del G8 di Genova

pc 3 marzo: Contestazione di una compagna del Mfpr all'incontro con Eugenia Roccella, a L'Aquila per parlare di "inverno demografico"

Contestata la Min. Roccella a L'Aquila da una nostra compagna del Mfpr, che da sola in un convegno pieno della feccia della societa': militari, polizia, politici, sindaco ed esponenti istituzionali, ecc., ha esposto nella sala un grande cartello.

In un incontro che doveva essere aperto alla cittadinanza, e in democrazia anche alla critica, la compagna del MFPR è stata cacciata dalla sala per il cartello con cui si contestava l'iniziativa e se ne spiegavano le ragioni. La Digos è intervenuta accompagnandola fuori, ma non ha potuto impedire che giornalisti prendessero visione di quanto era scritto nel cartello. 


LA STAMPA LOCALE

giovedì 2 marzo 2023

pc 2 marzo - L' imperialismo USA continua ad alimentare i venti di guerra a Taiwan contro la Cina

Basi USA a Taiwan

L'Indo-Pacifico è l'area dove si sta ritagliando un ruolo l'imperialismo italiano con Meloni: Taiwan la prossima Ucraina per gli USA?

Gli Stati Uniti hanno approvato una nuova vendita di armi per un valore di 619 milioni di dollari a Taiwan. 

Il corposo pacchetto comprende 200 missili Aim-120 Amraam aria-aria per i caccia F-16 in dotazione alle Forze armate di Taipei e 100 missili antiradiazioni Agm-88b Harm in grado di neutralizzare le stazioni radar della Repubblica Popolare. La decisione è destinata a inasprire le già tese relazioni tra Washington e Pechino e surriscaldare le acque attorno all’isola. Dopo l’incursione degli ultimi due giorni di circa quaranta velivoli militari cinesi nello spazio di identificazione aerea di Formosa, la Repubblica Popolare potrebbe programmare ulteriori esercitazioni militari nello Stretto di Taiwan. E naturalmente inasprire le sanzioni già comminate a Lockheed Martin e Raytheon Technologies, aziende appaltatrici Usa maggiormente implicate nelle forniture di materiale bellico a Taipei.

pc 2 marzo - L'"atlantismo" del governo Meloni (prima con Draghi ed il PD) spinge il fascio-imperialismo che serve alla borghesia imperialista italiana

Il governo guerrafondaio Meloni e il suo "atlantismo" ha trovato la strada spianata dal governo Draghi in particolare dal PD con l'ex ministro Guerrini. Oggi i rapporti Italia-NATO/USA significano aumento spese militari, armi all'Ucraina (la stima è di 800 milioni, votate anche dalla neo segretaria PD, Schlein), espansionismo italiano dal Mediterraneo all'Indo-Pacifico.

“I rapporti tra Italia e USA rivestono un’alta rilevanza strategica. L’attuale quadro generale di sicurezza, inoltre, richiede oggi più che mai saldi rapporti bilaterali”. Così il ministro Crosetto incontrando il generale Milley, capo di stato maggiore delle forze armate americane.

da wired

Nell’autunno del 2022 sui banchi di Camera e Senato arriva la bozza di un nuovo progetto del ministero della Difesa. Riguarda droni capaci di raggiungere la stratosfera. Nel rapporto ci sono alcuni dettagli sul futuro drone (per esempio, servirà per scopi di intelligence, controllo dei confini e raccolta di dati

pc 2 marzo - ASSASSINI - la strage di Crotone - Un commento

Il governo sul luogo del relitto

Da decenni scriviamo contro ogni guerra e, di conseguenza, a favore di ogni salvezza e accoglimento per chi dalla guerra fugge in cerca di una nuova possibilità di vita. Così, di fronte all’«ultima» strage a mare di migranti viviamo uno sconforto di rabbia e impotenza che ci fa dire che, ormai, scrivere è solo epigrafe. Di fronte all’evidenza delle responsabilità, sarebbe bastato un silenzio pietoso per gridare l’umanità sepolta nei cimiteri marini del Mediterraneo.
Invece no. Stavolta c’è un governo che straparla, giustifica e colpevolizza senza vergogna le vittime, e così facendo è come se rivendicasse, come un monito necessario, la strage di Cutro di persone annegate a cento metri dalla riva, dove il numero dei morti senza nome cresce di ora in ora.

«Non strumentalizzate questi morti» ha gridato nervosa la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: possibile che non comprenda che con queste parole tradisce un malcelato senso di colpa? E poi c’è il barbaro in giacca e cravatta Piantedosi, che ripete convinto la sua litania funebre anche sul luogo del relitto: «L’unica cosa che va affermata è che non devono partire». Ma da dove partono e perché gli uomini, le donne e i bambini naufragati a Cutro? Sono partiti da Smirne, da quella Turchia riempita di miliardi di euro proprio perché bloccasse gli arrivi in Europa di centinaia di migliaia di esseri umani.

Spesso intrappolati senza scampo nell’inferno della rotta balcanica; dalla Turchia dell’ atlantico Erdogan ora alle prese con il disastro del terremoto e della marea umana di sfollati interni. Ma queste persone, non «carichi residuali dove l’essere umano è equiparato a merce» ha ricordato in queste ore don Luigi Ciotti, fuggono anche dalla Libia dove un mese fa la presidente Meloni è andata a promettere la chiacchiera di un «piano Mattei», ma in sostanza ad incrementare lo scambio di mercato tra un nuovo accordo sul gas e nuovi aiuti e cinque motovedette alla «guardia costiera» – le milizie libiche – per fermare gli imbarchi «clandestini», confermando la Libia come «posto sicuro» quando per le Nazioni unite è il luogo del martirio dei migranti, raccolti in galere e campi di concentramento per l’avvio di un sistema concentrazionario che si vorrebbe esteso a tutta l’Africa. Dove abbiamo esternalizzato le frontiere di una Europa che si considera ormai come fortezza.

E partono perché questa è la natura delle migrazioni epocali che viviamo: fuggono dalle troppe guerre che spesso abbiamo provocato noi, come in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, fuggono dalla miseria – quanto è ipocrita la distinzione dominante tra «profugo» e «migrante economico» – e dalle diseguaglianze, aspetti che ci riguardano perché spesso provengono da paesi, come quelli africani,, poveri ma ricchissimi di materie prime che noi deprediamo per il nostro modello di sviluppo, fuggono dalle nuove devastazioni climatiche e ambientali dei loro territori. Ma per Piantedosi «non devono partire», ma aspettare «in sicurezza l’arrivo delle istituzioni». Quali, come, dove, quando? La menzogna del ministro si fa soccorrere dalla citazione dei «corridoi umanitari», certo positivi ma una goccia nel mare rispetto alle necessità; solo uno Stato e una unione di Stati come l’Europa, potrebbe costruire una legale sicurezza istituzionale che non c’è – solo l’esperienza di Mare Nostrum è stata una alternativa, purtroppo cancellata.

Il governo Meloni è complice di questa tragedia. Ha approvato una legge che impedisce l’operatività delle Ong di soccorso in mare con un boicottaggio che rischia di preparare nuove tragedie e che – hai voglia a gridare al trafficante – apre la strada proprio alla criminalità organizzata che lucra sulla disperazione dei migranti. Una legge scellerata, fondata sull’ideologia della «difesa dei confini nazionali», sovranista e nazionalista, che si schiera apertamente con i provvedimenti sui migranti delle democrature dell’est come Ungheria e Polonia, che alla fine è diventata una sorta di polizza assicurativa di ricatto per la residua Unione europea, sempre divisa sulla redistribuzione dei migranti in arrivo.

Adesso Meloni e Piantedosi invocano l’intervento immediato dell’Europa, ma solo due settimane fa tornavano confortati dall’ultimo Consiglio europeo. Che ha approvato una visione che potremmo definire quella di un «Minniti collettivo»: costruire nuovi muri, finanziare iniziative di sorveglianza aerea e rafforzare il controllo delle frontiere, con acclamazione e fondi per i Paesi che lo faranno, più esternalizzazione delle frontiere (riecco Libia, Egitto, Tunisia) come pure delle procedure d’asilo e, soprattutto, grande spazio ai rimpatri, sia dai paesi Ue che da paesi di transito verso altri paesi terzi e verso i paesi di origine, con un’ulteriore arma di ricatto, come hanno denunciato le associazioni del “Tavolo Asilo e Immigrazioni”: la condizionalità dei fondi per lo sviluppo e delle politiche di commercio, cioè niente fondi a chi non rimpatria. Una visione europea che non impedirà alle persone di rischiare la vita in cerca di sicurezza in Europa, mettendole ancor più alla mercé dei trafficanti di esseri umani.

pc 2 agosto - Assassini! Fuori Fospito dal 41bis - Un commento

In assenza di (imprevedibili) fatti nuovi Alfredo Cospito morirà. A questo esito portano le decisioni del ministro prima e della Cassazione poi. Eppure, confermare il regime del 41 bis non era una strada obbligata. Non lo era per il Guardasigilli, come risulta dalle alternative prospettate dalla Direzione nazionale antimafia. E non lo era per la Cassazione, come dimostra l’opposta soluzione suggerita dal Procuratore generale. Al contrario, la revoca del 41 bis era supportata da solidi argomenti: l’esistenza di rapporti di Cospito con associati esterni in funzione della commissione di nuovi reati era (è) indimostrata e neppur presa in considerazione nel provvedimento applicativo della misura; le condizioni

pc 2 marzo - La Formazione Operaia in corso salta questo giovedi' che va utilizzato per una rilettura dei pezzi già pubblicati

pc 23 febbraio: Formazione operaia su "guerra imperialista e proletari". Contro la "difesa della patria" capitalista/imperialista 

pc 16 febbraio: Formazione operaia su "guerra imperialista e proletari"

pc 9 febbraio: Formazione operaia su "guerra imperialista e proletari"

pc 2 febbraio: Riprende la Formazione operaia dal prossimo giovedi', su: "Guerra imperialista e proletari"

Questo nuovo ciclo della Formazione Operaia on line sarà dedicato a formare l’avanguardia proletaria sul tema della guerra imperialista e come lottare contro di essa.

Sul piano pratico proletari comunisti ha elaborato una mozione operaia, che sintetizza la posizione necessaria adesso, che è stata sottoposta alla firma e all’approvazione degli operai in alcune fabbriche e riportata in assemblee e manifestazioni contro la guerra.

Noi consideriamo che questo oggi sia il compito principale nelle fila della classe operaia e dei proletari in lotta, sulla cui base passare a forme più avanzate di azione, organizzazione contro la guerra imperialista in corso, con epicentro l’Ucraina, che può avere ulteriori sviluppi e sfociare in una terza guerra mondiale.

Proprio per questo è fondamentale comprendere qual’è la posizione che deve guidare l’azione della classe operaia in questa situazione.

In questo primo ciclo useremo gli scritti di Lenin, riprenderemo passi di essi e li commenteremo.

Ogni proletario d’avanguardia, individualmente o collettivamente, può e deve partecipare a questo ciclo nelle forme più impegnate possibili, con interventi, domande, proposte di azione, perché chiaramente questa formazione teorica è al servizio della pratica o indissolubilmente legata ad essa.

Questa Formazione Operaia si svolgerà ogni giovedì su questo blog con esposizioni sia orali sia scritte, così come gli interventi possono essere sia orali che scritti.

pc 2 marzo - Fascisti a Firenze - Un commento denuncia condivisibile

da operai contro

6 contro uno è facile. Ma fa parte della tradizione dei picchiatori fascisti. Il governo sminuisce, la Preside che denuncia il pericolo squadrista viene minacciata di provvedimenti dal Ministro dell’istruzione. Anche il fascismo iniziò così.

... il ministro dell’Istruzione Valditara, “bacchetta” con un comunicato Annalisa Savino, preside del liceo scientifico Leonardo Da Vinci di Firenze, colpevole secondo il ministro, di aver deprecato con una lettera agli studenti, l’assalto squadrista davanti al liceo Michelangiolo in città (documentato dalla tivù). Un’aggressione sferrata a freddo da 6 picchiatori che sembravano indemoniati, infierire contro un solo studente di opinioni diverse.
Si da il caso che questi 6 individui appartengono ad una organizzazione giovanile del partito Fratelli D’Italia, la cui segretaria Giorgia Meloni è anche a capo dell’attuale governo in Italia. Che discussioni

pc 2 marzo - Meloni in India - info

 

Meloni a Nuova Delhi: relazioni elevate a partenariato strategico, annunciato l’avvio di esercitazioni congiunte

L’interscambio commerciale tra Italia e India è di quasi 15 miliardi di euro, un dato raddoppiato in appena due anni


Italia e India vogliono rafforzare le relazioni, che sono state elevate a partenariato strategico. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nelle dichiarazioni alla stampa a seguito dell’incontro con il premier indiano Narendra Modi, nella Hyderabad House, la sede utilizzata dal governo indiano per accogliere i dignitari stranieri in visita. L’India e l’Italia “avviano un nuovo capitolo nelle loro relazioni ovvero la cooperazione in materia di difesa” ha aggiunto Modi spiegando che nell’industria della difesa “si aprono nuove opportunità per la coproduzione e lo sviluppo congiunto, a beneficio di ambedue i Paesi”. Inoltre, è stato deciso di “organizzare esercitazioni e corsi di formazione congiunti” per le forze armate italiane e indiane, ha concluso il leader di Nuova Delhi.

L’interscambio commerciale tra Italia e India è di quasi 15 miliardi di euro, un dato raddoppiato in appena due anni, ha chiarito Meloni. “Possiamo fare di più: la ripresa di voli diretti, per esempio, può facilitare il rafforzamento delle relazioni”, ha aggiunto Meloni, che ha poi parlato delle molte similitudini tra i due Paesi. “Culture millenarie, Stati che si sono battuti per l’indipendenza e la libertà”, ha affermato la premier italiana. Per il presidente Meloni difesa e sicurezza energetica sono tra i settori dove Italia e India vogliono rafforzare le relazioni bilaterali. “C’è anche il tema della transizione digitale, con importantissimi progetti che collegano le nostre due nazioni”, ha aggiunto.

Il presidente Meloni ha anche parlato di migrazioni spiegando che l’accordo tra l’India e l’Italia “ha un’importanza particolare”. “La sua conclusione – ha aggiunto – rafforzerà ulteriormente le relazioni tra i popoli”, ha spiegato il premier, aggiungendo che le parti hanno anche l’intenzione di “rafforzare la cooperazione a livello di istruzione superiore”.

Il presidente del Consiglio è stato ricevuto dal premier indiano al Rashtrapati Bhawan, il palazzo presidenziale. L’arrivo del premier è stato salutato dal picchetto d’onore delle Forze armate. Si tratta del primo viaggio bilaterale in Asia dall’inizio del mandato, nel 75mo anniversario delle relazioni tra India e Italia.

A proposito di guerra in Ucraina, il presidente ha dichiarato come l’India, in qualità di presidente del G20, possa svolgere un ruolo centrale verso la cessazione delle ostilità. A queste dichiarazioni hanno fatto eco quelle del presidente Modi secondo cui “tutti i Paesi sono stati colpiti dalla crisi legata alla pandemia e dal conflitto ucraino. I Paesi in via di sviluppo sono stati particolarmente colpiti. Abbiamo espresso preoccupazione per questo”, ha premesso il primo ministro indiano. “Abbiamo sottolineato l’esigenza di sforzi collettivi per risolvere questi problemi. Fin dall’inizio del conflitto l’India ha detto molto chiaramente che questa questione può essere risolta solo attraverso il dialogo e la diplomazia e l’india è prontissima a contribuire a qualsiasi processo in questo senso”, ha affermato. Modi ha sottolineato, inoltre, che l’India accoglie favorevolmente la crescente attenzione dell’Italia per la regione indo-pacifica. “Accogliamo con favore la strategia per l’Indo-Pacifico e l’adesione dell’Italia all’iniziativa Indo-Pacific Oceans Initiative (Ipoi)”, ha dichiarato il premier. Ciò permetterà di “identificare temi concreti” di collaborazione, ha spiegato. L’iniziativa promossa da Nuova Delhi è volta a rafforzare la cooperazione in materia di connettività commerciale e trasporto marittimo, sicurezza marittima, ecologia e risorse del mare, riduzione e gestione del rischio di catastrofi, scienza e tecnologia e collaborazione accademica.

L’india e l’Italia sono “fianco a fianco nella lotta al terrorismo e al separatismo” ha proseguito. “Abbiamo avuto un colloquio su come rafforzare questa cooperazione”, ha riferito il premier. Il capo del governo di Nuova Delhi ha sottolineato che le relazioni tra i due Paesi, entrambi eredi di antiche civiltà, “ci sono sempre state” e che con Meloni ha parlato di come dare a queste relazioni “una nuova forma adeguata alle esigenze dei tempi contemporanei”.

L’India e l’Italia festeggiano il 75mo anniversario delle loro relazioni bilaterali diventando partner strategici e rafforzando i legami economici, ha sottolineato ancora il presidente Modi. La campagna per la promozione dell’industria indiana (“Make in India”) e la Missione per un’India autosufficiente (“Atmanirbhar Bharat”) stanno aprendo “immense opportunità di investimento in India”, ha sottolineato il capo del governo di Nuova Delhi, aggiungendo che è stata posta particolare all’enfasi sull’espansione della cooperazione in aree come l’energia rinnovabile, l’idrogeno verde, le tecnologie informatiche, i semiconduttori, le telecomunicazioni e lo spazio. Inoltre, oggi viene annunciata un’iniziativa dedicata alle start-up.

Meloni in precedenza ha visitato il memoriale dedicato al padre della nazione indiana, Mahatma Gandhi, al Raj Ghat. “‘Vi sono al mondo pochi esempi di un uomo che, solo, abbia compiuto la resurrezione del proprio Paese con la forza del pensiero e la dedizione estrema durata tutta la vita’. Così il grande Mahatma Gandhi parlava di Giuseppe Mazzini, uno dei padri del Risorgimento italiano, fonte d’ispirazione anche per quello indiano. Due patrioti che con le loro azioni e le loro opere hanno indicato il cammino ai nostri popoli”, aveva aggiunto il premier.


pc 2 marzo - Dalle lotte immediate ai "bi/sogni" delle donne/lavoratrici per cui "tutta la vita deve davvero cambiare" - 8 Marzo/sciopero delle donne/Piattaforma

Occorre una nuova sfida/rottura contro padroni, contro questo nero governo Meloni che vuole far diventare per la maggioranza delle donne il moderno medioevo una normalità, contro questo Stato borghese che vuole inchiodare le donne ad un doppio ruolo sociale, produttivo e riproduttivo, funzionale al sistema sociale capitalista e imperialista.

Dalle lotte immediate ai "bi/sogni" della maggioranza delle donne/lavoratrici per cui "tutta la vita deve davvero cambiare", che non hanno niente da conservare in questo sistema sociale che produce sempre più doppia oppressione, doppio sfruttamento, violenza/femminicidi, guerra imperialista, repressione, miseria...ma hanno ogni catena da spezzare perchè siano in prima linea nella lotta per un vero cambiamento sociale.

La piattaforma che abbiamo posto a base della proclamazione dello sciopero dell'8 marzo è frutto di tutto questo, scaturisce dalle lotte reali dalle lavoratrici/operaie/precarie/disoccupate/ migranti..., dall'inchiesta nelle fabbriche e nei posti di lavoro, nelle realtà in cui le lavoratrici sono in sofferenza, dove vorrebbero anche organizzarsi per lottare, dall'analisi della condizione delle donne in questo paese con uno sguardo internazionalista proiettato anche alle nostre sorelle di classe, alle donne proletarie nel mondo, un'analisi non statica ma che muta sulla base delle condizioni oggettive di questa società in cui viviamo e che si serve del patriarcalismo anche in forme "aggiornate".

Mfpr

pc 2 marzo - Strage di bambini, donne, migranti a Crotone! Governo Meloni assassino!

"Profondo dolore" della nera e lurida ipocrita Meloni! Gli assassini di bambini, donne, migranti innocenti siete solo voi!

Lottare a 360 gradi contro questo governo fascio-razzista che ha varato la legge contro le Ong per decretare per legge la morte dei migranti e lavora attivamente per bloccare i migranti nei lager della tortura vedi la Libia !

Mfpr


pc 2 marzo - Oggi a Bari studenti contro la repressione

 

BARI. SEI STUDENTI DENUNCIATI PER UNO STRISCIONE IN UNIVERSITA’ CONTRO LA GUERRA. NON ABBIAMO PAURA, LA LOTTA NON SI FERMA!

++ Conferenza stampa giovedì 2 marzo ore 15:00 ingresso del Politecnico in Via Orbona ++

Sei militanti della nostra organizzazione, tutti studenti dell’Università di Bari, sono stati perquisiti e denunciati nella giornata di sabato 25 febbraio per aver esposto davanti al Politecnico uno striscione – poi sequestrato - di denuncia contro gli accordi tra l’ateneo e le industrie belliche, un’azione compiuta

pc 2 marzo - 2000 incentivi per 25 miliardi: il governo “riordina” gli aiuti di stato ai padroni

Nell’arco di pochi giorni, prima la Repubblica degli Agnelli, e poi anche il Sole 24 Ore di Confindustria, sono intervenuti con articoli sulla legge delega con la quale il governo ha deciso di “riordinare” gli “incentivi alle imprese”. Un’operazione comunque prevista dal Pnrr e impostata dal governo Draghi, soprattutto in riferimento alle cosiddette transizioni: digitale e verde.

Queste “agevolazioni sono troppe, circa duemila” dice La Repubblica e vanno sfoltite, addirittura alcune tagliate, insomma “riordinate”.

Non può venire in testa a questi scribacchini al servizio dei padroni, e men che meno al governo, che invece vanno abolite!

Se il governo per attuare questo piano se la prende molto comoda, ben due anni di tempo, gli “industriali non ci stanno” e lo dicono subito con le parole di Bonomi, attuale capo di Confindustria: “… il timore – riporta il quotidiano degli Agnelli - è che il governo faccia da solo anche quando passerà in rassegna le 1.982 tipologie di incentivi, suddivise tra le 229 nazionali e le 1.753 regionali”. Bonomi,

mercoledì 1 marzo 2023

pc 1 marzo - Sull'aggressione fascista a Firenze, non poteva mancare la solidarietà del miserabile Piantedosi al ministro che ha minacciato la preside

 

«La libertà di espressione va riconosciuta anche a un ministro della Repubblica», ha affermato l'ex prefetto di ferro, oggi indegnamente ministro, Piantedosi, nel corso delle comunicazioni al Senato

pc 1 marzo - I fascisti al governo, Meloni e Modi, rafforzano la cooperazione militare tra i due Stati, sono nemici dei lavoratori e delle masse oppresse

Il servo dell'imperialismo Modi è responsabile della guerra contro il suo popolo, della brutale repressione contro la guerra popolare delle masse oppresse dirette dal Partito comunista dell'India maoista che avanzano nella costruzione di un nuovo potere.

La servetta dell'imperialismo, Meloni, all'ennesimo salto della quaglia tipicamente fascista: dall'opposizione ha chiesto l'espulsione dell'ambasciatore indiano per la questione dei due marò assassini di pescatori (assolti per "legittima difesa" dal gip di Roma) e ha fatto pressioni affinché l'India fosse designata violatore dei diritti umani al Parlamento europeo, mentre oggi al governo, per servire

pc 1 marzo - Lukoil Priolo: operaio ferito in un grave incendio… mentre sono in corso le trattative per la vendita (e rispunta l’Ucraina e non solo…)

Quattro giorni fa all’Isab-Lukoil di Priolo c’è stata una esplosione seguita da un incendio che ha colpito un operaio di 58 anni adesso ricoverato in rianimazione con ustioni di secondo e terzo grado al volto ed alle vie aeree. Ci sono, come di solito, “inchieste” in corso per capire cosa è successo, mentre le “inchieste” facili facili ci dicono che non è il primo, purtroppo, né sarà l’ultimo “incidente”, insomma che non c’è sicurezza nei posti di lavoro e gli infortuni e i morti sono migliaia ogni anno. A conferma dell’altra guerra, quella quotidiana che il capitalismo fa contro operaie e operai… una guerra che mette a rischio anche, sempre, il posto di lavoro.

In questo caso, si tratta degli sviluppi che prenderà la vendita in corso della Lukoil, attorno alla quale si sta giocando una partita tra multinazionali, governi, banche, affaristi… (vedi: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2023/01/pc-11-gennaio-raffineria-isab-di-priolo.html)

Secondo il Sole 24 Ore di oggi “L'ultimo incontro si è tenuto a Roma, a Palazzo Chigi, appena l'altro

pc 1 marzo - L’imperialismo è guerra! dall’Ucraina al Congo…

L’imperialismo è guerra! L’imperialismo è guerra per la spartizione del mondo e il controllo delle materie prime che semina morte e distruzione: questa affermazione scientifica si conferma ogni giorno, in un modo o nell’altro, in tutte le parti del mondo.

miniera di coltan

“Il legame tra Ucraina e Congo non è solo ideale” dice un articolo dell’Avvenire del 26 gennaio scorso. “È noto che Kiev per anni ha esportato grandi quantità di armi nei paesi della regione dei Grandi Laghi.

C’è una guerra nella Repubblica democratica del Congo di cui i mass media non parlano. Una guerra “che in trent'anni ha fatto almeno sei milioni di morti … una tragedia africana alimentata da grandi interessi occidentali, legati a minerali preziosi: oro e diamanti, ma anche il cobalto, indispensabile per le batterie delle auto elettriche è il coltan per i circuiti elettronici.”

“Minerali, ma anche legname e petrolio, eppure il 70% della popolazione è sotto la soglia di povertà, 1

pc 1 aprile - questo governo è fascista.. chi non lo riconosce lo aiuta..ed è chiaramente anticostituzionale

 un contributo utile al dibattito

Fascismo e incompatibilità costituzionale

La derubricazione a “Italiani” dei martiri delle Fosse Ardeatine (senza nemmeno la capacità di trovare la scorciatoia di “patrioti”) rappresenta una sorta di punto terminale nella determinazione di una evidente incompatibilità costituzionale della presidente del Consiglio e del suo partito.

Si tratta di un tema che nella sua gravità era già evidente da tempo e che l’insieme delle forze politiche non ha saputo o voluto affrontare con sufficiente determinazione nel corso della campagna elettorale.

martedì 28 febbraio 2023

pc 28 febbraio: Capitalisti e guerra/operai e guerra. Dall'intervento di operaio della Tenaris Dalmine dello Slai cobas sc all'Assemblea proletaria anticapitalista del 18 febbraio

La Tenaris Dalmine è una grossa multinazionale, legata all’Eni, che vuol dire che si muove nel solco della politica imperialista, dei suoi movimenti economici e di guerra. Come dice il padrone Rocca, la Tenaris è in grado di “ridefinire la catena del valore globale”, e giorni fa parlando direttamente ai dipendenti, il grosso non operai, come primo punto ha parlato della guerra in Ucraina: “sta crescendo la competizione tra le democrazie occidentali. Questo cambiamento sta provocando un riposizionamento di tutte le catene di valore che sta a sua volta rilanciando investimenti significativi nel settore energetico in aeree in cui la Tenaris ha una presenza importante, come Stati Uniti, Sud America, Mediterraneo e Mediooriente.”

Questo come si traduce poi in fabbrica? C’è un aumento dello sfruttamento che non ha ancora portato ad una necessaria lotta, ma ad una coflittualità latente.

Tenaris ha raddoppiato i profitti buttando fuori tanta forza lavoro. E lo ha fatto grazie agli accordi sindacali confederali sulle ristrutturazioni.

La Tenaris Dalmine è un’azienda che si occupa direttamente dell’alternanza scuola lavoro, in Italia è collegata agli istituti tecnici; uno dei fretelli, Gianfelice Rocca, è in aperta sintonia con il nuovo Ministro Valditara su questa questione, su una scuola che deve sviluppare le capacità per il lavoro.

Ma anche questa situazione mostra che la fabbrica è uno dei centri principali in cui bisogna fare lo

pc 28 febbraio: Migranti, il professor Galiano: "Leggerò ai miei studenti le dichiarazioni di Piantedosi, poi mandatemi la Digos"

Che tanti altri professori seguano l'esempio di Galiano

"Duro attacco da parte del docente e scrittore di Pordenone al ministro degli Interni che ha dato la colpa della morte dei profughi in mare ai parenti che li hanno lasciati partire dalla Turchia

"Io glielo dirò, domani, cosa avete fatto. Entrerò in classe e leggerò ai miei studenti le dichiarazioni del ministro che ha detto: 'Io non partirei se fossi disperato perché sono stato educato alla responsabilità'. Il post di Facebook del professore di Pordenone e scrittore per la casa editrice Garzanti Enrico Galiano è un duro attacco alle dichiarazioni del ministro degli Interni Matteo Piantedosi sulla strage".

pc 28 febbraio - Il governo fascio-imperialista Meloni/Crosetto trasforma la Sicilia nella portaerei della NATO: esercitazioni nei porti e nelle Basi


NATO: al via l'esercitazione DYNAMIC MANTA 2023

L'Italia fornisce il supporto tecnico-logistico mettendo a disposizione i porti di Catania ed Augusta, la base di elicotteri di Catania Fontanarossa, la stazione aeronavale di Sigonella e la base aerea di Trapani-Birgi 

dal sito del ministero della Difesa

Si svolgerà nel periodo compreso tra il 27 febbraio e il 10 marzo, nell’area del Mediterraneo centrale,

pc 28 febbraio - Contro la guerra imperialista far avanzare la linea e l'organizzazione proletaria e comunista

La guerra inter imperialista in corso in Ucraina ha avuto una nuova accelerata dopo il Vertice Nato di Ramstein che ha deciso un massiccio invio di ogni tipo di armi di carattere offensivo allo scopo non certo di difendere l’Ucraina dall’invasione ma di sostenerne la controffensiva volta a riprendere le zone del Donbass e la Crimea e collocare Usa/ Nato e i paesi imperialisti europei ai confini della Russia, pronti ad approfittare di arretramenti e debolezze per mettere in crisi il regime reazionario dell’imperialismo russo di Putin fino a piegarne le velleità politico militari e ridimensionarne il peso strategico ed economico. E’ chiaro che in questa prospettiva il passo successivo è l’incendio mondiale nelle forme che i rapporti di forza permetteranno e che certo non esclude l’uso del nucleare tattico o strategico che sia. 

L’invasione russa dell’Ucraina che raggiunge il 24 febbraio il primo anno si va sempre più dimostrando come un passo offensivo dell’imperialismo russo dettato da ragioni difensive che, però, lungi da aver ristabilito il peso della Russia e contenuto il suo processo di ridimensionamento, ha messo sul tappeto i reali rapporti di forza esistenti attualmente nel campo dell’imperialismo.

La guerra avviata in Ucraina è stata quindi un punto di arrivo delle contraddizioni inter imperialiste nello scenario Europa/Russia, ma sullo sfondo evidentemente della contesa Usa/Cina di un mondo in crisi economica che domanda una nuova ripartizione, nella quale ogni imperialismo vuole la sua parte, fa la sua parte, contribuisce a quella tempesta perfetta che può sfociare nella terza guerra mondiale. L’Ucraina si è trovata ad essere il territorio dell’acutizzazione di questa contesa, ma dentro questo territorio e questa contesa un fattore determinante è stata la trasformazione reazionaria e fascio-nazista del governo ucraino che, andando anche oltre e forzando la mano della borghesia capitalista, oligarchica ucraina, è diventata parte del fattore scatenante l’acutizzazione della crisi mondiale e il suo passaggio a una fase prevalentemente militare. 

E’ inutile ripetere tutti i fattori economici sottostanti questa guerra, lo abbiamo già scritto e denunciato in numerose pubblicazioni e volantini, che sono divenuti di dominio pubblico nel movimento internazionale di opposizione all’imperialismo e alla guerra. Il punto è ora di comprendere la partita in gioco su scala mondiale, nei diversi territori del mondo, nel nostro paese. 

Su scala mondiale è giusto e necessario richiedere a gran voce che si fermino i passi e l’escalation di

pc 28 febbraio - Contro la repressione di Stato verso gli studenti in lotta contro la guerra - Bari 6 studenti denunciati

Bari. Sei studenti denunciati per uno striscione contro la guerra all’università

Sei studenti dell’Università di Bari, sono stati perquisiti e denunciati nella giornata di sabato 25 febbraio per aver esposto davanti al Politecnico uno striscione – poi sequestrato – di denuncia contro gli accordi tra l’ateneo e le industrie belliche, un’azione compiuta in collegamento con la manifestazione nazionale chiamata dai lavoratori portuali a Genova che ha visto nello stesso giorno scendere in piazza oltre diecimila persone in opposizione alla guerra e dove, come studenti e universitari, ci siamo mobilitati a fianco della lotta per bloccare il transito delle armi nei porti.

Vogliamo subito mettere in chiaro che non indietreggeremo minimamente davanti a queste intimidazioni, siamo convinti delle ragioni della nostra protesta e del fatto che dentro le nostre università debba esserci garantito spazio di agibilità politica e democratica.

Con ancora maggiore convinzione continuiamo la mobilitazione, diamo appuntamento giovedì 2 marzo ore 15:00 all’ingresso di Via Orbona del Politecnico di Bari per una conferenza stampa.