Parlano di pace e
fanno la guerra e ne preparano sempre di più. Non bastavano i quasi 1000
miliardi del bilancio degli Stati Uniti dedicati alla guerra, ma seguendo la
logica dell’economia di guerra un altro segnale chiarissimo arriva dalla JP
Morgan degli Stati Uniti, una delle 4 banche più grandi al mondo e la più
grande banca al mondo con una capitalizzazione di mercato di oltre 420 miliardi
di dollari, mettendo ancora più in luce le intenzioni soprattutto dell’imperialismo
degli Stati Uniti, ma in generale di tutti i paesi imperialisti.
E si tratta anche di un grande regalo alla politica di Trump che punta al “protezionismo”, perché il piano servirà, nelle intenzioni espresse dal presidente della JP Morgan, a “finanziare e investire nei settori ritenuti critici per la sicurezza nazionale statunitense” e a fornire “credito, investimenti e capitale di rischio per ricostruire le catene produttive strategiche, potenziare la manifattura avanzata, sostenere
l’energia domestica e accelerare l’innovazione tecnologica negli Usa.”Allo stesso tempo lo stesso presidente Jaime Dimon chiarisce
quanto gli Stati Uniti di oggi siano un “gigante dai piedi di argilla” con
queste parole: “È diventato dolorosamente chiaro che gli Stati Uniti hanno
permesso a sé stessi di dipendere troppo da fonti inaffidabili di minerali
critici, prodotti e manifattura”.
“La decisione di JPMorgan – scrive la rivista online
Formiche.net - va letta nel quadro di anni di shock che hanno rimesso al centro
l’importanza della resilienza industriale e dell’economia reale. La pandemia,
la crisi delle supply chain, la guerra in Ucraina e la competizione strategica
con la Cina; tutti questi eventi hanno
dimostrato ampiamente la vulnerabilità degli Usa alle strozzature dei corridoi
globalizzati.”
L’iniziativa piace
ai responsabili dell’esercito che però vogliono a questo punto una
accelerazione delle decisioni e dicono basta alle lentezze burocratiche: “Se
guardate all’Ucraina, - dice Dan Driscoll, segretario all’Esercito - aggiornano
il software dei loro droni ogni due settimane. Noi, come Paese, avremmo fatto
fatica a farlo in due anni”.
Questa necessità di accelerazione nello scontro mondiale deve
far saltare quindi tutti gli “orpelli” della democrazia borghese per procedere
speditamente verso il fascismo aperto.

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