L'8 ottobre in occasione del secondo anniversario dell'operazione della Resistenza palestinese "Diluvio di al Aqsa", si è tenuta un'assemblea presso la facoltà di lingue a Tunisi con l'obiettivo di approfondire e far conoscere le storiche mobilitazioni a sostegno della Palestina e della Resistenza palestinese in particolare quelle avvenute tra il 19 settembre ed il 4 ottobre di quest'anno.
L'assemblea ha visto la partecipazione di un centinaio tra studenti e insegnanti.
L'esposizione di apertura ha introdotto l'avvenimento del 7 ottobre 2023 analizzando il ruolo e la composizione della Resistenza palestinese ed in particolare la sua unità interna tramite l'istituzione del Comando Unificato della Resistenza nel 2018 che racchiude oltre 10 organizzazioni e partiti.
Successivamente si è introdotto il concetto di "due Italie" contrapposte: l'Italia dei lavoratori, degli studenti, dei giovani, dei detenuti, degli artisti impegnati che si è mobilitata al fianco del popolo palestinese scioperando e
mobilitandosi nelle piazze, sui luoghi di lavoro, nelle scuole e università e nelle carceri, e l'Italia dei padroni e del governo Meloni/Tajani/Crosetto che invece sostiene attivamente l'occupazione sionista (in tal senso sono state passate in rassegna le vergognose dichiarazioni degli ultimi giorni provenienti da questo trio governativo).Si è passati dunque alla descrizione di questi due poli contrapposti in Italia, di questa contraddizione di cui la questione palestinese ne rappresenta il detonatore.
Il governo italiano all'indomani del 7 ottobre 2023 ha sostenuto attivamente il regime sionista tramite dichiarazioni ufficiali, sostegno militare (permettendo anche a 1.000 italiani con passaporto israeliano di partecipare alle operazioni militari in Palestina) ed economico, reprimendo i solidali e arrestando Anan Yaesh, rendendolo il primo prigioniero politico palestinese in Italia, mentre si accolgono i militari sionisti in congedo nelle strutture turistiche in Sardegna e nelle Marche.
In altri termini l'Italia è complice del genocidio in atto in Palestina come è stato ampiamente dimostrato dal rapporto del commissario speciale per le Nazioni Unite, Francesca Albanese e come denunciato recentemente da Omar Barghouti, cofondatore del movimento BDS.
A questa Italia nera e reazionaria sin dall'8 ottobre 2023 si è contrapposta dapprima una minoranza rappresentata da attivisti e militanti sociali, politici e sindacali, collettivi studenteschi e realtà storiche vedi il CALP di Genova, ùa successivamente, con il passare dei mesi, aumentando l'indignazione è aumentata anche la mobilitazione che è diventata di massa seppur con parole d'ordini vaghe e non coerenti con i principali obiettivi che dovrebbe assumere questo tipo di movimento in Italia, ovvero:
1) contro il governo Meloni complice del sionismo
2) Sostegno incondizionato alla Resistenza palestinese.
Infine queste due parole d'ordine sono state pienamente assunte a partire dallo scorso settembre in concomitanze con la straordinaria esplosione delle mobilitazioni, che sono state definite "storiche" nel corso dell'assemblea, e che si sono incarnate nella prassi del "blocchiamo tutto".
Sono stati mostrati numerose foto e video di tali mobilitazioni nelle varie città italiane.
L'esposizione si è conclusa con la lettura dell'articolo/lettera di Eman Abu Zayed circa l'eco delle mobilitazioni italiane a Gaza e sul loro ruolo di incoraggiamento.
Nel corso dell'esposizione c'è stata anche una "pausa
artistica" con una breve rappresentazione teatrale sulle note
della canzone "Casa mia" del rapper Ghali.
E' seguito un ricco dibattito in cui gli interventi hanno sottolineato l'importanza delle mobilitazioni italiane che fungono da esempio anche in un paese arabo come la Tunisia, nonostante, è stato detto "siamo abituati sin da bambini a sostenere la Palestina ma non lo facciamo sufficientemente", molti interventi hanno quindi sottolineato che tale assemblea rappresenta da una parte "il minimo necessario" che si possa fare e dall'altra un punto di partenza.


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