Nel nostro paese si contano infatti almeno 71 miliardari che hanno un patrimonio complessivo di 272,5 miliardi di euro. Ma viene calcolato che la loro ricchezza continua ad aumentare, almeno di 61,1 miliardi in un solo anno. Con un dettaglio: questi rentiers (ovvero gente che campa di rendita, ndr) hanno fatto poco o nulla per ritrovarsi più ricchi. Infatti in Italia quasi due terzi della ricchezza miliardaria (il 63%) è frutto di eredità, sulle quali però è praticamente impossibile – a causa della feroce resistenza dei ricchi e dei loro partiti di riferimento – introdurre delle tasse di successione decenti e adeguate che in qualche modo redistribuiscano al paese questa ricchezza “immeritata” ma solo ereditata.
Ma anche nel resto del mondo, secondo un rapporto reso pubblico da Oxfam al Forum Economico Mondiale di Davos “Tutti i miliardari sotto i 30 anni hanno ereditato i propri patrimoni, una prima ondata di quello che è stato soprannominato il fenomeno del grande trasferimento di ricchezza, per cui
si prevede che nei prossimi due o tre decenni più di 1.000 miliardari lasceranno oltre 5.200 miliardi di dollari ai propri eredi”.Secondo il rapporto di Oxfam, a metà dello scorso anno, il 10% più ricco dei nuclei familiari possedeva oltre otto volte la ricchezza della metà più povera delle famiglie. Se oggi è salito a otto volte, questo rapporto era pari a 6,3 appena 14 anni fa. La ricchezza dei miliardari lo scorso anno è cresciuta di 2.000 miliardi di dollari, a un ritmo tre volte più veloce rispetto al 2023.
Anche in Italia la ricchezza è fortemente concentrata al vertice: il 5% più ricco delle famiglie italiane, detentore del 47,7% della ricchezza nazionale, possiede oggi quasi il 20% in più dell’ammontare di ricchezza complessivamente detenuta dal 90% più povero.
Contestualmente a questo boom della concentrazione della ricchezza privata, scrive Oxfam, il numero di persone che nel mondo vivono sotto la soglia di povertà di 6,85 dollari al giorno è rimasto lo stesso del 1990, ovvero non è diminuito nonostante le “magnifiche e progressive sorti del capitalismo e della globalizzazione”. Si tratta di più di 3,5 miliardi di persone.
In Italia la povertà assoluta attanaglia quasi di 2,2 milioni di famiglie, per un totale di 5,7 milioni di persone che non dispongono di risorse mensili sufficienti ad acquistare un paniere di beni e servizi essenziali per vivere in condizioni dignitose. Non solo. L’incidenza della povertà a livello familiare è aumentata in un anno passando dall’8,3% all’8,4%, mentre quella individuale è rimasta invariata al 9,7%. E poi c’è la povertà relativa, quella di milioni di persone povere anche se hanno un lavoro perchè le loro retribuzioni sono talmente basse da non consentire una esistenza quantomeno dignitosa. In Italia nel 2023 è salita al 14,5% della popolazione, era il 14 solo un anno prima. Si calcola che nel 2024 ben l’11,5% degli occupati – cioè che hanno un lavoro – siano a rischio povertà.
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