“Questo inebriante aumento di
ricchezza e di potenza… è del tutto limitato alle classi possidenti”, questo
diceva già nel 1863 l’allora primo ministro inglese Gladstone in un discorso
sul bilancio, citato da Marx nell’Indirizzo inaugurale dell’Associazione
Internazionale degli Operai del 1864.
Questo è ciò che succede nella
società capitalista-imperialista, ed è esattamente così anche per i miliardari
di oggi e i loro reggicoda al governo! Un esempio per tutti che sta a cuore
alla fascista Meloni, tanto da abbracciarlo non solo simbolicamente ma anche
fisicamente, è quello di Elon Musk che ha un patrimonio “personale” intorno a
350 miliardi di dollari, messo anche a disposizione dell’elezione di Trump.
Della stessa banda di Musk (Tesla
ecc.) fanno parte anche i padroni (Bezos, Zuckerberg….) dei “magnifici sette”: Apple,
Amazon, Alphabet, Meta, Microsoft, Nvidia. Oltre, naturalmente, ai capi delle
altre multinazionali, come le banche, i fondi di investimento, le industrie
petrolifere, quelle siderurgiche dalla Cina, all’India, dagli Usa all’Italia…
E crescono anche gli affari miliardari che si fanno nelle Borse, come quella di New York, dove il valore
del capitale si moltiplica, ma quanto più cresce il capitale tanto più cresce il “dominio della borghesia sulla classe operaia” dice Marx.Ma mentre negli anni passati i
padroni e i loro lacchè cercavano di nascondere l’entità delle loro ricchezze (era
difficile trovare non solo articoli, ma anche statistiche sull’argomento), una
preoccupazione che nasce soprattutto quando la classe operaia è forte e minaccia
il loro potere, adesso non si vergognano più di ostentare, e questa
sfacciataggine che va sempre insieme all’arroganza li avvicina molto ai nobili
di una volta… i quali, ricordiamolo di passaggio, hanno perso la testa,
letteralmente, davanti alla ribellione delle masse…
È di questa ricchezza, che viene
sbandierata come legittima, ma che è il risultato dello sfruttamento di milioni
di proletarie e proletari in tutto il mondo, che parla un articolo del
Sole24Ore del 6 dicembre scorso, dal titolo “I miliardari mondiali raddoppiano il
patrimonio”.
Il giornalista ci rivela una
verità che conosciamo benissimo, e cioè che “C’è qualcuno nel mondo che non
teme né guerre, né svalutazioni monetarie.” E chi sono questi che non temono le
guerre perché le fanno e in tanti proprio grazie alle guerre si arricchiscono
ancora di più? E che non temono le svalutazioni monetarie perché i soldi che
hanno sono davvero tanti e se anche ne perdono una parte non se ne accorgono
nemmeno? “Sono i miliardari, 2.682 signore e signori… Il loro patrimonio complessivo
è aumentato del 121%, passando da 6.300 a 14.000 miliardi di dollari”.
14mila miliardi di dollari sono l’equivalente della metà di tutto il prodotto interno lordo degli Stati Uniti! L’equivalente del pil di Giappone, Germania, Francia e Gran Bretagna messi insieme. E se togliamo dal numero complessivo dei paesi del mondo, circa 200, quelli più ricchi riuniti nel G20, si può immaginare l’abisso che c’è tra la ricchezza di questo pugno di individui e il restante dei paesi poveri.
Negli Stati Uniti i miliardari sono
quelli che hanno accumulato più ricchezza nel 2024 grazie alla spinta del
settore tecnologico, dice l’articolo, “Ma anche i miliardari del settore industriale
hanno dato un decisivo contributo (!!!) tanto da rafforzare il ruolo degli
Stati Uniti come centro per gli imprenditori miliardari nel mondo.” Ma
soprattutto grazie al “contributo” delle banche centrali dei governi che hanno
riempito i mercati di soldi, “dell’abbondante cash a disposizione degli operatori”.
Se negli Stati Uniti la
situazione attuale di questa piccola accozzaglia di mortiferi parassiti sociali
è questa, come stanno i miliardari in Italia? si chiede il giornalista. Intanto
sono cresciuti di numero: erano 56 nel 2023, adesso sono 62 e la loro ricchezza
“pari a quasi 200 miliardi (199,8 per la precisione), in un anno è cresciuta
del 23,1% (nel 2023 era di 162,3 miliardi): più di quanto ha realizzato Piazza
Affari che ha messo a segno un +14% da inizio anno.” Per la ricchezza
complessiva accumulata in Italia abbiamo un altro dato del Sole 24 Ore: “L'Italia
conta 457 mila milionari, rappresentando meno dell'1% della popolazione. La
ricchezza finanziaria italiana è in crescita costante, raggiungendo i 6.200
miliardi di dollari nel 2023”.
E quanti ospedali, scuole, infrastrutture
ecc. ecc. si potrebbero costruire con tutti questi miliardi, si chiedono spesso
le organizzazioni che aiutano i poveri, le organizzazioni di solidarietà sociale…
si potrebbero… ma non si può: questa società protegge (con le armi) la proprietà
privata dei mezzi di produzione nelle mani di singoli individui che si arricchiscono
appropriandosi della produzione sociale.
La fonte della notizia sui
miliardari, dice il quotidiano dei padroni, è “la decima edizione dell’Ubs Billionaire
Ambitions Report, che da dieci anni analizza il patrimonio di oltre 2.500
miliardari nelle Americhe, in Europa, Medio Oriente e Africa e nella regione
Asia Pacifico.”
Di questa tendenza
all’arricchimento personale a livello mondiale fanno parte anche i miliardari
cinesi: “la ricchezza dei miliardari cinesi è più che raddoppiata dal 2015 al 2020,
con un incremento del 137,6%, da 887,3 miliardi a 2.100 miliardi di dollari,
poi è scesa del 16% a 1.800 miliardi di dollari, mentre la rosa complessiva di
miliardari è rimasta stabile.”
La crisi attualmente in corso, e
cioè il “pantano di disperazione permanente e cronica” come dice Engels nella
prefazione del 1886 al Capitale di Marx, sia del settore industriale che del
settore finanziario, come si vede, tocca comunque sempre e solo lavoratori e
masse popolari, non tocca i ricchi.
A fronte di questa “inebriante
ricchezza delle classi possidenti”, prodotta dalla classe operaia, difficile da
immaginare per chiunque, troviamo la povertà diffusa e in aumento, povertà
assoluta e relativa. Secondo gli stessi metodi di calcolo borghesi la povertà
assoluta tocca alcuni miliardi di individui nel mondo, soprattutto dei
cosiddetti paesi poveri, mentre aumenta allo stesso modo la povertà relativa, e
cioè quella che tocca gli stessi paesi imperialisti, legata alla differenza
crescente tra la quantità di ricchezza del capitalista-imperialista e la
quantità di ricchezza a disposizione del lavoro salariato. È questa differenza
che gli analisti di vario tipo chiamano aumento delle disuguaglianze, che non
cadono dal cielo, ma hanno una origine precisa che si riproduce quotidianamente:
il sistema capitalista-imperialista.
A parte la differenza, sempre
crescente, tra i padroni veri e propri, che, come abbiamo visto, fanno profitti
miliardari, e i loro salariati, nel caso della Stellantis, per esempio, gli
Elkann/Agnelli, la differenza è enorme anche tra i loro amministratori delegati
e gli operai: uno degli esempi riportato dalle cronache di questi giorni è
quello, per rimanere alla Stellantis, di Carlos Tavares il cui stipendio annuo
è di oltre 20 milioni di dollari l’anno.
Questo è l’attuale
sistema sociale di produzione della ricchezza sociale per pochissimi e la
mancanza di ricchezza per la stragrande maggioranza delle masse popolari di
tutto il mondo; è un sistema che non si può “riformare” o “migliorare”; è un
sistema che per mantenere i privilegi della borghesia al potere produce morte e
distruzione; è un sistema sociale inconciliabile con gli interessi non solo delle
principali classi, borghesia e proletariato innanzi tutto, ma con la stessa
esistenza dell’umanità intera… per questo si deve abbattere.
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