Dalla testimonianza di Angelo Stefanini Medico volontario del Pcrf - da il Manifesto
Dopo due settimane di assedio israeliano, lo Shifa è un cumulo di cadaveri. Medici e civili giustiziati, persone schiacciate dai bulldozer, pazienti lasciati morire di fame e di sete. L'ultimo terribile attacco alla sanità di Gaza passa per un massacro senza precedenti
È straziante l’angoscia provocata dalle immagini delle rovine annerite dell’ospedale di Al-Shifa, Gaza City. Quello che era il più grande complesso ospedaliero dell’intera Palestina occupata, dopo due settimane di assedio israeliano è un cumulo di macerie fumanti.
Dotato di 800 posti letto, in esso si eseguivano interventi chirurgici di trapianto di rene, chirurgia a cuore aperto, cateterismo cardiaco e neurochirurgia avanzata, oltre a chirurgia generale, medicina interna e maternità. Da molto tempo Al Shifa era qualcosa di più: per i palestinesi di Gaza la «casa della guarigione», per Israele – sebbene privo di prove convincenti – il principale centro di comando di Hamas.
Le forze israeliane avevano già fatto irruzione nello Shifa a novembre provocando gravi danni e costringendo pazienti e personale medico a uscire, lasciando dietro di sé reparti devastati e neonati senza incubatrici. Il secondo è durato due settimane: l’ ultimo giorno il personale medico riferiva che 107 pazienti, molti in terapia intensiva, e 60 operatori sanitari erano stati incarcerati in un vecchio edificio dell’ospedale privo di attrezzature.
La situazione era descritta come «orribile e disumana», nessuna ventilazione, squallide condizioni di
pulizia, farmaci quasi assenti con ferite settiche purulenti. I medici, al posto dei guanti ormai esauriti, usavano sacchetti di plastica. Gli accompagnatori dei pazienti sono stati giustiziati, arrestati o evacuati dai militari, i pazienti e il personale lasciati senza cibo e acqua per giorni.La Cnn riporta la testimonianza di Khader Al Za’anoun, giornalista di Wafa, l’agenzia di stampa palestinese, secondo cui l’ospedale Al-Shifa al ritiro delle forze israeliane «sembra un film dell’orrore». «I bulldozer hanno schiacciato i corpi delle persone ovunque intorno e nel cortile dell’ospedale – ha detto. Molte famiglie cercano i loro cari e non riescono a trovarli. Abbiamo trovato intere famiglie morte e i loro corpi decomposti nelle case intorno all’ospedale. I sopravvissuti sono malnutriti. Le persone ancora vive all’interno soffrono la fame con una bottiglia d’acqua al giorno da condividere con sei persone». «Mi guardo intorno e non riesco a credere a quello che vedo», ha detto.
Secondo Euro-Med Human Rights Monitor, organizzazione indipendente con sede a Ginevra, «l’esercito israeliano ha attaccato i palestinesi senza distinzione di status civile, posizione professionale, sesso, età o condizioni di salute». Tra i morti sono stati ritrovati, crivellati di proiettili a pochi passi dall’ospedale, i corpi di due dei medici palestinesi più stimati di Gaza, madre e figlio. Lei, Yusra al-Maqadmeh, medico generico, e lui, Ahmad al-Maqadmeh, chirurgo plastico poco più che trentenne.
Secondo il britannico Middle East Eye, si pensa che siano stati giustiziati dagli israeliani mentre cercavano di fuggire. Ex vincitore di una borsa di studio del Royal College of Surgeons of England per il suo lavoro sulle ferite da arma da fuoco a Gaza, Ahmad era – a detta di Ghassan Abu Sitteh, chirurgo plastico palestinese britannico che aveva lavorato con lui – «un’anima così gentile ed entusiasta, sempre calmo, sempre composto».
Difficile il calcolo delle vittime. Le forze israeliane affermano di avere ucciso 200 persone e arrestate 900. La protezione civile di Gaza parla di circa 300 persone uccise. L’esercito sostiene di non aver danneggiato civili e personale medico. Le organizzazioni mediche e i testimoni oculari respingono con forza questa affermazione, con la morte di Ahmad e Yusra al-Maqadmeh a loro sostegno.
Secondo l’Oms, almeno 21 pazienti sono morti durante l’assedio. I sopravvissuti hanno detto a Middle East Eye che decine di civili sono stati uccisi. Euro-Med è in grado di confermare che centinaia di cadaveri, tra cui alcuni bruciati e altri con testa e arti mozzati, sono stati scoperti sia nell’ospedale che nell’area circostante. Rapporti preliminari suggeriscono che oltre 1.500 palestinesi siano uccisi, feriti o dispersi, con metà delle vittime donne e bambini.
Almeno 22 pazienti sono rimasti uccisi nei loro letti d’ospedale perché intenzionalmente privati di accesso al cibo e cure mediche. L’esercito israeliano ha anche consapevolmente impedito a squadre di soccorso e a rappresentanti delle organizzazioni internazionali di entrare allo Shifa per svolgere missioni umanitarie o evacuazioni.
Il brutale attacco al complesso medico Al-Shifa è l’aspetto più visibile del piano sistematico di Israele di distruggere il settore sanitario della Striscia di Gaza, negando alla popolazione palestinese ogni possibilità di cure mediche e in ultima analisi sopravvivenza.
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