.... non di certo di lager e di guardia costiera libica che l'Italia imperialista è pronta rifinanziare. Del resto per il governo Draghi c'è «soddisfazione per quello che la Libia fa nei salvataggi».
Nelle prossime settimane il Parlamento italiano dovrà discutere il rinnovo del sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica, costata fino ad ora oltre 800 milioni di euro
Circa 5.100 persone sono attualmente detenute in 28 siti ufficiali, in condizioni disastrose, «più di 10mila migranti sono stati intercettati quest’anno da “entità libiche” e sono stati portati in prigione. Ma oggi solo la metà di loro si trova in questi centri. Questo sistema è un abominio».
Non sono i diritti umani ad interessare la borghesia imperialista italiana ma il gasdotto di Mellita dell'ENI che dalla Libia arriva in Italia tramite il Mediterraneo e che copre circa il 20% del fabbisogno di gas naturale ed elettricità italiano.
Dabaiba da Draghi. Business e geopolitica libici passano da Roma
formiche
Il premier libico è atteso questa sera a Roma. Durante la visita è previsto un Business Forum per presentare “La nuova Libia” agli investitori italiani
Il premier libico, Abdulhamid Dabaiba, è atteso questa sera a Roma accompagnato da una delegazione ministeriale di alto livello, per iniziare domani mattina una visita finalizzata a discutere degli aspetti della cooperazione congiunta tra i due Paesi. Durante la visita in Italia è previsto un incontro con il premier Mario Draghi alle 15:00 e successivamente con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, avendo Dabaiba anche gli interim di quel dicastero. In mattinata invece si terrà alla Farnesina un Forum economico “alla presenza di qualificate imprese italiane interessate a rafforzare la propria presenza in Libia”, secondo quanto ha spiegato lo stesso ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, nelle dichiarazioni alla stampa in occasione della missione congiunta in Libia che ha tenuto il 28 maggio insieme al commissario Ue per il vicinato e l’allargamento, Oliver Varhely e al responsabile della diplomazia di Malta, Evarist Bartolo.
Di Maio ha già incontrato Dabaiba a Tripoli al quale ha “tenuto a rinnovare la soddisfazione dell’Italia per l’importante missione che compirà a Roma lunedì prossimo”. Sarà infatti la sua prima visita ufficiale in Italia in qualità di primo ministro del Governo di unità nazionale accompagnato da una qualificata delegazione di ministri libici. Nell’ambito della sua permanenza in Italia, la Farnesina ospiterà quindi un Business forum alla presenza di qualificate imprese italiane interessate a rafforzare la propria presenza in Libia. Il primo ministro della Libia presenterà quindi le opportunità d’investimento del Paese nordafricano alle principali aziende italiane. Dabaiba parteciperà con Di Maio alla sessione plenaria, alla presenza del sottosegretario agli Esteri, Manlio Di Stefano, con la partecipazione delle imprese italiane che intendono valorizzare il proprio operato in Libia in vari settori. Il viaggio in Italia terminerà martedì mattina quando il primo ministro libico partirà alla volta di Parigi per una visita di due giorni in Francia.
La delegazione libica che arriverà a Roma è ampia, composta, oltre che da Dabaiba, da sei ministri e un ministro di Stato. Ci saranno: il ministro degli Esteri Najla al-Mangoush, il ministro dell’Economia Ali al-Hawij, quello dei Trasporti Salem al-Shahubi, dell’Interno Khaled Mazen, del Petrolio Mohammed Aoun e della Salute, Ali al-Zintani; poi il ministro di Stato per la presidenza del Consiglio Adel Amer, il capo di Gabinetto del premier Ahmed al-Sharkasi, i consiglieri del premier, Sufyan al-Shibani e Ali Salem Ali, il portavoce del premier, Mohammed Mahmoud Hamuda, gli altri Consiglieri del premier, Ibrahim Ali Ibrahim, Ahmed Mustafa Ahmed, il consigliere del ministro degli Esteri, Ahmed Seif al-Naser, il Responsabile dell’ufficio dei rapporti italo-libici, Faiq Bashir Ubud.
Sempre nell’ambito di questa visita dovrebbero essere firmati almeno due accordi: uno sulla transizione energetica e l’altro sulla tutela dei beni archeologici. È quanto ha appreso Agenzia Nova da fonti libiche a Tripoli. Al momento non risulta sul tavolo alcuna intesa invece su un accordo per trasferire i cittadini condannati di entrambi i Paesi affinché scontino la pena nei rispettivi Paesi di origine, come invece ipotizzato da alcuni media libici. Della possibile firma, in una data da definire, di un accordo in questo senso tra l’Italia e la Libia si è discusso il 26 maggio scorso in un colloquio tra l’ambasciatore della Libia in Italia, Omar al Tarhuni, e la ministra della Giustizia italiana, Marta Cartabia, presso la sede del dicastero a Roma. I colloqui tra Tarhuni e Cartabia si sono concentrati sulla preparazione della visita di Dabaiba a Roma, sulla possibilità di porre le basi per questo accordo in questa occasione e su diverse questioni relative alla cooperazione tra i due Paesi.
Prima di giungere a Roma, il premier libico ha compiuto una visita analoga in Algeria. Anche in quel paese il viaggio ha avuto un carattere economico. La visita della delegazione libica è stata preceduta dal Forum economico algerino-libico che si è aperto il 29 maggio nella capitale algerina a cui hanno preso parte il ministro libico dell’Economia e del Commercio, Mohamed al Hawij, il ministro degli Esteri algerino, Sabri Boukadoum, e il ministro del Commercio algerino, Kamel Rezig alla presenza di 400 operatori economici dei due Paesi. Il ministro dell’Economia libico al-Hawij, che farà parte anche della delegazione che accompagnerà Dabaiba a Roma, nel suo discorso di apertura durante il Forum economico algerino-libico, sabato, ha invitato gli imprenditori libici a rafforzare le relazioni nel settore privato tra i due Paesi, presentando una serie di proposte che darebbero un forte impulso alle relazioni commerciali. In particolare il ministro libico ha chiesto l’inaugurazione di una zona di libero scambio tra Libia e Algeria. Al-Hawij prevede che il volume degli scambi commerciali tra i due Paesi supererà i 3 miliardi di dollari l’anno, rispetto ai circa 65 milioni attuali, di cui 59 milioni di esportazioni algerine verso la Libia.
Sempre il 29 maggio il presidente del Consiglio di presidenza libico, Mohammed Menfi, ha compiuto una visita a Tunisi, su invito del presidente Kaies Saied. Anche quest’ultima missione ha avuto una finalità economica, se si considera che la fragile economia tunisina ha avuto bisogno di recente del sostegno della Libia per evitare il collasso. Come spiegato da Formiche.net, la Central Bank of Libya, la banca centrale libica, ha prestato moneta pregiata all’istituzione omologa tunisina – sopperendo le incertezze dell’Fmi. Il ministro tunisino degli Affari sociali, Mohamed Trabelsi, ha parlato di un deposito finanziario di un miliardo di euro della CBL presso la Banca centrale tunisina.