giovedì 21 ottobre 2021

Denuncia politica - Il fascismo non è una opinione ma un crimine

Ma lo stato borghese in marcia verso un moderno fascismo se ne frega della Costituzione e della storia del nostro Paese, 
Sempre pronto attraverso i vari governi a fare decreti legge fascisti e repressivi, contro le lotte dei proletari, lavoratori, immigrati come quello di Salvini, ma non per prendere provvedimenti e fare rispettare neanche quanto previsto dalla sua democrazia borghese per  mettere fuori legge i fascisti. 

Ecco quanto succede nelle sempre più nere aule parlamentari dal quotidiano Domani:

Quattro mozioni presentate dal centrosinistra diventano un ordine del giorno poco vincolante. La destra ha la sua per equiparare l’assalto alla Cgil ai No Tav. Risultato: i neofascisti rimangono ancora impuniti

Su Forza nuova nulla di fatto. A 11 giorni dall’assalto della Cgil da parte di un gruppo di No-pass guidati dai leader del partito neofascista Giuliano Castellino e Roberto Fiore, il Senato ha deciso di non decidere sullo scioglimento e il governo si è astenuto. Ieri sono approdate nell’assemblea del Senato le quattro mozioni per porre fine a Forza nuova presentate dal centrosinistra e la contromozione del centrodestra, che equiparava l’attacco dei neofascisti alle manifestazioni del G8 di Genova e ai No-tav. Le mozioni a sinistra sono diventate un ordine del giorno, mentre quella del centrodestra è stata riformulata tre volte: così alla fine hanno chiesto tutti di valutare il da farsi secondo la Costituzione, e ognuno ha votato il proprio testo. Ciascuno è stato approvato perché l’altra parte non ha votato al momento di esprimersi, altrimenti nessuno avrebbe raggiunto la maggioranza.

MOZIONI E CONTROMOZIONE
L’esecutivo ufficialmente ha passato la palla ai parlamentari: «Il governo – ha detto il sottosegretario Ivan Scalfarotto – si rimette all’Aula». Alle 14:30 è partita la discussione. Le quattro mozioni, presentate rispettivamente da Partito democratico, Movimento 5 stelle, Liberi e uguali e Italia viva, chiedevano al governo di intervenire con un decreto esaminando anche tutte le altre forze neofasciste. Il testo di Leu, firmato anche dalla senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, proponeva nello specifico di agire anche su CasaPound e Lealtà e azione. I testi sono confluiti però nell’unico ordine del giorno che partiva come presupposto dalla valutazione del dettato costituzionale. Anche se, ha tenuto a sottolineare il senatore Pd, Francesco Verducci, «il contenuto rimane forte».

La contromozione, firmata dai capigruppo di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, e, tra gli altri anche da Isabella Rauti, figlia del fondatore di Ordine nuovo e segretario dell’Msi Pino Rauti, era combattiva, ma in senso opposto. Il loro testo chiedeva di intervenire contro tutte le forze eversive. Una formulazione che di fatto avrebbe disinnescato la richiesta di scioglimento.

Se in Aula il governo non si è espresso, dietro le quinte sono partite le trattative. Alle 16:30 c’è stata una pausa dai lavori – chiesta dal Pd –, e il centrodestra si è ripresentato con un testo che, alla fine andava a «contrastare tutte – nessuna esclusa – le realtà eversive» ma anche «a valutare le modalità per dare seguito» alle «verifiche e agli accertamenti della magistratura in ordine agli episodi del 9 ottobre» togliendo ogni ulteriore giudizio di merito.

IL DIBATTITO
Tutti a parole hanno mantenuto le proprie posizioni. Verducci, ha ricordato che la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, e quello della Lega, Matteo Salvini, sono stati ambigui nel definire l’attacco alla sede della Cgil di matrice fascista: «Ma era visibile nei video», ha attaccato. Dario Parrini (Pd), primo a intervenire, ha preannunciato che dalla loro parte non avrebbe mai accettato la mozione del centrodestra. La capogruppo del gruppo misto, Loredana De Petris (Leu), ha ricordato che in passato già Avanguardia nazionale e Ordine nuovo sono stati sciolti e la strada indicata dalle mozioni era percorribile.

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