Terzo di una serie di articoli...
AFGHANISTAN
L'altro grande tema del
Vertice Nato è stato l'Afghanistan. Qui gli Usa hanno riproposto e
poi imposto in tutto il Vertice il rilancio e la continuazione della
guerra di aggressione, invasione, occupazione militare
dell'Afghanistan.
Lo spudorato mentitore,
falso pacifista Obama, aveva già nei mesi scorsi rinnegato la
decisione di concludere la missione alla fine del 2015, o comunque
prima della fine del suo mandato, e invece ha rilanciato al presenza
militare fino al 2020, ma chiaramente si tratta di data del tutto
indicativa.
La Nato su questo si è pienamente allineata e il
segretario generale aggiunto per le operazioni Nato, Patrich Turner,
ha confermato che l'operazione “Sostegno risoluto” ha l'obiettivo
di formare l'esercito e le forza armate afghane con finanziamenti e
gestione della Nato fino al 2020.
Chiaramente è il
riconoscimento che l'invasione, occupazione dell'Afghanistan ha
finora perso e che il regime fantoccio e le sue Forze armate,
nonostante l'infinito sostegno militare e finanziario, nonostante la
farsa delle elezioni, non ha una base nel proprio paese e senza una
presenza imperialista cadrebbe in mezza giornata.
Nella missione Afghanistan
un ruolo particolare e ancora più guerrafondaio lo ha l'Italia,
assicurato dal governo Renzi e dalle gerarchie militari italiane,
succursali degli americani e della Nato – ma di questo parliamo in
un articolo a parte.
La sostanza è un aumento
delle truppe americane e, come dichiara il comunicato della Casa
bianca: “39 tra paesi Nato ed altri alleati si sono impegnati ad
una presenza di 11mila soldati... 4 nazioni alleate hanno un ruolo
guida, Germania nel nord, Italia a ovest, Turchia nella capitale,
Stati Uniti nelle zone orientali e meridionali dell'Afghanistan”.
Cioè Obama da un lato ha
rilanciato la presenza americana, dall'altra ha portato a casa un
maggior impegno finanziario e militare dell'intera Nato e di alcuni
paesi in particolare.
Il segretario Nato,
Stoltenberg, parla di finanziamenti per l'Afghanistan di circa 5
miliardi fino al 2020. Un impegno illimitato, ma anche senza futuro.
Perfino un commentatore de Il Sole 24 Ore scrive: “La presenza
americana in Afghanistan si trascina senza una chiara visione
strategica. Ogni exit strategy si è rivelata disastrosa. Nè si
comprende come non si sia riusciti a stabilizzare l'Afghanistan
quando si avevano ben 125mila uomini, mentre la nuova missione ora ne
ha poco più di 13mila”.
La verità è che non si
vuole riconoscere che l'imperialismo, le sue aggressioni, invasioni,
con tutto il suo carico di terrore, massacri di civili, Abu Ghraib,
Guantanamo, è dentro una spirale perdente. Sono i popoli che
resistono e attaccano, anche quando la direzione dei popoli non è
rappresentata da forze comuniste, proletarie, rivoluzionarie,
realmente antimperialiste. Se questa condizione si fosse realizzata,
gli imperialisti yankee e i soldati mercenari delle truppe
imperialiste alleate, italiane in testa, sarebbero stati massacrati
ed espulsi, avremmo avuto un altro Vietnam.
Per questo ogni
antimperialista e progressista non può che gioire per gli scacchi
che le truppe imperialiste subiscono e sostenere la resistenza
popolare e, in particolare, le forze in Afghanistan che si muovono
lungo la strategia della guerra di resistenza popolare.
Le decisioni
sull'Afghanistan del Vertice Nato non sono la dimostrazione di forza
dell'imperialismo o della sua particolare cattiveria, ma solo della
sua disperata debolezza.
SIRIA MEDIO ORIENTE...
Il Vertice Nato non poteva
non occuparsi di un altro scenario di guerra importante, quello
dell'arco che va dalla Siria, Medio Oriente, Nord Africa.
L'aggressione imperialista
capeggiata dagli Usa contro i popoli del Medio Oriente con il
pretesto