(dal sito del "Paese delle Donne")
Roma,
domani 8 ottobre primo appuntamento nazionale verso la manifestazione
del 26 novembre. Intervista a Fiorella Masci del MFPR che ci anticipa il
loro contributo al dibattito dell’assemblea.
E’
domani 8 ottobre (oggi - ndr) (ore 10.30-17.00 Università La Sapienza
Roma nella Facoltà di Psicologia (aula 2), via dei Marsi 78) il primo
appuntamento nazionale in vista della manifestazione del 26 Novembre in
occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della
violenza sulle donne. Un cammino intrapreso qualche mese fa dalla rete
IoDecido di Roma , D.i.re-Donne in Rete contro la Violenza- e Udi
Unione Donne in Italia, che vuole essere un momento di confronto
partecipato capace di produrre proposte concrete e risultati, un punto
di partenza come si legge nel comunicato ufficiale “di un processo più
grande che deve vederci tutte insieme a riaffermare l’autodeterminazione
delle donne su lavoro, salute, affettività, diritti, spazi sociali e
politici”. All’appello per la manifestazione nazionale del 26 ,dal
titolo “Non una di Meno” hanno aderito varie realtà romane e nazionali,
tante presenti già domani in assemblea per prendere parte al confronto.
Una partecipazione trasversale che sottolinea come la violenza maschile
sulle donne non abbia colore e religione, né cultura, ma come sia
struttura consolidata in tutte le società patriarcali e investa ogni
aspetto della vita privata e pubblica.
All’incontro di
domani sarà presente anche Fiorella Masci del Movimento Femminista
Proletario Rivoluzionario, arrivata da Taranto oggi e intervistata per
questa occasione dal Paese delle Donne.
Perché il MFPR ritiene importante essere presente all’Assemblea nazionale di domani?
Come
ben sai, noi abbiamo aderito all’appello lanciato dalle le lavoratrici
di Palermo per una manifestazione nazionale delle lavoratrici per il 25
novembre a Roma.
Questo appello sta andando avanti e noi del MFPR
lo sosteniamo; riteniamo importante che nella giornata del 25 novembre
sia visibile la lotta delle lavoratrici, precarie, disoccupate,
immigrate, braccianti, ecc. contro l’insieme delle violenze che noi
donne subiamo da questo sistema. Voglio subito sottolineare che la
nostra manifestazione non è in alternativa a quella nazionale del 26 e
alla quale parteciperemo, e, appunto per questo, domani chiederemo in
assemblea la partecipazione alla nostra giornata del 25.
La nostra
manifestazione avrà al centro questioni più generali rispetto alla
violenza maschile sulle donne: le tematiche legate allo sfruttamento
lavorativo, alla precarietà, alle disparità salariali, in un’ottica di
denuncia nei confronti delle istituzioni e di rifiuto di un dialogo con
uno Stato che puntualmente permette e perpetua condizioni di
sfruttamento. Domani porteremo nella discussione anche questo ultimo
aspetto, l’importanza di ribellarsi a questo sistema.
Le
rivendicazioni delle donne non sono mai slegate e hanno un ben noto
filo conduttore che passa dallo sfruttamento e dal non riconoscimento
del lavoro delle donne fino ad arrivare alla violenza in tutte le sue
forme, per questo è importante esserci e unire le forze anche guardando a
quello che sta succedendo negli ultimi giorni in Polonia. Per questo
riteniamo importante portare le nostre posizioni all’interno del
dibattito e porremo anche una questione importante successa pochi giorni
fa a una nostra compagna dell’Aquila, denunciata per diffamazione e
offesa da varie azioni repressive, per avere scritto una lettera che
invitava a cancellare la partecipazione durante un incontro pubblico,
dell’avvocato difensore di Francesco Tuccia, il militare in servizio
all’Aquila che nel febbraio 2015 stuprò e abbandonò fuori da una
discoteca di Pizzoli una giovane studentessa universitaria. Ci
chiediamo, è questo lo Stato che sostiene le donne?
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