Tangenti in Marina, denaro anche nei panettoni e in un tombino
Persino in un panettone a Natale, o tra i cavi di un
tombino vicino alla sala mensa della spiaggia sottufficiali di Taranto
gli imprenditori avrebbero nascosto i soldi delle tangenti per
aggiudicarsi appalti, servizi e forniture della Marina militare. Il
danaro depositato nel tombino sarebbe stato poi prelevato da alcuni
indagati. Sono particolari che emergono dalle intercettazioni compiute
dell'inchiesta della procura di Taranto che ieri ha portato
all'esecuzione di 9 ordinanze di custodia cautelare (8 in carcere e una
ai domiciliari). Si tratta del filone d'indagine sugli appalti
commissionati da Maricommi, il Commissariato della Marina militare. Tra i
destinatari delle misure restrittive, per associazione per delinquere
finalizzata alla corruzione aggravata e alla turbativa d'asta, c'è il
capitano di vascello Giovanni Di Guardo, ex comandante di Maricommi, già
arrestato il 14 settembre scorso con l'imprenditore Vincenzo Pastore,
amministratore della cooperativa Teoma, dopo aver intascato una mazzetta
di 2500 euro. In carcere sono finiti anche la convivente di Di Guardo,
la rumena Elene Corina Boicea, gli imprenditori tarantini Giovanni
Perrone e Valeriano Agliata (ex consigliere comunale di Taranto), Pietro
Mirimao di Narni (Terni), e Paolo Bisceglia, residente a Messina; e
Marcello Martire, tarantino, dipendente civile del Ministero della
Difesa. Agli arresti domiciliari un maresciallo dell'Arma dei
carabinieri, Paolo Cesari, di Ferrara, in servizio al comando
provinciale di Taranto, accusato di rivelazione di segreti d'ufficio.
Lunedì cominceranno gli interrogatori di garanzia. Secondo l'accusa, un
cartello di imprese avrebbe pilotato l'assegnazione degli appalti
gestiti dalla direzione Maricommi, con l'estromissione delle altre ditte
concorrenti. Personaggi chiave sono considerati Valeriano Agliata,
indicato quale titolare della Val.Mar srl e gestore di fatto della Euro
Lavori e Forniture e Jonica forniture e servizi, aggiudicatarie di
appalti della Marina militare, e Marcello Martire, che svolgeva anche
l'incarico di custode della spiaggia sottufficiali. Nell'ordinanza, il
gip Valeria Ingenito scrive che «Agliata, con l'intermediazione di
Martire, ha esaudito come un fedele cortigiano, sul piano economico,
ogni esigenza di Di Guardo e della sua compagna Elene Corina Boicea,
provvedendo al pagamento dei più svariati servizi».
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