Sentenza Olivetti sulle morti per amianto, le motivazioni del giudice: “Figure apicali responsabili sui decessi”
Nel corposo documento il giudice sposa in pieno la linea dell'accusa, in aula rappresentata dai pm,
Laura Longo e Francesca Traverso e che, a luglio, aveva portato a condanne pesanti anche nei confronti delle figure apicali. Dopo 90 giorni arrivano le motivazioni: Il giudice Stoppini sviscera l'intera istruttoria e la ricostruisce, passo dopo passo. Affronta la questione del talco contaminato da tremolite e sottolinea: «E' ampiamente dimostrato l'utilizzo di talco contaminato sino al 1981 ed è emerso che il materiale non venne immediatamente sostituito, ma che questa operazione fu fatta nel 1986».
Dall'uso del ferobestos in azienda, all'utilizzo di dispositivi di protezione individuali atti ad isolare calore e oggetto di addebito in relazione ai decessi di due ex dipendenti, alla presenza di amianto nelle strutture, fino alla dispersione delle fibre di amianto, il giudice affronta nel dettaglio ogni aspetto. Sulle dispersioni di polveri nocive scrive: «L'istruttoria dibattimentale ha consentito di accertare non solo la presenza di amianto nelle strutture dei vari siti indagati ma anche l'aerodispersione di fibre di amianto negli ambienti di lavoro». Il giudice cita decine di sentenze, norme giuridiche, studi, affronta il delicato tema del nesso di causalità e i profili di garanzia e infine smonta le tesi delle difese.
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