(dal blog tarantocontro) - A questo va aggiunto che l'Ispra nell'aggiornamento sullo stato di
attuazione delle prescrizioni AIA da parte dell'Ilva ha detto che le
prescrizioni ambientali più importanti (copertura dei parchi minerali,
dei nastri trasportatori, decontaminazione dei terreni, chiusura di
edifici aree di gestione materiali polverulenti, copertura delle aree di
gestione materiali ferrosi) risultano non attuate, e la magistratura ha
avviato indagini sulla "gesione illecita dei rifiuti"
MA, NONOSTANTE TUTTO QUESTO...
L'ITALIA
RINVIA I LAVORI, ANZI LI SCARICA SUI NUOVI ACQUIRENTI (che allo stato
attuale sono ancora tutti ipotetici e soprattutto hanno già detto che non
intendono mettere soldi per le bonifiche).
E, NONOSTANTE TUTTO QUESTO,
LA UE SI ACCONTENTA DELLE COMUNICAZIONI DEI COMMISSARI
ILVA.
A DIMOSTRAZIONE, PURTROPPO, CON BUONA PACE DI AMBIENTALISTI
E VERDI, CHE NON BASTANO LE DUNUNCE ALLA UE, PERCHE' LA UE E' COMUNQUE
SEMPRE DALLA PARTE DEI PADRONI E DEGLI STATI CAPITALISTI, NON CERTO
DALLA PARTE DEGLI OPERAI E DELLA POPOLAZIONE.
E martedì il Ministro dell'ambiente Galletti, viene a fare la "prima donna" in un convegno sulle bonifiche a Taranto...
"L’Italia prova a rassicurare l’Unione Europea sulla bonifica
ambientale dell’Ilva di Taranto: il lavoro va avanti, anche se servirà
più tempo di quello previsto. Dunque è possibile che a finire il lavoro
saranno i nuovi acquirenti dello stabilimento siderurgico... Lo stato di avanzamento dei
lavori è contenuto in una comunicazione che l’Italia ha fatto avere a
Bruxelles il 6 settembre scorso, evitando così un ennesimo richiamo che
la Commissione era già pronta ad inviare.
Per ora, dunque, la lettera di sollecito che Bruxelles aveva già
preparato è rimasta sulla scrivania. La missiva risponde infatti
all’impegno preso dall’Italia a giugno con l’Europa. Un impegno che
consiste nel fornire aggiornamenti sullo stato d’avanzamento dei lavori
con cadenza regolare.
«L’opera di bonifica prosegue, ma sono necessari interventi difficili
da realizzare in tempi brevi», conferma Giovanni La Via, eurodeputato
del Ppe e presidente della Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e
Sicurezza Alimentare del Parlamento Ue.
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