sabato 10 settembre 2016

pc 10 settembre - REGENI - EMERGE SEMPRE PIU' L'ORRIBILE ASSASSINIO PROGRAMMATO, PER COLPIRE FEROCEMENTE L'ORGANIZZAZIONE E LA LOTTA DEI PROLETARI EGIZIANI

Le ancora "mezze verità" che in questi giorni stanno venendo, troppo lentamente, fuori sui controlli, le atroci torture e l'assassinio di Gulio Regeni, confermano ciò che era chiaro dal primo momento ma che governo egiziano e un governo italiano in evidente difficoltà, hanno cercato di nascondere, deviare: Regeni è stato ammazzato per la sua coraggiosa attività di inchiesta nel mondo degli operai, lavoratori, attivisti sindacali egiziani, per strappargli con orribili torture nomi, fatti - accanendosi poi sul suo corpo probabilmente per vendetta perchè la polizia/servizi segreti del regime di Al-Sisi non era riuscita nel suo intento.
Era la sua attività che doveva essere soffocata; attraverso le torture cercavano di ottenere da Giulio nomi e contatti per colpire operai, lavoratori e attivisti sindacali e poter fare ai suoi interlocutori la stessa sua fine.
"Uno stile dei Servizi segreti egiziani perfettamente simile a quello utilizzato dalle forze repressive golpiste delle peggiori dittature militari, dal Cile all'Argentina, ecc.; per altro, stile e comportamento simili perchè provenienti tutti dalla scuola criminale americana che ha sempre istruito e modellato i regimi di dittatura militare.
...Giulio scriveva report duri ma molto efficaci sulle condizioni di vita al Cairo e quelle dei lavoratori in particolare, e sulla possibilità di organizzare proteste, non su temi umanitari che vengono ritenuti poco preoccupanti, ma su quelli del lavoro...” (dal n° 9 del giornale proletari comunisti).

Quindi, i controlli verso Regeni, le torture, fanno venire alla luce l'altra verità di fondo, che i veri "oppositori" della dittatura di al-Sisi, i suoi possibili "becchini", ciò che il regime teme realmente, sono le lotte dei lavoratori; non tanto le fazioni politiche contrarie, non le opposizioni di altre forze politiche, non il movimento islamico, ma soprattutto gli scioperi, le lotte, l'organizzazione indipendente dei lavoratori, perchè queste possono mettere in crisi gli interessi economici su cui poggia il regime di al-Sisi.

Ed è questo che rimanda all'Italia, e che spiega i "piedi di piombo", l'atteggiamento da "guanti gialli", omertoso, con cui il governo Renzi, al di là di periodiche parole di circostanza verso i coraggiosi e dignitosi genitori di Giulio, affronta la questione della verità su Giulio Regeni.
Non è solo agli interessi del dittatore egiziano che davano e danno molto fastidio l'organizzazione e le lotte dei lavoratori, la loro possibile estensione e radicalizzazione, ma evidentemente anche ai grossi interessi dell'Italia imperialista.

"L'Eni in Egitto, è impegnato nella nuove esplorazioni con la mega scoperta del giacimento di Al-Zhor che vale a regime ben 200mila barili di petrolio al giorno e investimenti per almeno 12 miliardi di dollari. Quella scoperta ha cementato un'amicizia che vale, in scambi commerciali (nel 2014), oltre 5 miliardi di euro e che in prospettiva mira a progetti per i quali complessivamente il governo egiziano ha annunciato di voler investire 80/90 miliardi di dollari nei prossimi anni...
(Non solo)...l'Egitto confina con la Libia... quindi, l'Egitto è anche il garante, l'alleato principale nella zona dell'Italia, nel quadro dell'intervento-tentativo di riprendersi la Libia, o almeno riuscire a salvare la restante presenza dell'Eni che gestisce impianti strategici per il gas. Ma non ci sono solo i commerci e il petrolio, ma anche le telecomunicazioni e tutta la rete di presenza nel Mediterraneo, dato che la Libia è la porta dell'Africa Sub sariana dove vi sono importanti materie prime e tassi di crescita economica forti, su cui l'Italia vuole mettere le mani o almeno non essere tagliata fuori..." (dal n° 9 del giornale proletari comunisti).

Per questo il governo, lo Stato italiano non vorrà mai pestare i piedi al regime di al-Sisi, e cerca ancora di nascondere la verità.

Riportiamo una parte del comunicato fatto in occasione del funerale di Giulio Regeni dallo Slai cobas per il sindacato di classe:

"...Persone come Giulio, sono preziose per la nostra causa. Giulio vivrà per sempre nel cuore e nelle lotte dei lavoratori egiziani, come nei nostri.
I sindacati indipendenti egiziani, che Giulio incontrava, di cui scriveva per far conoscere anche in Italia il loro difficile e pericoloso lavoro, sono come i nostri cobas, i nostri sindacati di base. Per questo diciamo con loro: Giulio Regeni: "UNO DI NOI"
Giulio è un esempio per tanti giovani universitari e ricercatori, perchè mettano la loro intelligenza, le loro conoscenze al servizio della conoscenza della battaglia di emancipazione del proletariato in tutto il mondo, contro i mostri che vogliono continuare a succhiare il nostro sangue per i loro profitti e per il loro potere assassino e che con la ferocia più orrenda vogliono mettere a tacere le lotte e l'organizzazione dei lavoratori, dei sindacati indipendenti, e coloro, come Giulio, che danno voce a tutto questo.
Ma la stessa uccisione orrenda di Giulio da parte del regime del boia dittatore Al-Sisi mette in evidenza la loro paura, una "forza" che ha i piedi di argilla..."

Nessun commento:

Posta un commento