sabato 19 settembre 2015

pc 19 settembre - 20 DONNE NIGERIANE VIOLENTATE RIMPATRIATE CON LA FORZA E DI NASCOSTO - DEVONO RIENTRARE SUBITO IN ITALIA!

E' passato sotto un sostanziale silenzio questa gravissima operazione dello Stato avvenuta giovedì scorso nel Cie di Ponte Galeria a Roma, che condanna a morte certa nel loro paese 20 donne, vittime già di violenze e di tratta. 
E' così che il governo, Renzi e lo Stato italiano si riempie la bocca sull'Italia paese che tutelerebbe i migranti!

QUESTE DONNE DEVONO TORNARE SUBITO IN ITALIA E DEVE ESSERE RICONOSCIUTO LORO IL DIRITTO DI ASILO.

Sosteniamo le azioni in corso e la protesta delle donne di "lasciateCIEntrare".
FACCIAMO SENTIRE DOVUNQUE LA NOSTRA SOLIDARIETA'!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - mfpr.naz@gmail.com 

Vittime di tratta: rimpatriate
(da Il Manifesto del 18 settembre) - L’aereo è decol­lato. Con le per­sone den­tro. La frase, lapi­da­ria, arriva da un poli­ziotto di guar­dia all’ingresso del Ter­mi­nal 5, aero­porto di Fiu­mi­cino. L’aereo è un veli­volo della com­pa­gnia Meri­diana. Le per­sone dovreb­bero essere circa venti donne nige­riane. Il con­di­zio­nale è d’obbligo, per­ché le infor­ma­zioni che arri­vano – quando arri­vano – non hanno alcuna forma uffi­ciale. Sem­bra che non sia lecito per nes­suno sapere cosa stia suc­ce­dendo all’interno del Cen­tro di Iden­ti­fi­ca­zione ed Espul­sione di Ponte Gale­ria (Roma). Ma l’allarme che è stato lan­ciato ieri mat­tina parla chiaro: stanno depor­tando le ragazze.
«Le ragazze» sono 20 delle 66 donne nige­riane che lo scorso 26 luglio sono state rin­chiuse nel Cie. Arri­vate in due gruppi, alcune in Sici­lia e altre a Lam­pe­dusa, sono state iden­ti­fi­cate tra­mite foto­se­gna­la­mento. Nes­suno ha comu­ni­cato loro la pos­si­bi­lità di chie­dere pro­te­zione né fatto domande sul viag­gio. E dire che sarebbe bastato chie­dere quanto hanno pagato il tra­sporto in mare, per capire che c’era qual­cosa di strano: nes­suna di loro ha pagato nulla, un chiaro segnale che le ragazze sono vit­time di tratta. Nes­suno deve averle nem­meno guar­date, visto che por­tano sulla pelle i segni più che visi­bili delle per­cosse e delle vio­lenze subite. Al con­tra­rio, le donne sono state tra­sfe­rite senza alcun tipo di comu­ni­ca­zione nel Cie, dove hanno tro­vato subito il con­sole nige­riano ad atten­derle per l’identificazione e il con­se­guente rim­pa­trio imme­diato. Solo gra­zie all’allarme lan­ciato dalla coo­pe­ra­tiva Be Free, che ha uno spor­tello di con­su­lenza all’interno della strut­tura deten­tiva di Ponte Gale­ria, una dele­ga­zione della cam­pa­gna Lascia­te­CIEn­trare è entrata a fine ago­sto all’interno del Cie, incon­trando le ragazze. Le quali hanno chie­sto il motivo della deten­zione, hanno par­lato del lungo e dram­ma­tico viag­gio che hanno fatto, hanno mostrato i segni delle violenze.
È tutto testi­mo­niato anche in un ser­vi­zio video andato in onda al Tg2. Le donne hanno final­mente potuto pre­sen­tare domanda di asilo. Quat­tro sono state accolte in un per­corso di pro­te­zione, 40 invece hanno rice­vuto il diniego dalla Com­mis­sione per il rico­no­sci­mento della pro­te­zione, e con­se­guen­te­mente l’ordine di rim­pa­trio. Con­tro i prov­ve­di­menti sono stati pre­sen­tati ricorsi e sospen­sive del man­dato di espul­sione verso la Nige­ria. Un Paese, va sot­to­li­neato, dove la Far­ne­sina scon­si­glia di recarsi. Un Paese da cui pro­ven­gono le imma­gini ter­ri­fi­canti dei seque­stri e delle vio­lenze per­pe­trate da Boko Haram. #bring­bac­kour­girls, reci­tava tempo fa un hash­tag diven­tato virale, pro­prio per sol­le­vare l’attenzione sulla sorte di molte donne rapite dal gruppo ter­ro­ri­stico nige­riano. Men­tre l’Italia le sta depor­tando pro­prio in quell’inferno. Met­tendo a serio rischio la loro vita, come denun­cia anche l’europarlamentare Bar­bara Spi­nelli, sot­to­li­neando che durante i col­lo­qui con la Com­mis­sione gli avvo­cati non sono stati ammessi.
Era già cri­mi­nal­mente assurda la reclu­sione di que­ste ragazze in un posto del genere: avreb­bero biso­gno di acco­glienza, avreb­bero diritto per legge alla pro­te­zione, invece sono state chiuse in una strut­tura deu­ma­niz­zante, le cui con­di­zioni sono da tempo denun­ciate da Lascia­te­CIEn­trare, e il cui solo scopo è l’espulsione, non certo l’accoglienza. Anche il sin­daco di Roma Igna­zio Marino ha par­lato loro, incre­di­bil­mente, di pro­te­zione, durante una visita effet­tuata la set­ti­mana scorsa. Di fronte a que­sta ter­ri­bile situa­zione, si è riu­sciti addi­rit­tura a fare di peggio.
Intorno alle alte sbarre di ferro e ai muri che cir­con­dano il Cie non c’è nulla: un vuoto deso­lante fa sì che nes­suno senta le grida che pro­ven­gono da den­tro. E oggi le grida sono alte, per­ché le per­sone pro­vano a resi­stere alla depor­ta­zione. Alcune per­sone, soli­dali con i migranti, hanno rag­giunto il Cie, e pro­vano a met­tersi in con­tatto tele­fo­nico con i reclusi e le recluse. Una donna nige­riana spiega che que­sta mat­tina i poli­ziotti, insieme agli ope­ra­tori di Gepsa, ente fran­cese gestore del Cie, sono venuti a pre­le­vare alcune delle sue com­pa­gne. E afferma che con loro c’era un fun­zio­na­rio del con­so­lato nige­riano. Dopo qual­che ora, due blin­dati arri­vano davanti al Cie: scen­dono i poli­ziotti in assetto anti­som­mossa che spin­to­nano le per­sone accorse in soli­da­rietà con le recluse. Nel frat­tempo esce un pull­man con sopra le ragazze che gri­dano con­tro i fine­strini. Si muove verso l’aeroporto di Fiumicino.
Sem­bra che 5 ragazze, quelle con la sospen­siva con­fer­mata dal Tri­bu­nale di Roma, siano state fatte scen­dere dall’aereo. Sem­bra, per­ché nes­suno for­ni­sce infor­ma­zioni uffi­ciali. Ma il gruppo era di 20: per tutte era stata richie­sta la sospen­siva del prov­ve­di­mento di espul­sione, il Tri­bu­nale stava ana­liz­zando le richie­ste. Il volo intanto è decol­lato. Il Vimi­nale, con­tat­tato da Gabriella Guido, por­ta­voce di Lascia­te­CIEn­trare, non risponde.

pc 19 settembre - VIAGGIO NELL'INFERNO DELLE BRACCIANTI - 14 OTTOBRE MANIFESTAZIONE A BARI ORGANIZZATA DALLA FLAI/CGIL

Riportiamo stralci di un'inchiesta. Anche da questa viene fuori gli interessi in primis delle aziende, che usano il braccio sporco del caporale per fare più profitti, sfruttare di più i braccianti, tagliare i salari. Tutte le denunce e le leggi contro il caporalato che non colpiscono l'"utilizzatore finale", sono un modo per coprire e difendere gli interessi del capitale agricolo e non cambiare nulla.
L'unico "cambiamento" è stato negli ultimi tempi il passaggio dal caporale all'agenzia interinale, spesso in odor di mafia e che si comporta come il caporale.

L'inchiesta, ma soprattutto la realtà che stà da sempre e che ci volevano le morti perchè si "scoprisse", mostra come, tra i braccianti, le donne siano le più sfruttate, oppresse, costrette a subire anche violenze sessuali; una condizione simile a quella degli immigrati.
Occorre coraggio e superare insieme la paura e i ricatti. 
Occorre uno sciopero delle donne, costruito dal basso.
Questo appello porteremo anche alla manifestazione del 14 ottobre.

 (Da un inchiesta di Anna Rita Palmisani - sul Quotidiano)
In campo agricolo, le donne superano il 65% del totale e guadagnano meno dell'uomo perchè per il mondo agricolo "vale meno". E la stessa lavoratrice si convince di valere poco e non lotta per far sì che i propri diritti vengano tutelati... diventi schiava del caporale che se ti fermi può licenziarti, se non fai la brava puòlicenziarti e, a volte, se non sei "carina" (la richiesta perentoria di sottostare ad atti sessuali e leviolenze sono molto diffuse) può licenziarti...
I caporali che lavorano in Puglia vanno spesso a reclutare le ragazze soprattutto nelle zone agricole della Romania. le imbarcano sui pulmini e le fanno viaggiare per un giorno e una notte.
La paga della giornata la decide il caporale con l'azienda, ma al lavoratore arriva già ripulita delle quote a lui spettanti.
...(le braccianti controllate, pungolate, minacciate dalla fattora) devono andare in bagno una sola volta durante la giornata.
"Parlare di bagno, però, è un eufemismo - dice Urselli della Flai Cgil - Si tratta di cespugli, alberi o, nellemigliori delle ipotesi si un telo che viene posizionato sotto il tendone... non c'è neanche la possibilità di lavarsi le mani... ci troviamo spesso di fronte ad infezioni di vario genere.
Per non parlare dei trattamenti anticrittogamici. Abbiamo avuto molti episodi di avvelenamento non solo per chi applica i trattamenti ma anche per chi in maniera indiretta respira questi veleni. La situazione è aggravata dalla presenza delle coperture dei tendoni, che non permettono l'areazione. A lungo andare, poi, i lavoratori manifestano diverse forme di tumori o altre patologie. La legge in materia di sicurezza sul lavoro nella maggior parte dei casi non viene applicata e non ci sono i controlli.

ALCUNI DATI:
Gli addetto all'agricoltura in Italia sono 1 milione e 200mila. Nel 43% dei casi (dati istat) si tratta di lavoro sommerso.
In Puglia circa 40mila persone vengono ingaggiate dai caporali. Per la maggiorparte sono donne.
In provincia di taranto, sui circa 28mila braccianti, il 50% viene impiegato tramite i caporali. Ogni caporale ha sotto di sè dalle 50 alle 200 persone. Il caporale prende dalle aziende 10/12 euro a bracciante, guadagnando migliaia di euro a giornata.
L'orario di lavoro sindacale standard è di 6 ore e mezzo giornaliere. In realtà non va mai al di sotto delle 7 ore, giungendo ad oltrepassare le 15.
le donne vivono in una condizione di sfruttamento pari a quella degli immigrati.
La paga provinciale sarebbe di 54 euro al giorno: all'uomo ne arrivano s35, la donna ne prende solo 27... vengono segnate la metà delle giornate di lavoro effettivamente lavorate. le braccianti vengono costrette a firmare buste paga che rispettano i contratti, perchè le aziende possano accedere ai finanziamenti pubblici.

pc 19 settembre - India - la guerra contro il popolo e contro i maoisti fatta di stupri e torture!

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“Comrade Shruthi who was killed in alleged encounter on 16th September was captured alive & tortured brutally. Her elbow was twisted 180 degrees and torn apart by binette, police poured acid on her stomach, she was raped by the police and finally killed her in point blank range.“-Statement circulated by democratic activists on social media

pc 19 settembre - No Tav, cena in Clarea: gas, idranti e carabinieri razzisti


altGiovedì 17 settembre “Ho avuto meno problemi con rumeni e albanesi che con voi…”. Si chiude così un’altra serata di lotta no tav, con una frase, con un carabiniere ignorante e un presidio volante in centro a Bussoleno, in valsusa.
Ma torniamo indietro nelle ore, sono da poco passate le 19 e i primi no tav stanno giungendo dalla strada di Giaglione alla val Clarea, presso il cantiere tav di Chiomonte. E’ la settimanale cena in clarea organizzata dagli anziani no tav, anche old bloc o grey bloc. E’ la prima dopo l’azione al cantiere di venerdì scorso, quando incappucciati e attrezzati assaltarono le reti. La tensione è alta, è la prima cena ufficiale organizzata dal gruppo dopo l’assalto. Mani negli zaini e via, ecco un salame, poi un altro, poi vino e molto altro. Si ride e si scherza, ma più che altro si mangia e si beve fino circa alle 22. Dalla tettoia presidio si scende verso le recinzioni tutti insieme, alcune decine di no tav e inizia una battitura sulle recinzioni del cantiere, che poi diviene blocco dei cancelli.
Come di consueto ecco che arriva l’idrante della Polizia e un plotoncino della guardia di finanza. Dopo alcune decine di minuti di idrante iniziano anche i gas lacrimogeni. Sulla via del ritorno, si attraversa dunque in gruppo e anche in macchina la nube di gas. altSaluti e abbracci sembrano chiudere la serata ma le sorprese continuano. Durante il tragitto verso casa, poco dopo l’abitato di Susa ci accorgiamo delle attenzioni di una bravo del nucleo radiomobile dei carabinieri di Susa che incrociamo. La medesima auto sopraggiunge poi alle nostre spalle a forte velocità (immaginiamo dopo aver invertito in velocità il senso di marcia) andando a piazzarsi alle spalle di un’auto di un amico no tav di Bussoleno che con noi era all’inizitiva. Ci segnalano inoltre la presenza di un’altra auto dei carabinieri ancora che sopraggiunge nell’abitato di Bussoleno e si piazza in attesa in via Traforo, nel centro del paese. Da subito pensiamo a una trappola e così inizia il tam tam di avvisi a tutti i presenti che stanno anche loro rientrando a casa in auto di stare all’erta. E così è, arrivati a Bussoleno la macchina no tav con tanto di adesivi ben evidenti viene fermata. Inizia la trafila “documenti… no!… allora andiamo in caserma!… e andiamo…” e poi ancora e intanto arriva gente, tanta, dalle case, dalla vicina Credenza e con un detto in idioma locale arriva un commento alle spalle “a l’an pru basà al baul subit” (hanno subito abbassato il baule-cresta”).
Si la situazione non è semplice e così i militi ritirano la squadra e se ne vanno. Pessima scelta inseguire un valsusino nei paesi. Ma quello che ci fa riflettere è uno scambio di battute con i carabinieri “c: ho avuto meno problemo con gli albanesi e i rumeni che con voi… notav: ma questo è razzismo! sono persone! come fa a dividerle in razze!… c: ma chi ha parlato di razzismo, quelli dovrebbero essere quelli che rubano e …” E poi ancora uno scivolare di luoghi comuni che possiamo tranquillamente saltare. Avevamo dei dubbi sull’utilità dell’opera, dopo anni di studi l’abbiamo catalogata come inutile, fuori dal tempo, costosa… Con i carabinieri in valsusa sono bastati alcuni secondi.
da notav.info

pc 19 settembre - Solidali con il corteo di Bologna - la posizione di proletari comunisti-PCm Italia


proletari comunisti _PCm Italia
dal comunicato nazionale sull'autunno settembre 2015

....Sulla questione immigrazione occorre assumere un ruolo di prima fila nella solidarietà, nell'organizzazione della lotta dei migranti, nella trasformazione dell'emergenza in lotta contro l'imperialismo, i suoi Stati, i suoi governi - innanzitutto il nostro - che prima producono miseria e guerra e poi rifiutano accoglienza, libertà di circolazione, diritto d'asilo,diritto di cittadinanza.
Esprimere solidarietà significa combattere innanzitutto il razzismo nelle sue forme di Stato, politiche e nelle sue espressioni di massa.
Quest'ultimo fronte è il fronte principale dato che noi puntiamo sulla mobilitazione delle masse per raggiungere i nostri obiettivi.
Dallo Slai cobas per il sindacato di classe di Palermo è partito un appello a fare una battaglia esplicita contro il razzismo nelle fila dei lavoratori, precari,disoccupati,masse popolari. E' una trincea che deve investire le lotte, ma anche la base dei sindacati di base e del sindacalismo confederale, dato che toccherebbe al sindacato come organizzazione di classe e di massa essere protagonista della solidarietà e dell'unità tra lavoratori e masse di migranti. Invece oggi i sindacati confederali e non solo sono i sostenitori del silenzio complice verso i governi imperialisti, lasciano soli i migranti che arrivano nei barconi, così come quelli rinchiusi nei Cie, nei Cara e nei mille luoghi in cui sono depositati e deportati 
I sindacati  dei lavoratori devono promuovere manifestazioni di solidarietà con i migranti e contro il razzismo. “Mai con Salvini” non può essere la parola d'ordine e l'azione solo dei settori più combattivi del movimento che pagano e paghiamo con denunce, arresti.
Proletari comunisti-PCm Italia e le organizzazioni del lavoro di massa da esso dirette e influenzate devono promuovere prese di posizione, scioperi, manifestazioni su questi temi.
In questo senso l'eperienza dello Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto di questo ultimo mese è un esempio che parla all'intero movimento di lotta.
E' naturalmente importante l'organizzazione sindacale di classe dei migranti che lavoranonel nostro paese, nel settore della logistica e in numerose fabbriche e posti di lavoro.
Ma anche qui 
non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista. 
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che
 scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza

La questione migranti è l'espressione della contraddizione principale nel mondo tra imperialismo e popoli oppressi. Sono le guerre, la rapina e la contesa imperialista per il controllo delle materie prime, delle fonti energentiche - dentro l'attuale crisi economica mondiale - che tornano a casa; e quindi sono un terreno centrale della lotta antimperialista all'interno dei paesi imperialisti.
Noi appoggiamo tutte le iniziative in corso, in Italia e in Europa, per l'accoglienza, i diritti dei migranti, ma in tutte queste iniziative dobbiamo sostenere con forza che non esistono “migliori politiche per l'immmigrazione”, senza rovesciare i governi imperialista, a partire dal nostro governo.

L'estate ha fatto tornare in evidenza attraverso il carico di morte da fatica, l'esercito sommerso dei braccianti, dalle campagne del sud a quelle altrettanto pregne di schiavismo del nord. Tutti si sono dati a raccontare la fatica e la schiavitù dei braccianti, tra cui tante donne che oltre che schiavizzate vengono molestate e violentate; tutti a scaricare la colpa solo sui caporali e a fare oggettivamente da sponda alle cosiddette “nuove leggi sul caporalato” del governo.
Ma i caporali sono l'ultimo sporco anello di un sistema che è lo sfruttamento capitalistico e imperialista dei braccianti e dell'agricoltura, è il sistema dei padroni che realizza nelle campagne già ciò che governi e padroni vogliono realizzare in tutto il sistema industriale con leggi, come il jobs act, ecc.
La lotta nelle campagne è lotta anticapitalista e antimperialista dei settori più sfruttati e schiavizzati del proletariato e quindi è un anello della riorganizzazione, ricostruzione del sindacalismo di classe, e dell'unità di classe.
 Tocca quindi al sindacalismo di classe assumersi questa responsabilità.
*****

Il sindacalismo di classe non è il sindacalismo di base che si modella secondo le normali dinamiche del dissenso sindacale di tutti i settori del mondo del lavoro rispetto ai governi e al sindacalismo confederale – vedi oggi la lotta contro la “Buona scuola”, ecc. - ma il centro e il luogo della riorganizzazione degli operai di fabbrica e dei settori più sfruttati del proletariato.......

pc 19 settembre - SI allo sciopero a sostegno dei migranti - una proposta da sostenere e organizzare, con tutte le forze disponibili - Slai cobas per il sindacato di classe coordinamento nazionale

Sciopero a sostegno dei migranti


Caro Operai Contro, penso che in fabbrica si debba organizzare lo sciopero a sostegno dei migranti. Stanno resistendo all’ostracismo, ai maltrattamenti, al razzismo dei respingimenti dei vari governi nazionali. La […]



Caro Operai Contro,
penso che in fabbrica si debba organizzare lo sciopero a sostegno dei migranti. Stanno resistendo all’ostracismo, ai maltrattamenti, al razzismo dei respingimenti dei vari governi nazionali. La Merkel ha fretta di incontrarsi con gli altri capi di governo europei, e concordare l’apertura di campi di concentramento in ogni paese, per tutti i migranti che non siano profughi di guerra.
Ieri in Ungheria al valico di Horgos 2, circa tremila migranti fischiano e scandiscono slogan al passaggio degli elicotteri ungheresi che dall’alto sorvegliano la situazione al confine. Poi hanno lanciato contro i poliziotti, pietre, scarpe, bottiglie d’acqua, cercando di varcare il confine e andare in Serbia.
La risposta della polizia è stata feroce, li ha ripetutamente caricati, facendo uso di cannoni d’acqua, gas lacrimogeni, manganelli, spray urticanti. In centinaia hanno passato il filo spinato del confine, altri non ce l’hanno fatta, ma l’aver tenuto testa a lungo e ripetutamente alle cariche della polizia li ha galvanizzati, e sono pronti ad altre battaglie. Dopo gli scontri molti sono feriti e insanguinati, si sono accampati in centinaia con le tende, dove hanno passato la notte, altri hanno preso la direzione della Croazia, col rischio di saltare per aria sulle mine inesplose.
Tra infinite difficoltà e stanchezza gli immigrati combattono come leoni. Sosteniamoli.
Altri episodi di resistenza ci sono stati nei giorni precedenti, quando affrontando i picchetti della polizia, hanno tentato di aprire un varco nella barriera di filo spinato, tirandola con mezzi di fortuna, lanciando coperte e vestiti per afferrarla.
Ancora il giorno prima un centinaio di immigrati ha cominciato uno sciopero della fame per protesta contro la nuova legge, che vieta loro di andare in Serbia e per la quale finora oltre 300 migranti sono stati fermati alla frontiera e arrestati.
Gli immigrati resistono per non essere ricacciati nei paesi di provenienza.
Resistono nella civile Europa che li tratta come animali, come mostra un filmato nel più grande centro di accoglienza dell’Ungheria al confine con la Serbia, si vede la polizia ungherese che lancia panini e cibo in un recinto dove sono ammassati gli immigrati. “Sono trattati come animali”, dice il commentatore, e un’altra voce ribadisce: “Come mucche in un recinto…”. E poi il cibo non basta per tutti.
Operai, facciamo ogni sforzo per organizzare in fabbrica lo sciopero a sostegno dei migranti. Su questa realtà apriamo un dibattito in fabbrica. La lotta contro i nostri padroni e la nostra borghesia, può mettere con le spalle al muro il governo, responsabile della mancante politica dell’accoglienza.
Saluti operai

pc 19 settembre - Lo Stato-mafia




Campania, presidente Anticamorra indagata per voto di scambio politico-mafioso

dal fatto quotidiano La presidente della commissione Anticamorra della Regione Campania, Monica Paolino (Forza Italia) è indagata per voto di scambio politico-mafioso. L’accusa è contenuta in un decreto di perquisizione […]





(dal fatto quotidiano)
La presidente della commissione Anticamorra della Regione Campania, Monica Paolino (Forza Italia) è indagata per voto di scambio politico-mafioso. L’accusa è contenuta in un decreto di perquisizione eseguito stamane dai carabinieri e dalla Dia diSalerno nella casa di Scafati dove la signora Paolino vive insieme al marito, il sindaco di Scafati Pasquale Aliberti. Anche lui è indagato. L’inchiesta è curata dal pm della Dda salernitana,Vincenzo Montemurro. Perquisita anche la segretaria generale del Comune di Scafati, Immacolata Di Saia, e uno dei componenti dello staff del sindaco, Giovanni Cozzolino. Uno dei fedelissimi di Aliberti. Gli inquirenti stanno frugando in casa Aliberti-Paolino, nella sede del Municipio e in alcune società che avrebbero assunto persone vicine alla giunta azzurra di Scafati.
La Paolino, consigliera regionale al secondo mandato, è stata eletta presidente della commissione

pc 19 settembre - Manifestazione NO Triv a Bari - lo Slai cobas sc Taranto diffonde l'appello per la manifestazione a Taranto del 20 ottobre in occasione dell'apertura del processo ILVA

Alle ore 10:00 di fronte all'ingresso della fiera del levante Bari si è tenuto il presidio No triv.
C'erano delegazioni di Calabria, Puglia, Campania, Abruzzo e Basilicata. Tutto è stato animato con canti, balli e interventi.
Ai Presidenti regionali in riunione è stato chiesto di presenziare con una delegazione di manifestanti. Richiesta negata, hanno risposto che avrebbero accettato solo due rappresentanti; Dalla piazza si riformulava la richiesta di due rappresentanti per Regione, alla fine si è raggiunto un accordo di un rappresentante a Regione che avrebbero consegnato un documento contenente le richieste dei comitati e la piattaforma No triv Basilicata e coordinamento delle due Sicilie.
Tutto si è concluso con l'appuntamento per una nuova manifestazione presidio il 22 settembre sotto la Regione Puglia

 Concetta - slai cobas per il sindacato di classe Taranto
17-9-2015

APPELLO PER UN PRESIDIO-MANIFESTAZIONE ALL'AVVIO IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO.

Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'Ilva come 'fabbrica della morte' e Taranto come 'capitale del popolo inquinato'.
Il processo Ilva mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è la “madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle Istituzioni, parlamentali, regionali e locali, ad esponenti della Digos e delle Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.

pc 19 settembre - Perù Denunciamo e condanniamo il maggior intervento militare dell'imperialismo yankee contro il nostro popolo

 Associazione nuova Democrazia - in via di traduzione

DENUNCIAMOS Y CONDENAMOS LA MAYOR INTERVENCIÓN MILITAR DEL IMPERIALISMO YANQUI CONTRA NUESTRO PUEBLO

¡Proletarios de todos los países, unìos!

DENUNCIAMOS Y CONDENAMOS LA MAYOR INTERVENCIÓN MILITAR  DEL IMPERIALISMO YANQUI CONTRA NUESTRO PUEBLO

El primero de septiembre se estacionó por 6 días en el puerto del Callao el portaviones de los Estados Unidos (EE.UU.)George Washington, que cuenta con 90 aviones y una tripulación de 3,200 hombres y sofisticado armamento de defensa y de ataque concretando la utilización del Puerto del Callao como base de operaciones navales de la IV Flota de la Marina de los Estados Unidos (reactivada después de 58 años, en julio de 2008)* , que está bajo el Comando Sur de las Fuerzas Armadas del imperialismo yanqui.

venerdì 18 settembre 2015

pc 18 settembre - Il Governo riapre altri CIE e insieme alla UE allestisce gli hotspot, nuovi “campi di concentramento” per i migranti.


 


“Una sorta di campo di concentramento”: a definire in questo modo gli “hotspots” che Governo e Ue si apprestano ad aprire in Calabria e Sicilia è lo stesso Prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento per le Libertà civili e l’immigrazione al Ministero dell’Interno, l’apparato statale che coordina, tra le altre cose, i Centri di Identificazione ed Espulsione.

Lo scorso 8 Settembre durante una tavola rotonda sull’immigrazione a Tirana, Morcone ha detto: “Alcuni Paesi insistono che dovremmo creare gli ‘hotspot’: temo sia un’idea per schiacciare sui Paesi del sud – soprattutto Italia e Grecia – il fenomeno migratorio. Ma su una cosa sono certo: risponderemo sempre no a chi ci chiede di realizzare una sorta di campi di concentramento per migranti in Calabria o Sicilia!” (1).

Al contrario di quanto affermato dal prefetto le procedure per l’apertura di questi campi di concentramento non hanno mai subito interruzioni e sono andate avanti col pieno consenso di governo e UE : ne avevamo scritto qui a proposito della trasformazione del CIE di Trapani-Milo in un hotspot, che sarebbe dovuta avvenire il primo agosto scorso ma in seguito è slittata.

Malgrado le autorità italiane abbiano evidentemente avuto qualche difficoltà organizzativa, il commissario Ue per l’immigrazione Dimitris Avramopoulos ha dichiarato che “La Commissione europea è soddisfatta del loro lavoro per la realizzazione di hotspot di identificazione e registrazione dei migranti” (2).

pc 18 settembre - Fascismo padronale alla guida di Confindustria

Confindustria, Rocca 
lancia Bonometti 

..Mentre apprendiamo che Gianfelice Rocca  presidente degli industriali lombardi, rinuncia alla candidatura per la successione di Squinzi alla presidenza della Confindustria ("a causa di impegni che ne richiedono la presenza alla testa del gruppo di famiglia Techint"…affari di cui continueremo ad occuparci), non manca però di indicare nel presidente dell'associazione industriali bresciani Bonometti (azienda OMR con commesse FIAT per 700 milioni nel 2014) , il candidato ideale per portare avanti la strategia dei padroni "veri" quelli delle aziende manifatturiere, e non è un caso che viene citato:"L’esempio di Fiat («ha spalancato la finestra sul cortile della concertazione, aprendo la strada al Jobs act e all’eliminazione dell’articolo 18») e le scelte di Marchionne («il rilancio di un marchio come Alfa e le fusione con Chrysler sono fatti e non parole») restano, nel giudizio di Bonometti, un paradigma significativo", oppure quale deve essere il ruolo nella politica di "Confidustria «deve tornare ad essere protagonista nel processo decisionale che deve orientare l’Italia verso una nuova crescita», ovvero la linea è il fascismo padronale che impone le scelte politiche del governo e i cambiamenti dello stato: "Ogni giorno deve essere un giorno di conquista, di difesa, di ricerca di nuovi successi. Se lo stato poi ci segue con le riforme - ha aggiunto - possiamo fare di più e meglio».  ( vedi articolo Il Sole 24 Ore 1 luglio 2015)
Brescia traccia la via della ripresa
Il tempo è scaduto. Se l’Italia vuole restare un paese a forte vocazione industriale, nei prossimi mesi dovrà prendere decisioni urgenti e coraggiose. Scelte che, però, devono arrivare soprattutto dal basso, dalle imprese, risalendo poi verso le organizzazioni imprenditoriali e la politica.

pc 18 settembre - ECCO LA RISPOSTA AI MIGRANTI: PRONTI PER LA GUERRA

La risposta ai migranti? NO accoglienza di tutti, NO rispetto dei diritti... ma attrezzarsi per la guerra, con la scusa degli scafisti e del terrorismo. Una guerra imperialista che - come sta dimostrando la Turchia - si dice contro il "Terrorismo", l'Isis, ma si ammazzano masse popolari, per il controllo geostrategico e la tutela degli interessi economici delle multinazionali nella zona.


pc18 settembre - RIFORMA DEL SENATO - UN BUGIARDO BONAPARTISTA

E’ in corso, da giovedì diciassette settembre, la discussione sulla controriforma costituzionale che, nelle intenzioni del Presuntuoso Toscano e dei suoi lacché di tutti gli schieramenti, dovrebbe portare alla soppressione dell’elettività del Senato della Repubblica.
Nelle intenzioni del presidente del Consiglio dei ministri pro tempore, questo deve essere sostituito da un Ente assolutamente inutile infarcito di rifiuti della politica, riciclati tra i trombati, bisognosi di trovare una collocazione che permetta loro di evitare di dover tornare a lavorare onestamente per vivere.
Renzi, nella sua infinita spocchia, pretenderebbe che tutti i nominati dessero il via libera a questa autentica schifezza senza nemmeno provare a mitigarne i nefasti effetti; per far questo, Matteo Renzi è persino disposto a gettare definitivamente la maschera per dimostrarsi senza infingimenti per quello che realmente è: un bieco ricattatore pronto a tutto pur di ottenere ciò che vuole su qualunque questione.
Ecco allora che l’Ebetino Toscano afferma – chi scrive lo apprende dalle pagine del quotidiano genovese Il Secolo XIX, che però riporta anche una secca smentita da parte di un portavoce di palazzo Chigi – con la sua solita sicumera: “Non pensino di bloccarci: se credono di tornare alla casella di partenza, abolisco totalmente il Senato e ci faccio un museo”; è interessante notare come improvvisamente sia passato ad utilizzare la prima persona singolare in luogo del plurale majestatis.
Così si scopre che, oltre ad essere un diversamente sincero cronico, ed un presuntuoso con un ego smisurato, Matteo Renzi è anche un bonapartista intento nella costruzione di un regime moderno fascista modellato a sua immagine e somiglianza.
Genova, 18 settembre 2015
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova

pc 18 settembre - Verso la manifestazione del 20 ottobre a Taranto - il numero speciale di sostegno di proletari comunisti-PCm Italia

APPELLO PER UN PRESIDIO-MANIFESTAZIONE ALL'AVVIO IL 20 OTTOBRE DEL PROCESSO ILVA DI TARANTO.

Il 20 ottobre comincia dopo una lunghissima e combattuta udienza preliminare il vero e proprio processo alla famiglia di padron Riva e a tutti i suoi complici che hanno reso tristemente famosa l'Ilva come 'fabbrica della morte' e Taranto come 'capitale del popolo inquinato'.
Il processo Ilva mostra esemplarmente il sistema del capitale ed è la “madre” di tutti i processi di questo tipo. Gli imputati sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti ai loro agenti, dai rappresentanti delle Istituzioni, parlamentali, regionali e locali, ad esponenti della Digos e delle Forze dell'Ordine, dai dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino a preti vicino ai vertici della chiesa.
Mancano, ed è una grave lacuna del processo, i vertici e i rappresentanti in fabbrica dei sindacati confederali. E il quadro del sistema borghese sarebbe completo.

L'Ilva è al centro oggi della contraddizione epocale tra gli interessi del capitale e gli interessi degli operai e delle masse popolari, tra la logica del profitto e la salute, la vita degli operai e delle masse popolari.

Ma il processo Ilva è oggi soprattutto espressione dell'azione dei governi, e oggi in particolare del governo Renzi, che in nome di salvare gli interessi dei padroni e gli interessi dell'economia nazionale dei padroni legati alla produzione dell'Ilva, non hanno esitato e non esitano ad agire contro il processo con decreti e azioni ad hoc che ne vogliono impedire lo svolgimento, mettere al riparo gli imputati e negare giustizia e risarcimento a operai e masse popolari.
L'Ilva mostra in maniera esemplare come lo Stato sia sempre e solo al servizio del capitale. La gestione attuale di Stato e di governo dell'Ilva mostra che l'intervento dello Stato borghese serve solo per socializzare le perdite e in futuro, nuovamente, privatizzare i profitti.
Per questo il processo Ilva è una grande scadenza nazionale.

E' a questa scadenza nazionale che chiamiamo come operai dell'Ilva, lavoratori del cimitero luogo di massima concentrazione di inquinamento ai Tamburi, proletari e famiglie dei quartieri Tamburi e Paolo VI, costituitisi parte civile autorganizzati al processo con l'appoggio dello Slai cobas per il sindacato di classe e la Rete nazionale per la sicurezza e la salute sui posti di lavoro e territori, a un
presidio-manifestazione nazionale al Tribunale, alla fabbrica e al quartiere Tamburi per il 20 ottobre.

Chiamiamo tutte le realtà collettive ed individuali, impegnate nella lotta anticapitalista e contro le devastazioni ambientali e territoriali, a mandare l'adesione, a propagandare la scadenza in tutte le forme e in tutti i luoghi di lavoro, territori, scuole, università, ecc. e a partecipare con delegazione all'iniziativa.

Info: bastamortesullavoro@gmail.com – tel 3471102638

pc 18 settembre - A Milano per la Palestina - l'adesione di proletari comunisti-PCm Italia


AL FIANCO DELLA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE!
Contro il governo Renzi – primo sponsor del regime nazisionista di Netanyau

Abu Mazen- presidente dell’ ANP, sarà alla EXPO Milano il 19 settembre, aderiamo e appoggiamo la manifestazione di solidarietà con il popolo palestinese
Nel Luglio scorso Renzi – a un anno dal terribile, ennesimo massacro di palestinesi nella striscia di Gaza con più di duemila morti, tra cui almeno 400 bambini e un numero incredibile di feriti, ma soprattutto la barbarie di un lager a cielo aperto come è spesso stata definita Gaza, in cui i palestinesi sono rinchiusi, né possiamo dimenticare lo stillicidio di uccisioni, umiliazioni, l’espansione delle “colonie” israeliane, diritti negati, il regime di apartheid, a cui tutti i palestinesi sono quotidianamente sottoposti - si è recato in visita ufficiale in Israele. In quell’occasione è avvenuto ciò che mai è avvenuto da parte di un rappresentante del governo italiano. Intanto, si è ben guardato dal menzionare anche solo incidentalmente la strage del 2014, lo stato di costante occupazione militare , ma, soprattutto, è andato oltre la “più grande democrazia del Medio oriente” abitualmente ritornello dei governanti europei, infatti Renzi:” .. E penso che la sicurezza di Israele è la sicurezza dell’Europa e anche la mia: abbiamo un destino comune da condividere». Sempre a proposito dell’intesa sul nucleare in Iran, il premier ha spiegato: «È il primo passo. Controlleremo con la comunità internazionale perchè non è questione del diritto di Israele di esistere ma il dovere di Israele di esistere, è importante affermare il dovere della Stato di Israele di mantenere la sua sovranità e il suo ruolo» e «l’Italia sarà sempre in prima linea contro ogni boicottaggio sterile e stupido». «Chi pensa boicottare Israele boicotta se stesso» . Renzi ha preso con forza le distanze dalle campagne di boicottaggio contro lo Stato ebraico. «Chi pensa di boicottare Israele - ha detto il premier italiano - non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro». E ha spiegato: «Possiamo avere opinioni diverse, è accaduto e continuerà ad accadere. Ma l'Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo e internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido». «Con Israele stesse radici e necessità di costruire il futuro»
Renzi si è spinto ancora oltre, fin dove nemmeno gli stessi sionisti hanno osato, ha detto che l’Italia è stata liberata dalle Brigate Ebraiche, frasi che non solo sono antistoriche, ma che sono un aperto attacco alla Resistenza Partigiana,
Renzi non in nostro nome!
Essere solidali con la resistenza palestinese oggi è lottare nel nostro paese per rovesciare Renzi e il suo governo, è lottare contro il nostro imperialismo, come espressione dell' internazionalismo proletario

con la resistenza armata del popolo palestinese fino alla vittoria
per la cancellazione dello stato nazisionista Israeliano, puntello e gendarme dell'imperialismo
per la liberazione di tutti i prigionieri politici palestinesi nelle carceri e nei lager israeliani

giovedì 17 settembre 2015

pc 17 settembre - DA QUESTO GIOVEDI' RIPRENDE LA FORMAZIONE OPERAIA! - Il Professore marxista Giuseppe DI Marco dell'Università Federico II di Napoli risponde ad un operaio: "...Nella circolazione è già in potenza presente quello che avverrà nella produzione, ossia lo sfruttamento..."

1a parte


Domanda fatta 
DA UN OPERAIO DELLA DALMINE DI BERGAMO
Sulla trasformazione del denaro in capitale. Chiedo chiarimenti sulla parte finale dove dice che: “La trasformazione del denaro in capitale deve essere spiegata sulla base di leggi immanenti allo scambio di merci, cosicché come punto di partenza valga lo scambio di equivalenti. Il nostro possessore di denaro, che ancora esiste soltanto come bruco di capitalista, deve comperare le merci al loro valore, le deve vendere al loro valore, eppure alla fine del processo deve trarne più valore di quanto ve ne abbia immesso. Il suo evolversi in farfalla deve avvenire entro la sfera della circolazione e non deve avvenire entro la sfera della circolazione. Queste sono le condizioni del problema.”Questo in riferimento alla introduzione della seconda parte dove emerge chiaramente invece che esiste all'interno della sfera della circolazione, cioè sul mercato, una merce particolare che si chiama forza lavoro, il cui valore d'uso stesso possiede la peculiare qualità di essere fonte di valore, tale dunque che il suo consumo reale fosse, esso stesso, oggettivazione di lavoro, e quindi creazione di valore... Ossia lo sfruttamento dell'operaio?

Risposta
DEL PROF. GIUSEPPE ANTONIO DI MARCO
Non c’è contraddizione tra le due cose nel discorso di Marx. La contraddizione sta dentro il processo stesso che egli descrive, vale a dire sta nel processo capitalistico di produzione e di circolazione dunque di riproduzione, processo che è caratterizzato dalla lotta inconciliabile tra capitale e lavoro salariato. Quindi la parola ”invece”, che il lavoratore della Dalmine usa, coglie correttamente il punto reale, cioè la contraddizione che c’è nello scambio tra lavoro salariato e capitale, il quale appare una compravendita normale, uno scambio pacifico, è in realtà è “invece” conflittuale, anzi è una vera e propria guerra civile tra i due, come scrive Marx più avanti nel Libro primo del Capitale a proposito della lotta dei lavoratori per ottenere una giornata lavorativa normale. E l’esposizione di Marx è a sua volta anche essa corretta, perché dà conto appunto di quell’”invece”, di cui parla il lavoratore della Dalmine, ossia della presenza di due cose antagonistiche, capitale e lavoro salariato, ovvero borghesi e proletari, le due classi della società moderna, presenza che caratterizza tutto il processo.

pc 17 settembre - India, la polizia tortura e uccide i maoisti - denuncia il poeta rivoluzionario Varavara Rao

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il poeta con i familiari dei compagni uccisi

Revolutionary poet Varavara Rao with the relatives of slain naxals at Mgm Mortuary in Warangal on Wednesday. Photo: M. Murali
Revolutionary poet Varavara Rao broke down and wailed inconsolably holding sisters of slain Maoist Sruthi alias Mahitha at the MGM Hospital mortuary.
Dubbing the encounter as `fake’, revolutionary poet Varavara Rao alleged that police tortured brutally and killed both the Maoist party naxals – Sruthi and Vidyasagar Reddy.
He broke down and wailed inconsolably holding sisters of slain Maoist Sruthi alias Mahitha at the MGM Hospital mortuary.
Demanding the State Government own up the responsibility, he said that youth were being attracted to the revolutionary movement as the KCR’s Government failed to keep up its promises leave alone implementing the much-talked Maoist party agenda. “None asked him to implement Maoist party agenda. He himself claimed it. We all want the Government to function as per Constitution – giving people a chance to speak, express and differ,” he said.
According to intelligence reports, a total of 36 persons joined the Maoist party since the separate Telangana was formed. Scores of youth were disillusioned with the promises and functioning of the TRS Government. Mr. KCR promised a Telangana free from encounters.
“KCR promised a heaven and nothing short of it. What is happening in Telangana is visible to all. In Warangal district alone, nearly 1,500 acres of land is being illegally mined by contractors. The tribals were questioning the government and young men driven by ideals are standing by these innocent tribals. Hence they are being killed in fake encounters,” Mr. Varavara Rao said.

Proteste popolari per l'assassinio di compagni, che la polizia fa passare falsamente per scontri

pc 17 settembre - Vittorio Fera: aprire gli occhi per non essere complici - il primo complice è il governo Renzi, sponsor di Netanyau e del regime nazisionista - manifestazione a Milano-expo il 19 settembre





Vittorio Fera: aprire gli occhi per non essere complici dei crimini israeliani
Sono Vittorio Fera, un attivista dell’International Solidarity Movement, un movimento non-violento di solidarietà formato da volontari internazionali che documentano le continue violazioni subite dal popolo palestinese nei territori occupati da Israele.
Venerdì 28 agosto 2015 sono stato arrestato dalle forze di occupazione israeliane durante lo svolgimento di una manifestazione non-violenta a Nabi Salih, dove ogni venerdì gli abitanti del villaggio si ritrovano per protestare contro la colonia illegale di Halamish, che ha confiscato terra al villaggio e sottratto l’unica sorgente d’acqua, costringendo gli stessi abitanti ad acquistare l’acqua necessaria per la loro sussistenza dalle compagnie idriche israeliane.
L’arresto è avvenuto mentre stavamo documentando con videocamere e fotocamere l’aggressione da parte di un soldato ad un ragazzino col braccio ingessato, che violentemente è stato afferrato e sbattuto sulle pietre.
Pochi minuti dopo i soldati si sono avventati su di me, trascinandomi a terra violentemente e mettendomi in stato d’arresto. A quel punto mi hanno trascinato giù dalla collina insieme ad un altro ragazzo palestinese, Mahmoud Tamimi, anch’esso arrestato. Ci hanno condotto verso le jeep parcheggiate sulla strada e siamo stati scagliati sull’asfalto e colpiti dai soldati (circa 7) con calci, pugni e il calcio del fucile, personalmente sono stato colpito ripetute volte sulla testa.
A quel punto ci hanno caricato sulla jeep ordinandoci di sederci per terra, sotto i colpi dei soldati, le ingiurie e le intimidazioni.

pc 17 settembre - Foggia, i braccianti in lotta ottengono prime promesse di risultati - non illudersi e continuare la lotta! - Slai cobas per il sindacato di classe Puglia

Ieri 9 settembre la Rete Campagna in Lotta e il Comitato dei Lavoratori delle Campagne hanno preso parte al primo tavolo istituzionale ottenuto dopo la manifestazione di venerdì scorso. Permessi di soggiorno e residenza erano l’oggetto dell’incontro, al quale hanno partecipato, oltre alla Prefettura, anche il Questore e la Dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Foggia.
Ad accompagnare la delegazione, sotto il palazzo della Prefettura sono accorsi molti lavoratori provenienti da diversi insediamenti in Capitanata, per continuare a sostenere le

pc 17 settembre - Elezioni in Grecia all'insegna degli arresti di chi da sinistra contesta Syriza - boicottaggio elettorale è la posizione di proletari comunisti-PCm Italia


 Atene: quattro arresti dopo il blitz al “Fondo per le privatizzazioni”

Atene: quattro arresti dopo il blitz al “Fondo per le privatizzazioni”
il 14 settembre un gruppo di attivisti ha deciso di passare dalle parole ai fatti realizzando un blitz all’interno della sede del cosiddetto “Fondo per le privatizzazioni” (TAIPED), un ente imposto dalla troika al governo Tsipras. L’obiettivo della nuova istituzione, la cui creazione è prevista dal Terzo Memorandum e controllata direttamente da Bruxelles e dal Fondo Monetario, è quella di collezionare 50 miliardi di euro in proprietà pubbliche e beni culturali per garantire che Atene ripaghi il debito contratto con i cosiddetti ‘creditori internazionali’, un vero e proprio pignoramento di dimensioni mai viste prima nella storia recente del continente (misure simili in genere venivano imposti dalle potenze vincitrici ai paesi sconfitti in guerra).
L’accettazione dell’istituzione del “Fondo per le privatizzazioni” da parte dell’esecutivo Syriza-Anel era stata una delle misure più contestate dalle forze sociali e dai movimenti antiausterity ellenici,..
Lunedì, alle otto del mattino, un gruppo di attivisti ha realizzato un blitz all’interno della sede principale del TAIPED, al settimo piano di un palazzo in via Stadiou. Nel corso dell’irruzione i contestatori hanno distrutto alcuni computer, alcuni arredi e alcuni documenti e hanno imbrattato le pareti degli uffici con della vernice.
Poco dopo su Indymedia Atene il gruppo anarchico denominato “Rouvikonas” (il fiume Rubicone, in greco) ha rivendicato l’azione diffondendo anche un video che riprendeva alcuni momenti dell’irruzione nella sede del TAIPED.
le autorità non hanno gradito l’iniziativa e così quattro attivisti del gruppo anarchico sono stati arrestati nella capitale ellenica. “In risposta all’assalto di ieri alla sede del TAIPED il meccanismo di repressione dello stato ha arrestato quattro nostri compagni, ora detenuti a GA.DA (caserma centrale della polizia greca). Al momento, sappiamo che le accuse a loro carico sono di carattere penale. Alle 16.00 saranno condotti davanti al giudice nel tribunale di Evelpidon. Solidarietà ai nostri compagni – Non un passo indietro” hanno scritto gli altri membri del gruppo poco dopo gli arresti.
La nuova sigla militante era comparsa lo scorso marzo, quando un gruppo di attivisti di Rouvikonas aveva occupato la sede di Syriza in piazza Koumoundourou ad Atene. Poi, il 3 aprile, grazie alla presidente del Parlamento ed esponente di Syriza Zoe Konstantopoulou (recentemente passata a far parte di Unità Popolare) il gruppo aveva manifestato nel cortile dell’Assemblea Legislativa a sostegno di alcuni attivisti anarchici imprigionati. A giugno gli attivisti dello stesso gruppo avevano manifestato fuori dalla sede del governo, chiedendo l’uscita della Grecia dall’Unione Europea e la cancellazione del debito del paese.

  • da marco santopadre - contropiano

pc 17 settembre - NE' MURI, NE' POLIZIA FERMERANNO I MIGRANTI - NAZISTI E IMPERIALISTI SI CHIUDONO IN "CASA", MA SI ILLUDONO

Ora la nazista Ungheria e i paesi imperialialisti europei si trovano la guerra dei popoli alle porte di casa. Alzano muri/filispinati, mandano polizia/esercito, cani, passano dai lacrimigeni, manganelli agli idranti, "calpestano" uomini, bambini, anziani, Orban arresta centiana di migranti... a sono loro gli "assediati"! I migranti non solo resistono ma ora attaccano.

Le frontiere sono più un vano tentativo di difendere i loro paesi imperialisti, che siedono sullo sfruttamento, oppressione, guerra, miseria dei popoli oppressi, che una effettiva possibilità di impedire questo inevitabile flusso di migranti. 
La Germani della Merkel che voleva riaffermare la sua autorità di leader nell'Europa imperialista con l'apertura a qualche migliaio di migranti, ma ben selezionati e utili per l'economia capitalista tedesca, ha dovuto fare retromarcia. "L'inno alla gioia" si mostra per quello che è: inno (impotente e sempre più roco) all'Europa imperialista.

Uniti contro i migranti - nelle varie forme, più apertamente naziste e brutali quelle dell'Ungheria, più politiche (ma sempre violente) quelle di Austria, Germania, Francia, ecc. - sono divisi e continuano a litigare fortemente per accollarsi una parte di migranti. E il vertice di Bruxelles è stato in questo un fallimento. 
Ciò che è rimasto sul tappeto, però, sono ancora una volta i piani di repressione e respingimento.
Su questo il meschino Alfano esulta. 
I fondi europei che chiede non sono certo per l'accoglienza e l'assistenza dei migranti, ma per i loro respingimenti. A questo servono gli hotspot, dove in pochissimo tempo e senza neanche una verifica delle situazioni dei migranti, separeranno i migranti provenienti solo da zone di guerra dai "migranti economici" (bruttissimo termine, che in realtà nasconde miseria, fame, carestia, ecc.) da cacciare subito. 
Così l'altra cosa certa è il rafforzamento militare di Frontex, e l'affondamento dei barconi, che non "affonderà" certo gli scafisti e i trafficanti dei migranti (coperti dagli stessi governi, Libia, ecc.), ma farà più morti nel Mediterraneo.

SEMPRE PIU' PER NOI, PROLETARI, MASSE POPOLARI DELL'ITALIA, DEI PAESI IMPERIALISTI EUROPEI, SOLIDARIETA' AI MIGRANTI DEVE SIGNIFICARE LOTTA AL NOSTRO IMPERIALISMO!

*****
(dal Fatto Quotidiano) - La tensione al confine tra Ungheria Serbia si trasforma in

pc 17 settembre - Renzi padre e Renzi figlio, maneggioni, corrotti e al servizio dei padroni e dei ricchi

Sanremo outlet, "papà Renzi" consulente del re del lusso

Sanremo outlet, "papà Renzi" consulente del re del lussoIl progetto di "The Mall" a Sanremo
Fa discutere  il ruolo di Tiziano Renzi in incontri istituzionali anche con il sindaco che però dice:"Solo alla fine ho saputo chi era"

Non sono decisamente fortunate le avventure imprenditoriali in terra di Liguria di Tiziano Renzi, padre del presidente del Consiglio Matteo.
Se a Genova le conseguenze sono state giudiziarie, per l’operazione outlet Sanremo il vespaio suscitato dal ruolo di super consulente, e dai suoi incontri istituzionali, del genitore

pc 17 settembre - Giustizia per gli operai pakistani uccisi, nell'incendio di Baldia-Karachi!

Dopo il rogo in azienda, 170 famiglie pakistane citano azienda genovese. 

Immagine d’archivio
Genova - Passano attraverso due avvocati torinesi, Stefano Bertone e Marco Bona, i procedimenti legali civili aperti in Italia da 170 famiglie di operai pakistani morti o sopravvissuti nell’incendio del settembre 2012 nello stabilimento tessile Ali Entrerprises di Baldia, nel pressi di Karachi, contro la società di certificazione Rina Services di Genova.
I fatti
«Si tratta - spiegano i due legali - di un’iniziativa senza precedenti, che mira a dare una risposta giuridica alle morti di 260 dipendenti e alle lesioni subite da altri 32, in quello che fu il peggiore incendio sul lavoro nella storia del Pakistan. Poche settimane prima dell’accaduto, la società italiana rilasciò un certificato SA8000 affermando che la fabbrica rispettava i criteri di responsabilità sociale. Il nostro scopo è fare ottenere il pieno risarcimento a queste famiglie».
La replica
Il primo incontro tra le parti si terrà il 30 settembre a Genova. Sull’accaduto il pm torinese Raffaele Guariniello ha aperto un fascicolo contro ignoti.

pc 17 settembre - I manager TAV dovrebbero da tempo essere in galera, invece in galera ci sono i compagni NOTAV

Tav, indagato Virano per omissioni di atti d'ufficio. 

Tav, indagato Virano per omissioni di atti d'ufficio

ll direttore della società  sulla ferrovia Torino-Lione quand'era responsabile dell'Osservatorio non avrebbe consegnato ad un militante No Tav documenti sull'opera Mario Virano è indagato a Torino per omissione d'atti d'ufficio. Il fascicolo, che era già stato aperto a Roma da un anno e solo ora è stato trasferito, si riferisce alle richieste di un simpatizzante Notav, Alberto Veggio, che aveva chiesto all'Osservatorio sull'alta velocità presieduto da Virano prima della nomina in Telt di conoscere i carteggi tra i sindaci della Val di Susa e l'Osservatorio stesso. Veggio aveva lamentato il lunghissimo tempo aspettato per ricevere i documenti, e aveva già vinto una causa al Tar sulla questione. Ora i suoi avvocati chiederanno alla Procura generale di avocare il fascicolo (se ne occupa da un anno e mezzo il pm Avenat)i perché venga definito.

Intanto l'avvocato generale dello Stato Giorgio Vitari ha avocato a sé una seconda inchiesta della procura di Torino nella quale un altro leader Notav, Alberto Perino, risultava come parte lesa per alcune frasi appare sui social network. La Procura aveva chiesto l'archiviazione, ritenendo che fosse impossibile risalire agli autori, ma Vitari si è detto di parere diverso. Ora ad indagara sarà la procura generale.

pc 17 settembre - SE CI SONO TANTI DISOCCUPATI LA COLPA E' DI GOVERNO E PADRONI, NON DEGLI IMMIGRATI...

Squinzi, il presidente di confindustria, da sempre ha la tessera di socio onorario della lega di Salvini:       “In questo momento non è l’immigrazione che può risolvere i nostri problemi. Abbiamo bisogno innanzi tutto di ridare lavoro agli italiani”. E’ quanto sostiene il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, aggiungendo: “sarà una visione un po’ egoista ma cominciamo a ridare un futuro ai nostri giovani”. Squinzi sono proprio gli industriali di cui sei presidente che hanno licenziato noi operai e che assumono i giovani solo per godere dei soldi che regala ai padroni Renzi. Ad ogni modo, “l’immigrazione alla lunga è sempre un fenomeno positivo. Certo Squinzi è un fenomeno positivo quando si vuole operai con un basso salario. Squinzi è il classico padrone italiano: contro gli operai, contro gli immigrati. Da un commento di Un operaio al blog di operaicontro. 
MA VOGLIAMO AGGIUNGERE CHE SE SI TRATTA DEL "CLASSICO PADRONE" BISOGNA CHE GLI OPERAI SI ATTREZZINO DEI "CLASSICI" STRUMENTI DEL PROLETARIATO: PARTITO COMUNISTA E SINDACATO DI CLASSE, SE SI VUOLE FARLA FINITA CON IL SISTEMA CAPITALISTA, CHE SI CRITICA A PAROLE.
Squinzi: "L'immigrazione non risolve i problemi, dobbiamo dare lavoro agli italiani"
Per il presidente degli industriali l'immigrazione di lungo periodo è un fenomeno positivo, "ma mi sembra di capire che la maggior parte ha come come destinazione finale altri paesi"
MILANO - Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, entra nella questione dei migranti e rispondendo a una domanda sul flusso delle ultime settimane e sul possibile valore aggiunto per la nostra economia dice: "In questo momento non è l'immigrazione che può risolvere i nostri problemi. Abbiamo bisogno innanzi tutto di ridare lavoro agli italiani. Sarà una visione un pò egoista ma cominciamo a ridare un futuro ai nostri giovani".

Secondo Squinzi, quindi, gli immigrati non rappresentano una risorsa perché "mi sembra di capire che la maggior parte ha come come destinazione finale altri paesi". A margine della presentazione della fondazione E4Impact, il numero uno degli industriali ha ricordato che in Italia "abbiamo una disoccupazione al 13% e quella giovanile è al 40%". Poi esplicitando il suo pensiero ha aggiunto: "L'immigrazione alla lunga è sempre un fenomeno positivo. Ma - ribadisce - l'obiettivo di chi viene in Italia è, per la maggioranza, andare in altri paesi".

Tornando poi a parlare di economia, Squinzi ha commentato le stime del governo di una crescita del Pil lo 0,9% nel 2015: "Sono dati statistici, per forza sono credibili. Poi possiamo discutere se ci basta una crescita dell'uno per cento, ma dobbiamo prendere atto che il clima sta cambiando. Dopo tredici trimestri negativi, gli ultimi due sono stati positivi e riteniamo lo saranno anche i prossimi".

Quanto, alla possibilità che alle porte ci sia un autunno caldo per i rinnovi contrattuali Squinzi chiosa: "Non dipende da noi, io da presidente di Federchimica ho rinnovato sei contratti di lavoro nazionali senza un'ora di sciopero, questa sarebbe la mia aspettativa".

pc. 17 settembre - LA LOTTA PER IL LAVORO NON SI CONDANNA! TUTTI ASSOLTI I LAVORATORI SLAI COBAS SC DI TARANTO

E' con grande soddisfazione che i lavoratori, oggi addetti della selezione della differenziata alla Pasquinelli di Taranto, apprendono la sentenza emessa il 15 settembre dal Tribunale di Taranto, la quale parla chiaro: "tutti assolti": lavoratori e i responsabili dello Slai cobas per il sindacato di classe. 
Stiamo parlando dei 14 lavoratori Slai cobas addetti alla raccolta differenziata che all'epoca dei fatti, nel 2012, lavoravano presso la ditta Castiglia la quale effettuando la raccolta nella zona Lama-SanVito rappresentava lo Start-up di 6 mesi per poi passare nelle mani dell'Amiu.

Ma andiamo per gradi. Il processo, per poi arrivare alla sentenza di assoluzione di ieri, ha origine nel giugno 2012 quando i lavoratori in vista della fine dello start-up che era di soli 6 mesi (3 dei quali passati solamente alla distribuzione dei kit per la raccolta le cosiddette "pattumelle") e senza nessuna prospettiva positiva, visto che Comune e Amiu non davano risposte certe su quello che sarebbe stato il passaggio di consegne della raccolta dalla ditta Castiglia alla stessa Amiu e di conseguenza sul futuro degli stessi, sviluppavano varie forme di protesta. Questi lavoratori si erano conquistati con dure e lunghe lotte, iniziate dalla fine del 2009 con i Disoccupati Organizzati, questo lavoro e non potevano certo perderlo!
Ebbene, in questo clima di sofferenza, di ansia e di incertezza i lavoratori manifestavano con occupazioni legittime della stessa fabbrica (Castiglia), così come l'occupazione altrettanto legittima del piazzale antistante il Palazzo di città direttamente con i mezzi stessi per la raccolta con cui lavoravano.
Inutile dire che le accuse di interruzione di pubblico servizio sono cadute, lo stesso ingegnere della ditta Castiglia, ascoltato in tribunale, ha confermato che per quello che riguardava la ditta stessa non c'era stata alcuna interruzione, perciò erano accuse che non corrispondevano alla realtà; così come è caduta l'accusa di manifestazione non autorizzata per i responsabili dello Slai cobas sc.
In tutti questi anni di lotte per il lavoro, di denunce ne sono arrivate tante e ad oggi ancora ne arrivano altre. Denunce mirate a colpire e a reprimere chi osa alzare la testa, come i lavoratori e i coordinatori dello Slai Cobas colpiti svariate volte da provvedimenti penali ingiusti e illegittimi, perchè chi lotta per il lavoro non commette nessun reato!
Questa sentenza in un certo senso fa finalmente giustizia, perchè rappresenta anzi sancisce il diritto al lavoro, diritto che non si può condannare ne reprimere con attacchi verso chi rivendica il diritto a vivere dignitosamente.
E sulla base anche di questi esempi, di questi stimoli che la lotta deve andare avanti, deve continuare perchè  la repressione non ferma ma alimenta la ribellione e le lotte, e perciò non porta e non deve portare a nessun un passo indietro!

Francesco - operaio della Pasquinelli