proletari comunisti _PCm Italia
dal comunicato nazionale sull'autunno settembre 2015
....Sulla
questione immigrazione occorre assumere un ruolo di prima fila nella
solidarietà, nell'organizzazione della lotta dei migranti, nella
trasformazione dell'emergenza in lotta contro l'imperialismo, i suoi
Stati, i suoi governi - innanzitutto il nostro - che prima producono
miseria e guerra e poi rifiutano accoglienza, libertà di
circolazione, diritto d'asilo,diritto di cittadinanza.
Esprimere
solidarietà significa combattere innanzitutto il razzismo nelle
sue forme di Stato, politiche e nelle sue espressioni di massa.
Quest'ultimo
fronte è il fronte principale dato che noi puntiamo sulla
mobilitazione delle masse per raggiungere i nostri obiettivi.
Dallo
Slai cobas per il sindacato di classe di Palermo è partito un
appello a fare una battaglia esplicita contro il razzismo nelle fila
dei lavoratori, precari,disoccupati,masse popolari. E' una trincea
che deve investire le lotte, ma anche la base dei sindacati di base e
del sindacalismo confederale, dato che toccherebbe al sindacato come
organizzazione di classe e di massa essere protagonista della
solidarietà e dell'unità tra lavoratori e masse di migranti. Invece
oggi i sindacati confederali e non solo sono i
sostenitori del silenzio complice verso i governi
imperialisti, lasciano
soli i migranti che arrivano nei barconi, così come quelli rinchiusi
nei Cie, nei Cara e nei mille luoghi in cui sono depositati e
deportati
I
sindacati dei lavoratori devono promuovere manifestazioni di
solidarietà con i migranti e contro il razzismo. “Mai
con Salvini” non può essere la parola d'ordine e l'azione solo dei
settori più combattivi del movimento che pagano e paghiamo con
denunce, arresti.
Proletari
comunisti-PCm Italia e le organizzazioni del lavoro di massa da esso
dirette e influenzate devono promuovere prese
di posizione, scioperi, manifestazioni su questi temi.
In
questo senso l'eperienza dello Slai cobas per il sindacato di classe
di Taranto di questo ultimo mese è un esempio che parla all'intero
movimento di lotta.
E'
naturalmente importante l'organizzazione
sindacale di classe dei migranti che lavoranonel
nostro paese,
nel settore della logistica e in numerose fabbriche e posti di
lavoro.
Ma anche qui non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista.
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza.
Ma anche qui non si può tenere la lotta degli operai della logistica in un recinto sia pure combattivo e classista.
Proletari comunisti- PCm Italia si batte invece perchè questo settore proletario sia alla testa della lotta contro i padroni, contro l'imperialismo e che scenda in campo qui ed ora nella battaglia per l'accoglienza, la libertà di circolazione, il diritto di asilo e il diritto di cittadinanza.
La
questione migranti è l'espressione della contraddizione principale
nel mondo tra imperialismo e popoli oppressi. Sono
le guerre, la rapina e la contesa imperialista per il controllo delle
materie prime, delle fonti energentiche - dentro l'attuale crisi
economica mondiale - che tornano a casa; e quindi sono un terreno
centrale della lotta antimperialista all'interno dei paesi
imperialisti.
Noi
appoggiamo tutte le iniziative in corso, in Italia e in Europa, per
l'accoglienza, i diritti dei migranti, ma
in tutte queste iniziative dobbiamo sostenere con forza che non
esistono “migliori politiche per l'immmigrazione”, senza
rovesciare i governi imperialista, a partire dal nostro governo.
L'estate
ha fatto tornare in evidenza attraverso il carico di morte da fatica,
l'esercito sommerso dei braccianti, dalle campagne del sud a quelle
altrettanto pregne di schiavismo del nord. Tutti si sono dati a
raccontare la fatica e la schiavitù dei braccianti, tra cui tante
donne che oltre che schiavizzate vengono molestate e violentate;
tutti a scaricare la colpa solo sui caporali e a fare oggettivamente
da sponda alle cosiddette “nuove leggi sul caporalato” del
governo.
Ma
i caporali sono l'ultimo sporco anello di un sistema che è lo
sfruttamento capitalistico e imperialista dei braccianti e
dell'agricoltura, è
il sistema dei padroni che realizza nelle campagne già ciò che
governi e padroni vogliono realizzare in tutto il sistema industriale
con leggi, come il jobs act, ecc.
La
lotta nelle campagne è lotta anticapitalista e antimperialista dei
settori più sfruttati e schiavizzati del proletariato e
quindi è un anello della riorganizzazione, ricostruzione del
sindacalismo di classe, e dell'unità di classe.
Tocca
quindi al sindacalismo di classe assumersi questa responsabilità.
*****
Il
sindacalismo di classe non è il sindacalismo di base che
si modella secondo le normali dinamiche del dissenso sindacale di
tutti i settori del mondo del lavoro rispetto ai governi e al
sindacalismo confederale – vedi oggi la lotta contro la “Buona
scuola”, ecc. - ma
il centro e il luogo della riorganizzazione degli operai di fabbrica
e dei settori più sfruttati del proletariato.......
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