sabato 4 giugno 2011

pc 4-5 giugno - NOI NON DIMENTICHIAMO... verso Genova 2011!

A dieci anni dall'assassinio di Carlo Giuliani e della "macelleria messicana" delle giornate di Genova 2001, i responsabili non solo continuano a garantirsi l'impunità ma si promuovono…


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Due condanne, una carriera- Mortola promosso questore


A dieci anni dal G8 di Genova viene promosso a questore il funzionario condannato in appello sia per la "macelleria messicana" della scuola Diaz che per la complicità con l'ex capo della Polizia Gianni De Gennaro nel falsare le deposizioni dei testi: Spartaco Mortola, dirigente Digos nel luglio 2001, è diventato questore. Il sindacato Silp-Cgil grida allo scandalo, ma la nomina rientra in una strategia ben precisa del Viminale e dei vertici della Ps. Il messaggio che arriva da Roma, dal capo della polizia Antonio Manganelli in primis, è quello che conferma l'atteggiamento tenuto in questi dieci anni dai vertici del corpo, in barba al malessere di centinaia di funzionari e migliaia di agenti: "Quelli della Diaz non si toccano". Anche se si attende ancora il verdetto della Cassazione, le pesanti condanne di secondo grado (pene fino a 4 anni) non hanno mai, di fatto, interrotto la progressione delle carriere degli alti funzionari come Francesco Gratteri, Giovanni Luperi, Gilberto Caldarozzi, ai vertici dell'antiterrorismo e dell'antimafia. Mortola fu condannato a tre anni e 8 mesi per i falsi dei verbali di arresto della scuola Diaz e a un anno e due mesi (due in meno di De Gennaro) per l'induzione alla falsa testimonianza dell'allora questore di Genova Francesco Colucci. Roberto Traverso, segretario genovese del Silp Cgil firma un comunicato durissimo: "L'annuncio della nomina a Questore del dottor Mortola con decorrenza 1° gennaio 2011, non aiuta chi, come il Silp per la Cgil, si batte ogni giorno per l'immagine e i valori democratici della Polizia di Stato. Oggi siamo amareggiati e preoccupati, perché in un momento delicato e fondamentale per la nostra categoria, crediamo che il Dipartimento della Ps abbia perso un occasione per dare un segnale di rottura". Traverso si fa portavoce del malessere di tanti poliziotti della truppa, di quelli che non appartengono ai gruppi di vertice e che anche nelle vicende G8 sono gli unici ad aver pagato un prezzo: "C'è una base che chiede finalmente tutela per coloro che appartengono alla "truppa" e che per responsabilità oggettive, sono stati abbandonati, parcheggiati in un "limbo" ammantato da una livida cappa a forma di "prescrizione" alla stessa stregua di chi di responsabilità, se non altro deontologiche, ne ha, eccome". Sorprende il sindacato l'assoluta mancanza di senso dell'opportunità del Viminale: "Sarebbe stato importante attendere almeno l'esito della sentenza della Corte di Cassazione, visto che il dottor Mortola è stato condannato anche in appello all'interdizione dai pubblici uffici". Traverso, infine, auspica un ricongiungimento istituzionale tra Procura e Questura di Genova che certo non è avvenuto dopo le dichiarazioni del prefetto Manganelli improntate più alla rimozione che all'approfondimento. Infine una considerazione a pochi giorni dalle celebrazioni dei dieci anni dal G8 del 2001: "Scelte come questa non aiutano in particolare a Genova una città dove il tempo per certi argomenti sembra non voler scorrere e dove da tempo il Silp Cgil sta contribuendo con forza a prendere le distanze da chi non perde occasione per strumentalizzare e destabilizzare la piazza".




http://www.genova.rapubblica.it/




pc 4-5 giugno - FINCANTIERI: LE REAZIONI POLITICHE

Venerdì 3 giugno Fincantieri annuncia, davanti all'evidenza di una grossa mobilitazione operaia in corso a Roma, il ritiro dello schifoso piano industriale che prevedeva 2.551 licenziamenti, la chiusura degli stabilimenti di Castellammare di Stabia (NA) e Genova Sestri Ponente, ed il drastico ridimensionamento del sito di Riva Trigoso (GE).
Subito il mondo politico ne approfitta per fare a gara nel salire il più velocemente possibile sul carro del vincitore: si assiste ad un susseguirsi di dichiarazioni trionfali di vittoria degli operai, grazie al sostegno di questo o quel partito.
Il Governo ha la faccia di tolla di presentarsi alla stampa e far dichiarare, all'assai poco onorevole forzitaliota genovese Roberto Cassinelli: "Governo determinante per il ritiro del piano industriale che avrebbe causato alla Liguria un danno inaccettabile, con conseguenze drammatiche per i lavoratori".
Se qualcuno se ne fosse scordato, si tratta proprio dello stesso esecutivo il cui presidente del Consiglio dei ministri invitava la Fiat ad andarsene dall'Italia qualora gli operai di Mirafiori avessero respinto il ricatto dell'infame extracomunitario canadese; evidentemente allora le conseguenze sui lavoratori non interessavano il Padrino di Arcore ed il suo clan: sono lieto che abbiano cambiato idea, almeno all'apparenza.
I diversamente concordi del partito sedicente democratico mostrano soddisfazione, e si dichiarano pronti - per bocca del segretario genovese Victor Rasetto - a "discutere un piano serio di rilancio della cantieristica"; non ho dubbi che l'ignobile ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, non avrà difficoltà ad accontentarli, purché si faccia come pretende lui: come ampiamente previsto, ecco che sta per arrivare il modello Fiat.
Il capo dei rinnegati di Sel, Nichi Vendola, si accoda alle dichiarazioni dei sedicenti democratici, esigendo "dal governo B. una politica industriale nel settore della cantieristica".
Il Pastore valdese, dal canto suo, dopo aver espresso - così come Vendola del resto - la propria soddisfazione "per il ritiro del piano e per la vittoria degli operai", chiede il "rilancio dell'intero comparto delle costruzioni navali".
Un po' fuori dal coro dei giubilanti è, infine, la voce di Csp: il segretario Marco Rizzo esprime soddisfazione per la vittoria degli operai, "come si vede solo la lotta paga", ma contemporaneamente invita i lavoratori a non fidarsi, mancando allo stato le garanzie per il futuro.

Genova, 04 giugno 2011

Stefano Ghio - Comitato promotore Circolo Proletari Comunisti Genova

venerdì 3 giugno 2011

pc 3 giugno - importante documento del CC del Partito Comunista del Perù - a seguire documento commento del PCm Italia

traduzione ufficiosa

VIVA IL 31° ANNIVERSARIO DELLA GP IN PERU'
Che il maoismo passi a comandare la nuova grande ondata della rivoluzione mondiale.

“Per fare c'è bisogno di un partito rivoluzionario. Senza un p. rivoluzionario creato sulla base della teoria rivoluzionaria ml e senza lo stile è impossibile guidare la classe operaia e le ampie masse popolari alla vittoria nella lotta contro l'imperialismo e i suoi lacchè.

In più di 100 anni trascorsi dalla nascita del marxismo, solo grazie all'esempio che diedero i bolscevichi russi nel dirigere la rivoluzione d'ottobre nella vittoria contro l'aggressione del fascismo, si sono formati e sviluppati nel mondo partiti rivoluzionari di nuovo tipo.
Con la nascita di partiti rivoluzionari di questo tipo è cambiata la fisionomia della rivoluzione mondiale. Il cambiamento è stato tanto grande che ha prodotto nel mezzo del fuoco e delle tempeste, trasformazioni del tutto inconcepibili per la gente della vecchia generazione...
Con la nascita del partito comunista la fisionomia della rivoluzione cinese ha preso una caratteristica interamente nuova. Per caso non è sufficientemente chiaro questo fatto?!
(Presidente Mao Tse Tung).

Il PCP riafferma in questo 31° anniversario della nostra gloriosa guerra popolare la sua soggezione incondizionata alla Direzione, al Presidente Gonzalo, al CC e a tutto il suo sistema di direzione, alla nostra Base di unità partitaria.
Il CC applicando il pensiero gonzalo con fermezza dei principi mantiene la rotta della rivoluzione.
Salutiamo il popolo peruviano e in particolare i contadini poveri che stanno definendo il nuovo potere, con eroismo, con l'impronta e il temperamento con cui ci ha forgiato il Presidente Gonzalo.
Denunciamo e riteniamo responsabile il governo Aprista per la salute del presidente Gonzalo. Pagherà con gli interessi l'isolamento e la tortura alle quali è sottomesso. Il miserabile sa che ogni comunista ha l'obbligo di eseguire ciò che ha sanzionato. Genocida, tempo più o tempo meno ti faremo sentire il nostro profondo odio di classe!

SITUAZIONE INTERNAZIONALE

Il Direttore della Cia, Leon Panetta, ha avvertito che la crisi economica può destabilizzare alcuni paesi dell'America Latina e dell'Europa (25.2.2009). E a tal proposito dice: “Dobbiamo assicurarci di non essere sorpresi dalle conseguenze della crisi economica globale e di come essa influenza i paesi del mondo “.
Chiedono di porsi a riparo, così come ai popoli del mondo spetta iniziare e sviluppare più guerre popolari, il nemico è preoccupato per il suo futuro nero e di quello dei suoi compari revisionisti.
Che i partiti comunisti passino a dirigere la gp, il popolo è pronto, con la nostra inarrestabile ideologia, il Marxismo Leninismo Maoismo, principalmente il Maoismo, a sviluppare la nuova Grande Ondata della Rivoluzione Proletaria Mondiale.

L'attuale crisi economica internazionale ha generato la terza più importante recessione dei secolo XX e XXI, dopo quelle avvenute negli anni '30 e alla fine della seconda Guerra Mondiale.
L'economia Usa è un'economia truccata. L'imperialismo continua a tentare da un po' di tempo di risollevare la propria economia in crisi, senza riuscirci; la sola cosa che fa è ampliare la sua capacità di indebitamento; è, come è logico, s'indebita e s'indebita sempre più. E tenendo conto della globalizzazione, trasferendo i suoi “costi finanziari” sul resto del mondo, principalmente sulle nazioni oppresse, coinvolgendo in questo modello economico la Comunità europea, vediamo: Grecia, Portogallo... Spagna, e chi seguirà nella lista...? Si fa da fallimento a fallimento.
Vediamo ciò che dice il genocida Obama: “Se gli investitori mondiali pensano che il credito e la buona fede degli Usa non sono rispettati, se pensano che possiamo retrocedere dai nostri accordi di credito, tutto il sistema finanziario può collassare”, e ha poi aggiunto “possiamo cadere in una recessione ancora peggiore di quella che abbiamo fronteggiato e in una crisi finanziaria ancora peggiore di quella che abbiamo passato”.
Concludiamo con Michel Camdessus che dice: “La deregulation finanziaria che ha dominato nel mondo dagli anni '80 è stata la causa della “peggior crisi che ha vissuto l'arena mondiale negli ultimi 80 anni”.
L'ondata di proteste in Medio Oriente, la guerra in Libia, Siria hanno causato che il prezzo degli alimenti sia andato ai livelli più alti dall'agosto del 2008, prima che si sviluppasse la crisi finanziaria. Per questo c'è un piano di riposizionamento egemonico.
La struttura internazionale si va dispiegando in maniera complessa e contraddittoria. L'imperialismo Usa si è deciso ad impiantare un riordinamento integrale del sistema mondiale. Riordinamento che ha avuto ed ha nell'Asia centrale e Medio Oriente i suoi primi e principali spazi di manifestazioni.
Le guerra in Afghanistan e Irak, in Medio Oriente gli hanno permesso una proiezione geopolitica unica in una parte del mondo dove è influente ma che non può essere territorialmente stabile.
La installazione di basi militari dal cuore dell'Asia centrale al Corno d'Africa e la ricerca del controllo delle principali fondi energetiche, ne affidano il ruolo di potenza asiatica.
Agli inizi del secolo XX divennero una potenza emisferica; dopo la seconda Guerra Mondiale si trasformarono in “potenza atlantica”, con la guerra fredda si è forgiata come “potenza del pacifico”, con ilo dopo guerra fredda è cresciuta la sua influenza in Africa, e ora si espande in Asia.
Gli Usa cercano di controllare col sangue e col fuoco il Medio Oriente per il suo petrolio. Questo è stato a base della Dottrina Truman, della Dottrina Eisenhower, e della Dottrina Carter. E' per questo che gli Statui Uniti hanno sostenuto il regime dell'apartheid in sud Africa per il loro interesse di controllo della conca del Pacifico. Finita la guerra mondiale nel '45, con Franklin D. Roosevelt cercano di controllare dai confini dell'Eurasia. La formazione della Nato, del piano Marshall e le alleanze militari con Giappone e Taiwan, avevano questo obiettivo di diventare gendarme unico. Dalla seconda Guerra Mondiale il centro fu nell'Est e Ovest dell'Eurasia, Giappone e il lontano Oriente.
Il progetto di Nuovo Secolo Americano,o Dottrina Wolfowitz, plasmò la strategia della guerra preventiva. L'imperialismo pianificava l'intervento militare degli Usa in qualsiasi luogo, di fronte a un nemico chiamato “terrorismo” o “narcotraffico”. Il Pakistan, Bin Laden sono stati l'ultima applicazione di questo.
L'imperialismo cerca una posizione dominante nella regione del Golfo persico che serva come punta di lancia per future conquiste e affermazione di potere nella regione. Puntano contro la Cina e la Russia, così come contro Siria e Iran. Hanno cominciato in Iraq e si sono impantanati, gli costa 10miliardi di dollari al mese e molte perdite, cui è seguito il fallimento. Nel suo affanno per mantenere la sua egemonia, si sono impegnati in differenti parti del mondo. Ci sta bene per colpirli lì, che venga con tutte le sue migliori forze che saranno colpite. Benvenuti.
In America Latina l'imperialismo sostiene “... la dottrina di Difesa e Sicurezza si deve rafforzare e riposizionarsi in quegli spazi strategici dove esiste una situazione “di insicurezza”. Negli “Stati falliti” che sono brodo di coltura di “terrorismo”, come l'Amazzonia, la Tripla Frontiera, la Patagonia, la zona andina e il Venezuela...”, dove vi sono ricchezze in biodiversità e ricchezze naturali. Questa regione in America Latina ha un potenziale strategico in termini di ricchezza gas, acqua, petrolio, alimentari, quasi senza eguali nel mondo.

LO SVILUPPO DELLE CONTRADDIZIONI DELL'IMPERIALISMO E DELLE POTENZE IMPERIALISTE

Il petrolio costituisce circa il 45% del consumo di energia a livello mondiale, questo è un ricorso limitato e concentrato in pochi produttori: Asia Centrale, Medio Oriente e in America Latina Messico, Venezuela, Ecuador. La crescita della domanda del petrolio è esponenziale in Cina e si stima che “nei prossimi 25 anni aumenterà la domanda del 60% e in India il suo modello energetico avrà una “crescita del 50% nei prossimi 8 anni....”.
La crescita della Cina che punta ad una cosiddetta “uguaglianza strategica” obbliga l'imperialismo Yankee ed alcuni paesi della UE a prendere posizioni ed iniziative neo strategiche che orientino all'ottenimento di posizionamento delle fonti di produzione di petrolio a livello mondiale; o a stabilire “relazioni” con paesi chiave che assicurino le loro richieste. Per questo ci sono i multimilionari investimenti della Chevron-Texaco in Kazakistan, Shell in Nigeria, la disputa tra Pechino e Tokyo per la costruzione dell'oleodotto dalla Siberia fino al mar del Giappone. E Taiwan, Corea del Sud, Corea del nord, Brasile, Venezuela, tra le altre, costituiscono posizioni strategiche che servano da “piattaforma di crescita” per le potenze imperialiste Usa, Cina, Giappone. Questi iniettano capitali e costruiscono un fittizio “livello di sviluppo economico” in maniera tale che non possano essere intercettate facilmente da posizionamenti strategici delle altre potenze imperialiste. Vediamo la Cina che investe 10 mila milioni di dollari in Corea del Nord e che questa approva la concessione di uso per 50 anni di due isole alle grandi imprese cinesi perchè trasferiscano una parte della propria produzione manifatturiera. Lo scenario tra Cina e Stati Uniti vanno in una franca battaglia per il posizionamento strategico delle forniture di gas e petrolio attraverso guerre di rapina.
Spetta ai partiti comunisti smascherare e combattere tutto questo sviluppando più guerra popolare. E' necessario rafforzare l'internazionalismo proletario e per questo l'MPP sta portando avanti la campagna internazionale: applicare il maoismo e schiacciare il revisionismo, concepito come parte del compito di servire e imporre il maoismo come unico comando e guida della rivoluzione proletaria mondiale, sviluppando il dibattito internazionale per incarnare il maoismo e schiacciare il nuovo revisionismo e servire così all'avanzamento del MRI. Con vittoriose giornate di lotta e conferenze realizzate nel 2010 che sui sono concluse in Germania.
Quest'anno l'MPP deve proseguire nello schiacciare i gruppetti neri di capitolatori e degenerati che pullulano all'estero e che vogliono trafficare con la gp, rieditando “nuova intervista”, come il mercenario Borja.
Occorre precisare che il Pcp ha servito lo sviluppo del MRI, sviluppando go, schiacciando le posizioni egemoniste del PcrUsa, con il maneggio magistrale della Lotta tra le 2 Linee del Presidente Gonzalo, ha portato che l'MRI avanzi fino ad assumere il maoismo come terza e superiore tappa della nostra ideologia.
Di fronte all'arresto della nostra Direzione le tendenze egemoniste nel Corim alzarono la testa. Il Corim, il PcrUsa e alcuni altri partiti dentro il RIM, invece di prendere ferma posizione e combattere la montatura delle “lettere”, “accordo di pace”, non diffusero la posizione del CC del PCP, dissero che “occorreva investigar”. Dopo nel '95 dissero “che Gonzalo poteva stare dietro le lettere” e abbandonarono successivamente la campagna per salvare la vita del Presidente Gonzalo.
La posizione del PCN, membro del RIM,per l'accordo di pace in Nepal e di integrazione nel vecchio stato sotto la direzione del c. Prachanda, con una capitolazione che serve solo il piano della reazione di frenare la gp, disarmarla, smobilitare l'esercito rivoluzionario e integrarlo nel vecchio stato. Il PCP fece appello alla sinistra in Nepal a respingere questo cammino e a continuare con la gp, mentre quelli che dirigevano il Corim una volta ancora conciliarono e capitolarono dalle proprie responsabilità sostenendo questo con delle ambiguità.
Successivamente in seno al RIM si impiantarono “la sintesi del c. avakian” e “il cammino del c. Prachanda”, contrastando l'imposizione nel mondo del maoismo, così come in concreto quando dovevano prendere chiare e ferme posizioni, se ne sono venuti con “condizioni nuove da analizzare”.
Il PCP ha sostenuto impulsare sempre più la gp per servire lo sviluppo del RIM e della rivoluzione mondiale e portare a fondo il dibattito internazionale, sull'applicazione di ciò che è fondamentale del maoismo, il Potere, sviluppare la lotta delle due linee contro la capitolazione in seno al RIM,così come combattere la miserabile LOD revisionista e capitolazionista perchè le sue azioni convergono con i piani della CIA. Come i fatti mostrano al mondo, Merino Barted, in complicità con Montesinos, hanno redatto le lettere dell'accordo di pace e che le cosiddette “autocritiche e presentazioni” (dei miserabili quali Nancy, La Pantoja, Morote e tutta la serie di capitolatori) sono state con le istruzioni e l'ausilio di Montesinos nei canali della televisione che controllava, come da prove. Chiamiamo il proletariato ad unirsi fermamente nel “applicare il maoismo, combattere implacabilmente il revisionismo, che l'MRI assuma le proprie responsabilità con fermezza, considerando che ha l'esperienza e l'appoggio di tutti i suoi membri nella convocazione di una riunione allargata per rafforzare l'internazionalismo proletaria. Il punto centrale è appoggiare le gp che si stanno sviluppando e iniziando.

LA SOCIETA' PERUVIANA. IL CAPITALISMO BUROCRATICO.

Durante i primi anni del governo del genocida e vendipatria Fujimori – per sviluppare il capitalismo burocratico, con la fazione della borghesia compradora e annientare la gp nell'equilibrio strategico, di fronte all'inefficiente e corrotta amministrazione dello Stato, così come per le pressioni “gremiales” della borghesia burocratica che mentre sosteneva i cambiamenti che promulgava il governo esigeva più misure economiche “protezioniste” - il fascista decide di fare un auto golpe chiamato di “ricostruzione nazionale” con il sostegno dell'imperialismo Yankee e il sostegno della Cia e delle forze armate.
L'arresto del Presidente Gonzalo porta al fatto che la borghesia compradora lo capitalizza e cerca di legittimarsi convocando il Congresso Costituente Democratico e in seguito rieleggendolo nel 1995. In mezzo a questo l'imperialismo Yankee con il suo sistema finanziario e la borghesia mostrano il loro totale compiacimento perchè considerano che questo assicurava continuità e approfondimento del capitalismo burocratico con maggiore reazionarizzazione dello Stato, optando per il regime fascista. Puntando all'”inserimento nel sistema internazionale” che non è altro che porsi al servizio del miglior offerente sul cammino per il TLC (Trattato di Libero Scambio), ponendosi in condizioni di esportatori di materie prime: minerali, gas, oro e tutto quello che si può vendere dalla costa alla sierra e alla selva. Oggi l'agente di Garcia dice che c'è bisogno di un sostegno politico con il “pappagallo dell'ortolano”, cosa che non è altro che l'ostentazione del proprio egocentrismo, nel grottesco ed estenuante sforzo di presentarsi come lacchè dell'imperialismo. Questa politica ha portato al fatto che la borghesia burocratica e compradora cerca di accomodarsi nella aggiustamento dei prezzi e nell'apertura dei mercati, nella vendita delle imprese pubbliche, nel pagamento delle obbligazioni dei tributi potenziando la SUNAT come Ente di ricatto poliziesco. La riduzione dell'inflazione costringe la borghesia compradora a concentrarsi nella ripartizione del mercato e ad impiantare misure per consolidarsi cercando capitali per sopravvivere, consolidandosi nell'apertura e deregulation dei mercati così come delle privatizzazioni. Essa sta cercando infruttuosamente finanziamenti internazionali per realizzare fusioni come “joint venture” con le imprese delle potenze imperialiste e mettersi in condizione di essere “mercato” della cosiddetta “globalizzazione mondiale”.
Questo porta a ridefinire il ruolo del vecchio Stato come promotore di regole economiche, di politiche sociali che portano la popolazione in estrema povertà nella sierra e nella selva (vedi proposta di Hernando De Soto per ottenere il tuo titolo “COFOPRI” e sollecita il credito e dopo di che mi rifaccio con il gas, l'oro, il rame, ecc...). Si impulsa l'aumento delle tasse alle imprese di servizi pubblici privatizzati di capitale straniero che godono di monopolio. La borghesia burocratica cerca di mantenere il vecchio regime di proprietà statale, combinandolo con l'economia di “organismi di credito multilaterali”. Attualmente in queste elezioni la borghesia compradora di presente con la figlia del genocida come sua maschera in una contesa con la borghesia burocratica (Humala). Entrambi sono per servire sempre di più il grande capitale e sono disposti a firmare qualsiasi compromesso che si presenta per continuare a sfruttare e opprimere il popolo.
Per questo il popolo ha un solo cammino, il cammino democratico, la guerra popolare, demolire il vecchio Stato. Non bisogna porsi alla coda di nessuna fazione come lo fanno apertamente i revisionisti, la LOD revisionista e capitolazionista con la sua proposta di capitolazione dell'accordo di pace. Nessuno ha ottenuto niente se non maggiore fame, più disoccupazione, più denutrizione, più repressione, da parte del vecchio Stato con la sua politica di criminalizzazione delle lotte e di schiacciamento con il sangue e con il fuoco di ogni protesta. Il capitalismo burocratico matura le condizioni per la rivoluzione e la sua vittoria.


LA GUERRA POPOLARE E LA LOTTA DEL POPOLO PERUVIANO

Noi riaffermiamo che “il partito deve organizzarsi sulla base del centralismo democratico, con Statuto unico e una disciplina uguale per tutti e... con un solo organo di direzione alla testa, vale a dire il Congresso del partito e, negli intervalli tra un congresso e l'altro, il Comitato Centrale, con la sottomissione della minoranza alla maggioranza, delle distinte organizzazioni agli organi centrali e delle organizzazioni inferiori alle superiori”.
Diffondere comprensione chiara della guerra popolare nel 31° anniversario, il nostro percorso, la situazione attuale e la prospettiva, perchè lo comprenda la classe, i contadini e le masse in generale. E' applicando le nostre leggi che arriveremo alla meta del comunismo. La rivoluzione si sostiene qui nel paese, l'appoggio internazionale è necessario, noi continueremo a combattere e ci prepariamo per ogni contingenza. Le vittoriose azioni dell'EPL che si sviluppano in lungo e in largo del paese, in legame con le lotte rivendicative delle masse sotto la direzione del partito. La classe, il popolo e le masse partecipano alla guerra popolare, caratterizzandola come guerra di massa e che si viene esprimendo in un salto nel legare la lotta rivendicativa alla lotta politica, smascherare il ruolo dello Stato reazionario, Stato che bisogna combattere con maggiore organicità, con piani e congiunture, per questo il partito è stato sempre con i minatori, gli insegnanti, con le comunità della selva, gli universitari, che sono sempre più disposti a dare la vita per difendere l'acqua dei propri villaggi, delle proprie terre, la giornata di lavoro, la stabilità lavorativa, a lottare contro la SERVIS. Come dice la parlamentare Gloria Ramos: “La principale causa dei conflitti nel nostro paese è il governo. Con la promulgazione del pacchetto di decreti legge nell'ambito dell'implantazione cdel TLC, si pretende di violare i territori dei villaggi contadini e indios e facilitare l'ingresso dei grandi capitali senza il consenso né il permesso delle comunità, i 99i decreti legislativi sono da rivedere, violano i territori dei villaggi indigeni, bisogna creare i meccanismi e le strategie necessarie per i,l compimento dell'accordo 169 della OIT e cercare di promuovere lo sviljuppo sostenibile delle comunità amazzoniche e andine”.
Nel Perù ci sono 233 conflitti sociali, di essi 159 sono “attivi” e dentro questo gruppo 92 si incontrano nel “processo di dialogo”, secondo l'ultimo rapporto dei Difensori del Popolo. Altri 74 sono nello stato “latente”. Dicono, quindi, attivi, dialogo e latenti e non vanno più in là nella comprensione. In realtà sono lotte rivendicative che avanzano nella comprensione e assumono un carattere politico, ci sono salti di qualità in rapporto agli anni '90 e vanno avanzando nella loro coscienza di classe. In accordo con il rapporto dei difensori del popolo “il maggior numero di conflitti sociali si colloca nel dipartimento di Ancahs (26 casi), Puno e Lima (21 casi).
I conflitti socio ambientali occupano il 50,2% (117 casi) del totale, seguono i conflitti per provvedimenti dei governi locali con l'11,2% (26 casi) e i conflitti per provvedimenti del governo nazionale con il 10,3% (24 casi).
In tutte queste lotte popolari le masse si rivoltano risolutamente affrontando leggi che danno carta bianca alla repressione di sparare per uccidere; la legge 29166 che stabilisce regole di impiego della forza da parte del personale delle forze armate nel territorio nazionale, la legge 28222 che nel 2007 il governo ha approvato con 11 decreti legislativi in materia di crimine organizzato e che sono in contrasto con la stessa Costituzione e che stabiliscono per esempio sanzioni per chi blocca una strada, licenziamento per funzionari pubblici che appoggino richieste lavorative, e che dichiarno non imputabuili membri delle Forze Armate e della polizia nazionale che causini lesioni o morte nel “compimento del loro dovere”, insieme ad altri, quali lo spionaggio dichiarato di giornalisti reazionari che filmano durante le lotte per dare i filmati alla polizia, persone che abbiamo già colpito come spetta a questi miserabili mangiapane. In concreto c'è un aumento e qualità delle lotte del popolo peruviano che si riaffermano nella violenza rivoluzionaria giusta e corretta per difendersi e conquistare le loro rivendicazioni, disposte a pagare un prezzo nelal chiarezza che lottano contro il vecchio Stato e che le trattative di dialogo sono anticamera di più repressione. Come dice il responsabile dell'area dei conflitti sociali dei Difensori del Popolo, Rolando Luque: “negli ultimi tre anni sono morte più di 80 persone e ci sono stai 1200 feriti”. Sono cifre al ribasso ma che si avvicinano alla realtà.
In concreto il popolo va elevando le proprie lotte rivendicative e il partito sempre si è trovato al suo fianco, per questo respingono e condannano i miserabili della LOD capitolatori che vogliono solo accomodarsi in poltrone e Comuni per avere l'autorità di continuare il loro rapporto con la polizia e porsi a disposizione delle fazioni del capitalismo burocratico.
Dall'altro lato, l'imperialismo e la reazione nel suo affanno di liquidare la gp usa le masse come carne da cannone. Si sviluppa quindi una contesa in cui le masse popolari prendono il loro posto nell'arena di questa contesa e si sviluppa in termini cruenta e completamente la contraddizione tra la reazione e l'imperialismo che vuole mobilitare le masse per la sua guerra antisovversiva e noi che le mobilitiamo per la guerra popolare.
Popolo peruviano, facciamo appello a boicottare queste elezioni che sono solo per cambiare chi deve sfruttare di più il popolo, chi deve opprimere e che sono una necessità del capitalismo burocratico che ci dice che ci sarà cambiamento, onestà, ecc. per nascondere i loro veri interessi di classe, di come impiantano il loro monopolio di generi alimentari, mantenere i suoi SERVIS ces per mantenere i bassi salari e una contesa tra borghesia compradora e burocratica e una lotta per chi deve opprimere il popolo, mascherandosi da difensori de popolo. Diciamo basta.
ELEZIONI NO! GUERRA POPOLARE SI!

VIVA IL 31° ANNIVERSARIO DELLA GUERRA POPOLARE!
VIVA IL GLORIOSO PARTITO COMUNISTA DEL PERU'!
VIVA IL PRESIDNETE GONZALO!
VIVA IL MARXISMO-LENINISMO-MAOISMO, PENSIERO GONZALO, PRINCIPALMENTE PENSIERO GONZALO!
ELEZIONI NO, GUERRA POPOLARE SI!

PCP – Comitato Centrale – Maggio 2011

Pubblichiamo l'ultimo importante documento del Comitato Centrale del Partito Comunista del Perù, ripreso dalla riproduzione ad opera del Movimento Popular Perù (MPP).
Si tratta del documento più sviluppato pervenuto negli ultimi anni, in cui viene elaborata un'analisi aggiornata della situazione internazionale, della lotta contro l'imperialismo e del movimento comunista internazionale; così come un'analisi puntuale della situazione nazionale nella contesa tra le due colline: quella del regime e dell'imperialismo, da un lato, quella delle masse popolari, dall'altro.
Si tratta di un documento da studiare e approfondire e con cui confrontarsi con precisione e puntualità, particolarmente importante nella fase che attraversa il movimento comunista internazionale, il Movimento Rivoluzionario Internazionalista, i partiti e le organizzazioni marxiste-leniniste-maoiste.
Noi sottolineiamo in particolare nella situazione internazionale l'analisi aggiornata dell'imperialismo americano nella fase della presidenza Obama, in cui viene messo in rilievo che “l'imperialismo USA ha deciso di costruire un riordinamento integrale del sistema mondiale”. Concetto che condividiamo e che permette di leggere correttamente gli attuali sviluppi della situazione internazionale, con riguardo – ad esempio – le rivolte in atto nel mondo arabo e Golfo Persico.
Nel documento viene sottolineata l'importanza che assume lo scenario della contesa tra Cina e Stati Uniti. Anche questo è da noi condiviso e permette la comprensione di numerose dinamiche in atto in Asia come nel mondo.
Nel tracciare i compiti dei comunisti e il ruolo del PCP, il partito rilancia la proposta di una Riunione Allargata del Movimento Rivoluzionario Internazionalista (MRI) per affermare il maoismo e combattere il revisionismo nelle forme attuali in cui esso si presenta in seno al MRI e che pone all'ordine del giorno lo sviluppo delle guerre popolari come punto chiave per lo sviluppo del MRI e della rivoluzione mondiale. Il nostro partito è da sempre impegnato su questa strada in questi anni, sia al fianco del Pcp, sia con la propria azione autonoma su scala mondiale per contribuire alla realizzazione effettiva di questi obiettivi. E' in questa chiave che bisogna comprendere l'importanza della Dichiarazione del 1° Maggio 2011, della campagna di sostegno alla guerra popolare in India, del raccordo in corso con partiti membri del MRI per realizzare questa riunione, della realizzazione di una nuova rivista internazionale, Maoist Road, con partiti e organizzazioni del MRI e con partiti e organizzazioni fuori dal MRI, per sviluppare un dibattito internazionale, documentato, aperto, necessario nella costruzione di una nuova conferenza internazionale che costituisce un secondo passo in avanti in direzione dell'Internazionale comunista.
In questo ribadiamo al PCP e al MPP che le proprie responsabilità bisogna assumerle realmente, non basta fare appelli e promuovere proprie conferenze, bisogna prendere posizione nel percorso che permette di realizzare gli obiettivi dell'appello. Lanciare appelli e non fare passi pratici è un modo nel nostro movimento già criticato da Marx, Lenin, Mao. Per cui non è giustificato la mancata firma del PCP, finora, della Dichiarazione del 1° Maggio, né l'assunzione assai parziale, da parte del MPP, della campagna di appoggio alla guerra popolare in India.
Ora è necessario aderire, pur secondo le proprie posizioni, alla proposta di partiti e organizzazioni del MRI di convocazione della Riunione Allargata; condurre la lotta contro il revisionismo, rappresentato essenzialmente dal PcrUsa e dalla direzione di Prachanda del PCNUm, una lotta che va combinata contro il liquidazionismo e il rivoluzionarismo piccolo borghese, presente in internet e nell'area america latina che dietro le bandiere del mlm combina fraseologia mlm e pratica opportunista nei confronti dei processi effettivi delle rivoluzioni e delle guerre popolari.
Questa battaglia non si conduce solo attraverso la pubblicazione dei propri documenti sui propri organi di stampa e blog, ma creando qui ed ora delle sedi e degli strumenti comuni di questo dibattito. Questo è per esempio il ruolo che vuole svolgere Maoist Road, di cui è in uscita, dopo il numero '0', il 1° numero.

Il documento del PCP sulla situazione nazionale rende chiara la posizione del partito nell'attuale fase rispetto alle elezioni, rispetto allo sviluppo attuale della guerra popolare, rispetto al ruolo e alla fase delle lotte rivendicative e sociali dei proletari e delle masse popolari peruviane, mostrando con chiarezza cosa significa guerra popolare come guerra delle masse, anche in una fase complessa e difficile come quella che attraversa il PCP e il suo CC negli anni dell'uscita del recodo, della lotta contro la Lod, ma anche nella fase in cui la ricostruzione e sviluppo del partito e della guerra popolare viene messa in discussione e ostacolata dalla presenza di gruppi in Perù di stampo caudilleros che non contribuiscono cero allo sviluppo del partito e della gp ma che convergono con le teorie dell'imperialismo e del regime, volte a seminare confusione, divisione e liquidazione del partito Comunista del Perù e del suo Comitato Centrale.
Di qui l'importanza che ha il sostegno internazionalista al PCP e al suo CC e all'essenziale di questo documento in questa fase. Di qui l'entusiasmo con cui assolviamo al compito internazionale di pubblicarlo, diffonderlo e sostenerlo in tutte le forme che sarà necessario, e in stratta e costante, indistruttibile relazione con il Partito, la sua Direzione, il suo organismo generato per l'attività all'estero, l'MPP.

VIVA IL 31° ANNIVERSARIO DELLA GUERRA POPOLARE!
VIVA IL GLORIOSO PARTITI COMUNISTA DEL PERU'!”
VIVA IL MARXISMO-LENINISMO-MAOISMO!
VIVA L'INTERNAZIONALISMO PROLETARIO!
GUERRA POPOLARE FINO AL COMUNISMO!

Pcm – Italia

3.6.2011

pc 3 giugno - solidarietà con le masse siriane in rivolta contro il regime dittatoriale, antipopolare, falsoantimperialista di ASSAD

Da settimane ampi settori di giovani e delle masse popolari si ribellano al regime siriano, nel quadro della grande ondata di rivolta che attraversa il mondo arabo, dal Maghreb al Golfo Persico.
I comunisti e antimperialisti degni di questo nome non possono che essere dalla parte delle masse arabe in rivolta,compreso quelle siriane.
Sappiamo bene che l'imperialismo USA, il sionismo israeliano, gli imperialisti europei divisi tra di loro, considerano il regime siriano, un regime scomodo, non allineato ai loro interessi e quindi cavalcano alcune delle forze presenti nella rivolta per sostituire il regime di Assad a un regime ad essi allineato; sappiamo bene, e la Libia insegna, che sono disponibili all'intervento militare diretto per raggiungere i loro scopi; ma non è assolutamente accettabile che questo oscuri la natura effettivamente reazionaria e borghese del regime siriano, che non data da oggi ma da molti anni, e che ci sia chi pur definendosi comunista e antimperialista, lo sostenga e consideri le rivolte di masse pura cospirazione.
Questo è inaccettabile e queste forze nel nostro campo devono essere apertamente criticate, sia pure nel contesto della lotta contro l'imperialismo e le sue guerre,
I comunisti, i proletari, i giovani e le masse povere della Siria, devono avere il nostro sostegno e non bisogna lasciare campo libere alle forze filomimperialiste che ci sono nelle rivolte arabe.


Proletari comunisti
3 giugno 2011

pc 3 giugno - Torino: Libertà per i prigionieri, viva l’Antifascismo, no al TAV.

Libertà per i prigionieri, viva l’Antifascismo, no al TAV.

Lo scorso venerdi, 27 di maggio, la polizia italiana a compiuto una retata contro 20 compagni, mandando in carcere sette di loro. Alla fine, un compagno è in carcere, altri due sono in arresto domiciliario e altri due non sono stati trovati a casa.

L’accusa è stata questa: partecipare e provocare casini nella manifestazione contro l’inaugurazione della nuova sede neofascista del movimento Casa Pound nella città di Cuneo. Non è la prima volta che utilizzando argomenti cosi per reprimere i militanti antifascisti, e gli attivisti contro le grandi opere. Anche all’inizio di quest’anno avviamo avuto la notifica di un’altra retata del genere. Adesso sono andati un’altra volta contro alcuni di quelli.

Pare che il fatto di aver partecipato alla manifestazione contro Casa Pound possa essere solo una scusa. Infatti, non è casuale che gli arrestati siano quelli che lavorano e lottano nella Val di Susa contro il distruttivo progetto del Treno di Alta Velocità.

Il 31 maggio scade per lo stato Italiano la data d’inizio per i lavori del TAV, o al contrario, perderebbe l’aiuto economico della Comunità Europea. Perciò, magari questi movimenti sono dovuti al dover “pulire” l’opposizione.

Askapena denuncia le retate arbitrarie e preventive dello stato Italiano contro qualsiasi movimento ribelle.
Denunciamo il carattere repressivo dello stato, perche invece di ascoltare la parola dei cittadini e le idee del suo settore più consapevole, la polizia difende ciecamente l’interesse del capitale, utilizzando giudici e leggi contro i militanti e lottatori.

Definitivamente, chiediamo di lasciar liberi i prigionieri, lasciare in pace i repressi, negare la protezione politica al fascismo e fermare i progetti distruttivi.

Viva la lotta dei popoli, viva l’antifascismo.

Askapena

Euskal Herria

30 maggio 2011.



__________ Informazione NOD32 6176 (20110603) __________

pc 3 giugno - Arrestato il finanziere Cimino, si allontana la soluzione per gli operai della Fiat di Termini Imerese

E’ scattata ieri per i 2.300 operai della Fiat e del suo indotto la cassa integrazione. Lo stop forzato durerà fino al 6 giugno. Ma nuova cassa integrazione è già in programma per i giorni 13, 14, 15 20, 24 e 27 giugno.

Con l’arresto di Simone Cimino, presidente del fondo Cape natixis, promotore del progetto per l’auto elettrica al posto della Fiat a Termini Imerese, si chiude definitivamente l’illusione anche su un altro possibile tassello del rilancio dell’area e diventa sempre più difficile recuperare altri progetti seri tenendo conto comunque che siamo già a giugno.

La situazione si fa giustamente tanto preoccupante che il neo sindaco di Termini Imerese del centrodestra, Burrafato, in un articolo dell’1 giugno, sul Giornale di Sicilia, interviene, dicendo che la chiusura sarebbe devastante e per dire a quanto ammonta il danno cita “una recente simulazione dello Svimez la valuta in termini economici pari a mezzo punto percentuale sul PIL siciliano (circa 395 milioni di euro) ed in termini occupazionali pari a 2,5 volte degli addetti impiegati nello stabilimento (circa 1.400 unità). Da questa analisi emerge chiara la gravissima ricaduta sociale che la chiusura dello stabilimento comporta.” La “ricaduta sociale” significa per il sindaco che perdendo buona parte del settore industriale del territorio perderebbe anche buona parte dei voti.

Burrafato rifà la storia dell’Accordo di programma e dice che “nei giorni scorsi è stata inserita nella short list l`offerta della DR Motors pervenuta dopo la firma dell`accordo... Avevamo la necessità di bloccare le risorse pubbliche (450 milioni di euro) per evitare che si volatizzassero.”(!) Si vede che Burrafato conosce bene i suoi (amici) polli…

Più passa il tempo è più le cose diventano chiare per tutti, infatti, si fa “sindacalista” e continua sullo stesso tono: “Iniziano a preoccuparci i tempi di attuazione dell`accordo stesso. Se il programma di reindustrializzazione del ministero dello Sviluppo economico non si dovesse (ahime!) concludere nel senso sperato (totale reimpiego dei 2200 lavoratori) sarà necessario rivedere la decisione dell`ad della Fiat Marchionne: la dismissione automatica a data fissa (31.12.2011) dello stabilimento di Termini.

“L`entrata a pieno regime del sistema produttivo che verrà dopo Fiat comporterà tempi non brevi e sarà necessario prefigurare iniziative straordinarie che garantiscano il reddito ai lavoratori durante il periodo di transizione e misure incentivate per gli addetti in età quasi pensionabile. Ma ancora di più resta da definire il "pegno" che Fiat deve pagare a questa terra. Non è ipotizzabile una dismissione senza risarcimenti. Non può essere spendibile come risarcimento la messa a disposizione gratuitamente dello stabilimento in favore delle nuove attività imprenditoriali.

Parte di quello stabilimento è stato fatto con i soldi dei contribuenti siciliani. Questo territorio deve rivendicare ancora misure a carico del Lingotto.”

Questa “minaccia” nei confronti della Fiat l’ha fatta qualche altra volta, ma in che modo vorrebbe costringere Marchionne a ripensarci non lo dice…

“Avevamo richiesto congiuntamente a Confindustria Palermo, al Governo regionale e al Parlamento siciliano, il varo di un provvedimento legislativo per il rilancio produttivo di Termini: la semplificazione delle procedure amministrative per favorire l`insediamento di nuove attività produttive. Il dibattito parlamentare, purtroppo, ha inghiottito questa norma; adesso attendiamo la sorte del nuovo disegno di legge ripresentato dal Governo regionale. L`insediamento dovrà essere accompagnato da opportune iniziative nel campo della ricerca e dell` innovazione tecnologica per garantire lunga vita al nuovo sistema produttivo post-Fiat.”

“Di questa rivendicazione se ne deve far carico il Governo regionale.

“Se le risposte non saranno quelle attese la sfiducia - temiamo - lascerà il passo alla rabbia…”

Noi non temiamo, noi auspichiamo. Giustamente!

pc 3 giugno - Chinisia migranti fuggono dal CIE / Lampedusa migranti ingoiano lamette



Per la chiusura di tutti i Cie/lager

Libertà per tutti gli immigrati

***
Fuga riuscita. Di 81 tunisini reclusi da una decina di giorni nel nuovo centro di identificazione e espulsione di Chinisia, stanotte sono riusciti a scappare in 44! Hanno scavalcato la doppia file di container che circonda la tendopoli per poi far perdere le proprie tracce dandosela a gambe levate nelle campagne attorno. Si tratta della seconda fuga in dieci giorni dal Cie inaugurato lo scorso 20 maggio. Almeno uno dei fuggitivi si sarebbe ferito nel tentativo di fuga ed è stato medicato e riportato al centro di espulsione...

Intanto a Lampedusa continuano gli atti di autolesionismo. Dieci dei tunisini reclusi da un mese sull’isola, senza convalida del giudice e dunque in modo illegale in un centro giuridicamente predisposto all’accoglienza e non alla detenzione, hanno ingoiato ieri lamette da barba e pezzi di vetro per protesta e sono stati ricoverati nel poliambulatorio dell’isola. Nelle ultime 24 ore sono ormai una ventina i reclusi che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche per episodi di autolesionismo. Quattro dei dieci ricoverati al poliambulatorio sono stati trasferiti su un elicottero del 118 all’ospedale di Agrigento, dove già ieri erano stati trasferiti altri quattro reclusi. Il ricorrere di questi gravi episodi di autolesionismo la dice lunga sul clima di tensione che si respira al centro di accoglienza di Lampedusa, trasformato per l’occasione in galera.

E che è destinato a sfociare prima o poi in un’altra rivolta...

http://fortresseurope.blogspot.com

pc 3 maggio - gli operai fincantieri con la loro lotta stoppano il piano

ROMA - "Il piano presentato nei giorni scorsi non era una novità per nessuno, sono una persona che si assume le sue responsabilità ma con gli attacchi subiti da tutte le parti, da destra e sinistra, anche la mia forza viene meno. Ritiro il piano e spero che cosi si possano esorcizzare le tensioni". E' quanto avrebbe affermato l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, secondo quanto riferiscono fonti sindacali. Parole accolte dalla "soddisfazione" del ministro Romani e dagli applausi del lavoratori fermi vicino l'arco di Costantino a Roma. "E' un primo risultato, la battaglia continua", ha detto il segretario generale della Fiom di Genova Franco Grondona. E, rivolto allo schieramento di polizia che ha impedito alla manifestazione di arrivare al Colosseo, ha aggiunto: "Saluto e ringrazio anche le forze dell'ordine che volevano farci il trappolone ma se la sono presa....". Un riferimento alla decisione delle forze dell'ordine di bloccare i manifestanti a meta' tra il Circo Massimo e il Colosseo, stretti tra due cordoni di sicurezza. Polemico anche il sindaco di Genova, Marta Vincenzi: - "Oggi abbiamo dimostrato molta più responsabilità del Questore e delle forze dell'ordine".

comunicato
La vera rivolta operaia di questi giorni ha costretto il governo e Fincantieri a fare un passo indietro, la lotta paga.
Ma sbaglierebbero gli operai a pensare che è finita, è solo una ritirata tattica in attesa di tempi migliori e di un logoramento.
Il piano fincantieri verrà ripresentato con i suoi caratteri di dismissione, piu sfruttamento, meno diritti.
Ora però hanno fatto marcia indietro.
Una indicazione per tutte le fabbriche in lotta!

Proletari comunisti




da repubblica

Il piano prevedeva la chiusura degli stabilimenti di Sestri Ponente e Castellamare di Stabia, nonché il ridimensionamento di Riva Trigoso. Secondo le indiscrezioni la via per accantonarlo erano le nuove commesse pubbliche nel settore militare e gli incentivi ai privati per l'ammodernamento delle flotte. Adesso, dopo il ritiro, si aprirà la trattativa. Già nei prossimi giorni si apriranno due tavoli regionali, in Campania e in Liguria. "Se non ci saranno soluzioni condivise non ci sarà la chiusura di nessuno stabilimento" dice il ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani.

Operai in strada. La riunione si è svolta all'Eur, nella sede distaccata del ministero per lo Sviluppo Economico, e non nel centro di Roma come previsto inizialmente. Lo spostamento, dovuto alla presenza di numerose delegazioni straniere arrivate nella capitale per la festa del 2 giugno, ha suscitato polemiche tra sindacati e lavoratori, che hanno accusato il governo di voler nascondere la loro protesta. Nella capitale sono arrivati circa 2.000 operai 1, da Genova e da Castellammare di Stabia, ma anche da Palermo, Porto Marghera, Trieste, Monfalcone e La Spezia. Dopo la notizia del ritiro del i manifestanti si sono avviati verso la Piramide Cestia dove il coreto si è sciolto.

Stop al blocco del cantiere. Lo stop ha avuto, come prima immediata conseguenza, la fine - dopo 260 ore consecutive - del blocco della portineria del cantiere di Riva Trigoso a Genova. "Una Caporetto per l'amministratore delegato Giuseppe Bono - commenta Sergio Ghio, responsabile Fiom per il Tigullio - che ha ufficialmente ritirato il nefasto progetto di ridimensionamento della Fincantieri. Ovviamente non abbasseremo la guardia ma certamente ora si ripartirà a discutere del futuro della Fincantieri su basi non calate dall'alto ma con nuovi presupposti di investimenti e di certezza dei posti di lavoro".

(03 giugno 2011)

pc 3 giugno - ennesima grande tragedia dei migranti nel Mediterraneo

Ennesima tragedia nel Mediterraneo
trovati 150 cadaveri al largo della Tunisia
Si tratta di migranti che speravano di raggiungere l'Europa a bordo di un barcone andato in avaria. La guardia costiera aveva tratte in salvo 570 persone, altre 200-270 risultavano disperse

TUNISI - Centocinquanta cadaveri sono stati trovati al largo della costa tunisina. Si tratta di migranti che erano a bordo del barcone andato in avaria 1 durante la traversata verso Lampedusa. La notizia è stata data da un funzionario dell'Onu.

Ieri l'agenzia di stampa tunisina Tap aveva riferito che 570 persone erano state tratte in salvo e altre 200-270 risultavano disperse. Arrivato a una ventina di chilometri dall'isola di Kerkennah, il barcone si era trovato in difficoltà a causa di un guasto e del mare mosso. I profughi avevano cercato di raggiungere alcuni piccoli pescherecci e si erano accalcati. La ressa ha fatto rovesciare le imbarcazioni e la guardia costiera tunisina era riuscita a salvare soltanto una parte dei naufraghi.

"Finora 150 corpi di rifugiati sono stati trovati al largo delle coste di Kerkennah - ha detto Carole Laleve, funzionario dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati - Le operazioni di ricerca proseguono". Secondo la Mezzaluna rossa tunisina, l'equivalente della Croce rossa, i cadaveri recuperati sono 123.

L'Acnur fornisce le cifre di quella che è una vera e propria strage: sono oltre 1.500 in poco più di due mesi le persone partite dai porti libici e mai approdate sull'altra sponda del Mediterraneo. Queste stime si basano su testimonianze di sopravvissuti, parenti delle vittime e chiamate ricevute dalle imbarcazioni impegnate nella traversate.

pc 3 giugno - notizie dalle guerre popolari in India e Filippine

in spagnolo, tratte dal blog odio de clase

India
El PCI (Maoísta) ha advertido a Pasupuleti Ramakrishna, un primo del ministro de Bienestar P. Balaraju, que el pueblo lo castigará por "las prácticas de corrupción y otras actividades".

El comité del área de Krishna del PCI (Maoísta) en un comunicado de prensa enviado a los periodistas de la Agencia Visakha, ha denunciado que el Sr. Ramakrishna a recurrido a la corrupción a gran escala, a engañados a jóvenes tribales desempleados con una promesa de empleo y ha ejercido una gran presión sobre los funcionarios y empleados.

Debido a sus actividades, muchos pueblos indígenas han perdido sus tierras, según el el PCI (Maoísta).

Una auditoría del gobierno también ha revelado que había malversado fondos por una suma de 30.000 rupias.

En el comunicado de prensa aparte el PCI (Maoísta) ha reiterado la fuerte oposición del partido maoísta a los planes de multinacionales mineras en la zona.

También ha acusado a los funcionarios del gobierno de engañar a los pueblos tribales a través de plan de vivienda Indiramma en el que la corrupción es rampante.

Filipinas:
la guerrilla comunista ataca propiedades de dos terratenientes

Guerrilleros del maoísta Nuevo Ejército del Pueblo (NPA) quemaron tractores agrícolas propiedad de dos terratenientes llamados Jovita Gallo y Gallaga Erick, ambos residentes en la ciudad de Bacolod.

Según los informes los daños de lo quemado ascienden a 1.4 millones de dólares.

El incidente ocurrió alrededor de las 8 horas del pasado 31 de mayo.

En otro ataque ocrrido este lunes dos soldados resultaron heridos en una emboscada del NPA en Sitio Caningag, Cabasagan Barangay.

pc 2 giugno - BG: lotte operaie e falsa sinistra




il commento sul blog di rifondazione comunista bergamo da parte di loro militanti che sono venuti direttamente e hanno visto la situazione di latitanza della cgil e del loro partito, mette in luce il ruolo dei burocrati di questo partito, viscidi personaggi, che speculano sulle lotte dei lavoratori senza fare niente di concreto, per questo riprendono le agenzia ansa senza neanche verificare quello che realmente è accaduto, con comunicati inesatti sulla vicenda...................

1 Comment for this entry
Eli
giugno 1st, 2011 on 16:30
NON C’ERA NESSUNO A PARTE I COBAS… è UNA VERGOGNA CHE I SINDACATI “UFFICIALI” SE NE LAVINO LE MANI… E CERTI DIRIGENTI DOVREBBERO QUANTO MENO METTERSI IN PRIMA LINEA PER PORTARE AVANTI QUESTE LOTTE INVECE CHE TENERSI IN CALDO LO SCRANNO!!!




KUEHN NAGEL BRIGNANO (bg): CARICHE CONTRO I LAVORATORI IN SCIOPERO. DICHIARAZIONI DI EZIO LOCATELLI (PRC/FDS): 50 AGENTI ATISOMMOSSA PER 50 LAVORATORI CHE PROTESTANO ALLA KUEHN NAGEL E DUE LAVORATORI FERITI NON E’ ASSURDO? DOVE SONO LE ISTITUZIONI GOVERNATE DALLA LEGA?

“Ma è normale, possibile che una protesta di una cinquantina di lavoratori venga fronteggiata e caricata da una cinquantina di agenti (uno per ogni manifestante) in tenuta antisommossa con il risultato di due lavoratori ricoverati in ospedale? No che non può essere considerato normale!

I lavoratori in questione, tutti dipendenti di cooperative che fanno capo ad un consorzio milanese, protestano davanti alla multinazionale di logistica Kuehn Nagel di Brignano Gera d’Adda (Bg) per “il trattamento irregolare nella erogazione dello stipendio”. Protesta legittima da parte di chi deve portare a casa lo stipendio a fine mese.

Invece che impiegare le forze dell’ordine contro i lavoratori ci chiediamo se non sarebbe doveroso un intervento da parte delle istituzioni locali (purtroppo tutte in mano alla Lega) per far sentire la propria voce dalla parte di chi è costretto a lavorare senza godere di certezza di diritti”.

Ezio Locatelli (Segretario provinciale Rifondazione Comunista/Federazione della Sinistra)

giovedì 2 giugno 2011

pc 2 giugno - Alcune rettifiche riguardo a quanto riportato dai media della lotta alla Kuhene Nagel di Brignano


Alcune rettifiche riguardo a quanto riportato dai media della lotta alla Kuhene Nagel di Brignano

1) i numeri: l'adesione allo sciopero è stata quasi totale, i lavoratori iscritti allo slai cobas per il sindacato di classe sono oltre 120, ma a questo sciopero diversamente da quello del 5 maggio hanno aderito anche altri lavoratori, e il 90% ha partecipato allo sciopero presidiando i due cancelli della logistica per 2 giorni.

2) gli scontri: al momento della carica era in corso la trattativa e quindi si era concordato di far entrare a scaglioni i camion, come si può vedere dalle foto e nei video, quindi come sindacato chiediamo di sapere chi e perchè ha dato l'ordine della carica e della repressione che ne è seguita.

3) la forza: i lavoratori non erano assolutamente disperati (come dice il titolo del giornale di bg "disperati e manganellati"), ma erano arrabbiati e determinati a lottare fino in fondo per ottenere i loro diritti negati da anni, anche grazie alla connivenza dei sindacati cgil-cisl di bergamo a cui, prima di rivolgersi al cobas, tanti lavoratori erano iscritti.....

seguirà comunicato stampa più dettagliato

per lo slai cobas sindacato di classe
lamera sebastiano 3355244902

pc 2 giugno - MA CHI E' QUESTO CRETINO...?

Il giornale Il Manifesto domenica 29 maggio a pag. 15 ha pubblicato un articolo di Christian Raimo dal titolo “Quando l'uomo non regge il ruolo”, in cui già il sottotitolo è tutta una premessa di una tesi tanto vergognosa quanto stupida ma soprattutto alla fine giustificatrice/complice degli stupri e del potere: “cosa hanno in comune - si legge nel sottotitolo - Strauss Kahn, Don Seppia e il padre di Teramo che ha abbandonato la figlia sotto il sole? Un'idea di affidabilità slegata dalla reale capacità di sostenerla. Per non essere paralizzati dalla fatica di essere se stessi oggi è necessario un elogio del fallimento”.

Riportiamo ampi stralci dell'articolo, perchè in un certo senso parla da sè.
Nell'articolo Raimo tenta di spiegare questa somiglianza: “Tre persone – tre maschi diciamolo subito - che pensavamo affidabili, molto affidabili, si rivelano un disastro. Addirittura dei mostri per alcuni, indifendibili per la maggior parte (tranne che per la mogli nei casi di Dsk e del padre)... Eppure, evidentemente, non sono tre episodi isolati. 1) ... gli uomini di potere che si comportano come maiali: Strauss-Kahn... sono soltanto l'ultima avanguardia di un esercito ben in forze; 2) la questione della pedofilia nella chiesa è diventata di rilevanza sociologica... 3) queste tragedie dei bambini dimenticati in macchina ... sono probabilmente l'emersione più tragica di una “distrazione di massa”...”.

E continuando su questo parallelismo, questo giornalista trova la causa comune: “...un'idea di affidabilità che è evidentemente slegata dalla reale capacità di sostenerla...”. La soluzione? E' l'ammissione: Don Seppia e i preti devono ammettere “di non riuscire a mantenere la castità”; Strauss-Kahn deve ammette che aver ritenuto “in un certo senso plausibile e consentito anche per una figura di così alto profilo pubblico come lui (di avere “amanti occasionali, prostitute , in mancanza, ragazze da violentare”); il padre doveva ammettere di essere stressato e di aver bisogno di un sollievo mentale.
Quindi, secondo Raimo: sono tre maschi (e qui, mettendola sul 'genere' forse ha cercato di strappare consensi nel campo del femminismo), sono tre persone inaffidabili che non ammettono di esserlo, o che cercano che “magari qualcuno li sollevi della pesantezza di questi ruoli (prima che la loro inadeguatezza si manifesti)”.
E, allora, la conclusione: “Per questo oggi è necessario un elogio del fallimento... per non lasciarsi paralizzare dalla fatica di essere sé stessi... (che) vuol dire produrre a livello sociale un'ansia da prestazione diffusa e pervasiva”. Quindi, queste figure “più che segnare la sconfitta di una società incapace di produrre figure-guida, di garantire un'affidabilità costante, ci indicano proprio una possibilità. La conoscenza del limite invece della determinazione cieca. Un'ammissione di inadeguatezza...”. E non poteva, in conclusione, mancare nell'articolo il riferimento al papa dell'ultimo film di Moretti.

UN ARTICOLO INDECENTE!!
E' indecente che questo articolo metta sullo stesso piano i tre casi.
Con Strauss Kahn, ci troviamo il ciarpame sempre più sistemico di rappresentanti del potere capitalista, imperialista, il marciume proprio di un sistema in cui il diritto di proprietà va dai soldi ai corpi delle donne; un sistema economico-politico che proprio nella sua inevitabile crisi diventa sempre più violentemente schifoso, e mostra tutta la sua putrefazione.
L'arroganza di potere, che verso le donne diventa anche stupro, degli Strauss Kahn, con Berlusconi e la sua corte, noi la conosciamo bene.
Con Berlusconi, sig. scrivano, dovremmo, per caso, fare l'”elogio del fallimento”, aiutarlo a comprenderne i suoi “limiti”, comprendere la sua “fatica di dover essere se stesso”, mandarlo su un lettino di psicanalista? O piuttosto cacciarlo dal governo, e costruire un potere proletario che lo mandi realmente in galera ma buttandone le chiavi, perchè in questo sistema capitalista anche in una galera gli Strauss Kahn ci stanno troppo poco e ne escono sempre grazie al potere del denaro?

Con il pedofilo stupratore Don Seppia, ci troviamo in una aberrante “normalità” impunita della Chiesa (dall'America all'Italia), coperta dal silenzio e dalle “preghiere” del Vaticano, in cui si unisce il potere terreno e quello oppressivo religioso e in cui la dedizione alla propria missione è un'eccezione, soprattutto via via che si sale di gerarchia.

Che centrano questi fatti, queste realtà con il padre di Teramo? Quella figlia, quei bambini “dimenticati” e morti gridano denuncia contro la vera causa di queste disgrazie: la vita che questo sistema sociale capitalista ci costringe a vivere. Lo stess, i problemi sempre più pesanti che la maggior parte della gente deve affrontare e che le occupano la testa; i ritmi delle giornate.

Come si permette questo giornalista da strapazzo a mettere anche sullo stesso piano la moglie di questo padre che nel dire una semplice triste verità: “è una cosa che poteva capitare a chiunque”, ha denunciato la vita stressante che si è costretti a fare e ha di fatto indicato la strada, non della giustificazione, ma dell'unità contro questo sistema sociale?
E invece la moglie di Strauss Kahn che si è dimostrata della stessa pasta marcia del marito comprando con i suoi milioni (tra i tanti miliardi che ha) la libertà di uno stupratore, e facendo subire una seconda violenza alla ragazza, lavoratrice dell'albergo; che ha mostrato come in questo sistema il potere dei soldi viene sbattuto in faccia (da uomini o donne di potere) alla dignità delle donne?!
Come il “nostro” Berlusconi che si compra con decine di migliaia di euro notti di festini, ragazze, valutate come se fossero animali da vendere sul mercato.

Rispetto a questa violenza del potere, parlare di “elogio del fallimento” è una indecente giustificazione, un'assoluzione di fatto degli Strauss Kahn, dei Berlusconi, dei preti pedofili, uno stupido tentativo di dare una veste “dignitosa”, psicologica a ciò che deve essere solo spazzato via come spazzatura.

E' infine, altrettanto indecente che Il Manifesto abbia pubblicato questo articolo, dedicandovi quasi un'intera pagina.

pc 2 giugno - dal "Capo" a "Ballarò": LAVORO NON GUERRA!


VOLANTINAGGIO ITINERANTE NEI MERCATI POPOLARI A PALERMO



Circolo proletari comunisti Palermo

pc 2 giugno - dalle cariche alla vittoria, la lotta degli operai immigrati di bergamo nella stampa milano bergamo




Seconda mattinata di scontri davanti alla sede dell'azienda di spedizioni internazionali «Kuehne&Nagel» a Brignano Gera d'Adda. I reparti Celere della polizia hanno caricato poco dopo le 11 di mercoledì 1° giugno i lavoratori che bloccavano la strada in via Copernico, fuori dallo stabilimento della multinazionale.

I manifestanti, una cinquantina, sono dipendenti di due cooperative del consorzio Bergamo servizi, Sirio e Prometeo, che hanno l'appalto all'interno dell'azienda. All'origine della protesta la richiesta di inserire rappresentanti sindacali Slai Cobas all'interno delle cooperative, nonché da rivendicazioni salariali.

I lavoratori, circa 50 su 180 dipendenti delle due cooperative, hanno bloccato la strada a singhiozzo dalle prime ore del mattino. L'odine di sgombero è arrivato alle 11, le forze dell'ordine hanno spinto i manifestanti ai margini della strada, caricandoli. Almeno uno di loro è rimasto ferito ed è stato trasportato in autoambulanza all'ospedale di Treviglio. Secondo i sindacati i contusi sono circa una decina, e hanno raggiunto il Pronto soccorso con mezzi propri.

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Un braccio di ferro che si è concluso con l'accordo tra le parti. Dopo le proteste e le tensioni a Brignano davanti alla sede della «Kuehne Nagel srl spedizioni internazionali», nel pomeriggio di mercoledì 1° giugno sono stati riconosciuti ai lavoratori l'iscrizione al sindacato Slai Cobas, gli arretrati, il contratto nazionale dei lavoratori settore logistica e il livello di appartenenza operativa.

Una vittoria importante che è arrivata dopo nuovi scontri e nuove tensioni che si sono verificate nella mattinata tra una cinquantina di lavoratori, in protesta per impedire il passaggio dei camion verso l'azienda, e i componenti delle forze dell'ordine in servizio. Ad avere la peggio, con lievi contusioni, sono stati sette operai egiziani, di età compresa tra i 23 e 36 anni, dipendenti delle due cooperative che hanno l'appalto della manod'opera all'interno della ditta.

La giornata di protesta, la seconda dopo quella di lunedì, ha avuto inizio alle 6 quando circa cinquanta dei 180 operai delle due cooperative si sono piazzati davanti all'azienda, consentendo a singhiozzo l'entrata e uscita dei camion per il carico e lo scarico delle merci. Un'operazione controllata da una cinquantina tra poliziotti e carabinieri. All'origine della protesta il mancato riconoscimento, da parte delle Cooperative Sirio e Proteo facenti parte del Consorzio Bergamasco Servizi, della rappresentanza sindacale Slai Cobas. Non solo questa la motivazione della protesta: i lavoratori già da lunedì alzavano la voce perché venissero affrontati al più presto i vari punti della piattaforma rivendicativa e in particolar modo l'adeguamento salariale

corriere della sera

01 giu | Cronaca

Operai bloccano cancelli e interviene la Polizia, 2 contusi
Nel Bergamasco protesta davanti allo stabilimento Kuene Nagel
(ANSA) - BERGAMO, 1 GIU - Due operai sono rimasti contusi durante un intervento della polizia a Brignano Gera d'Adda (Bergamo), davanti ai cancelli della Kuene Nagel. I lavoratori delle cooperative che prestano servizio per conto della multinazionale, nel tentativo di impedire l'ingresso di un camion nello stabilimento, sono entrati in contatto con le forze dell'ordine, che dopo ore di presidio hanno tentato di liberare il passaggio. Dopo l'intervento della polizia, il presidio e' continuato ed e' ripresa anche la trattativa tra le cooperative e i lavoratori. La manifestazione di protesta e' iniziata alle 4 di stamani. (ANSA).




il giorno

Picchetto in azienda, scontri
con le forze dell'ordine a Brignano
Il bilancio della protesta è stato di due persone ferite: i manifestanti volevano impedire l'accesso dei camion nel piazzale della multinazionale Kuehne Nagel

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tratta dai dizionari Zanichelli | | condividi L'ambulanza (Digitalfoto)Brignano Gera d'Adda, 1 giugno 2011 - Tensione con scontri tra lavoratori e forze dell’ordine e due persone in ospedale con lievi ferite stamattina davanti alla multinazionale di logistica Kuehne Nagel a Brignano Gera d’Adda, nel bergamasco. A protestare una cinquantina di lavoratori, in maggioranza rumeni, marocchini e tunisini (ma anche italiani), dipendenti di cooperative che hanno lavorato per la Kuehne Nagel e che lamentano non meglio specificati “trattamenti irregolari nell’erogazione degli stipendi” e altre “situazioni gravi”.

Per questo dalle 4 di stamane hanno dato vita a un picchettaggio per impedire l’ingresso dei camion. Intorno alle 11 sono intervenuti una quarantina di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, che hanno cercato di far passare i camion. Ne sono nati degli scontri e due lavoratori sono finiti al pronto soccorso per farsi medicare lievi ferite.



underground

Brignano Gera d’Adda (BG), scontri alla Kuehne Nagel
Attimi di tensione e scontro tra polizia e lavoratori, attorno alle 11,20 del primo giugno, fuori dallo stabilimento della multinazionale di logistica Kuehne Nagel, in via Copernico, a Brignano Gera d’Adda. La polizia ha tentato di far passare alcuni camion diretti all’azienda, che i lavoratori (dipendenti però di una serie di cooperative) tentavano di bloccare e ci sono stati alcuni scontri. Un paio di lavoratori sono stati trasportati all’ospedale di Treviglio, in condizioni non gravi: alcune contusioni. Sul posto c’erano cinquanta uomini delle forze dell’ordine in assetto antisommossa, tra polizia e carabinieri, e anche tre dirigenti della questura di Bergamo, oltre al dirigente del commissariato di Treviglio. La tensione è durata alcuni minuti, fortunatamente, senza gravi conseguenze fisiche per nessuno dei presenti.
Fin dalle quattro del mattino di mercoledì 1 giugno fuori dalla K&N si sono radunati una cinquantina di lavoratori, per lo più immigrati: romeni, marocchini, tunisini e anche qualche italiano. Tutti dipendenti di una serie di cooperative che fanno capo ad un consorzio milanese. Tutti a lamentare “trattamenti irregolari nell’erogazione degli stipendi”, ma anche situazioni molto più gravi sulle quali non è stato possibile ottenere spiegazioni dai rappresentanti delle cooperative, chiamati sul posto. I lavoratori, fin dalle 4 hanno bloccato i camion in ingresso alla K&N. E’ stato così per sette ore, fino al contatto con le forze dell’ordine. La vertenza dei lavoratori prosegue: sono assistiti sul posto, da quanto risulta, solo da un rappresentante sindacale dello slai Cobas per il sindacato di classe.

http://www.bergamonews.it/provincia/articolo.php?id=42791Una cinquantina di lavoratori di una serie di cooperative di logistica sta bloccando, dall’alba di oggi, l’ingresso e l’uscita di camion dalla sede della multinazionale Kuehne Nagel di Brignano Gera d’Adda, società leader del settore logistico. I lavoratori, buona parte immigrati, lamentano irregolarità nei pagamenti. Sul posto sono intervenuti polizia e carabinieri. Una quarantina di uomini sono schierati in assetto antisommossa. La protesta dei lavoratori sembra essere organizzataa solo dallo slai Cobas per il sindacato di classe di Bergamo.

La vertenza - Un patto che riguarda 180 dipendenti di cooperative impiegati nello stabilimento della multinazionale Kuehne Nagel. Cinquanta hanno organizzato un presidio e blocco dei tir per due giorni.
Accordo tra lavoratori e cooperative
A Brignano stop a sciopero e presidio
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Si è conclusa, dopo due giorni di sciopero e di blocco dei tir, la trattativa tra un paio di cooperative e i loro dipendenti, circa 180, che prestano servizio all'interno dello stabilimento della multinazionale di logistica Kuehne Nagel di Brignano Gera d'Adda. Attorno alle 16,30 del primo giugno i rappresentanti della cooperativa Syrio di Milano, che fa capo a "C. BS" (Consorzio Bergamasco Servizi di Bonate Sotto), hanno accettato alcune richieste dei lavoratori, che si sono affidati allo Slai Cobas e a nessun altro sindacato per la loro vertenza e la loro protesta. In particolare la Syrio di Milano ha riconosciuto la rappresentanza sindacale dello Slai Cobas per il sindacato di classe bergamo e alcuni trattamenti richiesti dai lavoratori per il versamento degli stipendi, trattamenti sui quali non è stato possibile ottenere ulteriori chiarimenti.
I due giorni di sciopero, con l'adesione di oltre 100 lavoratori, 50 dei quali hanno presidiato l'ingresso dell'azienda e bloccato l'ingresso dei tir sedendosi a terra, hanno provocato alcuni attimi di tensione. In particolare nella mattinata di mercoledì 1 giugno, poco dopo le 11, quando c'è stato qualche spintone tra lo schieramento di forze dell'ordine (polizia e carabinieri) e i lavoratori. Poche le conseguenze: due contusi, lavoratori immigrati, finiti in ospedale. Al momento dello scontro sul posto c'erano più dirigenti della questura e subito dopo è intervenuto anche il capo di gabinetto Angelo Re, che ha avviato nuovamente un'opera di mediazione, riaprendo il dialogo tra i rappresentanti delle cooperative e i lavoratori, in buona parte immigrati. Attorno alle 17 lo Slai Cobas per il sindacato di classe di bergamo ha annunciato la fine dello sciopero.

mercoledì 1 giugno 2011

pc 1 giugno - i lavoratori immigrati dello SlaiCobas per il sindacato di classe di Bergamo, dalle cariche alla vittoria

È di poco fa la notizia della conclusione positiva della lunga giornata di lotta degli operai, quasi tutti immigrati, delle cooperative Syrio e Proteo operanti nella azienda Kuehne&Nagel di Bergamo organizzati nello SlaiCobas per il sindacato di classe.
Dopo il vano tentativo di soffocare la lotta con una brutale carica della polizia, che ha provocato 8 feriti tra gli operai, l'azienda ha dovuto fare un accordo con cui riconosce lo SlaiCobas SC, i suoi rappresentanti interni e la maggior parte delle richieste avanzate dagli operai.

Ora gli operai si sentono ancora più forti. Questa lotta ha aperto una strada per tanti altri operai supersfruttati nelle cooperative della logistica di Bergamo. Pubblicheremo domani un'intervista al coordinatore provinciale dello SlaiCobas SC, Sebastiano Lamera, operaio Dalmine.

pc 1 giugno - pesanti cariche contro gli operai immigrati in lotta a bergamo

la repressione non fermerà la lotta dei lavoratori

giungono notizie di pesanti cariche poliziesche a bergamo contro i
lavoratori

le notizie che arrivano sono convulse
l'ultima diretta è che non ci sono fermi, ma ci sono 5 operai feriti,
portati in ospedale, qualcuno seriamente , testa spaccata
la tensione resta alta la mobilitazione resta
l'azienda ha chiesto di incontrare lo slai cobas per il sindacato di classe

Per informazioni dirette: redlush@alice.it - 3355244902 - 3935579856

pc 1 giugno - Napoli ore 17.30 piazza dante - presidio contro la guerra

Mercoledì 1 giugno - ore 17:30 - piazza dante (napoli)
Presidio
GIÙ LE MANI DALLA LIBIA, GIÙ LE MANI DAI MIGRANTI

Oggi in diverse città italiane sono state organizzate iniziative, presidi, cortei, volantinaggi per ricordare che, ormai da due mesi, l’Italia, assieme ad altre potenze della NATO, sta bombardando il popolo libico.
Sembra paradossale sentire il bisogno di dover “ricordare” non già qualcosa che appartiene al passato, ma qualcosa di vicino e di presente, eppure è proprio così, perché di questa guerra non ne parla nessuno, è un conflitto “sconosciuto”, occultato dai media sotto tonnellate di servizi di cronaca nera, gossip, ricette di cucina e diete per l’estate. Sappiamo tutto del delitto di Avetrana e ignoriamo l’esistenza di migliaia di vittime causate dalla nostra aggressione alla Libia, ignoriamo che stiamo avvelenando irreversibilmente un territorio, le sue falde acquifere, i suoi campi, le sue città utilizzando armi all’uranio impoverito.
Sotto il nostro naso, a pochi km dalle nostre coste, ha luogo una guerra di aggressione e i mezzi militari che vi sono impiegati partono dalle nostre città (Napoli, Trapani, Pisa). Mentre noi, tra pochi giorni, saremo impegnati a votare nel referendum contro il nucleare, arriverà nel Mediterraneo - diretto con tutta probabilità proprio in Libia - un imponente gruppo navale da attacco, guidato dalla portaerei nucleare George H.W. Bush (avrà a bordo 6mila uomini, 56 aerei e 15 elicotteri): si tratta di una grande base militare mobile, ma anche di una vera e propria centrale nucleare mobile (ha due reattori ad acqua pressurizzata PWR A4W/A1G) che, pur avendo a bordo reattori potenzialmente più pericolosi di quelli di Fukushima, entrerà nella baia di Napoli e in altri porti. La guerra è qui ed ora.
E, che lo vogliamo o meno, in Libia stiamo mandando i nostri aerei per mettere le mani sulle immense ricchezze del sottosuolo di quel paese, per difendere gli affari delle grandi aziende e della grande finanza. Questa guerra è la “nostra” guerra se non ci ribelliamo al fatto di essere muti testimoni di stragi continue, del perpetuarsi di ingiustizie e violenze sull’altra sponda del Mediterraneo contro i cittadini libici e su questa contro i migranti che vengono imprigionati e sfruttati, privati di ogni diritto e dignità. Ma se la campagna mediatica in atto punta a farci vedere questa nuova missione come una difesa dei nostri interessi nazionali, per evitare gli aumenti dei prezzi delle materie prime, in primis la benzina, in realtà è dalle nostre tasche che sono stati presi i circa 200 milioni di euro spesi fino ad oggi e ogni missile sganciato sulle teste dei libici (costo circa 170.00 euro), ogni ora di volo dei nostri aerei da ricognizione (circa 60.000 euro) dovrebbero ricordarci quanto sia falsa la retorica dei sacrifici e dei tagli “inevitabili” allo stato sociale (agli ospedali, alla scuola, all’università, ai mezzi di trasporto, alle pensioni, etc.).
Non esistono “guerre umanitarie”! Meno spese militari, più spesa sociale! Per la chiusura di tutti i CIE e la fine dei trattamenti disumani nei confronti dei migranti! Per la fine immediata dei bombardamenti sulla Libia!

ASSEMBLEA NAPOLETANA CONTRO LA GUERRA
stopwar.altervista.org - assembleanowar.na@gmail.com

pc 1 giugno - grande lotta degli operai immigrati a bergamo


Continua da ieri lo sciopero compatto dei 150 operai delle cooperative di Bergamo organizzati nello Slai cobas per il sindacato di classe, la stragrande maggioranza sono immigrati. Sono in lotta di fatto il 100% dei lavoratori (a parte 5/6). Dopo lo sciopero di tutta la giornata di ieri, questa mattina vi è il blocco totale dei camion.

Gli operai sono determinati a resistere fino in fondo.



Gli operai con la loro lotta hanno già imposto dei risultati, relativi soprattutto al rispetto del contratto; ma ora lo sciopero continua per la questione degli orari e organizzazione del lavoro e contro la politica aziendale di pretendere una conciliazione individuale dei lavoratori sulle somme non corrisposte in passato che però metta una pietra tombale su tutte le rivendicazioni dei lavoratori (anche infortuni, ecc.).

L'azienda in combutta con i sindacati confederali - che finora non avevano fatto nulla e assistito in silenzio al supersfruttamento e negazione dei diritti elementare degli operai immigrati e che si sono "svegliati" solo per bloccare la presenza dello slai cobas per il sindacato di classe, - ha già firmato un verbale, con il solo scopo di concedere solo qualcosa (a fronte delle tante irregolarità), ma soprattutto per far fallire la lotta degli operai e non riconoscere lo slai cobas per il sindacato di classe.



Per questo, il centro dello sciopero e del blocco di oggi è proprio il riconoscimento dello slai cobas per il sindacato di classe. Gli operai fin dall'inizio hanno detto che questa è una condizione essenziale per difendere realmente i loro interessi e su questo è giustissimo scioperare.



Questa lotta è importante e deve vincere, unisce la lotta contro lo sfruttamento alle logiche schiaviste e razziste verso lavoratori immigrati di padroni soprattutto al nord; in questa lotta si sta realizzando una unità di classe tra operai immigrati e operai italiani.



SLAI COBAS PER IL SINDACATO DI CLASSE

BERGAMO



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martedì 31 maggio 2011

pc 31 maggio - dal MFPR: IL CIARPAME POLITICO HA AVUTO UNA PRIMA GROSSA BATOSTA...

Dal comunicato del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

Le donne salutano con soddisfazione il pesante colpo subito dal porco fascista Berlusconi a Napoli e Milano!
Il “ciarpame politico” ha avuto una prima grossa batosta dal voto delle masse e le donne hanno contribuito in maniera rilevante a darla.

Ora dobbiamo far cadere il suo governo, subito, non dobbiamo aspettare altre elezioni.

Dobbiamo riprendere a scendere in piazza; è la continuazione della rivolta di dignità del 13 febbraio e 8 marzo e il vento liberatorio di partecipazione di massa e di vera democrazia che c’è stato a Milano e a Napoli che dobbiamo portare avanti.
Perché non è solo un cambio di governo dei padroni che vogliamo.

Il PD, i parlamentari, le parlamentari di “sinistra” non sono l’alternativa che ci serve; potevano cacciare già Berlusconi e non l’hanno fatto; hanno troppo tardi e in maniera troppo flebile elevato denuncie contro l’osceno vomito che Berlusconi ha buttato sulle donne e il marciume sessista che ha elevato a sistema di potere, dopo che per mesi lo avevano relegato a “fatto privato”; e anche quando hanno chiamato le donne a febbraio a scendere in piazza le hanno subito “rimandate a casa”.

Dominique Strauss Khan, è andato in galera e Berlusconi è ancora al governo!
ORA DOBBIAMO NOI MANDARE BERLUSCONI IN GALERA!

pc 31 maggio - I costi della Guerra negli USA non sono argomenti di "conversazione nazionale", parola di Moises Naim

In questo articolo apparso sul Sole 24 Ore di domenica scorsa Moisés Naím si lamenta del fatto che negli Stati Uniti non ci sia “conversazione nazionale” su alcuni argomenti importanti e ne elenca almeno tre, quello che ci interessa commentare qui per adesso è il punto sulla guerra e la spesa militare correlata.

Verrebbe da dire viva la sincerità se non fosse che Naím è un borghese di antico pelo che della democrazia ha un concetto adeguato alla sua classe; a quale scopo, quindi, questa “messa sull’avviso” alla classe dirigente americana? Ma è chiaro, per prevenire qualche “primavera” anche negli States…

La spesa militare di cui si parla, difficile pure da concepire, se non da calcolare sia in termini di soldi che di danni reali, è un chiaro esempio del fatto che la guerra strutturalmente correlata al sistema sociale capitalista-imperialista ha acquisito una tale enormità che “solo” davanti a questo ogni idea di pacifismo assume un aspetto di frustrante innocuità ingannatrice. Ed è tale questo incancrenimento che si devono spendere "1.000 miliardi di dollari senza sapere in che modo"!!!

Ecco qua come si esprime Naím: “Nonostante la vibrante democrazia e la strenua tutela della libertà di espressione,” e già ci vuole una grande faccia tosta visto che il democratico e nobel per la pace Obama ha appena firmato anzi, telefirmato[1], la legge “antiterrorismo”, detta “Patriot Act”, un vero e proprio attentato alle libertà democratiche come denunciato anche dall'organizzazione Usa ACLU (American Civil Liberties Union), nonostante questo, qindi, “la conversazione nazionale ha molteplici punti ciechi importanti anche negli Stati Uniti. Ce ne sono tre in particolare che mi sembrano degni di nota: si riferiscono ai militari, alle finanze e agli ispanici.”

Il paese industrialmente più sviluppato, diceva Marx, non fa che mostrare a quello meno sviluppato l'immagine del suo avvenire, e il paese più avanzato dal punto di vista del capitalismo è attualmente quello degli Stati Uniti, anche in fatto di strada verso il moderno fascismo…

“La spesa militare fraudolenta


"È risaputo che gli Stati Uniti sono il paese con la spesa militare più elevata. Spendono il 43% del totale mondiale[2] e più dell'insieme dei dieci Paesi che li seguono in classifica. Il Pentagono assorbe circa un terzo del budget nazionale nordamericano e negli ultimi dieci anni la spesa militare statunitense è aumentata al ritmo del 9% all'anno. A Washington è stato avviato di recente un dibattito sulla necessità di ridurre la spesa militare, ma gli importi massimi di cui si parla sono in realtà minimi. E il fatto di cui si parla poco - e questo è un importante punto cieco - è l'enorme spreco che esiste nella spesa militare. Alcune stime lo collocano intorno al 30% del totale. O anche di più. Ma la realtà è che non si sa: «Non è possibile effettuare la revisione contabile dei rendiconti finanziari del Dipartimento della Difesa» ha concluso il Government Accountability Office poco tempo fa. Questo significa che gli Stati Uniti spendono ogni anno circa 1.000 miliardi di dollari senza sapere in che modo. E, secondo i revisori, «la mancanza di controlli rende difficile rilevare le frodi, gli sprechi e gli abusi». Questo non fa parte della conversazione nazionale."

Come sembra non aver fatto parte della "conversazione" la spesa che si aggiunge a tutto questo e cioè quella per la caccia a Bin Laden riportata da un altro articolo del Sole: 1.300 miliardi di dollari…



[1] Curiosa notizia circa la firma: per evitare che scadessero i termini per l'approvazione della legge Obama ha firmato mentre era all'estero attraverso uno strano macchinario che riproduceva la sua firma!

[2] nel 2010 ha ammonta a 1.630 miliardi di dollari

pc 31 maggio - la situazione in Nepal e la posizione della sinistra del PCNU maoista nell'intervista al suo leader. il compagno Kiran

proletari comunisti impegnato nella costruzione del PCm in Italia sostiene la rivoluzione nepalese, sostiene chi oggi si batte in Nepal per la rivolta popolare che riprenda la strada vittoriosa dei 10 anni di guerra popolare;
sostiene quindi la sinistra del PCNU maoista nella sua battaglia nel partito e nel paese contro la linea della maggioranza del gruppo dirigente del PCNUmaoista rappresentata da Prachanda e Battarai che hanno posizioni revisioniste di conciliazione con la borghesia compradora in Nepal e con l'egemonismo indiano.

per conoscere la posizione della sinistra pubblichiamo stralci dell'intervista al compagno Kiran al giornale borghese nepalese Repubblica


Il Partito in ultima analisi, seguirà la mia linea: Baidya

Kiran PUN – Republica
Il vice-presidente Maoista Mohan Baidya, che guida la linea dura nel campo del PCNU (maoista), ha registrato una nota di dissenso contro la decisione del partito di accettare le modalità decise dal Nepal Army [Esercito Nepalese] per l'integrazione dell’Esercito Popolare di Liberazione.

In precedenza, aveva già registrato il suo dissenso, quando il Presidente Dahal aveva adottato la linea della pace e della costituzione ribaltando il mandato del plenum di Palungtar.

Baidya Dahal ha accusato il presidente di deviare dal percorso rivoluzionario del partito.
Il giornalista di Republica Kiran Pun lo ha raggiunto presso la sede del partito a Paris Danda dopo la riunione della commissione permanente del partito tenuta sabato. Estratti:

Republica: Perché hai fatto mettere a verbale l’atto di dissenso? Di cosa si tratta?

Mohan Baidya: non è innaturale avere opinioni diverse in un partito rivoluzionario. Per dirla in termini concreti, il Presidente Pushpa Kamal Dahal ha deviato dal mandato e dallo spirito del plenum di Palungtar e dalla conseguente decisione del Comitato Centrale (CC). Quindi ho fatto mettere a verbale il mio dissenso.

Republica: hai fatto mettere a verbale il tuo dissenso anche durante l’ultimo comitato permanente. Perché di nuovo?

Baidya: Il contesto non è diverso neanche questa volta. La questione in ballo è l’integrazione dell’EPL. Il processo di pace e la redazione della costituzione dovrebbero andare avanti contemporaneamente. Così tante persone hanno sacrificato la loro vita per amore di una "costituzione popolare", ma non è stata data attenzione a tale riguardo. Abbiamo il sospetto che possiamo essere traditi. Per questo ha messo a verbale il mio dissenso.

Republica: Ma la maggioranza del CC è contro la tua posizione ideologica.

Baidya: Non c'è bisogno di collegare la situazione attuale con il futuro della rivoluzione. La nostra posizione è che l'integrazione dell’EPL e la redazione della costituzione dovrebbero andare avanti contemporaneamente. Il popolo lancerà automaticamente una rivolta se l'integrazione e la nuova costituzione non soddisfano le aspirazioni del popolo. La rivolta popolare è inevitabile se lo stato non riesce ad affrontare le questioni come la ristrutturazione dello Stato, la sovranità nazionale, e la fine delle discriminazioni basate sulla casta, religione, sesso e classe. Noi allora guideremo la rivolta.

Republica: Pensi che i combattenti, in particolare quelli che ti sostengono, accetteranno la decisione del partito in materia di integrazione?

Baidya: Questa è una nostra questione interna. Le questioni interne non toccano gli aspetti esterni. Ci possono essere accordi e disaccordi nel partito e il partito ha un proprio meccanismo per risolverli. Noi abbiamo messo in guardia che il partito non dovrebbe discostarsi dalla nostra ideologia e tradire il popolo.

Republica: La direzione del partito comanda la maggioranza. Se Dahal rifiuta di condurre la lotta, andrai ancora avanti?

Baidya: La lotta sarà lanciata. Sono fermamente convinto che il partito gradualmente sosterrà la mia ideologia se la situazione diventa negativa.

Republica: Le circostanze non sono a favore della tua linea di partito. Quindi, come pensi di andare avanti?

Baidya: Non voglio fare commenti al momento. Ciò dipenderà in larga misura da come la politica si sviluppa. La cosa principale è che non dobbiamo tradire il popolo e il paese. Non abbandoniamo mai il nostro spirito rivoluzionario. Continueremo a lanciare lotte per la sovranità nazionale e i problemi di sostentamento della gente, fino a quando "la rivoluzione del popolo" raggiunga la sua logica conclusione.

Republica: Ma il vostro gruppo è stato accusato di aver tentato di dividere il partito.

Baidya: Stiamo lanciando la lotta interna al partito. Quindi, è assolutamente sbagliato farci questa accusa. E’ nostro diritto dissentire. Non dobbiamo presumere che la maggioranza abbia necessariamente ragione. A volte ciò che dice la minoranza può essere vero. Non è vero che coloro che rappresentano la maggioranza sono necessariamente rivoluzionari. Possono essere opportunisti.

Republica: Pensi che il cambio di linea del Presidente Dahal sia il risultato della sua ambizione di diventare primo ministro, o che è sotto l'influenza di centri di potere stranieri? Perché pensi che abbia cambiato la sua posizione ideologica?

Baidya: Non posso dire nulla. Egli può avere la propria posizione. Quello che ha fatto ora non è giusto e ho già fatto registrare il mio dissenso.

.Republica: Si dice che il presidente Dahal mantiene sempre la sua supremazia nel partito mettendo te e il vice presidente dott Baburam Bhattarai l’uno contro l'altro. E’ vero?

Baidya: Questo non è vero, ognuno ha il proprio ruolo. Il Presidente Prachanda, Bhattarai ed io abbiamo i nostri propri ruoli. E’ naturale che il presidente abbia spesso differenze con me e Bhattarai. Sono le forze esterne che stanno cercando di provocarci. E ciò continuerà. Noi non abbiamo solo differenze, ma anche unità. E’ necessario mantenere vivo il partito.