giovedì 15 settembre 2011
pc 15 settembre - come lavorano i circoli di proletari comunisti - un bilancio a Taranto
SUL LAVORO DEL CIRCOLO PROLETARI COMUNISTI DI TARANTO
Tracciamo le linee del piano di lavoro sul piano politico e sindacale.
Sul piano politico, dobbiamo portare a termine il consolidamento del circolo di Proletari comunisti che nel complesso quest'anno ha dato buona prova di sè. Siamo riusciti ad evitare le sacche dell'economicismo attraverso una costante mobilitazione politica che ha trovato nelle manifestazioni al centro città il loro risultato principale, tutte tenutesi con buona partecipazione, con impegno della maggiorparte dei compagni che hanno assunto in queste una identità e fatto diventare Proletari comunisti una realtà politica presente, sia pur di taglio essenzialmente agitatorio, propagandistico.
Sono state le manifestazioni di piazza che hanno dimostrato il rapporto abbastanza armonioso tra Proletari comunisti e la realtà organizzata dei disoccupati.
E' l'insieme di queste manifestazioni che ha permesso il salto di qualità del circolo che è diventato una realtà.
Gli altri due anelli importanti sono stati la presenza alle fabbriche che pur non avendoci portato nessuna novità in termini di lotte ed organizzazione, ci ha permesso di affermare una iniziale presenza politica di base ai cancelli, ed è la prima volta che avviene da quando la nostra organizzazione è nata.
I gruppi di studio che hanno giocato un ruolo importante nel 1° semestre, mentre nel 2° semestre hanno avuto un obiettivo rallentamento, recuperato in parte prima del seminario di agosto. La crescita politica ed ideologica è un lavoro da riprogrammare da questo autunno a partire dai fatti positivi di quest'anno.
Sul piano organizzativo, il circolo ha mostrato disciplina e crescita di uno spirito militante. L'iniziativa politica più riuscita sul piano nazionale è stata la presenza a Manduria nella fase calda del campo di immigrati.
A questa vanno aggiunte: la partecipazione realizzata alla manifestazione contro la guerra di Napoli;
l'intervento a Melfi, sia al processo che alla fabbrica, la principale realtà operaia in cui è in corso lo scontro col fascismo padronale;
la buona presenza, con un impegno di tutti sul campo, fatta a Genova 2011
la presenza, anche se solo di alcuni compagni, alle iniziative immigrati a Bari e Lecce.
Non siamo invece molto avanzati nella divisione dei compiti e responsabilizzazione dei compagni, su cui, pur all'interno di una generale stabilità, occorre fare decisi passi avanti, perchè soprattutto da parte di alcuni compagni, si manifestano reali potenzialità.
Il circolo ha contribuito al ruolo di avanguardie dei compagni nel movimento di lotta dei Disoccupati Organizzati, ma non siamo ancora ai livelli di una direzione politica da parte del circolo di questo lavoro sindacale di massa.
Siamo riusciti a scongiurare l'economicismo ma il livello di militanza del circolo non va ancora considerato acquisito, dato che comunque i risultati della lotta, che sono importanti sul piano generale di linea e di peso che essa ha avuto in città, non sono ancora significativi sul piano concreto e una crisi/riflusso non è ancora scongiurata; così come una sua tenuta a fronte di una repressione capillare o dispiegata non è ancora certa.
L'obiettivo minimo è conservare la forza del 60/70% del circolo, l'obiettivo massimo di fase è quello di raccogliere altre 4/5 avanguardie della lotta che hanno dimostrato in questo periodo una buona tenuta.
Sul piano sindacale la fase è insidiosa, dato che ancora non sono avvenute le prime assunzioni alla Castiglia srl e la nascita di un tavolo effettivo che abbia anche un risultato vertenziale per una trentina di disoccupati, così come l'avvio di nuovi corsi. La spontaneità è anche abbastanza scarsa, l'integrazione dei nuovi ancora poco significativa e i vecchi sono altalenanti nella partecipazione. A settembre occorre ripartire con iniziative incisive di lotta che facciano tornare subito in campo le questioni del lavoro e del reddito.
Le altre iniziative sindacali sono di carattere nazionale e comprendono la lotta contro il fascismo padronale e la manovra governativa
Il lavoro del mfpr è stato un anello qualitativo sia nel circolo che nella lotta dei disoccupati, anche se nella lotta dei disoccupati la non partecipazione di un certo numero di donne giovani e combattive ha penalizzato questo fronte di massa.
Sul piano politico, due, tre compagne sono sembrate fra le più in crescita nell'attività politica, ideologica generale. Verso queste compagne è il lavoro di studio e di discussioni sul campo di vicende nazionali è l'aspetto più formativo. Soprattutto lo studio, avviato de 'L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato' di Engels, ha aperto un campo da tempo non toccato, costituendo un valore e indicazione nazionale, ma esso deve essere ripreso altrimenti si perde il ritmo. Sul piano di lavoro di massa, invece, a parte la denuncia, dobbiamo guardare a tempi più lunghi.
Bisogna infine mantenere alta la vigilanza e la denuncia pubblica, opposizione verso fenomeni di repressione che possano manifestarsi e che potrebbero influire notevolmente sul nostro piano di lavoro locale.
Agosto 2011
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