sabato 22 novembre 2025

pc 22 novembre - Perchè lo Slai cobas non poteva esserci nella marcia di questa mattina dall'Ilva all'Eni - dal blog tarantocontro

Primo, non si può parlare della Palestina per poi via via "buttarla" a Taranto sulla questione ambientale. Si scrive "Obiettivi del corteo sono la denuncia della violenza ambientale «che colpisce tanto la Palestina quanto il Sud Italia»"; ma questo vuol dire come minimo non avere il senso della realtà, e classificare un genocidio "violenza ambientale"; come massimo alla fine pensare solo o principalmente a sè stessi. E' una logica della piccola borghesia di sinistra, che guarda i popoli da un punto di vista del proprio paese imperialista;

secondo, non si può andare fare una marcia dall'Ilva all'Eni e:

- non sostenere le lotte degli operai; giovedì ci sono stati grandi e lunghi blocchi operai dalla mattina alle 6 fino alla sera alle 21, ma dov'erano gli ambientalisti? Su questo, non si può far finta di niente: o si sta con gli operai (che sono i primi ad ammalarsi e a morire in fabbrica, che vogliono eccome le bonifiche, l'ambientalizzazione della città); o si sta col governo/Urso che marcia verso la chiusura oggettiva della fabbrica (al massimo forte ridimensionamento) che peserà tantissimo non solo sugli operai e le loro famiglie, ma anche sull'ambiente. 
Addirittura qualche associazione, i Genitori tarantini, scrive: “Non si può manifestare occupando le strade" - quindi nessuna solidarietà ma invece attacco alla protesta degli operai, e colpevolizzazione dei lavoratori perchè col loro lavoro fanno "ammalare anche chi con quell’attività non c’entra nulla” - dicendo, quindi, che gli operai sono complici. 

Si tratta di un ambientalismo antioperaio, che non serve ed è esso "inquinante", dato che oggettivamente serve gli interessi di padroni, governo, sindacati complici; 

- così, andare alle fabbriche, Eni, poi sarà la volta della Leonardo, il sabato, quando gli operai non ci sono, per tenersi ben lontani dagli operai, che invece, vedi alla Leonardo, si stanno ponendo dalla parte della Palestina e denunciano il ruolo complice della Leonardo, anche questa logica non ha niente a che fare con un'attività che punta all'unità di classe tra operai e realtà solidali. Costoro non vanno alle fabbriche in giorni feriali perchè anche qui gli operai vengono considerati complici - e chiaramente potrebbero aspettarsi reazioni da parte dei lavoratori... 

A proposito: guardate che gli operai dell'Eni e della Leonardo hanno espresso solidarietà alla lotta degli operai Ilva.  

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