“Soffiano venti di guerra sempre più impetuosi sul Mar dei
Caraibi, dove da settembre gli americani hanno effettuato raid su almeno 10
imbarcazioni e presunti trafficanti di droga uccidendo 43 persone.” Scrive la Repubblica
di oggi.
Anche questi attacchi, come tutte le mosse dell’imperialismo Usa, sono fuori da ogni norma internazionale, come lo è la taglia di 50 milioni di dollari sulla testa di Maduro! Ma il fascioimperialista Trump minaccia di colpire direttamente il Venezuela e la Colombia “lo ha detto il senatore repubblicano
Lindsey Graham, amico e stretto alleato di Donald Trump: “Sta per informare il Congresso su potenziali operazioni militari contro i due Paesi”.E su questo i segnali non mancano: “…il Pentagono ha appena
disposto l’arrivo nell’area della più grande portaerei della Marina americana,
la Uss Gerald R. Ford, 5 mila uomini a
bordo: che però era nel Mediterraneo e impiegherà una settimana a spostarsi. Intanto
fino al 30 ottobre gli Usa effettueranno esercitazioni militari congiunte con
gli alleati di Trinidad e Tobago, la piccola repubblica insulare a soli 10 chilometri
dal Venezuela e per questo hanno fatto arrivare pure la lanciamissili USS
Gravely, unitasi ieri al contingente che solitamente opera da Porto Rico: tre
navi d’assalto e trasporto anfibio, caccia F-35B e sottomarini. Secondo The Atlantic
un piccolo esercito di 6.500 marines e 3.500 militari che in quell’area ‘non si
vedeva dai tempi della crisi dei missili cubani’ del 1962.”
Ma è dall’agosto scorso che “…il Pentagono ha iniziato a
dispiegare nella regione un vasto arsenale militare: cacciatorpediniere
lanciamissili, jet F-35B, droni Mq-9 Reaper, velivoli da pattugliamento P-8
Poseidon, navi d’assalto anfibio e una piattaforma segreta per operazioni speciali. Tra
i mezzi inviati vi sono la USS Iwo Jima, nave d’assalto anfibio
impiegata nel Golfo Persico nel 2003, e il cacciatorpediniere USS Stockdale,
protagonista di missioni nel Mar Rosso contro le milizie Houthi.” (Formiche.net)
E Trump aveva già autorizzato la Cia a condurre operazioni segrete in
Venezuela.
La scusa per la preparazione di questa nuova guerra, con l’assassinio
impunito di chi era sulle barche, è la “guerra al narcotraffico” ma gli
interessi in ballo, continua il quotidiano la Repubblica, “sono altri: controllare le riserve di petrolio venezuelano,
frenare l’emorragia di migranti e scardinare
l’asse russo-cinese che finora ha consentito al leader bolivariano di
resistere.” E bisogna aggiungere il tentativo di Trump di riprendersi il "cortile di casa" indebolendo e facendo arretrare la presenza sempre più forte del socialimperialismo cinese nelle
economie di molti paesi dell’America Latina.
Questo enorme dispiegamento di forze, con la preparazione
dell’attacco al Venezuela, alla Colombia… così come il nuovo giro in Asia per
imporre “accordi” non fa che mostrare quotidianamente, quanto gli Stati Uniti
siano una “tigre di carta” che per tentare di non morire prova a trascinare il
mondo intero verso la guerra totale.

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