La formazione marxista ha raggiunto il quarto ciclo. Sono lezioni fatte per ora in tre città fondamentalmente, Taranto, Palermo e Bergamo. In questo mese riprenderemo il ciclo.
Sono lezioni fatte dal Prof. marxista Di Marco sul primo libro del Capitale di Marx. Esse rientrano nell’impegno teorico che è stato sempre presente nel lavoro di proletari comunisti. La Formazione marxista è parte integrante del percorso rivoluzionario: “Senza teoria rivoluzionaria non può esservi movimento rivoluzionario” ha affermato Lenin che nel “Che fare?”, riferendosi ad Engels, scriveva: “...Secondo Engels, esistono non due forme della grande lotta socialdemocratica (politica ed economica) - come si pensa abitualmente fra noi -, ma tre, ponendosi accanto a queste anche la lotta teorica”, necessarie a quell’attacco concentrico delle tre linee di lotta per l’avanzamento del movimento socialdemocratico”.
La lotta teorica deve essere al servizio della costruzione dell’alternativa politica e sociale (il partito comunista rivoluzionario) della classe operaia e proletaria. Una lotta che non è astratta, che non cade dal cielo delle idee, che non si inventa dal nulla, ma che nasce dalla realtà materiale storicamente determinata, dall’analisi concreta della situazione concreta, dalla lotta di classe. (Marx, abbiamo appreso in particolare nella prima lezione del ciclo di formazione, maturò la decisione di studiare l’economia politica borghese e di criticarla, scrivendo poi il Capitale, partendo proprio da avvenimenti reali e concreti che avvennero in Germania a partire dal 1842, come la questione dei furti di legna da parte dei contadini poveri, duramente repressi dallo Stato, come la questione delle lotte dei viticoltori della Mosella, tra la Francia e la Germania, che indussero Marx, allora redattore per la Gazzetta Renana, giornale liberal/democratico, ad occuparsi di problemi economici, della proprietà privata, della funzione dello Stato).
La lotta teorica è una delle armi di cui si devono impossessare i militanti rivoluzionari, comunisti, una delle armi da impugnare per sgomberare il campo della classe da chi ostacola, devia, confonde, frena o vuole impedire il cammino rivoluzionario del proletariato che oggi, e nello specifico di questo paese, ha la sua prima necessaria tappa nella ricostruzione del partito comunista rivoluzionario, reparto di avanguardia della classe operaia e proletaria.
Ma come fare la lotta teorica?
Marx ce lo insegna, facendo comprendere innanzitutto che occorre “pensare da sé”; occorre pertanto
appropriarsi o riappropriarsi della teoria rivoluzionaria, occorre nutrirsi di essa e abbeverarsi ad essa, partendo dalle basi, dai fondamenti per armarsi di un pensiero autonomo che ci porti a sapere leggere e analizzare da un punto di vista di classe autonomo (dai padroni, dai governi, dalla borghesia dominante, dalla pseudo opposizione riformista, dai falsi rivoluzionari/comunisti) la realtà che ci circonda e in cui viviamo e agiamo, che è lotta di classe.Se non c’è la comprensione di come funziona il sistema sociale capitalista in cui viviamo, fondato sulla legge della produzione per la produzione, non possiamo comprendere perché in questo sistema per la classe operaia e lavoratrice che produce socialmente la ricchezza aumenta di contro la miseria.
La nuova formazione marxista sul Capitale che abbiamo fatta quest’anno, non è una formazione a sé stante, ma è parte integrante del progetto/percorso più generale di costruzione/ricostruzione dell’organizzazione politica rivoluzionaria degli operai, dei proletari,
In questo senso è una formazione rivolta da un lato a tutti i compagni e compagne che militano in questa organizzazione politica, che devono formarsi e non finiscono mai di formarsi alla teoria rivoluzionaria, una formazione non finalizzata alla mera acculturazione, anche se “acculturarsi” in tal senso è sempre l’inizio quando si è carenti di conoscenza, ma al servizio della classe. Formarsi per divenire formatori che nuotando nel mare delle masse operaie e proletarie, possano orientare/guidare gli operai, le lavoratrici/lavoratori, i proletari ad aprire gli occhi e a guardare più in profondità, a svelare dietro i veli che la borghesia dominante pone/impone per mantenere e perpetuare il suo potere - il concetto dello svelare che il Prof. Di Marco ha ben posto alla prima presentazione on line di questo ciclo di formazione, è importante e molto utile per i proletari - le illusioni su un sistema sociale che la borghesia dominante propaganda come l’unico possibile, eterno ("Esigere dal popolo che rinunci alle illusioni sulla sua situazione vuol dire esigere che rinunci a una situazione che ha bisogno di illusioni…. Karl Marx "Per la critica della filosofia hegeliana del diritto".).
Dall’altro, questa formazione è rivolta agli operai, alle lavoratrici ai lavoratori più avanzati che organizziamo nelle lotte sindacali ma anche al di fuori di esse, alle donne, ai giovani militanti o studenti, che fanno un passo in avanti rispetto alle lotte di tutti i giorni. Partecipando a questa formazione iniziano a comprendere, attraverso l’analisi scientifica della società capitalista, il perchè della contraddizione capitale/ lavoro - gli operai producono tutta la ricchezza in questa società ma non possono appropriarsi di questa ricchezza che risulta loro estranea; il perchè delle crisi economiche; l’inevitabilità del passaggio da questa società già gravida delle condizioni per il passaggio, ad una società qualitativamente superiore; la rivoluzione come necessità di un ordinamento nuovo per legge dialettica.
La nascita della società capitalistica è stato un progresso che ha fatto andare avanti l’umanità rispetto al modo di produzione e organizzazione sociale feudale; è un progresso perché ci ha fatto uscire fuori dal medioevo e dal feudalesimo, e ha generato la classe del proletariato, l'unica classe rivoluzionaria che abbatterà il capitalismo che non può essere cambiato/migliorato dall’interno ma solo rovesciato.
Come ci ha spiegato il Prof Di Marco nelle prime lezioni, oggi con lo sviluppo enorme delle forze produttive siamo arrivati a un punto che la ricchezza potrebbe essere al servizio del benessere sociale mondiale, ma appunto il sistema capitalista lo impedisce, riservando alle classi sfruttate miseria, oppressione, repressione, guerra, violenza, ecc.
Certamente questa della Formazione marxista non è un’attività facile, nè scontata, ma un primo obiettivo è stato raggiunto, quello di averla iniziata e di avere portato a termine questa prima parte con le 4 lezioni con la partecipazione dei compagni e compagne, di operai, lavoratori, lavoratrici precarie, studenti, giovani militanti e simpatizzanti.
Questo ci incoraggia ad insistere e a proseguire, a fronte di una situazione generale che dinnanzi alla cancellazione delle storia e della memoria del movimento comunista reale nel mondo ha reso necessario un lavoro di alfabetizzazione verso i nuovi attivisti, le nuove avanguardie proletarie, i giovani comunisti… (da pillole comuniste); come a fronte dell’azione nefasta del revisionismo, del riformismo.
Altro aspetto positivo è stato il modo anche nuovo con cui si è pensata e si è organizzata questa formazione marxista, per la nostra organizzazione non si è trattato della prima volta, anche precedentemente sono stati organizzati cicli di formazione sui testi di Marx compreso il Capitale, anche durante la pandemia con incontri on line, ma questa volta si è trattato di dare una struttura permanente, prevedendo nel complesso un percorso organico (circa 9 appuntamenti sul primo libro) mettendo in pratica quel “… rapporto tra teoria e organizzazione che si riflette nella lotta politica e sociale per indirizzare il movimento proletario verso il fine del potere operaio attraverso la via della rivoluzione” (dalla prefazione all’opuscolo sulle prime lezioni) e per affermare il legame tra la pratica e la teoria
Questa questione della struttura permanente si è iniziata a concretizzare nello svolgimento delle 4 lezioni, per esempio col fare ogni lezione in uno stesso mese o al massimo nell’arco di due mesi nelle 3 città di riferimento (il metodo dialettico, la cellula-merce nella immane raccolta di merci della società attuale, il duplice valore della merce, valore d'uso e valore di scambio, il concetto di lavoro umano come sostanza del valore della merce prodotta, il valore di scambio di una merce che risiede nel "lavoro socialmente necessario" per produrla, la merce esclusa che diventa merce denaro…).
Ma nelle diverse città i temi delle lezioni sono stati anche fonte di interventi, di domande da parte dei partecipanti. E questo ha costituito una ricchezza, le singole lezioni nelle diverse città, anche se seguivano un filo comune, hanno avuto uno stile diverso – questo lo si evince subito leggendo gli opuscoli prodotti successivamente sulle lezioni.
Palermo ha avuto più uno stile di un “gruppo di studio, di una classe” con partecipazione di lavoratrici e lavoratori precari in lotta, alcuni giovani militanti (FC e Fgc) e alcuni simpatizzanti di proletari comunisti.
Taranto ha avuto lo stile più da conferenza, come diceva Di Marco, con una partecipazione più ampia che è anche cresciuta, di lavoratori, operai, militanti, compagne, giovani militanti/studenti (Fgc).
Bergamo ha avuto un significativa impronta più operaia con la partecipazione in particolare di alcuni operai e operaie immigrati delle fabbriche di Bergamo, operai Dalmine.
In alcune sedi, vedi per esempio Palermo, queste lezioni sono state anche intercalate da alcune iniziative, come la visione del film su “La vita del giovane Marx” che è servito ad approfondire alcuni aspetti della lezione, in particolare il legame di Marx con la classe operaia, la comprensione della teoria rivoluzionaria come lotta…
La restituzione delle lezioni attraverso gli opuscoli prodotti in formato cartaceo, riportando anche parti del dibattito che si è sviluppato con i lavoratori, è un valore aggiunto perché rende visibile e concreto il senso di questa formazione, uno studio come guida per l’azione, per la denuncia e lotta politica.
Anche l’organizzazione delle lezioni è importante, nel senso che non si tratta di delegare al Professore, che con grande disponibilità si fa il giro delle città mettendosi al servizio, ma per ogni lezione deve essere come quando si organizza una manifestazione, quindi occorre avere cura di ogni aspetto, dalle locandine di presentazione/invito, agli inviti veri e propri, ai luoghi dove andare per propagandare l’iniziativa dai posti di lavoro alle università, compreso l’utilizzo mirato dei social, ecc.
Sulla base dell’esperienza fatta le cose si possono migliorare, ma si deve insistere e migliorare. Perché questa formazione è parte integrante di una attività generale che questa organizzazione politica mette in campo ogni giorno, finalizzata alla ricostruzione del partito, affinchè ”possa trasformarsi in un contributo alla ricostruzione della organizzazione politica del movimento operaio che chiamiamo partito.... Sperimentare le forme con cui si può condurre questo lavoro e metterlo al servizio dell’intero movimento…”.
Ci prepariamo dunque a riprendere nella seconda metà di ottobre per avanzare in questo percorso.
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