A Genova, nella notte del 27 settembre, appena i portuali del CALP hanno saputo che la nave israeliana Zim New Zealand stava caricando dieci container di materiale esplosivo diretto a Israele, si sono precipitati al porto. Hanno occupato il Terminal Spinelli, proclamato sciopero, si sono messi davanti al Varco Etiopia presidiato dalle Forze dell’Ordine. E da lì non si sono mossi di un passo, finché dal megafono non è arrivata la notizia: operazioni interrotte e nave israeliana costretta ad abbandonare il porto senza carico. È la prova che fermare le armi si può, che c’è un’Italia che non si piega, che non accetta di essere complice del genocidio.
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Mentre inizia una nuova settimana di mobilitazione per la Palestina, a sostegno della Global Sumus Flotilla in molteplici città... verso la manifetsazione nazionale del 4 ottobre a Roma.

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