mercoledì 3 settembre 2025

ORE 12 Controinformazione rossoperaia - contenuti e scopi - Intervento della Redazione

La pubblicazione della 6^ Raccolta di ORE 12/Controinformazione rossoperaia dimostra che ci siamo occupati di moltissimi avvenimenti politici nazionali e internazionali che riguardano le masse, di cui parlano le masse e i movimenti, e su cui si mobilitano masse, classe e movimenti. 

ORE 12/Controinformazione rossoperaia - che ha cominciato a uscire nel 2023 - realizza tre appuntamenti audio a settimana più gli speciali e la pubblicazione di questi podcast; quindi nel giornale cartaceo ad uscita settimanale si riportano gli interventi audio in forma di articoli; si tratta di un giornale che diffondiamo nelle realtà dove siamo presenti, nelle fabbriche innanzi tutto, nelle realtà di movimento, nelle manifestazioni.

ORE 12 è uno strumento di agitazione e propaganda con il quale portiamo la politica agli operai, alle donne, ai giovani, la coscienza della necessità di prendere posizione sugli avvenimenti politici, fornendo un orientamento di parte proletaria. Con ORE 12 trasmettiamo l’odio di classe dei proletari contro i padroni e tutti i loro rappresentanti politici, contro le posizioni dei rappresentanti delle altre classi; raccogliamo e valorizziamo tutte le voci “contro” che nella società si esprimono sugli avvenimenti politici, Nello stesso tempo diamo indicazioni, la parola d’ordine giusta al momento giusto.

Noi che siamo compagni militanti, e non giornalisti, diamo rilievo e analizziamo notizie che o non

vengono riportate dalla stampa dei padroni, oppure perché ne danno una lettura ideologica dal punto di vista degli interessi della borghesia che distorce e piega le notizie per mantenere in piedi il suo sistema. Non è certo un caso che fondi pubblici pagati con i soldi dei lavoratori vengono destinati a mantenere in piedi i giornali della borghesia di cui in qualche caso nessuno legge nemmeno, senza contare televisione, internet.

Vediamo i contenuti del nostro lavoro con ORE 12/Controinformazione rossoperaia.

Cosa succede nella collina dell’imperialismo?

Le guerre interimperialiste in Ucraina e in Medio Oriente, “la guerra mondiale a pezzi”; abbiamo scritto sulla Conferenza NATO a Monaco dive abbiamo manifestato assieme al movimento antimperialista portando l'indicazione di fondo: “la guerra imperialista si può fermare solo se avanza la guerra popolare”.

L’insediamento di Trump il suo motto “fare grande l’America” per farla uscire dalla crisi e i suoi piani di tipo nazista di egemonia mondiale da parte dell’imperialismo americano ai danni dei popoli del mondo - Nel post di gennaio sull’insediamento di Trump abbiamo scritto: “È in discussione la libertà, la democrazia, il futuro delle nuove generazioni. E su questo i lavoratori non possono non considerare che tocca a loro, come toccò a loro insieme ai partigiani, liberarci dai mostri del nazismo e del fascismo nella Seconda guerra mondiale.”; poi abbiamo scritto: “la manovra di Trump va vista nel quadro della nuova svolta impressa dall'imperialismo americano, con la quale provava a riprendersi il dominio mondiale messo in crisi dalla decadenza dell'imperialismo e dall'assetto multipolare - innanzitutto economico - che si è generato nel mondo negli ultimi decenni.”. 

Ancora, i presunti accordi di pace tra Trump e Putin che parlano di pace ma preparano la guerra.
La nostra critica/lotta alle posizioni che nel movimento appoggiano la Russia e la Cina. 

L’avanzare del fascismo in Italia e nel mondo; così come l'avanzare dell’attacco antiproletario da parte dei ricchi padroni; il ruolo e i passaggi pratici dell’Italia imperialista a guida della fascistella Meloni e la sua scelta di campo di essere la servetta di Trump. 

L’attacco di Europa e governo fascio-razzista Meloni ai migranti, il processo "Diciotti", i lager in Albania.

L’aggressione di USA/Israele all’Iran “pienamente interno ai piani dell'imperialismo Usa a guida Trump di cancellare il popolo palestinese, addomesticare e rovesciare tutti i regimi arabi della zona, porli tutti sotto la 'cappella' militare dello stato sionista di Israele, rovesciando le frazioni scomode e non addomesticate, per avere il controllo monopolistico delle fonti di energie e dell'assetto geostrategico del Medio Oriente, Golfo persico.”

Consideriamo la Palestina come centrale nella contraddizione tra imperialismo, i suoi Stati/governi e le lotte dei popoli oppressi; abbiamo documentato la solidarietà che si è manifestata nel mondo e nel nostro paese, con al centro Milano. Su queste mobilitazioni abbiamo detto come sia necessaria l’unità nella chiarezza delle posizioni, il sostegno alla Resistenza, la lotta al governo Meloni complice. 
Parte di questa lotta, il processo a L’Aquila ad Anan e ai 2 compagni palestinesi. 

Abbiamo denunciato gli accordi economici, militari, accademici dell’Italia con i sionisti israeliani, che dimostrano che il governo fascio-imperialista italiano è complice e processa la resistenza e reprime la solidarietà.

E poi la risposta della Resistenza al genocidio, è stata all’altezza oppure è necessaria la guerra di popolo? E lo diciamo perché “vogliamo che vincano” il popolo palestinese e la sua Resistenza; per questo, oltre alle manifestazioni, è importante la discussione e la lotta su questa importante questione se vogliamo effettivamente aiutarli, oltre che intensificare la lotta e la solidarietà nel nostro paese.

Ci siamo occupati della marcia verso il moderno fascismo da parte del governo Meloni, le sue quotidiane forzature del cosiddetto “Stato di diritto”; l’azione del governo Meloni sul fronte ideologico, le leggi reazionarie e illegali, sul fronte scuola, mass media, immigrati, carceri, decreti sicurezza, dell’essere sopra le leggi e sempre dalla parte della brutalità poliziesca per cui dispone lo scudo penale, la licenza di uccidere, la libertà di portare le armi sempre con sé.

E poi l’omicidio da parte della polizia di Ramy al quartiere Corvetto a Milano e le ragioni della rivolta che ne è seguita; la repressione verso i giovani di Extinction Rebellion che avevano protestato davanti alla Leonardo, per cui le donne sono state fermate, spogliate umiliate, vessate. 

Ma anche il caso Almasri, il torturatore stupratore scarcerato e accompagnato con un volo di Stato in Libia, così come l’attacco alla magistratura non allineata; quindi il premierato, la controriforma della giustizia, la corruzione della cricca fascista al potere a partire dai suoi ministri.

Abbiamo sul decreto sicurezza intervistato la giurista Algostino e ospitato interventi di avvocati impegnati nei processi.

Il governo, la magistratura a Torino ha attaccato Askatasuna dimostrando come intendano trattare l’opposizione politica e sociale in questo paese - e su questo è stata importante l’intervista all'Avv. Vitale sul processo politico ad Askatasuna.

Poi il patto neocorporativo di questo governo con la Cisl, la situazione nelle fabbriche, la “rivolta sociale”.

ECC. ECC.

Abbiamo preso posizione su tutti questi e altri temi e abbiamo affermato chiaramente che le lotte che non mettono in discussione il governo sono limitate e impotenti; ampi settori di movimenti non comprendono la natura di questo governo al servizio della borghesia imperialista italiana. Su questo abbiamo scritto che: “lo scontro con lo Stato di polizia e le sue forze dell'ordine non può essere portato avanti se non mettendo in discussione questo governo che fa delle forze di polizia, dell'ordine pubblico, la cartina di tornasole della sua marcia moderno fascista e dittatoriale”.

La nostra indicazione è la formazione di un fronte unico, proletario, anticapitalista, antimperialista e antifascista. Questa è una battaglia difficile e lo è ancor di più tra le fila degli operai ma anche nei movimenti.

Ci siamo anche occupati della morte del Papa e delle sue implicazioni nei confronti della solidarietà e accoglienza agli immigrati, contro il genocidio in Palestina, contro le guerre. Ed abbiamo espresso un primo giudizio sull’elezione del nuovo Papa.

Poi quello che succede nel nostro campo dalla collina del proletariato/popoli oppressi:

La situazione difficile ma strategica delle fabbriche, degli operai su cui concentrare il lavoro di agitazione, propaganda; la crisi scaricata sugli operai; la linea perdente del sindacalismo confederale -Il caso Stellantis e il nostro lavoro all’ex Ilva di Taranto, la crisi dell’acciaio su cui agisce anche la politica degli USA; le nostre indicazioni per la piattaforma autonoma; la lotta per il contratto dei metalmeccanici, il bilancio dello sciopero di fine novembre e quello di fine marzo; la azione tra i lavoratori contro il riarmo e l'economia di guerra. La guerra dei dazi e i suoi effetti sulla classe operaia, le morti sul lavoro per responsabilità di padroni e governo.


La "rivolta sociale" di Landini e quella invece necessaria. Abbiamo riportato lo sciopero generale in Grecia su cui abbiamo scritto: “Bisogna opporsi, ribellarsi, a partire dalle condizioni esistenti oggi. E l'arma principale che si può tutt'ora usare è quella della lotta generale, della lotta nella forma dello sciopero generale come è avvenuto nei giorni scorsi in Grecia".
Un grande sciopero generale non è il massimo ma il minimo da fare a fronte dei piani di padroni, governi, Stati che vanno verso la guerra, la reazione e il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari e delle masse popolari.
A partire dallo sciopero generale quindi è evidente che nelle file degli operai, dei lavoratori è di questo che occorre parlare, su questo occorre concentrare le energie, perchè nel tempo necessario si costruiscano le condizioni; senza è evidente che la denuncia di ciò che sta avvenendo – seppur importante e decisiva - non è in grado di fermare i piani che governi, padroni, i loro Stati, dagli Stati Uniti ai vertici europei all'Italia, stanno conducendo.”

Le manifestazioni del “nostro” Primo Maggio proletario e internazionalista.

In ORE 12 abbiamo parlato della lotta delle donne proletarie, lo sciopero per l’8 marzo e la piattaforma delle donne lavoratrici, le denunce e le mobilitazioni contro le sentenze dei tribunali di Venezia e Milano che legittimano femminicidi e stupri.

Anche l’India è stata centrale. Il fascista Modi appoggiato dall’imperialismo sta conducendo la guerra contro il suo popolo e cerca di regalare l’India alle multinazionali, compiendo deportazioni e massacri e quello più infame è stato contro il compagno Basavaray e gli altri 27 compagni dirigenti del Partito.

Ancora, abbiamo parlato di:

Formazione Operaia marxista sul primo libro de il Capitale di Marx;

sui referendum sui diritti dei lavoratori e la nostra valutazione controcorrente;

Chiude la Raccolta di ORE 12 la mozione contro la guerra ed il riarmo che circola nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro.

Non per autocompiacimento e autoreferenzialità, ma questo lavoro non ha altri esempi in questi anni nel nostro paese.

Lenin nel 'Che fare?' parla della necessità di denunce “vive” contro le ingiustizie di questo sistema; esse sono “vive” se vengono fatte immediatamente; questo è lo stile di lavoro dei comunisti al servizio del popolo che reagiscono immediatamente all’azione antioperaia e antipopolare di padroni, governi, polizia e contro l’attività politica del riformismo e dell’opportunismo.


E’ un lavoro che comunque va migliorato perché non è ancora il “quotidiano comunista” di cui in questo paese c’è bisogno, ma è uno sforzo che cerca in maniera coerente di assolvere sempre più compiutamente al compito necessario di realizzare un “quotidiano comunista”, un giornale “partigiano” cioè voce della parte di chi è sfruttato e oppresso, che sente il bisogno di “conoscere come stanno veramente le cose” ma non lo può fare perché la presunta “informazione” passa attraverso internet, nei blog, nei cosiddetti “canali social”, in facebook, instagram e telegram, che poi di “social” non hanno nulla ma alimentano l’individualismo, le “fake news” e mettono in campo tutta una serie di fuoco di fila per ammorbare le coscienze, generare confusione e affermare la concezione del mondo dell’ordine borghese.
E questo lo sanno bene anche i fascisti che sono oggi al governo che per ottenere il consenso alle loro politiche repressive, fascio-razziste, di conquista pezzo dopo pezzo dello Stato borghese hanno bisogno di avere nelle loro mani il controllo dell’informazione.

Il giornale politico comunista è strumento di lotta politica indispensabile per leggere, interpretare, trasformare la realtà della lotta di classe, per la battaglia politica comunista quotidiana, per l’agitazione e propaganda, per organizzare le energie delle masse, attorno alla strategia e alla tattica che hanno nel Partito comunista il loro cuore pulsante per la rivoluzione. Un piano che è in lotta contro l’illusione di fronteggiare i colpi del nemico di classe solo con le lotte ordinarie. 

Il giornale comunista è indispensabile, la storia del movimento operaio lo dimostra (L’Ordine Nuovo/l’Unità di Gramsci, i giornali e le pubblicazioni degli anni ’70).

In questa società divisa in classi c’è bisogno di una conoscenza critica, di parte. Le idee dominanti sono espressione delle idee della classe dominante, della loro visione del mondo.

ORE 12 fa appello di unirsi a noi in questo lavoro, organizzarsi con noi, creare una rete di diffusione e di collaborazione.

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