venerdì 5 settembre 2025

MILANO SOLIDALE CON LA GLOBAL SUMUD FLOTIGLIA... MA SOPRATUTTO CONTRO IL GENOCIDIO E LA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE

 

In solidarietà con la Flotiglia anche Milano ha organizzato un presidio in Stazione Centrale che poi si è trasformato/imposto un corteo visto il grosso afflusso, oltre 5mila, che si è diretto verso Porta Venezia, dove doveva concludersi, ma che è continuato fino a Palestro e non voleva smobilitare e andare verso il Duomo.

Il presidio organizzato dall'area dei cs Cantiere/Lambretta/Milanoinmovimento insieme a organizzazioni quali Emergency/Arci/NUDM/Anpi/M5S/Global Movement to Gaza, a cui erano stati invitati a partecipare organizzazioni sindacali, Si Cobas-USB-Fiom/Cgil; studenti (Osa-Uds); organizzazioni palestinesi (API-GPI-CPL) e area dei sabati milanesi (cs Vittoria; PaP); area della società civile (Casa delle Donne; Tikkun-ebrei antisionisti; e singoli e nuclei familiari con bambini molto partecipi e felici di esserci).


Il tema conduttore erano le parole d'ordine: “Se toccano anche un bullone della Flotiglia blocchiamo tutto”; “noi siamo il movimento dal basso, rappresentiamo l'umanità contro la barbarie”, intervallati da flebile condanna della complicità del governo Meloni o mettendo al centro la lotta contro il colonialismo e non l'imperialismo; il ruolo dei lavoratori con al centro la costruzione di uno sciopero generale (USB e Si Cobas) e un lavoro nei posti di lavoro di informazione e prese di posizioni (Fiom/Cgil); interventi delle organizzazioni palestinesi, API, di appoggio alla Flotiglia per rompere l'assedio di Gaza e far arrivare gli aiuti umanitari e contro il genocidio; GPI che oltre a sostenere la Flotiglia hanno parlato del boicottaggio degli aiuti militari economici (Leonardo e porti), della repressione (Anan), della Resistenza e della manifestazione nazionale del 4 ottobre.

All'interno di questi interventi vi sono stati due collegamenti con la Flotillia (uno con quello partito da

Genova e uno con quello in procinto di partire da Catania) che hanno mostrato la determinazione ad andare fino in fondo nonostante fatica-la paura della reazione di Israele-la determinazione a bloccare tutto; l'intervento, il primo in assoluto, degli Ebrei contro il sionismo, che di fatto chiaro e netto che il sionismo è nazismo; che i popoli oppressi hanno il diritto alla Resistenza, all'autodeterminazione dal fiume sino al mare, non solo in Palestina ma in tutto il mondo (suscitando ampia condivisione e applausi; e l'intervento di un rappresentante dell'Anpi che ha parlato di governo fascista e di Resistenza, la nostra, come arma per combatterlo, diciamo fatto in maniera confusa e soft. Il nostro intervento è stato boicottato relegandoci all'ultimo e dal fatto che l'ingrossarsi del presidio lo abbia trasformato in corteo, che doveva finire a Porta Venezia ma che è andato sino a Palestro e voleva andare oltre.


Nel corteo l'area dei sabati milanesi ha cambiato l'indirizzo, al centro non ci sono stati più il solo sostegno alla Flotiglia, ma principalmente il sostegno alla Resistenza palestinese fino vittoria; fermare il genocidio; il ruolo complice del governo fascista Meloni; che hanno visto aggregarsi ampie fasce di giovani-società civile-singoli, che in maniera ritmata hanno ripreso tutti gli slogan (che per grossa parte non conoscevano per non essere stati presenti alle mobilitazioni del sabato o perché provenienti da quella area di movimento filo pacifista) che ha trasformato il tutto in un corteo per la Palestina, con la voglia di non fermarsi e invadere le strade del centro sino in Duomo.

In questo contesto abbiamo lanciato i ns slogan “Meloni fascista complice sionista” “i popoli in rivolta scrivono la storia guerra popolare fino alla vittoria” “la resistenza non è reato Anan Y. Va liberato”, che hanno trovato consenso e sono stati ripresi da tutti. Ma è stato lanciato da altri lo slogan “armi armi all'Intifada” oltre a “stop genocidio” “ora e sempre Resistenza” “from the river to the sea Palestine will be Free”.

La digos, impreparata a questo andazzo, ha iniziato a fare pressione verso i rappresentanti che avevano organizzato il presidio per terminare a Palestro e sciogliere il corteo. Dopo un batti e ribatti in cui il corteo era compatto, più di 5mila, e voleva continuare, il ruolo da pompieri di Kader e Fiom ha fatto diminuire i numeri in cui era evidente non era possibile andare oltre.

Nessun commento:

Posta un commento