venerdì 22 agosto 2025

SOLIDARIETA' AL LEONKA, MA NELLA CHIAREZZA

 

Primo comunicato del circolo proletari comunisti Milano

Siamo solidali col Leoncavallo sgomberato per una condivisione di un percorso politico che ci appartiene, quello della lotta di classe, e da cui, però, il Leoncavallo si era “autosgomberato” da molto tempo, scegliendo la strada della contrattazione col potere borghese e il palcoscenico parlamentare per rivendicare una illusoria alternativa al sistema capitalista. 

Nessun ripristino della “legalità” come strillato dagli esponenti del governo fascista Meloni, ma un segnale ben preciso e sintetizzato dal titolo del Manifesto: “lo sgombero del Leoncavallo è una minaccia per chi, semplicemente “dissente”. E' questo il cuore, nero, del moderno fascismo: instaurare una moderna dittatura, uno stato di polizia, razzismo, riarmo, repressione, al servizio degli interessi delle multinazionali e della guerra ai diritti dei lavoratori, delle donne, dei migranti, della solidarietà.

Sandro(ne) Dazieri ha detto una cosa giusta: “la destra ha paura di chi pensa” e noi ricordiamo bene cosa disse Mussolini nei confronti di Gramsci: “bisogna impedire a questo cervello di pensare”, ecco la paura lo spettro che si aggira per il mondo. Sempre Dazieri ha detto “non assolvo la giunta progressista”, ed è giusto. Ma chiamare progressista la giunta Sala non si può sentire. Cos'è progressista aver portato alle estreme conseguenze la gentrificazione di Milano, inaugurata nel 2015 e dove il Leoncavallo ospitò le primarie per scegliere il candidato? E che si è tradotta, questi si che sono sgomberi che grondano sangue e sacrifici, in sgomberi quotidiani di chi un affitto, una casa, non se lo può permettere, in primis i proletari e le classi più povere. Qualcuno, per questi sgomberi, ha visto Sala “indignato” di non essere stato avvertito, come ha dichiarato ora? Questa volta Sala è indignato perché percepisce, aggiungiamo noi, l'attacco alla fortezza, il consiglio comunale, che il governo fascista sta portando in tutte le istanze sociali, cioè occupare tutto e svuotarli da qualsiasi barlume di dissenso e da un standard minimo di agibilità democratico borghese.

L'assemblea convocata ieri ha deciso un percorso di mobilitazioni che porti ad una manifestazione nazionale per il 6 settembre con la parola d'ordine: GIU' LE MANI DALLA CITTA'. "Contro lo sgombero del Leoncavallo, contro il fascismo di governo, la gentrificazione ed espropriazione dei patrimoni pubblici e autogestiti. Costruiamo assieme un corteo nazionale contro la gentrificazione e la democrazia del metroquadro per il diritto ad esistere degli spazi autogestiti e una democrazia dal basso". 

Ma questo sgombero riguarda anche tutti quelli che non condividono le scelte del Leoncavallo e in vario modo lottano per il cambiamento dello stato di cose esistente, e pongono la questione di come lottare contro il moderno fascismo e come vincere. Riteniamo necessario, quindi, che si avvii una riflessione e un agire consequenziale non solo guardando al 6 settembre ma al contesto generale

Nessun commento:

Posta un commento