Primo comunicato del circolo proletari comunisti Milano
Siamo solidali col Leoncavallo sgomberato per una condivisione di un percorso politico che ci appartiene, quello della lotta di classe, e da cui, però, il Leoncavallo si era “autosgomberato” da molto tempo, scegliendo la strada della contrattazione col potere borghese e il palcoscenico parlamentare per rivendicare una illusoria alternativa al sistema capitalista.
Nessun ripristino della “legalità” come strillato dagli esponenti del governo fascista Meloni, ma un segnale ben preciso e sintetizzato dal titolo del Manifesto: “lo sgombero del Leoncavallo è una minaccia per chi, semplicemente “dissente”. E' questo il cuore, nero, del moderno fascismo: instaurare una moderna dittatura, uno stato di polizia, razzismo, riarmo, repressione, al servizio degli interessi delle multinazionali e della guerra ai diritti dei lavoratori, delle donne, dei migranti, della solidarietà.
Sandro(ne) Dazieri ha detto una cosa giusta: “la destra ha paura di chi pensa” e noi ricordiamo bene cosa disse Mussolini nei confronti di Gramsci: “bisogna impedire a questo cervello di pensare”, ecco la paura lo spettro che si aggira per il mondo. Sempre Dazieri ha detto “non assolvo la giunta progressista”, ed è giusto. Ma chiamare progressista la giunta Sala non si può sentire. Cos'è progressista aver portato alle estreme conseguenze la gentrificazione di Milano, inaugurata nel 2015 e dove il Leoncavallo ospitò le primarie per scegliere il candidato? E che si è tradotta, questi si che sono sgomberi che grondano sangue e sacrifici, in sgomberi quotidiani di chi un affitto, una casa, non se lo può permettere, in primis i proletari e le classi più povere. Qualcuno, per questi sgomberi, ha visto Sala “indignato” di non essere stato avvertito, come ha dichiarato ora? Questa volta Sala è indignato perché percepisce, aggiungiamo noi, l'attacco alla fortezza, il consiglio comunale, che il governo fascista sta portando in tutte le istanze sociali, cioè occupare tutto e svuotarli da qualsiasi barlume di dissenso e da un standard minimo di agibilità democratico borghese.
L'assemblea convocata ieri ha deciso un percorso di mobilitazioni che porti ad una manifestazione nazionale per il 6 settembre con la parola d'ordine: GIU' LE MANI DALLA CITTA'. "Contro lo sgombero del Leoncavallo, contro il fascismo di governo, la gentrificazione ed espropriazione dei patrimoni pubblici e autogestiti. Costruiamo assieme un corteo nazionale contro la gentrificazione e la democrazia del metroquadro per il diritto ad esistere degli spazi autogestiti e una democrazia dal basso".
Ma questo sgombero riguarda anche tutti quelli che non condividono le scelte del Leoncavallo e in vario modo lottano per il cambiamento dello stato di cose esistente, e pongono la questione di come lottare contro il moderno fascismo e come vincere. Riteniamo necessario, quindi, che si avvii una riflessione e un agire consequenziale non solo guardando al 6 settembre ma al contesto generale



Nessun commento:
Posta un commento