Noi ci battiamo perché ci sia una piattaforma dei lavoratori, e una piattaforma ambientale.
Tutti
i processi di ristrutturazione, vendita, piani A-B vengono di fatto
scaricati sugli operai con licenziamenti, cassintegrazione,
peggioramento delle condizioni di lavoro, mancanza di sicurezza e
scaricati sulle masse popolari, sul territorio.
Gli operai e i
lavoratori non vogliono finire senza lavoro né in una cassintegrazione
senza ritorno, né stare alla mercè di eventuali improbabili piani di
ricollocazione dei lavoratori. Tutti i piani che in questa città sono
falliti con la Belleli, con la Cementir. Quindi il punto fermo è che i
lavoratori devono rimanere operai nella zona industriale, devono essere
parte integrante del processo di eventuale riconversione,
ambientalizzazione, senza diventare, dopo essere state
vittime di sfruttamento, di morti sul lavoro, anche le vittime del
processo di cambiamento della fabbrica.
Noi escludiamo che la chiusura della fabbrica risolva i problemi dei lavoratori, della salute e dell’ambiente in questa città.
Questo sistema capitalista è nocivo a prescindere, perchè difende solo dei profitti dei padroni e il loro tagli dei costi. E' nocivo quando produce, è nocivo quando riconverte, è nocivo quando chiude una fabbrica e fa le "bonifiche" (Bagnoli non è una propaganda è un fatto); come è nociva/tossica l'attività agricola e di supersfruttamento per chi vi lavora, l'attività turistica con le mega navi inquinanti del mare che arrivano a Taranto; è nocivo anche lì dove, a fronte di una chiusura dell'ex Ilva si costruisse in quell'area impianti fotovoltaici - come ha proposto un esponente di Giustizia per Taranto il 6/8 - li abbiamo visti gli effetti in altre realtà: distruzione di territori, sfruttamento di tipo schiavista per chi dovrebbe costruirli, con minimi costi, pericolo per la salute per chi vi abita vicino. Chi propone piani avveniristici di diversificazione dell'economia di Taranto che difenderebbero la salute e occuperebbero migliaia di operai ex Ilva (!?) non dice poi che questi ipotetici piani in questo sistema borghese sono sempre nelle mani dei padroni e seguono sempre le loro stesse leggi.
Solo il potere in mano ai proletari potrà far sì che le fabbriche - tutte le fabbriche, tutte le attività lavorative - non siano nocive.
Dobbiamo
opporre alla produzione per il massimo profitto e allo scarico sui
lavoratori e cittadini della crisi e ristrutturazione, la lotta dei lavoratori in coordinamento, unità con la lotta delle masse popolari della città.
Noi vogliamo che il
processo di ambientalizzazione debba essere accelerato al massimo. Non
c’è da avere alcuna fiducia nel rispetto dei tempi da parte dei padroni e
dei governi, anche questo è frutto dei rapporti di forza della lotta di
classe.
La piattaforma operaia è la soluzione per gli
operai, ma deve essere anche la soluzione alla situazione della città,
recependo le istanze, proposte che vengono dagli abitanti dei quartieri
inquinati, e da una parte sincera degli ambientalisti.
Lo
scambio, voluto dal governo a cui le istituzioni locali si prestano, a
partire dal Comune, è da respingere. Le nuove "opportunità lavorative"
che vengono poste nel cosiddetto Accordo di programma alternativo -
attività che devono essere fatte a prescoìindere - non devono essere per
occupare gli esuberi del piano di ristrutturazione e di
ridimensionamento delle Acciaierie, ma devono essere un’opportunità di
lavoro per la grande massa dei lavoratori precari, dei giovani, delle
donne, dei disoccupati della città.
Noi riteniamo che bisogna fare una battaglia rigida rispetto alle fonti inquinanti, per ostacolare tutti i quei processi produttivi in questo tempo di ristrutturazione che possano appesantire il carico inquinante e sanitario della città. Questo va fatto insieme: abitanti di Taranto e operai Acciaierie/appalto che sono fonte di conoscenza. Una battaglia rigida che permetta la ristrutturazione della fabbrica, con la massima riduzione del danno.
Rafforziamo
la piattaforma operaia, sviluppiamo gli elementi della piattaforma
ambientale che possono permettere di contrastare i piani del governo,
dei futuri padroni e delle Istituzioni locali.
Questa è la posizione dello Slai Cobas e su questo continueremo a lavorare, innanzitutto verso gli operai
Costruiamo insieme la piattaforma operaia/piattaforma ambientale e andiamo allo sciopero generale a Taranto nella prima quindicina di settembre.
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