sabato 21 giugno 2025

pc 21 giugno - Bergamo più di 5mila operai, operaie in un lungo corteo: foto e video - Alcune considerazioni

Report dagli operai Slai cobas per il sindacato di classe

In Lombardia, alla manifestazione regionale tenutasi a Bergamo, la partecipazione è stata oltre i 5mila. La presenza più rilevante è stata da Brescia, e soprattutto da decine di fabbriche della sua provincia.
La nostra parola d’ordine principale portata sia con uno striscione, sia con gli interventi durante il corteo è stata: “Questo contratto non si può perdere”.
Ma per non perdere occorre che la lotta continui. Occorre costringere i sindacati a tener fede alle parole che dicono, alla conseguenza tra i lavoratori.
Le ultime parole al comizio del rappresentante della Fiom sono state di fatto legate al cambio della presidenza Federmeccanica, troppo illudendosi che questo potrà riaprire la trattiva sul contratto (ma come si è visto, neanche poche ore dopo nell'incontro convocato dal Min. del Lavoro, non è così).
Gli operai e operaie sono stati in tutto il corteo combattivi sulla pretesa del contratto. 
Da gruppi di operai di Brescia è venuto uno slogan contro Meloni/Sbarra, ex segretario Cisl nominato ora dal governo sottosegretario il sud.
Al concentramento iniziale, nella buona diffusione della Controinformazione rossoperaia, con tanti operai si è parlato del referendum. Gli operai e operaie parlano di sconfitta ma parlando e spiegando perchè così non deve essere visto, ammettono che parlare di sconfitta aggiunge al danno la beffa.

SOTTO FOTO, INTERVENTO NELLA MANIFESTAZIONE DI BERGAMO.
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Alcune considerazioni generali.
Lo sciopero in generale è riuscito parzialmente, la presenza alle manifestazioni, a parte Bologna, è inferiore alle necessità.
Ma non c’è altra cosa dello sciopero che riesca a mettere insieme le fabbriche.
L’ingresso della classe operaia centrale nell’industria è un elemento fondamentale per ricostruire la forza sindacale, sociali.
La nostra parola d’ordine portata a Bergamo “Questo contratto non si può perdere”, è dipeso anche da come gli operai hanno preso il risultato del referendum, come una battaglia persa (ma se i lavoratori hanno perso vuol dire che padroni e governo hanno vinto). Noi non siamo d’accordo (leggi nostra posizione in questo blog subito dopo l'esito referendario).
Il contratto non si può perdere perché è la prima battaglia che si fa dopo referendum. Se anche questa battaglia viene persa, verrebbe percepito dai lavoratori come ulteriore sconfitta che porterebbe ad un ulteriore sfiducia, passività, dispersione collettiva e individuale.
Per non perdere occorre che la lotta continui, che si elevi (ma noi non possiamo lanciare forme di lotta che non sono in sintonia con il livello di coscienza dei lavoratori). Certo, ieri vi è stato il blocco di Bologna, dove probabilmente a numeri più grossi, corrisponde l’elevamento della lotta.
La reazione del governo, l'uso immediato del Decreto sicurezza, e la risposta degli operai è un fatto positivo. 
Non vanno sottovalutati i discorsi fatti nei comizi delle manifestazioni, perchè che dicono i sindacalisti corrisponde alla coscienza media dei lavoratori. E' sbagliato pensare che la base dei lavoratori iscritti sia oggi più avanti dei sindacati, in altre fasi è stato diverso. Costringere i sindacati a tener fede alle parole che dicono, alla conseguenza tra i lavoratori; parole che traducendole in fatti mostrano gli aspetti deboli delle posizioni – quello che dicono e chiedono non fa i conti con la realtà della situazione. 
In alcuni interventi, per esempio a Bergamo, della Fiom, si è parlato della questione della guerra, della solidarietà con la Palestina, ma se si perde sul contratto non avanza la coscienza su queste battaglie. 
Anche noi siamo legati a come va a finire questa battaglia contrattuale. Ma abbiamo bisogno dell’habitat di questa realtà, in cui gli operai si muovono insieme, per portare le questioni più generali

FOTO E ALCUNI INTERVENTI NELLA MANIFESTAZIONE DI BERGAMO.













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