L'aggressione militare dell'India del regime fascista hindutva di Modi al Pakistan del regime reazionario islamista lascia sul terreno decine di morti, solo la Guerra Popolare delle classi oppresse in entrambi i paesi puo' mettere fine al barbaro scontro di civiltà
Lo scontro militare tra India e Pakistan è avvenuto in un contesto in cui le contraddizioni interimperialiste si stanno acuendo ed in particolare tra USA da un lato e Cina e Russia dall'altro e secondariamente tra tutte le potenze imperialiste in cui ognuna prova a guadagnare spazio sul mercato mondiale in base alle proprie aspirazioni e potenzialità.
Il Sud Asia e l'area dell'Indo-Pacifico sono una polveriera pronta ad esplodere.
E' quindi in tali condizioni che l'ultradecennale conflitto dormiente tra i due Stati nucleari è esploso con reciproci bombardamenti aerei e colpi di artiglieria al confine, rischiando di diventare guerra dispiegata tra due Stati che assurgono a diventare potenza regionale con le medesime aspirazioni a scapito dei propri vicini.
Il conflitto indo-pakistano del 07-10 maggio scorsi rientra nella dinamica ben descritta dalla Dichiarazione Congiunta del primo maggio dei partiti e organizzazioni MLM in cui si affermava che: "regimi reazionari [...] aspirano a diventare e convertirsi come gendarmi nelle loro aree dentro il
sistema imperialista, dalla Turchia, all’India, al Brasile, ecc.".Il regime hindutva (nazionalismo/fascismo che afferma la supremazia dell'induismo e lo eleva a ideologia di Stato) di Modi in particolare, inebriato dai recenti macroindicatori economici e demografici, ed essendo il principale baluardo dell'imperialismo yankee in Sud Asia in funzione anti-cinese, punta ad espandersi territorialmente a danno di Nepal e Buthan, in competizione con la Cina nelle aree di frontiera contese, e soprattutto prosegue una colonizzazione aggressiva e induistificazione del Kashmir occupato aspirando ad occupare anche il resto di tale paese oppresso occupato dal Pakistan fino ad eliminare strategicamente l'esistenza del Pakistan stesso.
L'India di Modi foraggiato dall'imperialismo yankee si sta armando e sta sviluppando la propria industria pesante e bellica diventando sempre più una minaccia alla pace in Sud Asia e nel mondo, inoltre la propria alleanza strategica con lo Stato sionista di Israele incide negativemante sulle aspirazioni del popolo palestinese e al proprio interno accentua le tendenze reazionarie, da pogrom e genocida a danno dei popoli e delle confessioni in India che non accettano l'ideologia hindutva e la desecolarizzazione dello Stato indiano attuata dal BJP di Modi.
Infatti il regime hindutva di Modi prosegue una guerra interna contro il proprio popolo nella regione del Bastar (Stato federato del Chattisgarh) sotto il nome di Operazione Kagaar in cui circa 25mila paramilitari e militari sono impiegati con l'utilizzo di droni, elicotteri e blindati. Tale operazione militare ha l'obiettivo dichiarato di eliminare il PCI (Maoista) che conduce la Guerra Popolare appoggiato da vasti settori popolari, contadini, adivasi (popolazioni tribali), per questo motivo l'Operazione Kagar ha l'obiettivo di eliminare questa base di massa, da qui la sua natura di sterminio di massa.
L'organizzazione studentesca Revolutionary Student' Front, in merito al recente conflitto, ha giustamente affermato qualche giorno fa che: "l'India e il Pakistan hanno occupato e diviso militarmente il Kashmir, bloccando la voce del popolo indipendente del Kashmir nel 1947. Questi due Stati non hanno fatto alcuno sforzo per creare un ambiente favorevole al voto necessario affinché i kashmiri "si unissero all'India/Pakistan o fossero identificati come uno stato indipendente", come proposto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Al contrario, a causa della guerra ombra tra i due Stati, sono stati combattute molteplici scontri di confine e guerre su larga scala contro il popolo del Kashmir e la gente comune di entrambi i paesi.
Oggi, ci troviamo di nuovo di fronte a una battaglia su larga scala. 26 cittadini di entrambi i paesi hanno perso la vita e sono rimasti feriti negli scontri tra l'India fascista Hindutva e lo stato militare islamico del Pakistan in un solo giorno, la maggior parte dei quali kashmiri."
L'India di Modi mossa da questo ipernazionalismo fascista hindu ha bombardato sia zone del Kashmir occupato dal Pakistan che città pakistane e annunciato la sospensione unilaterale del trattato delle acque dell'Indo tra i due paesi (che garantisce al Pakistan di usufruire di tali acque da cui dipende l'80% del proprio approviggionamento idrico).
L'India usa quindi non solo le bombe ma anche la "guerra dell'acqua" per affamare il popolo pakistano, ma mentre pensava di restare impunito, al contrario la contraerea pakistana non solo é riuscita ad abbattere ben cinque jet indiani, ma ha anche controattaccato bombardando ugualmente obiettivi militari e civili. In entrambi gli Stati reazionari, i governi hanno rinvigorito i più beceri istinti nazionalisti al fine di rafforzare le proprie politiche di espansione regionale.
Mentre il Revolutionary Student' Front di estrazione marxista-leninista-maoista ha organizzato nei campus universitari mobilitazioni per denunciare la politica guerrafondaia del governo Modi sia in patria che con l'aggressione al Pakistan, e mentre il Partito Comunista dell'India (Maoista) combatte lo Stato indiano resistendo all'operazione Kagaar, i rinnegati e revisionisti, sedicenti comunisti, il Partito Comunista dell'India ed il Partito Comunista dell'India (Marxista), si sono uniti alla propria borghesia salutando l'aggressione militare inneggiando alla "difesa della patria". Una patria che è in realtà una prigione dei popoli!
Nel contesto della contesa interimperialista, le due principali potenze mondiali, USA e Cina, hanno svolto un ruolo ambivalente: la tendenza principale é stata quella di premere per una de-escalation. L'imperialismo yankee impegnato a chiudere la partita in Ucraina alle proprie condizioni (sfruttamento delle terre rare) e mentre fatica a riportare all'ordine l'alleato impazzito Netanhyahu (che non solo spira venti di guerra in Palestina ma anche in Siria, Yemen e Iran) non puo' permettersi di gestire anche indirettamente un terzo fronte in Asia (in cui campeggia sempre la potenziale crisi di Taiwan). Il socialimperialismo cinese la cui crescita economica ha subito un'inflessione, non puo' assolutamente permettersi una guerra di vasta portata, potenzialmente nucleare, alle proprie porte che intralci la Nuova Via della Seta.
Detto questo la Cina ha sostenuto politicamente il proprio alleato, il Pakistan, che già da anni rifornisce di armamenti, armamenti che ben usati dai pakistani hanno fatto sfigurare sia i jet Rafale francesi che i droni israeliani entrambi in dotazione all'esercito indiano.
Il Pakistan è stato anche sostenuto diplomaticamente in questi giorni da altri paesi che utilizzano l'Islam come strumento politico e dottrina di Stato, ovvero la Turchia, l'Azerbaijan e l'Iran, un sostegno in chiave panislamista da parte delle tre potenze regionali e anche neo-ottomano per le prime due.
Infine Trump ha rivendicato il merito del cessate il fuoco dopo quattro giorni di attacchi incrociati tra i due paesi.
Il primo bilancio sembra pendere a favore del Pakistan che infatti ha rivendicato non solo la rappresaglia legittima in seguito ad un "attacco ingiustificato" ma anche il risultato tangibile della propria superiorità in termini di contraerea e aviazione nonché di perdite inflitte al nemico annunciando di aver neutralizzato 25 militari indiani.
In ultima analisi a fare le spese di questa guerra sono stati in primis il popolo oppresso dei kashmiri nella loro interezza, sia la parte della popolazione sotto occupazione indiana che quella sotto occupazione pakistana, ed il popolo pakistano.
La sconfitta del regime reazionario hindutva e del regime reazionario islamista pakistano per mezzo della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga durata in entrambi i paesi è la soluzione strategica per la piena liberazione dei popoli indiano, pakistano e kashmiri.
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