mercoledì 30 aprile 2025

pc 30 aprile - Dal 25 aprile/1° Maggio - che fare

Dalle giornate del 25 aprile e del 1° Maggio viene ancora più forte una indicazione: la resistenza è necessaria e vive nelle lotte di coloro che si oppongono alle guerre imperialiste, all'aggressione contro i popoli, allo Stato di polizia, ai piani razzisti di attacco agli immigrati, alla miseria.

Dal 1° Maggio, da questa importante giornata internazionale che vede in ogni parte del mondo, proletari, masse popolari, e in primis gli operai, rivoluzionari, comunisti, scendere in piazza, in cui ci sentiamo tutti uniti anche a migliaia di kilometri distanti, viene che dobbiamo e possiamo lottare contro un sistema mondiale, che mai come oggi è attuale l'indicazione di Kark Marx: Proletari di tutto il mondo unitevi, non abbiamo da perdere che le nostre catene e abbiamo un mondo da conquistare! 

Un sistema mondiale che va verso una guerra che potrebbe essere nucleare; un sistema mondiale che permette il genocidio del popolo palestinese, un sistema mondiale che permette che i nostri mari si riempiano di morti, un sistema mondiale che distrugge l'ambiente per il profitto. Noi non vogliamo un'Italia in guerra, non vogliamo che le nostre zone siano sede di Basi Nato, di Basi militari.

Il governo Meloni è come i precedenti, ma questo si lega mani e piedi all'imperialismo americano, alla dittatura degli oligarchi, allo scatenamento della guerra mondiale che Trump vuole portare avanti. 

Questi sono complici delle guerre, sono complici del genocidio, della deportazione del terrorista Netanyahu.

La loro “pace” è fatta di armi, è fatta di più guerra, di migliaia e migliaia di morti, di morti civili come sta succedendo a Gaza e anche in Ucraina. Vuol dire bambini ammazzati in ogni modo, donne anche stuprate, violentate, vuol dire giovani come i nostri figli mandati a morire. 

Noi siamo partigiani della rivoluzione, partigiani per rovesciare questo schifo di terrore, orrore senza

fine. 

Mai più fascismo, avevano detto i partigiani. E invece oggi abbiamo ministri, autorità statali che fanno fatica a staccarsi da quella che è la loro matrice, il fascismo, la dittatura, la difesa della corruzione, dei ricchi, dei padroni, dei parassiti, che portano avanti un'economia di guerra sulla pelle dei proletari, delle popolazioni. I nuovi fascisti usciti dalla fogna sono tornati a galla non solo nel nostro paese ma in tutta Europa, nel mondo.

I padroni fanno i soldi sulla pelle dei lavoratori e vogliono dei governi che li finanziano, che gli permettono profitti, anche se questi significano distruzione ambientale, impoverimento. 

Oggi occorre lottare contro tutto questo. La nuova resistenza ha l'obiettivo di cacciare i padroni e i fascisti di oggi, i sostenitori delle guerre dall'Ucraina, alla Palestina, i sostenitori della distruzione ambientale, degli Stati di polizia e di dittatura che tolgono le libertà democratiche anche dei singoli cittadini.

Nessun soldato, nessun giovane può andare a morire. Sono i vostri figli, i vostri nipoti. Invece che un lavoro avranno una divisa. Vogliamo questo? No, non lo vogliamo! Così come diciamo No ai decreti sicurezza che attaccano le lotte degli studenti, dei detenuti, dei migranti, dei senza casa, il diritto di sciopero dei lavoratori, i diritti delle donne, vogliono impedire anche il semplice dissenso, e portano avanti una repressione verso ogni diritto democratico.

Ma sia chiaro, la repressione non ci fa paura, la repressione alimenta la ribellione!

Bisogna costruire una nuova lotta, perché i fascisti, i padroni non se ne vanno da soli.

Resistenza è ricostruire la forza organizzata dei lavoratori, delle masse popolari, costruire un fronte all'interno dei proletari, del popolo, costruire la forza per difendersi dalla violenza di questo sistema, con la resistenza armata se necessario.

Ci vuole la forza, ci vuole la lotta; ci vuole che tutti quelli che sono contro la guerra, contro il governo fascista Meloni, quelli, la maggioranza della popolazione, che non ha miliardi, quella che viene sfruttata sul lavoro, quella che viene attaccata nei suoi diritti, quella che ogni giorno vede venire meno la salute, l'ambiente, vede venire meno i più elementari diritti…, questa gente non può solo stare a guardare, questa gente è necessario che si unisca a noi che lottiamo, che partecipi alle mobilitazioni. 

Questa guerra non si può fermare, l'imperialismo non si ferma, è come una bestia ferita che più è ferita e più vuole aggredire. Solo la guerra popolare, la guerra dei popoli può fermarla.

La Meloni, la Russa, tutti gli altri che sono sia fascisti che criminali, non se ne vanno via con le elezioni. La cosa più giusta, vera che la resistenza ci ha insegnato è che i fascisti si devono e si possono cacciare, rovesciare. Ma non certo con l'opposizione parlamentare che è vergognosa, non certo con le parole, li dobbiamo rovesciare con la forza, con la lotta e a un certo punto serve anche la guerra di popolo, come è stata la resistenza italiana.

Una resistenza che anche nel Vietnam - di cui oggi ricordiamo il 50° anniversario della vittoria sull'imperialismo americano - quando hanno fatto la rivoluzione contro l'invasione, la guerra degli Stati Uniti, dicevano: 10 anni fa l'Italia ci ha insegnato che tutto il popolo deve combattere. E se tutto il popolo combatte alla fine vinciamo, si vince! 

Questo oggi è importante anche per la Palestina oltre che per noi. Ma è importante per la Palestina, noi non possiamo più vedere solo i morti, decine di migliaia di morti, di bambini, di donne, di civili, noi vorremmo vedere che tutto il popolo, anche i bambini, abbiano la possibilità di cacciare la soldataglia di Netanyahu, nazista, che sta riproponendo a Gaza il nazismo che Hitler fece agli ebrei.

Dobbiamo continuare ed elevare la nostra lotta. Non passa giorno perché questo maledetto governo fascista, i padroni, lo Stato non ci diano elementi per cui è assolutamente necessario continuare.

Le forze che si uniscono per manifestare, chi scende in piazza in questi giorni importanti, non sono certo “le forze della domenica”. Siamo le forze che anche nei giorni grigi nei giorni difficili devono continuare sempre più ad armarsi in tutti i sensi, sia teoricamente, sia politicamente, ma a un certo punto anche praticamente perché altrimenti non ce la possiamo fare.

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