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il sindacalista della Cgil aggredito cambia versione, indaga la digos
Ci sarebbero diverse incongruenze nel racconto del sindacalista della Cgil che ha denunciato di aver subito un'aggressione di matrice fascista a Genova, che stanno sollevando dubbi tra gli investigatori. A farle emergere gli accertamenti della digos che per oltre 24 ore ha setacciato tutte le telecamere della zona.L'episodio, due giorni fa, aveva provocato reazioni di sdegno e condanna bipartisan, una manifestazione in piazza a cui hanno aderito diverse centinaia di persone e un incontro in Prefettura a Genova. Una delle incongruenze rispetto alla denuncia presentata alla polizia, dopo che la notizia era stata diffusa da un comunicato del sindacato, riguarda l'orario della presunta aggressione che sarebbe avvenuta quando l'auto utilizzata dal segretario della Fillea risulterebbe invece essere regolarmente parcheggiata vicino alla sua abitazione.
Il sindacalista potrebbe essere richiamato nuovamente dagli investigatori
Il sindacalista inoltre sarebbe uscito di casa quella mattina insieme ad alcuni famigliari per poi dirigersi
in Cgil e non da solo per recarsi nella zona dove sarebbe stato aggredito. Anche sulla destinazione lavorativa in sede di denuncia il sindacalista sarebbe stato non preciso nell'indicare chi doveva incontrare e dove. Adesso, dopo che i primi atti di indagine, coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti, sono stati depositati, il sindacalista potrebbe essere richiamato nuovamente dagli investigatori per chiarire i diversi elementi rispetto ai quali non è stato trovato riscontro. Proseguono le indagini condotte dalla digos.La nota della Cgil: "No a fuga di notizie su sindacalista aggredito"
"Cgil Genova e Liguria - si legge in una nota - esprimono assoluta fiducia negli organismi inquirenti, nella magistratura e nelle istituzioni, ma sono altresì fortemente preoccupate per la fuoriuscita di notizie che potrebbero mettere a rischio le stesse indagini". "Ieri, a poche ora da quanto è accaduto - aggiunge il sindacato -, sulla stampa sono stati pubblicati stralci della denuncia del sindacalista e nuovamente oggi sono trapelate notizie sulle indagini che dovrebbero essere coperte dal segreto istruttorio". "Nel ribadire la massima fiducia nel lavoro degli inquirenti, la Cgil non può che essere fortemente preoccupata per questa inquietante situazione che potrebbe mettere a rischio il buon esito del lavoro degli inquirenti e avere ripercussioni sulla parte lesa", conclude il sindacato.
"Comunista di m...", aggredito a Genova sindacalista della Cgil
"Nella mattinata di oggi un nostro segretario, appartenente alla categoria degli edili, è stato vittima di una vile aggressione fascista. Due uomini, a Sestri Ponente, l'hanno avvicinato mentre scendeva dalla macchina di servizio, sulla quale erano esposti i loghi dei referendum sul lavoro e cittadinanza, gridando "comunista di merda", sputandogli addosso, facendo il saluto romano, avventandosi verso di lui che, pur riuscendo a difendersi e divincolarsi, allontanandosi dal posto sulla sua vettura". Lo rivelano la Camera del Lavoro di Genova e Cgil Liguria. Il sindacalista aggredito, F. M., ha dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso.
Stasera alle 17 "un presidio democratico al quale invitiamo lavoratrici e lavoratori e tutta la cittadinanza"
Stasera alle 17 in Piazza Baracca a Sestri Ponente la Camera del Lavoro e la Cgil hanno convocato "un presidio democratico al quale invitiamo lavoratrici e lavoratori e tutta la cittadinanza". "Un fatto che riteniamo di una gravità inaudita e che ci riporta a un clima e a tempi che pensavamo ormai lontani - si legge nella nota del sindacato -. Chiediamo alla Prefettura di Genova di essere ascoltati e di convocare una riunione del Comitato ordine sicurezza perché vogliamo che nella nostra città, come nel paese, violenze di ogni tipo non si ripetano più e che i principi democratici e costituzionali, figli della Liberazione, di cui quest'anno celebriamo gli 80 anni, continuino a garantire la sicurezza di chi rappresenta i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori come di tutti quelli che esprimono democraticamente le proprie rivendicazioni".
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