Alla fascista
Meloni sarebbe piaciuto forse che la notizia dei fondi non spesi fosse solo un
pesce d’aprile, e invece si tratta di una tosta realtà che fa risaltare ancora
una volta le balle spaziali che vengono sparse a piene mani da tutti i membri
di questo governo.
I padroni,
tramite i loro strumenti di propaganda, come il quotidiano la Repubblica, in
questo caso si incaricano di rimproverare il loro governo che non riesce a
spendere i soldi del Pnrr, con un articolo su Affari&Finanza di ieri, 31
marzo.
Non l’hanno
presa bene i padroni, soprattutto perché (oltre ad incassare miliardi in
incentivi vari) vogliono che il governo si occupi di sgravarli di altri costi
importanti, e cioè quelli per le infrastrutture: strade e autostrade, porti,
aeroporti, treni, navi, Alta velocità, Hydrogen valleys, reti, colonnine
elettriche, fibra ottica... e tutto quello che serve ad agevolare la produzione
e il commercio e cioè i loro profitti fatti a palate anche e sempre durante
le crisi! E infatti, per il giornalista, le infrastrutture sono “le vere
vittime di questa débâcle”.
Ma tutto
il resoconto sulle spese per il Pnrr è un “fallimento annunciato”. Vediamo.
“Dei 194 miliardi assegnati all’Italia, ne abbiamo spesi a fine 2024 solo 64. Significa che tra la metà
del 2021 e la fine del 2024, prima Raffaele Fitto e poi Tommaso Foti hanno messo a terra circa 18,2 miliardi l’anno. Il che rende abbastanza difficile che nel restante anno e mezzo si possa spendere i rimanenti 130 miliardi di euro.”Ma non solo, vengono messi fortemente in ridicolo anche i politici come Raffaele Fitto e il fascista Foti, per la gestione di questi fondi.
“Dei 64
miliardi spesi, quasi la metà sono crediti fiscali per attivare i
quali la macchina organizzativa non ha fatto assolutamente nulla.” Cioè,
circa 32 miliardi di agevolazioni per le quali non c’è stato bisogno di muovere
un dito.
“Circa 14
miliardi sono semplici detrazioni legate al Superbonus e ai vari
incentivi per l’efficienza e la riqualificazione energetica contenuti nella
Missione 2 del Pnrr.”
E si sa
che il Superbonus ha agevolato non solo le imprese del settore (e non solo), ma
anche i ricchi che hanno ristrutturato le case gratis.
E poi
arriva il grosso per i padroni! “Altri 13,38 miliardi sono da ricondurre
sotto il cappello di Transizione 4.0 che nell’abito della Missione 1 ha
come obiettivo la riqualificazione delle imprese. Si tratta anche qui di
crediti di imposta per investimenti in beni strumentali (come uffici,
magazzini, furgoni, computer etc.) in beni immateriali (marchi, diritti,
brevetti etc.), o in ricerca, sviluppo e formazione.”
Ma non
bastavano i soldi di Transizione 4.0, ci sono pure quelli dell’erede:
Transizione 5.0! Altri 9 miliardi che “nelle mani del ministro delle
Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso” si sono persi, scrive il giornalista,
o meglio recuperati solo “in minima parte”. “Una cifra” continua, “che pone
Urso sul podio più alto delle inefficienze da Pnrr”.
Ma Urso
non va lasciato solo, un altro ministro di questo governo lo segue il “ministro
del Lavoro, Marina Calderone, perché al momento non riesce a investire i 4,9
miliardi del progetto Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), nato
per contrastare la mancanza di lavoro, ma schiantatosi contro l’incapacità
di Stato e Regioni di ottenere efficienza fosse solo anche per creare un
database dei disoccupati.” E poi ci sono, tra i peggiori, “i Comuni,
soprattutto quelli più grandi, perché ingolfati dai troppi progetti avviati e
senza il personale competente per farli decollare.”
È chiaro, conclude
sconsolato il giornalista, “che alcune non si farà in tempo a finirle. Perdendo
così un’occasione unica di crescita a bassa spesa, perché i fondi
destinati a queste infrastrutture sono a buon mercato, con un tasso di
interesse sui dieci anni al 2,8% contro il 3,9% che oggi paga l’Italia oppure
addirittura a fondo perduto. E se non arrivano le rate, per finirle, le
pagheremo noi.”
A parte il
fatto che alla borghesia piace tanto questo “noi”, come le piace dire che “siamo
tutti sulla stessa barca” e scemenze simili, aggiungiamo solo che uno dei pochi
progetti che secondo il sito openpnrr.it sono stati completati è quello
della “Digitalizzazione del Ministero della Difesa” (misura M1C1I1.6.4). A
proposito di preparazione alla guerra…
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