martedì 18 marzo 2025

pc 18 marzo - Il governo Meloni sta minando intenzionalmente la democrazia

Il rapporto della Civil Liberties Union for Europe accusa il governo Meloni di compromettere lo stato di diritto e di limitare la libertà dei media, evidenziando un pericolo per la democrazia in Italia. Il rapporto inserisce l’Italia tra i cinque paesi che minano intenzionalmente i principi democratici in Europa.

di Marika Ikonomu da il Domani

«Un preoccupante deterioramento dello stato di diritto in Italia», con «tendenze preoccupanti» e una «regressione rispetto al 2023», in diversi «settori fondamentali»: dall’indebolimento dell’indipendenza della magistratura, all’erosione dello spazio civico, oltre alle minacce alla libertà di stampa e alla mancanza di regolamentazione trasparente sul lobbying e sul finanziamento dei partiti politici. È quanto emerge dal rapporto “Liberties Rule of Law Report 2025”, un’analisi indipendente della situazione dello stato di diritto dei paesi dell’Ue, realizzata dalla Civil Liberties Union for Europe. Per l’Italia hanno lavorato alla ricerca la Coalizione italiana libertà e diritti civili (Cild), Antigone, A buon diritto, Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa e STRAtegic LItigation (Strali). Riferito all’anno 2024, l’analisi, alla sua sesta edizione, è «il più approfondito “rapporto ombra” sullo stato di diritto», i cui risultati confluiranno nel ciclo di monitoraggio dello stato di diritto della Commissione europea. In base agli elementi emersi, Liberties – spiega Cild – «colloca l’Italia tra i paesi “demolitori”, insieme a Bulgaria, Croazia, Romania e Slovacchia, in quanto i loro governi minano sistematicamente e intenzionalmente lo Stato di diritto in quasi tutti gli aspetti».

Stato della democrazia

È a causa di alcune riforme promosse dal governo che «l’equilibrio istituzionale è in pericolo» – segnala il rapporto – perché dirette a ridurre il potere del parlamento. A minare il bilanciamento tra i poteri dello stato, e nello specifico tra quello esecutivo e legislativo, l’uso frequente dei decreti legge da parte del governo: nella legislatura in corso sono stati 79 i decreti legge varati, di cui 67 convertiti in legge. A questo si aggiunge il tentativo di estendere il periodo di conversione da 60 a 90 giorni, inserito in un disegno di legge proposto da Forza Italia. Anche la riforma del “Premierato”, già approvata in prima lettura dal Senato, e l’assenza – dopo 32 anni – di un’istituzione nazionale per i diritti umani «sollevano interrogativi sulla separazione dei poteri, la tutela dei diritti umani e l’equilibrio democratico in Italia», continua lo studio.

Il sistema giudiziario

«Le riforme discusse o approvate nel corso del 2024» relative al sistema giudiziario «minano profondamente lo stato di diritto, promuovendo un approccio autoritario ed estremamente punitivo», scrivono le organizzazioni. La Corte costituzionale «ha sofferto di uno squilibrio istituzionale», a causa del blocco politico che ha impedito la nomina dei nuovi giudici, da novembre 2023. Il funzionamento della Corte con 11 membri su 15 ha minacciato «il suo regolare funzionamento». La riforma sulla separazione delle carriere, ricorda poi il rapporto, è stata definita dall’Associazione nazionale magistrati «un rischio per l’indipendenza del sistema giudiziario». Così come rischia di essere una minaccia all’indipendenza della giustizia e strumento di pressione sui magistrati la proposta del governo di «punire finanziariamente e disciplinarmente i magistrati per errori legati a detenzioni ingiuste». Inoltre, sono diversi i casi elencati nel rapporto in cui il governo ha attaccato apertamente la magistratura con «dichiarazioni pubbliche e azioni mirate contro i giudici le cui sentenze sono risultate sgradite», tanto che per alcuni è stato necessario ricorrere alla scorta. Si ricordano i casi della giudice Iolanda Apostolico, che ha poi rassegnato le dimissioni, dei giudici chiamati a decidere sulle convalide dei migranti portati nei centri in Albania e dei pubblici ministeri del processo Open Arms.

Misure repressive

Il sistema carcerario è al collasso. Il sovraffollamento, che non è stato ridotto dal cosiddetto decreto Carceri 2024, è anzi aumentato anche negli istituti minorili che hanno registrato presenze «senza precedenti»: alla fine del 2024, «i minori reclusi erano 590, con un sovraffollamento al 107 per cento», sottolinea la ricerca. Nonostante alcuni progressi nella digitalizzazione della giustizia, anche grazie ai fondi del Pnrr, e un miglioramento nei tempi di risoluzione dei procedimenti, rimangono criticità nell’accesso alla giustizia, ostacolato dagli «alti costi legali e requisiti di reddito stringenti per il gratuito patrocino» e «barriere linguistiche». L’impronta repressiva è evidente nel disegno di legge Sicurezza, attualmente in discussione al Senato, che introduce 11 nuovi reati e 18 aggravanti.

Liberties ha sollevato preoccupazioni sulla generale e progressiva erosione dello spazio civico, data dalla criminalizzazione di attivisti e minoranze attraverso multe e fermi amministrativi alle navi delle ong impegnate in operazioni di ricerca e soccorso in mare; l’aumento delle sanzioni contro gli eco-attivisti e, il rischio – con il ddl sicurezza – di criminalizzazione della resistenza passiva nelle carceri e nei cpr; l’incremento dei discorsi d’odio, specialmente verso le persone migranti, Lgbtqia+, attivisti climatici e studenti politicamente impegnati.

Il sistema anticorruzione

Non solo, secondo Liberties «non si sono registrati progressi nell’adozione di nuove normative sul lobbying né nell’istituzione di un registro operativo dei lobbisti». Trasparency International classifica l’Italia tra i paesi più corrotti dell’Europa occidentale. Il quadro normativo per la prevenzione della corruzione risulta incompleto, tanto da suscitare raccomandazioni da parte del Greco, l’organismo del Consiglio d’Europa: tra queste, rafforzare la trasparenza delle attività di lobbying, pubblicare dichiarazioni patrimoniali e finanziarie delle alte cariche pubbliche, potenziare il controllo interno nelle forze dell’ordine. Uno dei settori più a rischio corruzione è quello degli appalti pubblici, dato che il nuovo codice «consente il subappalto senza limiti percentuali».

La libertà di stampa

Anche la libertà di stampa in Italia risulta in grave deterioramento, aggiunge il rapporto. In tutto da gennaio a novembre 2024 ci sono stati 130 attacchi contro giornalisti, tra cui aggressioni fisiche, intimidazioni legali e censure editoriali. Il fenomeno delle Slapp, le cause strategiche per intimidire i giornalisti, è in crescita: l’Italia nel 2024 si è posizionata al primo posto tra i paesi europei per numero di cause legali strategiche e non ha ancora recepito la direttiva europea anti-Slapp. Ci sono poi la crescente influenza politica sui media e l’uso dello spyware contro giornalisti e operatori umanitari, emerso negli ultimi mesi, su cui l’Italia non ha ancora allineato la propria normativa a quella dell’Ue.

Nessun commento:

Posta un commento