I titoli dei giornali riportano con un certo interesse il viaggio della fascista Meloni in Arabia Saudita dove davanti ad un “tè nel deserto” ha incontrato il monarca del Paese, Bin Salman, perché l’incontro avrebbe fruttato ottimi affari per la cifra di circa 10 miliardi.
L’ennesimo commesso viaggiatore,
in questo caso l’attuale capo del governo Meloni, in nome e per conto degli imperialisti
italiani pubblici e privati, (si dice che ci fosse al suo seguito “un battaglione
di aziende”, un centinaio di padroni, ma anche appresentanti di Leonardo (produzione
di guerra), Fincantieri (produzione di guerra e tanto altro), Pirelli (pneumatici)
e Snam/Ansaldo (energia ecc,)), si dice soddisfatto del risultato e, uscendo
dal tendone, risponde a chi gli ricordava che quando era all’opposizione,
soprattutto all’epoca di Renzi (che dall’Arabia Saudita ha preso un sacco di
soldi in “consulenze”) chiamava questo paese in modo dispregiativo – regime fondamentalista
– che ciò che importa sono gli affari; e infatti il forte odore dei soldi fa
dimenticare tutto il resto, che l’Arabia Saudita è un regno fascista senza
parlamento e feroce contro le donne (ma qui la Meloni potrebbe sentirsi a suo
agio!) e che proprio Bin Salman è accusato dall’Onu di essere il mandante dell’assassinio
del giornalista Jamal Kashoggi! E aggiungiamo, per chi lo avesse dimenticato,
che Salman è l’autore dei cosiddetti Accordi di Abramo che di fatto hanno
isolato la Palestina, così come la lunga guerra contro lo Yemen.
Per scimmiottare, poi, il suo
capo americano, Trump, non potendo più a fare a meno di usare continuamente
iperboli, anche lei parla di un “inizio di una nuova era della nostra
cooperazione… inaugurazione di una partnership strategica”…
A questo proposito le multinazionali
italiane coinvolte sono diverse e i dirigenti si sono espressi. La Leonardo ha
firmato un memorandum che “favorirà la collaborazione industriale nei sistemi
di combattimento aereo e in ambito elicotteristico”, anche Fincantieri firma
un memorandum per costruire imbarcazioni “anche civili” e la
cybersicurezza applicata alle navi tanto da aprire una nuova società, la
Fincantieri Arabia for Naval Services; Pirelli inizierà a produrre pneumatici
(3,5 milioni annui)…
Il più soddisfatto sembra
Cingolani capo della Leonardo: "Questo è un mercato enorme, come tutto il
Golfo... Per noi è molto attraente l'idea di portare qui delle filiere di
costruzione del settore aeronautico”.
Da questi affari sono spuntati soldi
anche per il famigerato Piano Mattei per l’Africa (l’altro piano dell’imperialismo
italiano al quale partecipano Cassa depositi e prestiti, Sace e Ansaldo
Energia) che prevedono “progetti di sviluppo per il continente africano” e cioè
progetti di sviluppo dell’imperialismo italiano soprattutto in Africa, e in
giro per il mondo.
Inutile dire che ogni passo nella direzione di questo tipo di accordi contribuisce ad accrescere le tensioni e le contraddizioni tra gli stessi paesi imperialisti e paesi oppressi dall’imperialismo in un mondo sempre più instabile che marcia verso una nuova guerra di spartizione a livello mondiale.
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