mercoledì 22 gennaio 2025

pc 22 gennaio - Il senato proroga di un altro anno gli aiuti militari all'Ucraina

Mentre il governo guarda alla ricostruzione e prepara la partecipazione militare italiana in Ucraina.  E la cancellazione dell'art. 11 della Costituzione.
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La risoluzione del governo è stata approvata con 97 voti a favore, 40 astenuti e 26 contrari, sul decreto che autorizza un nuovo invio di attrezzature militari al governo ucraino.

Nessuna sorpresa dall’iter parlamentare per il decimo pacchetto di aiuti militari deciso dal governo Meloni/Crosetto, con la compattezza della maggioranza parlamentare assieme al PD intorno alle scelte della politica imperialista dello Stato italiano rappresentate dal governo guerrafondaio e fascio imperialista Meloni e dal ministro della Difesa Crosetto. I numeri dell’opposizione parlamentare alla guerra sono troppo deboli - come sempre in particolare quando si tratta di politica estera e di guerra, di missioni militari - e sicuramente dal parlamento avverrà l’approvazione definitiva a fine febbraio del

Decreto-legge n. 200/2024, “Cessione mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore dell'Ucraina” che proroga al 31 dicembre 2025 il decimo pacchetto di aiuti in termini di armi garantito al governo Zelensky. La proroga è rispetto al decreto Draghi che dal 2022, cioè dalla guerra interimperialista Usa/Nato/Ue scoppiata in Ucraina dopo l’aggressione dell’imperialismo russo in cui l’Italia ha svolto una sua parte attiva e il governo Meloni si è distinto per il suo servilismo rispetto agli Usa dietro il quale ci sono forti interessi dei padroni delle armi, dei militari e di cui il ministro Crosetto è il rappresentante politico.

“Finora la posizione è sempre stata chiara - ha detto Crosetto nel corso dell'informativa al Senato- Riteniamo di continuare a dare sostegno all'Ucraina al fine di creare finalmente le condizioni per un cessate il fuoco e aprire un confronto diplomatico necessario per raggiungere una pace duratura”. Non è certo la pace l’aspirazione di questi banditi al governo, non ricordiamo alcun attivismo sul fronte diplomatico per arrivare al negoziato e ora che la guerra per il popolo ucraino, con il suo carico di distruzione e di morte, si sta svolgendo a favore delle truppe russe il governo Meloni continua ad alimentarla fino alla fine anche se la parola "fine" è solo fumo negli occhi perché l’incendio della guerra interimperialista è appena iniziato e sta andando nella direzione di una guerra mondiale se i proletari, le masse e popoli non saranno in grado di fermarla mettendo in campo la loro guerra giusta contro i propri governi.

Ma torniamo al ministro del governo Meloni che sta portando avanti la politica guerrafondaia dello Stato imperialista italiano, con l’aumento delle spese militari, con l’invio degli aiuti militari, con la preparazione di una partecipazione delle truppe italiane all’interno di un contingente militare da inviare in Ucraina perché già questi sciacalli pensano alla seconda fase di questa guerra che significa i profitti che arriveranno dalla ricostruzione.

Dall’intervista al Foglio del 20 gennaio, Crosetto ha ribadito la natura guerrafondaia del governo Meloni: " pensiamo che la sicurezza, la difesa, e anche la deterrenza, siano fondamentali per tenere in piedi una democrazia in un mondo sempre più competitivo, nel quale la forza militare sta diventando un elemento di influenza sempre maggiore”.

Ma, ormai senza freni, arriva anche ad attaccare l’art. 11 della Costituzione italiana: “Devi cambiare il modo in cui prepari le tue Forze armate, e forse devi cambiare anche alcune leggi. Queste modalità sarebbero compatibili con l’articolo 11 della Costituzione, e se non lo fossero si dovrebbe ragionare anche su quello”

E in altro intervento spinge per l’invio di una forza militare in Ucraina: sarebbe utile "mandare ufficiali e persone a capire cosa è successo, come si è combattuto, quali sono state le lezioni che possono apprendere le nostre forze armate per imparare da ciò che è successo lì e per prevenire, perché il compito della difesa è difendere. Se fosse possibile farlo in sicurezza e dopo l'autorizzazione parlamentare - ha aggiunto - penso sarebbe utilissimo per la nostra difesa"

 Legata alla presenza militare ci sono gli affari della ricostruzione. Si parla di 400-500 miliardi di euro su cui si sfregano le mani padroni, grande finanza, per cui la morte e la distruzione di un popolo equivale a ingrassare il proprio portafoglio e le loro azioni in borsa.

Un funzionario ucraino scoperto dalla polizia
su un letto di denaro frutto di tangenti 


“La ricostruzione dell’Ucraina sarà l’affare del secolo” stanno denunciando alcuni giornalisti ucraini e già adesso la corruzione per la costruzione di fortificazioni per fermare l’avanzata russa è salita ad altissimi livelli con un giro di tangenti sulle gare d’appalto, figuriamoci quello che accadrà dopo.

Su questo il governo Meloni sta preparando una Conferenza sulla Ricostruzione Ucraina per quest’anno, a Roma il 10 e 11 luglio.

E Zelensky intanto continua ad andare con il cappello in mano in giro chiedendo, al solito, più armi e investimenti per le industrie della morte. E’ molto preoccupato per le decisioni che prenderà Trump e fa leva sull’Europa che “deve fare di più, iniziare a occuparsi di sé stessa per essere ascoltata nel mondo. Abbiamo bisogno di una politica di sicurezza comune (come fa a parlare in questi termini visto che l’Ucraina non fa parte dell’Europa) con una spesa militare dedicata: se serve il 5% allora sarà il 5%”.

Non vogliono fermarsi questi criminali dei governi imperialisti e tra di essi il governo Meloni/Crosetto mentre le loro scelte vengono scaricate sulle masse che vedono peggiorare giorno per giorno le loro condizioni di vita sotto qualsiasi punto di vista mentre vengono presi in giro dalla capa del governo attraverso la stampa serva attraverso le balle spaziali dei risultati di una ripresa economica mai così favorevole e in continua crescita per il nostro paese che sarebbero stati conseguiti dal suo governo.

I lavoratori e le masse non hanno la loro voce in Parlamento per mettere fine alla guerra ed è ancora debole la mobilitazione contro le scelte guerrafondaie di questo governo che a queste scelte aggiunge la sua visione fascista e reazionaria per sostenere la guerra, con la propaganda del nazionalismo, del militarismo, dell’irreggimentazione delle scuole.

Ma senza rovesciare con la forza questo governo la pace è solo un’illusione.

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