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Sarà sicuramente un caso, non vogliamo passare per complottisti o peggio, ma suona davvero strana la vicenda della presunta “catena di bicicletta” utilizzata – almeno in apparenza – per sabotare, all’altezza della stazione di Montagnana (Padova), la linea ferroviaria Mantova-Monselice.
Andiamo con ordine: giorni addietro, Rete Ferroviaria Italiana – immediatamente rilanciata dal ministro Matteo Salvini – ha lanciato un allarme circa la possibilità che le problematiche, che si sono verificate negli ultimi tempi sulle strade ferrate, potrebbero non essere state fortuite.
Casualmente – ma forse anche no – dopo circa settantadue ore ecco il primo di quelli che la cloaca massima dello pseudo giornalismo italiano d'accatto, il Giornale, non si vergogna di definire attentato alle ferrovie, naturalmente da addebitare a priori a NO TAV ed anarchici, leggasi “antagonisti”.
Basta, però, effettuare una piccola ricerca su internet per capire che nella vicenda sono molti i lati
oscuri; preliminarmente occorre prendere in considerazione la natura della stazione e della linea ferroviaria in questione: la tratta è secondaria – Ferrovie dello Stato la classifica come complementare – mentre la fermata risulta impresenziata.Ci piacerebbe conoscere perché mai qualcuno, che intendesse creare grossi disagi alla rete di strade ferrate, dovrebbe scegliere un obiettivo di questo genere, che presenta un traffico decisamente limitato: il primo treno che parte da Mantova è il Regionale 16955 delle ore 05:37, mentre l’ultimo è il Regionale 16985 delle ore 19:37; in senso contrario il primo è il Regionale 16950 delle ore 05:39, mentre l’ultimo è il Regionale 16983 (?) delle ore 18:39.
Per concludere, anche ammesso che si sia in presenza di un tentativo doloso di danneggiamento, almeno parte della colpa deve essere addebitata ai Governi che a metà degli anni novanta – e, successivamente, fino ad ora – hanno sistematicamente boicottato il sistema ferroviario.
Prima hanno provveduto a licenziare oltre la metà del personale – di duecentomila lavoratori, a metà degli anni novanta ne rimasero soltanto novantamila – creando enormi problemi al settore manutenzione, poi hanno sospeso centinaia di linee secondarie, creando disagi pesantissimi ai cittadini viaggiatori: il tutto per svendere, dopo averla volutamente intralciata, l’azienda ai privati.
Bosio (Al), 21 gennaio 2025
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com
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