"Il numero di espulsioni e rimpatri dei cittadini stranieri diventerà uno dei parametri più importanti per valutare prefetti e questori. Lo ha deciso il ministero dell’Interno, che sta lavorando a una nuova stretta, le stazioni di polizia dove trattenere i migranti irregolari e verrà messa in atto una riorganizzazione interna più gerarchica del rapporto tra territori e dipartimento di Pubblica sicurezza".
Per fortuna, dobbiamo "ringraziare" la burocrazia italiana, la carenza dei fondi necessari per mettere a disposizioni aerei, la forte resistenza dei paesi di origine dei migranti a riprendersi i migranti..., perchè non sarà così semplice passare dalla normativa ai fatti.
Ma sull'immediato queste ulteriori norme repressive per cacciare i migranti daranno luogo a continue vessazioni, ad ancora più lunghe detenzione nei centri-lager, a controlli repressivi, e agli arbitri di polizia, prefetture. La nuova stretta dovrebbe introdurre tre tipologie di possibilità di espulsione: come
sanzione amministrativa, come ordine del Viminale per reati gravissimi legati alla sicurezza nazionale e come misura disposta dalle autorità di polizia nei casi di pericolosità sociale dimostrata.E' evidente soprattutto negli ultimi due tipi che l'arbitrio sarà la norma: chi decide che una persona immigrata è pericolosa socialmente o per la sicurezza nazionale? E sulla base di quali "fatti" e prove? Il rischio - già dimostrato - è che basteranno forme legittime di protesta dei migranti per le dure condizioni di sequestro nei centri, perchè siano considerati "socialmente pericolosi"; o basterà trovare materiale di propaganda della resistenza palestinese, o altro per considerare un immigrato pericoloso per la "sicurezza nazionale", e metterlo in carcere o espellerlo - come è già avviene verso alcuni palestinesi in Italia, vedi Anan Yaneesh detenuto in carcere e ancora a rischio estradizione in Israele per un'accusa generica di aver fatto parte della seconda Intifada.
ora questi nuovi provvedimenti.
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