Le parole d'ordine principali portate dal Mfpr in queste manifestazioni nazionali:
ROMA
Molti i cartelli esposti e gli slogan contro il governo Meloni e il ministro Valditara, con la sua scuola che fomenta discriminazioni e violenza: “104 morti di Stato. Non è l'immigrazione ma la vostra educazione ”, “Meloni e Valditara violenza di Stato”, “96 femminicidi nel 2024, menomale che il patriarcato non esiste più!”, “Valditara non esiste “, “Valditara scegliti un insulto”.
E in mattinata, prima del corteo, la foto di Valditara è stata data alle fiamme davanti al Ministero dell'Istruzione, scatenando le ire della Roccella e di tutta la feccia fascista al governo.
La sede dei pro vita quest’anno è stata interdetta al passaggio del corteo attraverso una deviazione imposta dalla questura, ma è stata ulteriormente sanzionata giorni fa e in prossimità di viale Manzoni, dove è ubicata, sono stati intonati diversi slogans contro di loro e le forze dell’ordine, massicciamente schierate in assetto antisommossa e con gli idranti a difesa della stessa: “ma quale stato, ma quale dio, sul mio corpo decido io”, "Le sedi dei Pro Vita si chiudono col fuoco, ma coi Pro Vita dentro, sennò è troppo poco", “Tout le monde déteste la police” ecc.
Per tutto il corteo sono stati anche scanditi numerosi slogans antifascisti, tipo “la nonna partigiana ce lo ha insegnato, uccidere un fascista non è reato”, e sono state fatte numerose performance per tutte quelle donne che non hanno più voce, perché uccise, oppresse o represse perché si ribellano, come le 106 donne uccise in Italia quest’anno da uomini, in massima parte italiani, che odiano le donne.
"Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che più non hanno voce" è stato lo slogan con cui sono state accompagnate anche le performance e gli interventi al microfono in solidarietà internazionalista con tutte le donne del mondo che subiscono la violenza di stati reazionari, della guerra imperialista, interimperialista, del colonialismo, dell’apartheid.
In prossimità del colosseo è stata srotolata una grande bandiera palestinese con a fianco lo striscione di boicottaggio dell' Eni, che le attiviste di Extinction Rebellion hanno portato al corteo, violando pubblicamente i fogli di via emessi a loro carico in seguito all’azione di venerdì in piazza del Viminale.
Contro il genocidio palestinese, che vede ancora una volta le donne un bersaglio privilegiato, che vuole annientare le donne in quanto genitrici del popolo palestinese, è stato fatto un Flash mob, agitando le chiavi di casa come simbolo di resistenza, al grido di “le donne lo sanno da che parte stare, Palestina libera, dal fiume fino al mare”.
Molto apprezzato dalle manifestanti, soprattutto studentesse, il foglio che il MFPR ha distribuito per il 25 novembre. La sua diffusione è stata anche l’occasione per parlare con delle donne immigrate presenti alla manifestazione, che si rammaricavano di non aver portato, come altre dal Kossovo e dall’Afghanistan, dei cartelli che denunciassero i crimini di guerra nel loro paese. “Con i droni ci stanno bombardando, uccidendo civili, in gran parte donne, bambini, anziani, e qui nessuno ne parla, ma sono complici di questa guerra!” hanno detto due donne etiopi, dopo aver ringraziato la compagna dell’MFPR.
PALERMO
Alcune migliaia nel corteo che a Palermo da Piazza Indipendenza, snodandosi lungo il centro storico fino a Piazza Sant'Anna, si è svolto a ridosso del 25 novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Una manifestazione collegata alla grande manifestazione che vi è stata in contemporanea a Roma che ha visto la presenza anche di donne, giovani provenienti da Messina e dalla Calabria, mentre altri cortei si sono svolti in altre città come Catania.
In testa al corteo alcune donne vittime di violenza e alcune donne disabili.
Ricca e si conferma positiva la presenza combattiva e ribelle di tantissime giovani e giovanissime, studentesse medie, ma presente anche un folto spezzone di studentesse e studenti universitari che è partito in corteo dall'Università verso la piazza del concentramento.
Diverse fermate hanno scandito il tragitto del corteo con letture di interventi dal camion, tra cui quella nei pressi della questura contro la repressione di questo Stato alla Cattedrale con diversi interventi di denuncia anche contro il governo Meloni che non dà soluzioni alla violenza contro le donnne, contro alcuni ministri in particolare come Valditara e Roccella con le loro concezioni fascio-sessiste-razziste, la denuncia sull'attacco al diritto di aborto... un flashmob più avanti dei centri antiviolenza per arrivare poi verso la parte finale del corteo con una fermata in cui sono stati letti i nomi di tutte le donne uccise e vi è poi stato un intervento dedicato alle donne/popolo palestinese con la denuncia del genocidio del popolo palestinese, contro il criminale regime sionista di Israele sostenuto dal governo Meloni.
Abbiamo partecipato alla manifestazione con alcune lavoratrici portando dei cartelli al concentramento che riprendevano alcune parole d'ordine contenute nel foglio diffuso sia al concentramento che lungo il corteo, cartelli che sono stati molto fotografati, non solo dai giornalisti, ma anche da diverse/i manifestanti e condivisi nel loro contenuto.
Sono state intervistate anche alcune delle lavoratrici che partendo dalla denuncia della violenza economica, imposta oggi ancora di più dal governo Meloni al pieno servizio di padroni e e padroncini, che si vive con una precarietà infinita per esempio, questo pone gravemente che le donne non avendo un'indipendenza economica stabile non possono neanche liberarsi da eventuali situazioni di violenza in famiglia come succede in tantissimi casi... ma si è spiegato anche il senso dei cartelli portati con la denuncia forte del governo Meloni e di alcuni suoi ministri squallidi alla Valditara maniera che con la loro ideologia fascio-sessista-razzista fomentano di fatto la violenza contro le donne, ne sono i mandanti istituzionali a livello di massa, la necessità pertanto di lottare in primis come donne per cacciare questo governo.
Unitamente al foglio Mfpr è stato anche diffuso soprattutto alle studentesse un volantino contenente la denuncia/critica alla ipocrita e vomitevole lettera che il ministro Valditara ha inviato alla scuole a ridosso del 25.
Lungo il corteo abbiamo affisso locandine
E con un altro pannello più grande si è voluto portare a questa manifestazione il messaggio che le donne, le giovani impugnino la consapevolezza innanzitutto della necessità di lottare a 360 gradi contro questa società capitalista, imperialista, patriarcalista, di cui femminicidi, stupri e violenza sono uno dei frutti più marci, una lotta che deve avere come obiettivo il rovesciamento di questo sistema sociale, perchè è giusto lottare per obiettivi immediati in difesa dei diritti sempre più sotto attacco delle donne, con al cuore il diritto di aborto e di libertà di scelta che il governo Meloni ha preso di mira sin da qiando si è insediato, , è giusto lottare per una scuola che non avanzi nel solco della reazione più nera e in cui sia prevista anche l'educazione sessuale e di genere, come detto negli interventi da alcune attiviste di Nudm nel corteo, è giusto lottare perchè nei processi per stupro le donne non siano più nuovamente violentate e offese da giudici o avvocati sessisti e reazionari nelle aule dei tribunali, ma non ci si deve però illudere che la generale condizione della maggioranza delle donne possa cambiare dall'interno di un sistema sociale che pone come una delle sue basi per la sua stessa esistenza la doppia/tripla oppressione della maggioranza delle donne.
Se la violenza sulle donne è "sistemica e strutturale" allora occorre andare alla radice del problema e distruggerla per un nuovo reale cambiamento sociale.
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