Le ragioni di questa Formazione operaia riguardano la necessità della comprensione della natura dello Stato, contro le teorie riformiste, piccolo borghesi che vogliono sempre mascherare la vera natura dello Stato capitalista, per conciliare e impedire la coscienza e la lotta per il suo abbattimento. Oggi questa necessità è più che mai attuale per lo stadio insufficiente delle lotte proletarie, e per la confusione, debolezza ideologica che c'è nella classe, su cui pesano da un lato le posizioni sbagliate, economiciste, di fatto riformiste, nel campo dei rivoluzionari e dall'altro soprattutto la mancanza tuttora di un partito comunista marxista-leninista-maoista che abbia peso e influenza nella classe operaia a livello nazionale.
Seguiremo l'opuscolo di Lenin, "Stato e rivoluzione", nei suoi passi più importanti e più illuminanti che riprendono Marx ed Engels.
Nel primo paragrafo del primo capitolo Lenin spiega come è nato lo Stato e perchè lo Stato è il prodotto dell'antagonismo inconciliabile tra le classi.
Qui Lenin - contro tutti coloro, rappresentanti della classe degli oppressori, che dopo aver perseguitato Marx quando era vivo, dopo morto hanno cercato, e cercano tuttora, di trasformarlo in icona inoffensiva, di canonizzarlo a "consolazione e mistificazione delle classi oppresse, mentre si svuota del contenuto la loro dottrina rivoluzionaria" mettendo in primo piano "ciò che è o pare accettabile alla borghesia" - comincia scrivendo che occorre: "...innanzi tutto, ristabilire la vera dottrina di Marx sullo Stato".
"Cominciamo - scrive Lenin - con l'opera più diffusa di F. Engels, L'origine della famiglia, della
proprietà privata e dello Stato, pubblicata già nella sesta edizione a Stoccarda nel 1894.Come nasce lo Stato e perchè:
"Lo Stato - dice Engels - non è affatto una potenza imposta alla società dall'esterno... Lo Stato è il prodotto della società giunta a un determinato stadio di sviluppo; è la confessione che questa società si è avvolta in una contraddizione insolubile con se stessa, che si è scissa in antagonismi inconciliabili che è impotente a eliminare. Ma perché questi antagonismi, queste classi con interessi economici in conflitto, non distruggano se stessi e la società in una sterile lotta, sorge la necessità di una forza che sia in apparenza al di sopra della società, incaricata di attenuare il conflitto, di mantenerlo nei limiti dell'"ordine. Questa forza uscita dalla società, ma che si pone al di sopra di essa e che si estranea sempre più da essa, è lo Stato"...
"Qui è espressa - scrive Lenin - in modo perfettamente chiaro, l'idea fondamentale del marxismo sulla funzione storica e sul significato dello Stato. Lo Stato è il prodotto e la manifestazione degli antagonismi inconciliabili tra le classi. Lo Stato appare là, nel momento e in quanto, dove, quando e nella misura in cui gli antagonismi di classe non possono essere oggettivamente conciliati. E, per converso, l'esistenza dello Stato prova che gli antagonismi di classe sono inconciliabili".
Lo Stato non è un organo super partes. Engels scrive "in apparenza" al di sopra della società. E tale deve sembrare per svolgere il suo ruolo, apparentemente al di sopra dei conflitti, apparentemente per conciliare gli interessi delle diverse classi. Ma, questa è appunto l'apparenza. Un apparenza che inganna, volta ad attenuare lo scontro tra le classi, ma in realtà per imporre il dominio di una sola classe. Lo Stato punta a sembrare "conciliatore" ma in realtà la sua esistenza stessa dimostra che esso è il prodotto degli antagonismi di classe che sono inconciliabili.
...gli ideologi borghesi, e soprattutto piccolo-borghesi, costretti a riconoscere, sotto la pressione di fatti storici incontestabili, che lo Stato esiste soltanto dove esistono antagonismi di classe e la lotta di classe, "correggono" Marx in modo tale che lo Stato appare come l'organo della conciliazione delle classi. Per Marx, se la conciliazione delle classi fosse possibile, lo Stato non avrebbe potuto né sorgere né continuare ad esistere... Per Marx lo Stato è l'organo del dominio di classe, un organo di oppressione di una classe da parte di un'altra; è la creazione di un "ordine" che legalizza e consolida questa oppressione, moderando il conflitto fra le classi...".
Dall’analisi dello Stato borghese, dalla sua genesi, così come tracciata qui da Marx e da Engels e ripresa da Lenin, scaturisce l’inevitabilità e indispensabilità della distruzione di questo Stato da parte delle classi oppresse.
"...se lo Stato - continua Lenin - è il prodotto dell'inconciliabilità degli antagonismi di classe, se esso è una forza che sta al di sopra della società e che "si estranea sempre più dalla società", è evidente che la liberazione della classe oppressa è impossibile non soltanto senza una rivoluzione violenta, ma anche senza la distruzione dell'apparato del potere statale che è stato creato dalla classe dominante e nel quale questa "estraneazione" si è materializzata..."
Quindi, non è possibile neanche pensare di abbattere lo Stato borghese ma conservare la sua struttura, i suoi strumenti, solo adeguandoli agli interessi del proletariato e delle masse popolari. Perchè tutto e ogni parte dell'apparato dello Stato borghese è funzionale al dominio di una classe, minoranza, sulle altre, maggioranza (come vedremo in seguito) e, pertanto, non è possibile conservare o adeguare alcunchè. Lo Stato che il proletariato al potere dovrà per un certo periodo organizzare è l'opposto dello Stato attuale, perchè è espressione della maggioranza contro la minoranza dei padroni, dei ricchi, dei borghesi, con l'obiettivo non di conservare la divisione in classi ma di eliminare le classi.
Da questo scaturisce l’inevitabilità della violenza rivoluzionaria per rovesciare lo Stato borghese, che ha la sua essenza nell’esercizio della “forza pubblica”. Il carattere necessariamente violento della rivoluzione proletaria, la sua necessità di distruzione dell’apparato del potere statale, non può che essere strettamente legato al fatto che la forza dello Stato consiste principalmente in questo. Pur se su piccola scala al momento, i proletari, le masse popolari lo vedono ogni volta che sviluppano lotte dure, rivolte, contro le quali lo Stato mostra senza orpelli la sua natura di oppressione/repressiva di fondo.
Lo Stato è una forza pubblica fatta innanzitutto di distaccamenti speciali di uomini armati, prigioni, ecc.
Torniamo all'opuscolo di Lenin:
"...Il secondo tratto caratteristico dello Stato è l'istituzione di un potere pubblico che non coincide più direttamente con la popolazione che organizza se stessa in forza armata. Questo potere pubblico è necessario perchè un'organizzazione armata spontanea della popolazione è divenuta impossibile dopo la divisione in classi... Questo potere pubblico esiste in ogni Stato e non consta semplicemente di uomini armati, ma anche di accessori materiali, prigioni e istituti di pena di ogni genere, di cui nulla sapeva la società patriarcale... ".
Abbiamo il diritto di parlare di distaccamenti speciali di uomini armati, perchè il potere pubblico proprio di ogni Stato "non coincide più in modo diretto" con la popolazione armata, con la sua "organizzazione armata spontanea"...
L'esercito permanente e la polizia sono i principali strumenti di forza del potere statale.." E il motivo "principale, essenziale (è) la scissione della società in classi inconciliabilmente nemiche...
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