mercoledì 23 ottobre 2024

pc 23 ottobre - A Bergamo si avvia la costruzione di un circolo politico operaio - L'intervento del compagno operaio di proletari comunisti

Questa riunione è molto importante per noi lavoratori dello Slai cobas per il sindacato di classe che lottiamo tutti i giorni per i nostri interessi. 

Ma lo Slai Cobas per il sindacato di classe è un sindacato particolare perchè è diretto dai comunisti ed è in stretto legame con le lotte di liberazione dei popoli. Qui, per esempio, ci sono dei lavoratori che di recente, durante lo sciopero hanno portato il saluto al Prof. Saibaba, morto in India, che ha posto tutta la sua vita al servizio della lotta delle masse popolari indiane. 

Non ci può essere un'attività sindacale giusta su una linea giusta, proletaria se non è diretta, da un partito comunista. Questo ci porta al perché noi siamo qui, oggi.


Non tanto per parlare delle singole lotte, ma di come queste battaglie che noi facciamo tutti i giorni possano fare un salto. Noi lottiamo ogni giorno sulle conseguenze di un sistema che tutti i giorni ci crea tanti problemi; ma questi problemi non possono essere risolvibili se non inserendo queste lotte in una visione più generale. Una visione che deve andare ad attaccare le cause che producono questo sfruttamento, perché noi siamo in un sistema capitalista,

imperialista fondato sullo sfruttamento dei lavoratori.

Questo sistema in tutti i paesi, a maggior ragione in questa fase, sta togliendo la sua maschera di falsa democrazia e sempre più mostra la faccia di dittatura aperta, che in certi paesi è già ben conosciuta. Penso ai compagni indiani. 

Anche noi nel nostro paese stiamo marciando verso un regime molto speditamente. Abbiamo un governo fascista, un governo che, come tutti i governi, fa gli interessi dei padroni, dei ricchi, non dei proletari. Però è un governo che in ogni suo provvedimento toglie la maschera di falsa democrazia e marcia verso una vera nuova dittatura. In questo sistema una minoranza comanda su una maggioranza. 

Ora vogliamo fare un salto, assieme ai lavoratori che tutti i giorni lottano, per trovare la strada, perché dobbiamo costruire un nuovo mondo, una nuova società nelle mani dei lavoratori che possa finalmente abbattere questo sistema.

 

Vediamo tutti i giorni cosa sta succedendo nel mondo. Aumentano le guerre. C’è un genocidio in Palestina, ma anche in tanti altri, in tante altre zone del mondo ci troviamo davanti una tragica situazione per i popoli. Quindi la necessità che oggi abbiamo è quella di fare un salto, approfondire le cause per combatterle. Per questo è molto importante un'attività organizzata, come è organizzata l'attività che facciamo tutti i giorni contro un singolo padrone. Ma noi dobbiamo combattere un sistema dei padroni, che è una dittatura in cui una minoranza fa i soldi sul nostro sangue e fa sempre più profitto. 

La strada che dobbiamo fare è storicamente, non solo in Italia ma in tutti i paesi, l'unica che può portare una vera liberazione dei proletari e dei popoli. E’ la strada di una guerra di classe, che ancora non si è sviluppata, perché le singole lotte che facciamo non sono sufficienti. Le singole lotte devono essere guidate per unire tutti i settori sfruttati. Occorre un partito della classe operaia. Questo è il lavoro che vogliamo fare, e che stiamo sviluppando in tutte le città in cui siamo presenti. Da un lato non dobbiamo buttare a mare tutta l'esperienza che accumuliamo e la fatica che facciamo tutti i giorni per non farci schiacciare dal padrone. Ma dall’altro, il problema che noi ci troviamo davanti è di un intero sistema dei padroni che hanno un governo, uno Stato, forze della repressione, e che sono pronti, come sta avvenendo ora, in un contesto più generale di guerra imperialista, a diventare sempre più reazionari, più fascisti, più razzisti. 

Siamo contro gli oppressori perché ci sono due classi, gli oppressi e gli oppressori. Questa lotta ha bisogno anche di recuperare tutta l'esperienza storica. I lavoratori si devono unire per fare la lotta più grande, quella per la loro liberazione, per rompere le loro catene. 

Dall'altro lato nelle lotte che facciamo, combattive, la prevalenza dei lavoratori è di immigrati, a causa dell'imperialismo che genera miseria e spinge le persone ad emigrare, ma qui in Italia rischiano anche di morire, come Satnam Singh. L'altra realtà molto importante che ci ritroviamo nelle lotte è la presenza delle donne, delle operaie, che sono doppiamente, triplamente sfruttate, discriminate, oppresse, in quanto oltre ad essere donne sono anche immigrate, però esprimono una forza e una determinazione frutto di questa doppia oppressione. 


Noi vogliamo costruire un circolo politico di operai, operaie, che unisca anche altri sfruttati, perchè dove c’è un'ingiustizia noi ci siamo; però, per mettere fine questa ingiustizia bisogna cambiare questo mondo, bisogna ribaltarlo.

Quindi dobbiamo dotarci di strumenti per fare una lotta più grande. E lo strumento principale è il Partito.

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