sabato 17 dicembre 2022
pc 17 dicembre - La vendita mondiale di armi è cresciuta per il 7° anno consecutivo, raggiungendo nel 2021 i 592 miliardi di dollari
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
06/12/2022
I nuovi dati dell'Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma mostrano un aumento dell'1,9% delle vendite da parte delle prime 100 aziende di armi e servizi militari del mondo. Gli Stati Uniti continuano a dominare la vendita di armi rappresentando nel 2021 oltre il 50% del totale mondiale.
Secondo i nuovi dati pubblicati dall'Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma (SIPRI) nell'ambito del suo Arms Industry Database, i 100 maggiori fornitori di armi e servizi militari del mondo hanno registrato un totale di 592 miliardi di dollari di vendite nel 2021.
La cifra segna un aumento dell'1,9% in termini reali rispetto al 2020 e il settimo anno consecutivo in cui le vendite di armi sono cresciute in tutto il mondo. Tra il 2015 e il 2021 la vendita di armi è aumenta del 19% in termini reali, secondo il SIPRI.
Sebbene il tasso di crescita per il 2020-21 sia superiore a quello dell'anno precedente, l'istituto ha registrato un calo delle vendite di armi rispetto alla media dei quattro anni precedenti alla pandemia COVID-19. "Avremmo potuto aspettarci una crescita ancora più alta delle vendite di armi nel 2021,
pc 17 dicembre - Contro i sindacati corrotti e collaborazionisti nella UE del 'Qatargate' - Dichiarazione del PAME e del FSM
Fronte di Tutti i Lavoratori (PAME) | pamehellas.gr
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
12/12/2022
Le lotte dei lavoratori non hanno nulla a che vedere con le porcherie di CSI e CES.
Così come queste organizzazioni non hanno nulla a che fare con la classe operaia.
Per quelli che si sorprendono per l'arresto del Segretario Generale della Confederazione Sindacale Internazionale (CSI o International Trade Union Confederation, ITUC) e (fino a poche ore prima dell'arresto) anche del Segretario Generale della Confederazione Europea dei Sindacati (CES o European Trade Union Confederation, ETUC), ricordiamo che queste organizzazioni non sono sindacati, ma sono state create, finanziate e operano con l'obiettivo di controllare il movimento
pc 17 dicembre - Askatasuna, annullate con rinvio le misure cautelari sull'accusa di associazione a delinquere. Ieri altre misure cautelari - info solidale
Decisione
della Cassazione, che ha comunque confermato 7 delle 11 misure per
altri reati contestati agli antagonisti. Il centro sociale torinese
dovrà inoltre pagare multe per 200 mila euro per un concerto tenutosi ad
ottobre
Annullate con rinvio dalla Corte di Cassazione le misure cautelari, limitatamente all'accusa di associazione a delinquere, disposte dal Tribunale del Riesame nei confronti di alcuni esponenti di Askatasuna.
Quello di associazione a delinquere è (e resta) senza dubbio il capo di imputazione più pesante dell'inchiesta avviata nel 2019 per la quale il processo è già iniziato a ottobre, ma non l'unico. E la
pc 17 dicembre - Solidarietà ad Alfredo Cospito No al 41 bis per i prigionieri politici. Contro ogni repressione delle lotte di questo Stato borghese - Ieri presidio a Palermo
venerdì 16 dicembre 2022
pc 16 dicembre - Cariche poliziesche contro i lavoratori a Bergamo - Massima solidarietà
Forze dell’ordine caricano duramente i facchini in sciopero alla Italtrans
Da Osservatorio
Polizia e carabinieri sono intervenuti duramente contro i lavoratori della logistica in sciopero con USB nello stabilimento Italtrans di Calcio (Bergamo), uno degli hub principali per il comparto alimentare del Nord Italia, dove operano un migliaio di facchini.
I lavoratori facenti capo alla cooperativa LaMeva – che ha la sede legale in uno studio di consulenza aziendale di Bergamo – sono scesi in sciopero alle prime luci dell’alba per protestare contro il licenziamento di un delegato USB e chiedere migliori condizioni di lavoro, sicurezza, applicazione del contratto e il riconoscimento dei buoni pasto, dando vita a un presidio nel piazzale di fronte alla Italtrans, mentre alcuni facchini sono riusciti a salire sul tetto in segno di protesta. Il presidio è stato violentemente caricato dalla polizia in assetto antisommossa, supportata dalla sicurezza Italtrans. Unpc 16 dicembre - "Il fascismo non è un'opinione, è un crimine" - manifestazione a La Spezia
Contro la prepotenza fascista, per l'agibilità politica e democratica alla Spezia!
Anche nella nostra provincia si stanno verificando aggressioni ed atti intimidatori da parte di gruppi che si richiamano esplicitamente al fascismo. Così, a un anno dall’assalto fascista alla sede nazionale della Cgil a Roma, abbiamo assistito a un vero e proprio agguato squadrista al Circolo Arci Canaletto durante la festa dell’organizzazione studentesca Osa. Si tratta solo dell’ultimo di una lunga serie di episodi che rappresenta un ulteriore “salto di qualità” delle azioni che tendono ad assumere i connotati di uno squadrismo che, ormai, non ha alcuna preoccupazione nel prendere di mira, quasi alla luce del sole, con violenze ed intimidazioni, gli spazi di socialità, le sedi sindacali e associative, le sezioni di partito e ad aggredire, costantemente, i singoli che non intendono uniformarsi alle loro idee aberranti.
Il silenzio con cui sono stati accolti questi ultimi fatti non è altro che l’ulteriore rappresentazione
giovedì 15 dicembre 2022
pc 15 dicembre - Ex Ilva: I controllori non controllano
Si è aperta una nuova indagine sulla questione inquinamento/ambiente e sugli interventi che doveva fare Acciaierie d'Italia. Ma questa volta gli indagati sono per ora dirigenti e funzionari dell'Arpa e Ispra, cioè ci doveva controllare che quelle misure ambientali venissero fatte. E questo, chiaramente, sarebbe ancora più grave.
Che il capitale è nocivo di per sè, che i padroni, privati o pubblici che siano, hanno come unico interesse il profitto e la riduzione dei costi del lavoro, da cui i tagli o la messa non all'OdG della sicurezza e la salute dei lavoratori e degli abitanti della citta', è una realta' chiara, che si può ridurre al massimo con la lotta dei lavoratori e della popolazione, ma non rovesciare finchè esiste il capitale; ma quanto gia' emerso nel processo "Ambiente svenduto" e ora in questa nuova indagine, dimostra anche che non si tratta di un capitalista (Riva prima e Mittal ora) ma di un sistema generale, economico, politico, statale, che salvaguardia solo gli interessi della classe dominante e che lo Stato, i governi sono altrettanto responsabili di morti operaie, di malattie, di attaccare la nostra salute e vita; per cui anche chi dovrebbe controllare i padroni agisce con la logica delle leggi dei padroni, o peggio.
Ma per l'ex Ilva dimostra ulteriormente che l'ingresso
dello Stato in Acciaierie d'Italia non ha cambiato la situazione:
capitale privato o capitale pubblico, lo sfruttamento e l'attacco ai
diritti dei lavoratori e delle masse popolari è sempre lo stesso;
smentendo le illusioni ultimamente diffuse da Uilm, Fiom, Usb che con un
maggior ingresso dello Stato o con la nazionalizzazione tutto si
risolve...
Troppo facilmente in
questi mesi l'Ispra, l'Arpal hanno comunicato dati, situazioni in netto
miglioramento, che gli interventi programmati sono stati quasi tutti
completati e certificati", quindi l'inquinamento diminuiva, il futuro era "eccellente"...
Oggi alcuni di questi controllori sono indagati per "Tentata concussione, falso e inquinamento ambientale". Si è aperta "una nuova indagine per fare luce sui lavori di adeguamento dello stabilimento tarantino a dieci anni di distanza dal sequestro dell’area a caldo. Un percorso di messa in sicurezza che secondo l’Ispra, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale deputata ai controlli dal Governo, procede – peraltro - senza particolari intoppi: dai controlli effettuati proprio dall’Ispra nel primo semestre del 2022, nel quale ci sarebbe stata la realizzazione di quasi tutti gli interventi programmati, tra cui quelli di riduzione delle emissioni convogliate e diffuse di polveri fini (in
Pc 16 dicembre - Comune di Ivrea e Decima Mas - info-denuncia
Una pagina oscura del Consiglio Comunale di Ivrea: la maggioranza di centro-destra “assolve” il consigliere che inneggia alla Decima Mas, il braccio armato del Terzo Reich in Italia dopo l’8 settembre.
Rabbia e incredulità fra le forze della minoranza in consiglio comunale per la “difesa” del consigliere Marchiori in risposta alle interpellanze della minoranza (PD-VI – M5S) dopo che lo stesso aveva condiviso un post che inneggiava alla X Mas. Il consigliere anziché fare ammenda, chiedere scusa per aver offeso chi ha dato la vita per la liberazione dal nazi-fascismo, si è messo a leggere per 8 minuti un testo che ribadiva l’elogio alla Decima, senza cenno alcuno né condanna dei crimini feroci di cui questa di è macchiata. Alta anche l’indignazione fra le cittadine e i cittadini chiamati dall’Anpi ad un presidio davanti al Municipio non appena si è saputo che la discussione si sarebbe tenuta a porte chiuse. Una interpretazione opinabile dell’articolo 68 del regolamento da parte del presidente del consiglio comunale non ha infatti consentito ai cittadini di essere presenta alla discussione, come se si trattasse di fatto privato e personale, mentre la questione era ed è tutta politica. Indignazione che è esplosa in rabbia quando sono iniziate a trapelare le parole del consigliere e la difesa dello stesso da parte di tutta la maggioranza. Dai banchi della maggioranza si è arrivato a dire che si attaccava un consigliere mentre si andava a braccetto con una terrorista. Il riferimento è l’incontro tenutosi a Ivrea fra Agnese Moro e Adriana Faranda, facente parte di un percorso di incontri iniziato da tempo sulla “giustizia riparativa”. Un incontro di alto valore etico e morale al quale l’amministrazione di centro-destra guidata dal sindaco Stefano Sertoli ha negato il patrocinio. Un’altra vergogna per la Città di Ivrea.
Le reazioni
Sul caso del consigliere che elogia la X Mas e sulla maggioranza che tace (sezione Anpi Ivrea)
Ennesima
prova di ottusità della maggioranza nel Consiglio comunale di Ivrea: in
merito al consigliere Marchiori che ha elogiato sui social la X Mas,
tristemente nota per aver combattuto dal settembre ’43 sino alla fine
della II guerra mondiale al fianco dei tedeschi occupanti in funzione
anti-partigiana, macchiandosi di efferate torture ed uccisioni. Nessuno
dei suoi colleghi della maggioranza è intervenuto a sanzionarlo. Le
opposizioni ne avevano chiesto le dimissioni, o quantomeno un atto di
pentimento, una dichiarazione di antifascismo, sia pure all’ultimo
minuto. Nulla di tutto ciò, anzi.
Marchiori ha osato contrattaccare con tracotanza, leggendo due pagine
elogiative della flottiglia X Mas (tra l’altro, confondendo volutamente
il reparto militare dell’Esercito di prima e dopo la guerra, con lo
scellerato comportamento del gruppo X Mas nel periodo della Resistenza,
combattendo al fianco dei tedeschi contro i Partigiani).
Ricordiamo che la Decima Mas si macchiò di efferate uccisioni di
Partigiani, fra le quali – una per tutte, la tristemente nota vicenda di
Ferruccio Nazionale al quale è intitolata la piazza di città,
orrendamente torturato, talché al momento dell’impiccagione il Martire
era privo della lingua e degli occhi, strappatigli in carcere.
Secondo costui la minoranza avrebbe “cavalcato” il problema a livello
politico. Segno che finge di non aver capito… Ha poi osato parlare di
Gino Pistoni (con ciò infangando un altro Martire, da noi invece molto
celebrato). Insomma, una grande confusione.
Unico commento dalla maggioranza: l’accusa che noi preferiamo additare
un consigliere (Marchiori), ma che si preferisce andare sottobraccio ad
una terrorista (si riferisce all’incontro di qualche giorno fa tra la
figlia di Aldo Moro e la Faranda, che al tempo militava nel gruppo
armato che catturò ed uccise Aldo Moro). Accusa infame, insensata,
strumentale. Abbiamo invece assistito ad un incontro splendido fra due
donne che hanno saputo elaborare il lutto, perdonare ed essere
perdonata, dopo un lungo e sofferto percorso che le ha viste
riconciliarsi.
Nulla di tutto ciò nelle parole che vengono da una maggioranza che non ha dato nemmeno il patrocinio all’iniziativa.
Insomma, non solo il consigliere non si è scusato, ma è passato
all’attacco, complice una maggioranza silenziosa. Una maggioranza
consigliare tutta da rifare. Ribadiamo che l’Anpi non ha nessun intento
nascosto in vista delle future elezioni comunali ad Ivrea. Non l’abbiamo
mai fatto, non ci siamo mai schierati tranne raccomandare di non votare
partiti di stampo fascista. Però, un tale coacervo di persone è la
prima volta che Ivrea deve sopportarle. Speriamo sia l’ultima.
Perché, ripetiamo, questa vecchia e nuova destra che siede sui banchi
del Consiglio comunale che fu di Olivetti e di tanti altri galantuomini,
a noi non sta proprio bene…
Ci auguriamo che i Cittadini di Ivrea capiscano quali e quanti danni
essa rechi alla Città, anche dal punto di vista morale e della sua
Storia.
Da parte nostra ci impegniamo a rendere note ai Cittadini di Ivrea
tramite assemblee cittadine e una mostra le efferatezze compiute dai
fascisti, fra i quali si distinguevano proprio i militi della X Mas. Ne
racconteremo le vicende affinché tutti, anche i più giovani, possano
sapere e conservare una memoria consapevole della nostra Storia.
Senza vergogna! Senza Storia (Unione Popolare)
Il
consigliere che elogia la X Mas offende il Consiglio Comunale,
istituzione democratica della Repubblica italiana, e offende la memoria
di chi diede la vita per la libertà dal nazi-fascismo.
Quanto è emerso dalle porte ingiustamente chiuse del consiglio
comunale di ieri è molto grave si è lasciato leggere per otto minuti un
testo che magnificava le gesta della Decima Mas fermando la storia
laddove conveniva, omettendo strumentalmente la ferocia della X Mas,
braccio armato italiano del Terzo Reich che si è macchiato dei peggiori
crimini, massacri, torture, contro chi lottava per liberare l’Italia dal
nazi-fascismo.
Che in un Consiglio Comunale un’istituzione democratica, questo possa
accadere non può che destare grande preoccupazione e piena condanna. Il
presidente del consiglio comunale, la vicesindaco, il sindaco
intervenuto con un messaggio, avrebbero dovuto proteggere il Consiglio
Comunale da questa offesa e invece l’hanno, se non approvata, permessa.
Venivamo chieste le dimissioni del consigliere da parte di tutta la
minoranza, dall’Anpi e dalle forze antifasciste cittadine, noi fra
queste con Unione Popolare, e in tutta risposta gli han lasciato leggere
non un’ammenda per lo sciagurato gesto di condividere un post
inneggiante alla X Mas, ma un rafforzo di quella condivisione, in pieno
spregio di chi è morto, brutalmente torturato, il tutto senza vergogna e
proprio davanti al quadro che ricorda uno di questi ragazzi trucidati, e
proprio nella piazza a lui intitolata: Ferruccio Nazionale, partigiano
Carmela. Solo uno dei tanti partigiani e delle tante partigiane che
diedero la vita per la nostra libertà, anche quella di quel consigliere
che inneggia invece a chi la vita ha tolto a ragazzi ancor più giovani
di lui.
Tutto ciò è inaccettabile e deprecabile, ancor di più in una città, un
territorio, che ha dato tante vite per la Resistenza, per la
Liberazione.
Per questo reiteriamo la nostra richiesta al sindaco Stefano Sertoli,
per la sua maggioranza, e al presidente del Consiglio comunale, Diego
Borla, di garantire la difesa dei valori della Costituzione e di
condannare comportamenti non consoni con il ruolo istituzionale di
consigliere, quali quelli che pur a porte chiuse sono usciti dall’ultimo
consiglio comunale del 29 novembre us.
Riappacificazione si, riabilitazione no (Partito Democratico)
Siamo
prima di tutto Consiglieri e come tali rappresentanti delle
Istituzioni, istituzioni che vanno servite con rispetto, disciplina e
onore come recita l’art. 54 della Costituzione:
“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di
osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate
funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed
onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”
E se la Costituzione, figlia della Resistenza, è stata scritta in
funzione antifascista, ideologia che i Padri e le Madri costituenti
conoscevano bene, è ovvio che tutti noi, più ancora che i cittadini che
rappresentiamo, abbiamo il dovere giuridico e morale di rispettarla in
ogni sua parte, a partire dal Sindaco che giura materialmente su di essa
al momento dell’insediamento.
Il Consiglio è un’assise in cui c’è spazio per tutti i pensieri (e
questo grazie alla nostra Democrazia, conquistata dalla lotta di
Resistenza e dal sacrificio di quei partigiani che la Decima MAS tanto
crudelmente perseguitò) ma non per quelli che rinnegano la storia nei
suoi aspetti fattuali e in questo caso quella della Città che
rappresentiamo
Nell’aula del consiglio è bene che maturi anche la missione di
“riappacificare”, ma non lo si può fare con chi riabilita una storia che
ha portato Ivrea su tutti i libri di storia per le atrocità commesse
dalla Decima e subite da civili e partigiani, qui dove il municipio si
affaccia su Piazza Ferruccio Nazionale, dove “Alimiro” fece saltare il
ponte salvando la città, mentre i repubblichini della Decima lo
presidiavano.
Ecco perché, noi consiglieri del PD, non abbiamo accettato alibi come
quelli che si sono sentiti: l’intervento del consigliere Marchiori, nel
quale si ricostruisce solo una parte, quella del reparto dei mezzi
d’assalto della Marina italiana che nel marzo del 1941 assunse la
denominazione di “X flottiglia MAS ma tralascia completamente la parte
che va dal maggio 1943, data in cui il comando della X MAS fu assunto da
J.V. Borghese, il quale dopo l’8 settembre ne fece una formazione
militare autonoma per continuare a combattere al fianco del Terzo Reich.
Diventando “famosa” per i civili marchiati prima e uccisi poi, per la
lotta contro i Partigiani; o il giustificare i comportamenti “da
tastiera” … a cui oggi siamo soggetti, come ha fatto il Sindaco.
Un Consigliere che elogia la X MAS davanti ad un quadro che rappresenta
un partigiano morto, che cita Pistoni con leggerezza, ma che forse non
sa neppure che mori a 20 anni colpito da una scheggia di mortaio mentre
si era attardato a soccorrere un soldato tedesco ferito, e che non sa
che Ivrea è una Città della Resistenza e Antifascista per Costituzione e
a cui nessuno della sua stessa maggioranza ha pensato di suggerirgli:
un elegante e contrito silenzio. A tal proposito, forse è stato più
intelligente Montesano a dire “non sapevo”, ho una raccolta di magliette
e come ho messo questa della X-MAS, potevo mettere quella di MAO,
davanti a tutto questo ci diventa difficile non condannare il
comportamento del Consigliere soprattutto avendo sempre condannato tutte
le idee di stampo neofascista e dichiaratamente neonaziste che si sono
presentate ad Ivrea.
Difendere i valori della Costituzione, della Resistenza e della Pace (gruppo Movimento 5 Stelle)
Durante
la discussione avvenuta in aula abbiamo ribadito la necessità di
difendere i valori della Costituzione, della resistenza e della pace che
devono essere il fondamento dell’’agire politico di tutti i Consiglieri
comunali.
Le iniziative delle forze di minoranza, dell’ANPI e di cittadini
presenti in piazza prima dell’inizio del Consiglio Comunale mostrano
quanto l’identità della nostra comunità sia legata alla memoria storica
della lotta di liberazione.
A fronte dei gravi errori commessi dal Consigliere Enrico Marchiori
abbiamo chiesto chiarimenti e sollecitando Il Consigliere a “ fare
ammenda” precisando il suo pensiero rispetto alla dittatura fascista e
alla lotta di liberazione.
Il Consigliere nel suo intervento, sebbene non condivisibile, ha preso
indirettamente le distanze dall’ideologia fascista e dalle azioni
violente commesse durante la guerra.
Una maggioranza che teme il dibattito pubblico e la trasparenza (Viviamo Ivrea)
Nell’ultimo
Consiglio Comunale abbiamo dovuto assistere a ben due punti all’Ordine
del giorno discussi in forma segreta: “perché si parlava di persone”,
questa è stata la motivazione. Modalità sulla quale non siamo per nulla
d’accordo, perché una cosa è parlare pubblicamente della vita privata di
una persona, tutt’altra discutere sull’opportunità “politica” di
un’azione compiuta da un Consigliere Comunale o da una persona
incaricata di un pubblico servizio. Non si riesce a capire per quale
motivo questa maggioranza tema il dibattito pubblico e la trasparenza
riguardo azioni inopportune compiute da chi ricopre un ruolo pubblico di
rilievo, ovviamente sempre nell’ambito del mandato ricevuto e non certo
per parlare di questioni inerenti alla vita privata.
Parliamo di un Consigliere comunale che ha reso pubblico su un noto
social media il suo pensiero sulla X MAS, organizzazione militare che
dopo l’8 settembre strinse un patto con i nazisti, macchiandosi anche di
“crimini di guerra” compiendo rappresaglie e azioni crudeli ed efferate
nei confronti di partigiani tra i quali non possiamo dimenticare quel
Ferruccio Nazionale al quale è stata intitolata la piazza del Municipio.
Poco o nulla rileva se il post pubblicato non sia stato scritto di suo
pugno; la sua condivisione è una chiara adesione a quei contenuti di
esaltazione di un gruppo militare macchiatosi di atti terribili. I
gruppi di minoranza hanno chiesto tempestivamente con un’Interpellanza
generale che la questione fosse dibattuta in aula e ciò è avvenuto nel
Consiglio Comunale del 29 novembre, ma “a porte chiuse” nonostante la
nostra esplicita richiesta di pubblico dibattito trattandosi del
comportamento di un Consigliere comunale nell’ambito del mandato
ricevuto dagli elettori. Alla lettura da parte del Consigliere di un
lungo documento di esaltazione della X MAS, omettendo quanto da questa
compiuto dopo l’armistizio, è calato il gelo, per lo meno sui banchi
della minoranza.
Invece di riconoscere di aver compiuto, nell’istituzionalità del ruolo
ricoperto, un gesto sconsiderato il Consigliere ha rilanciato le sue
tesi negazioniste e/o revisioniste non ribattendo poi, in seguito al
dibattito, alle argomentazioni dei consiglieri di minoranza. Abbiamo
esplicitamente richiesto al Consigliere di rendere pubbliche le sue
dichiarazioni e si è dichiarato d’accordo. Vedremo, anche in questo
caso, se ciò avverrà. Quello che però è emerso con forza nella
discussione è che le forze di maggioranza, comprese quelle più moderate,
e il Sindaco, che però era assente, non hanno preso radicalmente le
distanze dallo sconsiderato gesto né chiesto un passo indietro al
Consigliere. Il Sindaco però, ora che avrà letto le dichiarazioni
rilasciate dal Consigliere, non potrà più continuare a buttare acqua sul
fuoco, come ha fatto durante tutto il mandato, ma dovrà esprimersi in
maniera netta su questa grave vicenda non potendo più derubricarla a una
“leggerezza da tastiera”.
pc 15 dicembre - Otto mesi di carcere a Nicoletta Dosio
"Pasionaria: donna che partecipa a un movimento rivoluzionario con grande passione e tenacia, che mostra un attaccamento irriducibile ai propri valori e ideali". Così recita il vocabolario e Pasionaria è l’aggettivo più ricorrente da sempre negli articoli che riguardano l’attività di Nicoletta Dosio.
Le parole sono pietre, le parole sono importanti e, a volte (inconsapevolmente) diventano lo strumento per comprendere. In questo caso un accanimento, quello del Tribunale di Torino che ha condannato a otto mesi di carcere (l’ordine di carcerazione è al momento sospeso per trenta giorni, durante i quali Nicoletta potrebbe richiedere l’applicazione di misure alternative alla detenzione) a causa delle sue iniziative di disobbedienza civile svolte negli anni passati evadendo dagli arresti domiciliari.
I
fatti che le vengono contestati risalgono al periodo tra il novembre e
il dicembre del 2016 quando per protesta partecipò a diverse iniziative
lasciando la sua abitazione dentro la quale stava scontando gli arresti
domiciliari.
Il Movimento No Tav sul suo sito definisce questa sentenza “l’ennesima
condanna politica nei confronti di chi, con tenacia e determinazione,
non abbassando mai la testa di fronte alle ingiustizie, ha deciso di
pc 15 dicembre - IRAN, le armi che uccidono le nostre sorelle, fratelli sono anche italiane
Da il Manifesto
«negli ultimi cinque anni sono state esaminate diverse richieste di parere su istanze di autorizzazioni ai sensi della legge 110/1975 presentate dalla Cheddite al ministero dell’Interno per l’esportazione di cartucce e/o polvere da sparo verso diversi Paesi. In alcuni casi il parere emesso al termine di una accurata istruttoria è stato negativo, in altri positivo. Tra i paesi destinatari di tali
pc 15 dicembre - Votato l'invio di armi all'Ucraina. Mozione operaia contro la guerra
Il parlamento nero, a parte voti contrari di M5S e di Asv, approva l'invio di armi per tutto il 2023, sulla base delle richieste dell'Ucraina e soprattutto della Nato, con la squallida ipocrisia del PD. Milioni e milioni di euro macchiati di sangue per la guerra inter imperialista tra banditi, in cui i profitti sono degli imperialisti (e gia' si parla dei profitti della ricostruzione, bottino in cui l'Italia non vuole rimanere indietro) e i morti, le distruzioni, le immane sofferenze sono delle masse popolari.
Diffondere, sostenere, sottoscrivere in tutte le fabbriche e posti di lavoro possibili - adesioni individuali e collettive - la mozione operaia contro la guerra
info/contatti: slaicobasta@gmail.com
WA 3519575628
Mozione operaia
NO alla guerra imperialista
NO alla partecipazione italiana alla guerra
NO all’aumento delle spese militari
No al carovita
Noi lavoratori e lavoratrici esprimiamo la netta opposizione al nuovo decreto del governo Meloni e alle
pc 15 dicembre - APPELLO AD UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE CON ALFREDO COSPITO - Adesione di proletari comunisti - la motivazione allegata
Il
41bis è il regime di isolamento carcerario più duro d'Europa.
Creato in principio per impedire ai membri (reali o presunti)
della mafia di continuare le loro attività dal carcere, è stato
presto esteso ai prigionieri rivoluzionari per impedire loro di
interagire con il mondo esterno. Tre prigionieri delle Brigate
Rosse-PCC, Nadia Lioce, Roberto Morandi e Marco Mezzasalma, vi
sono sottoposti da 17 anni. Il valore della loro resistenza deve
essere misurato comprendendo che sarebbe sufficiente un atto di
resa politica per uscire da questo regime.
Solo
comprendendo questi regimi di isolamento come mezzi di pressione,
come tortura, per estorcere il pentimento, possiamo dare un vero
significato al suicidio della militante delle Brigate Rosse-PCC
Diana Blefari nel 2009, dopo quattro anni di 41bis. Diana non poteva
più sopportare il 41bis, ma rifiutava il tradimento. Anche questa
scelta è stata una forma di resistenza e ha un precedente,
quello di Luis Rodríguez Martínez, dei Gruppi di Resistenza
Antifascista Primo Ottobre (GRAPO), che si è suicidato nel 1983 dopo
tre anni di isolamento totale in carcere.
Solo comprendendo
questi regimi di isolamento come mezzo di pressione, come
tortura, per estorcere il
mercoledì 14 dicembre 2022
pc 14 dicembre - Industria dell’auto e la “crisi” del passaggio all’elettrico: i padroni all’attacco pretendono leggi e soldi
“L' industria automobilistica europea è un gigante che dà
lavoro a 2,5 milioni di persone, ma arriva a 13 milioni con l’indotto”,
sono queste le cifre importanti con le quali i padroni pretendono attenzione, ma
soprattutto leggi e soldi dai governi non solo in Italia ma anche a livello europeo.
Per quanto riguarda l’Italia il nuovo presidente dell’Acea,
l’associazione dei produttori di auto europei, Luca De Meo, ha le idee chiare
sugli aiuti necessari: «Guardando al futuro, abbiamo urgentemente bisogno che
l’Europa attui politiche che sostengano pienamente il nostro obiettivo
di decarbonizzazione e ci consentano di affrontare la crescente concorrenza
globale … Il nostro settore – dice - è impegnato a investire massicciamente
nella mobilità elettrica e a garantire la creazione di valore e posti di
lavoro in Europa.»
Se De Meo deve però ammettere che i padroni vedono «con
favore il lavoro su una legge europea sulle materie prime, che dovrebbe sostenere
la resilienza economica del continente e il passaggio a emissioni zero”, ma
dall’altro lato questo aiuto sulle materie prime non basta ad affrontare la concorrenza
globale perché c’è in ballo la decisione dell’Unione europea sul passaggio
all’elettrico, vera bestia nera dei padroni del settore: l’ostacolo è rappresentato dai “nuovi standard di emissione di Euro 7 (per autovetture e commerciali
leggeri) e Euro VII (per i veicoli pesanti) … si tratta di una proposta che arriverà a
pochi giorni dalla ‘messa al bando’ al 2035, da parte dell’Ue, dei
motori endotermici per autovetture e commerciali leggeri.”
È per questo che i padroni europei dell’auto ripetono in coro: «Cecità dall’Europa rispetto al mondo
pc 14 dicembre - Lo "scandalo" del Qatar e l’etica del capitalismo-imperialismo: profitti, affari, corruzione, guerre e morti…
In Europa e in Italia siamo tutti qatarini
IL BUSINESS DI DOHA. La metà (47%) dei finanziamenti e
degli investimenti infrastrutturali per i Mondiali di calcio in Qatar (200
miliardi in totale) è arrivata da banche, fondi pensione e compagnie
assicurative europee
Qui in Europa siamo tutti qatarini. Il Fondo di
investimento del Qatar ha a disposizione una cifra stimata in 400 miliardi di
dollari (quello del principe assassino saudita, il Pif, che paga il senatore
Renzi ne ha il doppio), 45 sono investiti in Gran Bretagna.
E ancora, 25 miliardi di euro in Francia, qualche dozzina in
Italia e in Germania. Doha è il secondo produttore al mondo di gas liquido e un
importante acquirente di beni, servizi e armi. Quante tangenti, oltre alle
mance a quei quattro cialtroni di Bruxelles, sono passate in Europa in questi
anni?
La metà (47%) dei finanziamenti e degli investimenti infrastrutturali per i Mondiali di calcio in Qatar (200 miliardi in totale) è arrivata da banche, fondi pensione e compagnie assicurative europee, che
pc 14 dicembre - Sullo sciopero generale regionale di Cgil-Uil in Sicilia…
Ieri mattina c’è stato lo sciopero generale in Sicilia
indetto dalla Cgil e dalla Uil (la Cisl non ha partecipato perché è d’accordo
con la manovra del governo) come parte degli scioperi in diverse regioni e che
si concluderanno il 16 a Roma con la manifestazione nazionale dei pensionati
contro la manovra finanziaria.
Ci si aspettava ed era stata annunciata una partecipazione
soprattutto da parte degli operai della Fincantieri per ricordare l’operaio
Angelo Salamone morto sul lavoro il 7 dicembre scorso, con le bandiere listate
a lutto. Una partecipazione che di fatto non c’è stata. Nessuno striscione
della Fincantieri, una decina di operai della Fiom Palermo e una decina
dell’indotto Fincantieri Uilm, di fatto dell’apparato sindacale.
Dopo 5 giorni di chiusura della fabbrica eravamo andati per incontrare anche in questa occasione gli operai, ma tutti i partecipanti, o quasi, alla manifestazione facevano parte, appunto, dell’apparato sindacale. Il corteo ha percorso i circa 500 metri del centro di Palermo; un migliaio di partecipanti provenienti da tutta la regione in maggioranza pensionati (età medio alta in generale) e poi altri settori: scuola e funzione pubblica, sanità, forestali… pressoché nessun settore operaio se non come citazione da un intervento dal palco. Nessun operaio, né rappresentante della Fincantieri è intervenuto. E dal
martedì 13 dicembre 2022
pc 13 dicembre - Contro il Governo Meloni - contro il Parlamento nero che approva il nuovo invio di armi - nuova Mozione operaia da oggi in numerosi posti di lavoro organismi proletari
Mozione operaia
NO alla guerra imperialista
NO alla partecipazione italiana alla guerra
NO all’aumento delle spese militari
No al carovita
Noi lavoratori e lavoratrici esprimiamo la netta opposizione al nuovo decreto del governo Meloni e alle mozioni del parlamento che supportano l’invio di armi, equipaggiamenti al teatro di guerra dell’Ucraina. Una decisione che alimenta la guerra, la corsa al riarmo e prosegue nella politica di violazione dell’Art. 11 della Costituzione, con cui l’Italia ripudia la guerra come mezzo di soluzione delle controversie tra Stati.
Noi lavoratori e lavoratrici condanniamo fermamente l’invasione imperialista di stampo neozarista della Russia di Putin dell’Ucraina, cos come l’azione guerrafondaia dei governi Usa/Nato/Ue, Italia compresa, volta a portare le truppe occidentali e Basi militari ai confini della Russia, usando l’Ucraina di Zelensky, nel cui governo ed esercito sono presenti i nazisti, come ‘cavallo di Troia’ e pedina di guerra; una situazione che può sfociare in una terza guerra mondiale e nell’uso del nucleare.
Siamo contro questa guerra tra banditi capitalisti per il profitto e per il controllo mondiale delle materie prime, le fonti energetiche, le vie geostrategiche.
Siamo solidali con le masse ucraine sotto le bombe e in fuga e con chi in Russia si oppone all’invasione e alla guerra.
Siamo contro ogni scaricamento dei costi e degli effetti di questa guerra sui lavoratori e le masse popolari già colpite dalla crisi economica.
Siamo contro l’uso delle Basi militari italiane come basi di guerra e presenza di armi nucleari.
Chiamiamo tutti i lavoratori e lavoratrici e tutte le organizzazioni sindacali a sottoscrivere questa mozione e a scendere in campo con assemblee, manifestazioni, fino allo sciopero generale, per mettere fine alla partecipazione italiana alla guerra ed essere al fianco di tutti i proletari e masse popolari che si oppongono alla guerra interimperialista in tutti i paesi del mondo.
richiedila a slaicobasta@gmail.com
pc 13 dicembre - Un video per la settimana dell'Esercito Popolare Guerrigliero di Liberazione diretto dal PCI (Maoista)
Celebrare the 22° Anniversario del PLGA!
Intensificare lotta di classe-guerra di guerriglia
Sconfiggere l’offensiva ’SAMADHAN' e avanzare nella Guerra Popolare!
In occasione del 22° anniversario del PLGA, il 2 dicembre 2022, il Comitato Centrale del Partito Comunista dell'India (Maoista) invita tutto il partito, le unità del PLGA, i Comitati Popolari Rivoluzionari, le Organizzazioni di Massa e le masse rivoluzionarie a celebrarlo solennemente con entusiasmo rivoluzionario nelle aree rurali e urbane di tutto il paese. Invita a sconfiggere l'offensiva controrivoluzionaria "SAMADHAN", ampliare, intensificare la lotta di classe e la guerriglia, rafforzare la base di massa e far avanzare la guerra popolare.
Nell'occasione, il CC rivolge il suo saluto rivoluzionario a tutti i Comitati di Partito, ai Comandi, ai
combattenti del PLGA, ai membri del Partito, ai Comitati Popolari Rivoluzionari, ai dirigenti e attivisti delle Organizzazioni di Massa, ai membri della Milizia Popolare e alle masse rivoluzionarie, a tutti i compagni impegnati in campo politico, militare , organizzativo, tecnico e culturale. Auguriamo ai compagni feriti nelle azioni di guerriglia una pronta guarigione.Il CMC rende umile omaggio rivoluzionario agli eroici guerriglieri che hanno dato la vita nell'ultimo anno. Centotrentadue compagni sono caduti martiri in tutto il paese negli ultimi 11 mesi.
Nel maggio 2017 i governi centrale e statale hanno avviato l'offensiva strategica controrivoluzionaria "SAMADHAN" con un termine di 5 anni per l’eliminazione del movimento rivoluzionario indiano. Da allora per sconfiggere questa offensiva, il PLGA ha fatto Guerra Popolare-Guerra di Guerriglia guidato dal nostro Partito con l’inseparabile partecipazione del popolo e della milizia popolare a questa guerra. Il governo centrale ha rivisto l'offensiva lo scorso settembre e adottato un altro piano d'azione di un anno.
Il PLGA ha tenuto quasi 200 operazioni di guerriglia nelle varie zone di guerriglia, aree di resistenza rossa in tutto il paese sotto la guida del nostro partito negli 11 mesi dal dicembre 2021 al novembre 2022. Attraverso queste azioni, 31 effettivi di polizia, paramilitari e commando sono stati eliminati e 154 sono rimasti feriti. Sequestrate 7 armi moderne e centinaia di munizioni e altro materiale bellico. Sono stati eliminati 69 informatori della polizia, 7 dirigenti politici dei partiti degli sfruttatori, 6 nemici
pc 13 dicembre - 𝗟𝗮 𝗥𝘂𝘀𝘀𝗮 𝗿𝗶𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗻𝗮𝗷𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗿𝗲𝗽𝗮𝗿𝗮𝗿𝗲 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗴𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮
Pubblichiamo tutte le prese di posizioni coerenti e attive contro la guerra imperialista e l'Italia imperialista che si prepara alla guerra.
Il Presidente del Senato La Russa torna sulla mini naja volontaria, introdotta dal governo giallo-verde e approvata anche con i voti del PD. L’ex ministro della difesa vuole estenderla a 40 giorni, e vuole renderla più “appetibile” tramite incentivi: punti per maturità, per la laurea e per i concorsi pubblici. Imbracciare le armi diventa un’opportunità in un’Italia depredata dalle multinazionali e in cui l’istruzione ha perso la sua funzione emancipatoria. In questo modo i milioni di giovani a cui il ceto politico non riesce a dare prospettive vengono abituati alla guerra, l’unico orizzonte che questo modello riesce a promettere.
Faremo di tutto per opporci a questa corsa al disastro mondiale!
Marta Collot Pap UP
lunedì 12 dicembre 2022
pc 12 dicembre = La strage di Stato di Piazza Fontana oggi ha i suoi uomini e donne nel governo fascista Meloni e nel parlamento nero
Da il Manifesto:
"...Meloni ha portato al governo figli diretti, eredi ed estimatori politici dei protagonisti di quegli «anni bui»...
Sottosegretaria alla Difesa oggi è Isabella Rauti, figlia di Giuseppe (Pino) Rauti, ex collaborazionista di Salò, dirigente del Msi e fondatore del gruppo eversivo filo-nazista Ordine Nuovo responsabile della strage di Piazza Fontana e sciolto per decreto dal ministro dell’Interno Paolo Emilio Taviani nel 1973.
Quello di Isabella al ministero della Difesa è un ritorno, per la famiglia Rauti. Pino Rauti, infatti, lavorò per il generale Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Aloja pubblicando nel 1966 (sotto falso
pc 12 dicembre - Fincantieri Palermo: oggi sciopero di 8 ore per la morte dell’operaio, mentre la Procura manda avvisi di garanzia a 5 responsabili… e si scoprono tante “anomalie”
I sindacati confederali hanno indetto per oggi uno sciopero
di 8 ore in tutti gli stabilimenti a seguito della morte dell’operaio Angelo
Salamone ai Cantieri navali di Palermo. Una morte annunciata, come si dice,
visto che l’operaio lavorava presso una ditta in appalto, e quindi in
condizioni di precarietà: è risaputo che gli operai delle ditte esterne devono
correre per rispettare i tempi imposti dall’azienda e spesso, come in questo
caso, a lavorare in numero ridotto.
Ma in questo caso di morte sul lavoro sono emerse altre anomalie
come le riporta il quotidiano La Repubblica: “La procura indaga non solo sulla
dinamica dell’evento, ma anche su quanto accaduto dopo: nessuno ha infatti
avvertito le forze dell’ordine e la ‘scena del crimine’ è stata
irrimediabilmente modificata. Erano le 15,30 quando Angelo Salamone, che
aveva 62 anni, è rimasto ferito. I colleghi lo hanno soccorso immediatamente,
un’ambulanza l’ha portato al pronto soccorso di Villa Sofia. Le condizioni
dell’operaio sono subito apparse gravi, alle 19,30 è morto. A quel punto, i
sanitari hanno comunicato il decesso alla polizia.”
È anche per questo che la procura ha inviato gli avvisi di
garanzia: “Fra gli indagati, ci sono il responsabile dello stabilimento
palermitano di Fincantieri e il responsabile del servizio di prevenzione e
protezione dell’azienda. … nel registro degli indagati sono finiti pure il
titolare e il preposto della ditta per cui lavorava l’operaio. E il collega che
lo stava aiutando a dissaldare il serbatoio. Erano solo in due per un lavoro
così complesso.”
È chiaro
che le parole di cordoglio alla famiglia da parte dei responsabili della
Fincantieri suonano ipocrite e vuote e ancora di più quelle sulla salute e
sicurezza sul lavoro che “dicono dall'azienda - costituiscono valori
imprescindibili per il nostro gruppo e strategici per lo sviluppo sostenibile.
Fincantieri conferma la propria volontà di continuare ad investire per la
formazione e in ambito tecnico-organizzativo con il coinvolgimento di tutte le
persone impegnate quotidianamente nei suoi siti produttivi, con il comune
obiettivo di conseguire continui miglioramenti a fronte di quanto già ad oggi
consolidato". Un’affermazione che sembra più uno spot pubblicitario a
favore delle “capacità” dell’azienda, perché di sicuro ciò che c’è di “consolidato”
è il peggioramento delle condizioni di lavoro degli operai. E di questo “consolidamento”
sono responsabili anche i sindacati confederali che firmano da anni accordi di
ogni tipo, contratti nazionali e decentrati, protocolli con le prefetture…
Ci vuole altro per rispondere alla serie infinita delle morti sul lavoro, a cominciare dalla mobilitazione degli operai, dalla lotta e dall’unità, dall’organizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori, visto che è della loro stessa vita che si tratta.
domenica 11 dicembre 2022
pc 11 dicembre - Sul percorso del Collettivo Lavoratori Gkn
Finisce oggi la "consultazione popolare autogestita" del Collettivo lavoratori GKN, iniziata dal 1 dicembre.
Collettivo Di Fabbrica Lavoratori Gkn Firenze
............
Noi fin dall'inizio abbiamo pensato che tutta la lotta, l’esperienza della Gkn tocchi dei nodi attuali e futuri della battaglia della classe operaia e dia anche alle altre fabbriche delle lezioni importanti.
Ma ugualmente fin dall'inizio abbiamo pensato e detto che occorreva e occorre approfondire questa esperienza, i vari passaggi, distinguendo il giusto dalla confusione o dallo sbagliato, e lo abbiamo fatto sempre apertamente, pubblicamente, con l'intento di contribuire a individuare la strada giusta e necessaria nella difficile situazione della classe operaia, colpita sia oggettivamente che soggettivamente da padroni, governo da un lato e dai sindacati confederali dall'altro. Tutto il percorso del Collettivo Lavoratori Gkn fino ad oggi è esemplare di questa strada difficile.
Ma è necessario, secondo noi, attraversare questo percorso.
Noi all'inizio abbiamo sottolineato le lezioni positive che venivano dalla Gkn
Da un lato il problema della lotta. C’è un attacco, come quello che sta avvenendo in tante fabbriche, una sorta di guerra che stanno facendo i padroni con il loro fronte compreso il governo, che, lo stiamo vedendo anche in questi mesi, in questi giorni, al massimo ha fatto l’indecente norma sulla delocalizzazione che fa solo il solletico alle grandi multinazionali che anche con il doppio delle sanzioni delocalizzano lo stesso. Ma se loro fanno questa guerra, da parte nostra, degli operai è una guerra che bisogna fare e a cui bisogna attrezzarsi. Allora dalla Gkn viene chiaro che, quando gli operai vengono buttati fuori dal posto di lavoro dopo tanti anni di sfruttamento, la fabbrica si deve occupare o si devono mettere in campo iniziative di lotta dura, continua, chiaramente faticosa; ci deve essere ribellione, ci deve essere la parola d’ordine “insorgiamo”. Questo messaggio viene dalla Gkn in una situazione purtroppo non scontata, in cui fino a pochi mesi fa si parlava di lotta solo di altri settori, per esempio la logistica, ma le fabbriche sembrava non avessero voce e forza. Dalla Gkn, e anche da altre lotte dove i lavoratori e le lavoratrici vengono licenziate, alla Mugello, alla Caterpillar, ecc., ora invece gli operai si fanno sentire; e quando gli operai vengono in primo piano, che padroni e governo comincino a preoccuparsi...
L’altra lezione dalla Gkn è la questione dell’unità, della costruzione della solidarietà che è altrettanto importante. Una lotta non può per tanto tempo reggersi da sola, questo è possibile se si costruisce l’unità intorno alla classe che ci farà passare dalla preistoria alla storia dell’umanità... nel tour, voi della Gkn state anche restituendo questa solidarietà, non solo alle altre realtà di lavoratori e lavoratrici ma anche a settori sociali in lotta, gli studenti che finalmente lottano contro la scuola dei padroni che anche uccide, le donne che doppiamente subiscono non una ma tante catene. Noi vogliamo che i lavoratori sostengano queste mobilitazioni, capiscano la ricchezza delle lotte e dello stare insieme...
Quindi il problema è che quando un risultato è il frutto della lotta – e senza la lotta non ci sarebbe stato neanche quell’accordo – è importante perché permette di elevare la coscienza della necessità di non fermarsi ma di avanzare. Marx diceva: se gli operai per viltà rinunciano alla lotta quotidiana rinunciano in realtà a fare una lotta più generale, che metta fine a questo sistema di lavoro salariato di sfruttamento...
Questi due aspetti sono delle lezioni che dalla Gkn dobbiamo trarre e chiaramente vedendo gli aspetti di forza e gli aspetti di debolezza, vedendo gli aspetti che devono essere generalizzati e quelli specifici.
Anche rispetto ai sindacati confederali. Noi siamo dello Slai cobas da tempo e riteniamo che i sindacati confederali cogestiscono i piani dei padroni e sono un danno per i lavoratori; però il problema è l’unità dei lavoratori. Gli operai devono pensare al loro interesse e per questo si devono unire. Per questo occorre che uniamo la lotta più dura e anche intelligente verso i vertici sindacali, le segreterie con l’unità dei lavoratori, l’unità nella lotta. In questo senso anche questa esperienza di “collettivo della Gkn” è un'altra lezione - liberandoci sicuramente dall'illusione di poter determinare la linea del sindacato confederale, della Fiom, quando oggi sempre più la battaglia è per la costruzione del sindacato di classe che unisca tutte le esperienze classiste e combattive della classe".
Dopo la manifestazione di Firenze del 26 marzo, a cui abbiamo partecipato, abbiamo scritto:
Il fatto che questa manifestazione fosse stata costruita direttamente dagli operai è il fattore di
pc 11 dicembre - Alla Wartsila un altro accordo Mise/Regione/Sindacati confederali "scritto" dall'azienda
Da sole, ognuna per proprio conto, la lotta delle fabbriche delocalizzate nella maggior parte delle situazioni perde. Ci voleva e ci vuole un fronte unitario degli operai, ma questo non si è voluto fare. A partire dalla grande esperienza della ex Gkn. Su questo leggi l'altro post: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/12/007-tutti-i-seggi-in-costante.html
Pubblichiamo questi primo commento sull'accordo Wärtsilä pervenutoci:
Facciamo il punto per capire come si è arrivati ad oggi, come si giunti alla firma di un accordo tra Mise, regione Friuli e sindacati (CGIL, CISL e UIL), che sembrerebbe garantire le attività di produzione nello stabilimento della Wärtsilä di Bagnoli della Rosandra e forse, a detta dei firmatari dell’accordo, evitare licenziamenti di oltre 400 operai.
Nella metà luglio 2022 la multinazionale finlandese Wärtsilä aveva comunicato la chiusura della fabbrica di Trieste dove si producono grandi motori marini da 1,9 MW a 23 MW e il conseguente licenziamento dei dipendenti.
Immediatamente gli operai avevano incominciato a scioperare presidiando la fabbrica ed il sindacato
pc 11 dicembre - Il Governo Meloni in prima fila nello scontro/guerra internazionale per la spartizione delle risorse energetiche
a favore dei profitti dell'ENI attraverso la rapina delle materie prime in Africa
Lo ha detto espressamente la Meloni nel suo intervento ai Dialoghi sul Mediterraneo di Roma: “Parto dalle parole del Ministro Tajani: l’Italia è fortemente impegnata con questo governo a rafforzare il suo ruolo nel Mediterraneo.
Il Mediterraneo allargato è la colonna della sicurezza energetica italiana. Da esso proviene circa il 45% dell’import di gas naturale….enormi sono le potenzialità dell’area e il contributo che si può dare alla sicurezza energetica europea in questa fase di crisi anche per lo sviluppo e lo scambio di nuove energie sostenibili”… Parlando dell’idrogeno verde “abbiamo la possibilità di produrlo nel Mediterraneo allargato e scambiarlo a prezzi competitivi. Quindi l’energia è sì un bene nazionale, ma anche comune”, ha aggiunto Meloni.
La piena e duratura stabilizzazione della Libia rappresenta certamente una delle più urgenti e delicate priorità di politica estera e di sicurezza nazionale, anche in ragione degli impatti che una protratta instabilità in Libia è suscettibile di avere anche in termini di flussi migratori, di sicurezza degli approvvigionamenti energetici per tutta l’Europa".
CHE SIGNIFICA FINANZIAMENTI IN POLITICA ESTERA E IN POLITICA DELLA DIFESA PER GLI INTERESSI DELLA BORGHESIA IMPERIALISTA ITALIANA
Dopo il GreenStream, il gasdotto che porta il gas dalla Libia, a breve sarà la volta di Argo-Cassiopea, il gasdotto sottomarino che porterà il gas alle industrie del Nord, e successivamente del Melita Pipeline, che invece porterà il gas all’isola di Malta.
MA DOVE C’E’ L’ ENI C’E’ LA TENARIS che si espande e guadagna, multinazionale che produce tubi di acciaio per petrolio e gas, servizi collegati ai progetti, che ha sua volta si espande in Africa, ad esempio con l’ultima fornitura di prodotti per i prossimi 5 anni in Angola, dove entro il 2026 si arriverà a produrre sei miliardi di metri cubi di gas l’anno.
Ma anche per il giacimento di Cassiopea, situato nel canale di Sicilia, progetto che era già pronto nel 2018, ma sospeso fino ad oggi per problematiche legate ai permessi governativi e ambientali, "superati" con la crisi energetica/guerra ucraina, in quanto il giacimento è diventato strategico per l’approvvigionamento di gas italiano e quindi ora con tempi di produzione dei tubi serrati per gli operai, tra novembre dicembre e gennaio perchè deve entrare in funzione a fine 2023, ovviamente la Tenaris ha rinegoziato il prezzo del contratto aggiungendo un sovrapprezzo...
questa è la logica dei padroni per fare soldi:
“la situazione complessiva del nostro mercato è sostanzialmente positiva, anche se il mondo sta subendo gli effetti di una crisi a cascata”, HA DETTO PADRON ROCCA, CON GLI INVESTIMENTI NEL MERCATO DELL’ENERGIA IN AUMENTO DOPO ALCUNI ANNI DI RIDUZIONI, “c’è la sensazione che per raggiungere l’indipendenza energetica e la sicurezza in un mondo esposto a rischi geopolitici sia necessario aumentare gli investimenti in petrolio e gas”.
pc 11 dicembre - Lukoil di Priolo: Stati Uniti e Qatar interessati all’acquisto della raffineria
Nelle ultime settimane aumentano gli avvoltoi che svolazzano
sopra la raffineria Isab di Priolo di proprietà della compagnia petrolifera
russa Lukoil. Non solo gli Stati Uniti, adesso spunta anche il Qatar.
Il governo italiano, come si sa, con il decreto del 1° dicembre ha messo una toppa alla possibile chiusura con la conseguente perdita di circa il 30% dei prodotti raffinati necessari alla produzione dell’industria italiana (e il conseguente licenziamento di migliaia di operai), mettendo l’azienda in amministrazione temporanea per 1 anno (prorogabile per altri 12 mesi), dichiarando l’impianto di interesse strategico nazionale e prevedendo anche l’uso del “golden power”, cioè la facoltà del governo