sabato 30 luglio 2022

pc 30 luglio - Marche e Civitanova terra di nuovi mostri - dopo Traini un altro orribile crimine razzista - Manifestazione della comunità nigeriana

  e con il presidente della Regione di Fratelli d'Italia ne vedremo altri

Civitanova Marche. Ambulante ucciso a bastonate per un diverbio in strada

Viviana Daloiso sabato 30 luglio 2022

Alika, di origini nigeriane, aveva 39 anni e un figlio piccolo.

In città era conosciuto da tutti

È in corso una manifestazione della comunità nigeriana di Civitanova, proprio nel punto di corso Umberto dove ieri Alika è stato ucciso. Un centinaio di persone hanno affollato la strada, esibendo una foto della vittima e anche uno degli scatti dell’aggressione da parte di Ferlazzo. Una delegazione, tra cui la moglie della vittima Charity Oriachi e l’avvocato Francesco Mantella, legale prima di Alika e ora della sua famiglia, è stata ricevuta in comune dal sindaco Fabrizio Ciarapica. Si respira tanta rabbia tra i manifestanti per la mancanza di reazione da parte dei cittadini presenti al momento dell’omicidio: nessuno infatti è intervenuto per trattenere Ferlazzo, mentre molti si sono limitati a a riprendere la scena con i telefonini.

C’erano tante persone, a passeggio, ieri pomeriggio presto, nel centralissimo corso Umberto I di Civitanova Marche. In un attimo la follia che nessuno avrebbe mai immaginato: un ambulante di origine nigeriane, Alika Ogorchuwku, sussurra qualche parola a una coppia di passanti, l’uomo – italiano – reagisce male. A questo punto scoppia una lite e quest’ultimo inizia a picchiare violentemente Alika, nonostante le urla e l’intervento di alcuni dei testimoni. Usa una stampella – apparteneva al giovane nigeriano, che in quella zona della città era una presenza abituale – come se fosse un’arma. E non si ferma, nemmeno quando la sua preda è a terra: gli salta sopra, lo colpisce alla tesa, gliela schiaccia contro l’asfalto.

Qualcuno ripete: «Così lo uccidi». È una scena terribile: Alika resta immobile sul marciapiede e vengono immediatamente allertate le forze dell’ordine. Che quando arrivano, assieme ai soccorsi, non possono fare più niente: l’ambulante è morto.

L’aggressore viene fermato poco dopo: racconta che Alika avrebbe fatto degli apprezzamenti sulla sua fidanzata, che ha perso il controllo. La violenza in risposta di una parola, una reazione che sembra diventata sempre più frequente in questa estate di aggressioni e risse in tante città italiane. Ma che qui, nel cuore delle Marche, pesa molto di più dopo i tanti episodi di razzismo contati nel corso degli ultimi anni, con l’attentato nella vicina Macerata del 2018 a firma di Luca Traini che è ancora una ferita aperta. Proprio un paio di mesi fa, sulle pagine di Avvenire, eravamo tornati a parlare di quei fatti: la Caritas aveva riferito di «un apparente momento di stasi, come il fuoco che cova sotto la cenere». Dove la cenere era la parvenza di solidarietà, arrivata con la guerra e la mobilitazione solidale per il popolo ucraino, il fuoco era invece l’intolleranza e spesso l’odio verso gli africani «di cui facciamo difficoltà anche solo a parlare. Essere buoni con gli ucraini è facile, essere attenti alle persone di colore molto più difficile» spiegava proprio il direttore della Caritas di Macerata, Lorenzo Cerquetella. Un’impressione confermata dalle associazioni che sul territorio si occupano di accoglienza e integrazione dei migranti, sempre meno coinvolte nei bandi, sempre più trascurate dalle istituzioni.

La comunità è sotto choc, i testimoni continuano a ripetere che Alika era benvoluto, che tutti lo conoscevano e che non aveva creato mai problemi: «Avevo seguito io alcune sue vicende, in ultimo quella dell’incidente stradale in cui era stato coinvolto e per cui andava in giro con quella stampella» spiega l’avvocato Francesco Mantella. Alika aveva 39 anni, era sposato con un figlio piccolo, viveva a San Severino ma si spostava spesso su Civitanova «perché diceva che in città c’erano le condizioni migliori di mercato, che lavorava bene lì. Era una persona educata, mansueta, non aveva precedenti di alcun tipo. E non aveva nemmeno problemi economici. Non riesco a capacitarmi di quanto è accaduto». La moglie si è precipitata in ospedale, disperata, accompagnata da alcuni conoscenti.

Don Vinicio Albanesi: "Razzismo e rabbia che si sfogano sui più fragili... i neri vengono accettati soltanto se fanno i lavori più umili.  Succede anche ai preti africani: c'è chi non vuole seguire la messa officiata da loro. Ci vuole cultura e fratellanza, a cominciare dallo Ius Scholae"

 "Razzismo e disprezzo per la vita, figli di un senso di onnipotenza malato, di una rabbia che si sfoga sui più fragili, sui disabili, contro chi ha la pelle scura, contro le donne". E' piena di amarezza la voce di don Vinicio Albanesi, fondatore della Comunità di Capodarco, il grande polo di welfare che dagli anni Settanta accoglie, in questa frazione marchigiana, eserciti di esclusi ed emarginati Tossicodipendenti e malati mentali, minori non accompagnati e vittime di tratta, rifugiati e immigrati. 

pc 30 luglio - Nella settimana dei martiri della rivoluzione indiana, il MFPR rilancia il Dossier e la mostra sulle prigioniere politiche

  Compagne,

è in corso anche in Italia la celebrazione dei martiri della rivoluzione indiana che si realizza dal 28 luglio al 3 agosto in India, sulla base di un appello del Partito Comunista dell'India (Maoista), e a livello internazionale con le iniziative del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India.

Essa ricorda anche il 50esimo anniversario dell'uccisione di Charu Mazumdar leader della rivoluzione indiana dalla storica rivolta di Naxalbari e riferimento di essa fino ai giorni nostri, insieme all'altro grande riferimento del movimento comunista rivoluzionario e della via della guerra di popolo in India, Chatterjee.
La celebrazione è un atto di guerra e di azione a tutti i livelli del proletariato e delle masse popolari in armi in India, in lotta contro l'imperialismo e il regime fascista indutva di Modi.
Tra i martiri il Partito Comunista dell'India (Maoista) ricorda: la compagna Narmada (Uppuganti Nirmala), della segreteria del DKSZC, era in terapia per un cancro in stadio avanzato ed è stata catturata dal nemico. Ha perso la vita il 9 aprile 2022, privata di cure mediche adeguate, mentre combatteva contro la morte sotto custodia giudiziaria in un

pc 30 luglio - Milano zona transiti - Italia - India ponte internazionalista



L'appello in circolazione in italia

Cari compagni, vi inviamo e sono disponibili i testi in italiano della celebrazione dei martiri della rivoluzione indiana che si realizza dal 28 luglio al 3 agosto in India e a livello internazionale.

Essa ricorda anche il 50esimo anniversario dell'uccisione di Charu Mazumdar leader della rivoluzione indiana della storica rivolta di Naxalbari e riferimento di essa fino ai giorni nostri, insieme all'altro grande riferimento del movimento comunista rivoluzionario e della via della guerra di popolo in India, Chatterjee.

La celebrazione è un atto di guerra e di azione a tutti i livelli del proletariato e delle masse popolari in armi in India in lotta contro l'imperialismo e il regime fascista indutva di Modi.

Naturalmente a questa grande e articolata iniziativa è legata la campagna internazionale in corso da tempo per la liberazione dei prigionieri politici nelle carceri indiane.

In Italia agisce una sezione del Comitato di solidarietà e sostegno internazionale. che organizza una iniziativa all'ambasciata indiana a Roma nella settimana 13-19 settembre

Sono disponibili naturalmente molti materiali anche in italiano, mostra per le prigioniere politiche, video, canti, ecc

Vi chiediamo di far circolare, diffondere in tutte le forme questo materiale - siamo disponibili a sussidiare anche con la presenza diretta ogni iniziativa che si voglia organizzare di informazione e sostegno.

info

csgindia@gmail.com - wa 3519575628 

pc 30 luglio - ANCORA MORTI NELLE CAMPAGNE: IL CALDO UCCIDE MA I MANDANTI SONO CAPITALISMO E RAZZISMO.

Da Comitato Lavoratori delle Campagne 

Ieri, nei dintorni di Parete, località in provincia di Caserta, un bracciante di origine africana è morto, a causa di un malore, mentre lavorava in una serra all'interno della quale la temperatura avrebbe raggiunto e superato i quaranta gradi. 

La crisi climatica, causata dallo sfruttamento capitalistico della natura, è ormai una tragica realtà anche nel nostro paese, e quest'ennesima tragedia non fa altro che dimostrare come a pagarne le conseguenze sono, purtroppo, i lavoratori immigrati, i più sfruttati e discriminati, impiegati in gran numero nei distretti agro-industriali. 

Quello di Parete è il secondo decesso in Campania in pochi giorni, dopo quello di Falciano del Massico,

pc 29 luglio - Nella guerra inter imperialista - oggi in Ucraina - i proletari non hanno patria da difendere

"Nessuno dei due gruppi belligeranti la cede in nulla all'altro per le rapine, la ferocia e l'infinita crudeltà della guerra. Ma per ingannare il proletariato e distogliere la sua attenzione dall'unica guerra effettivamente liberatrice, vale a dire dalla guerra civile contro la borghesia del "proprio" paese e dei paesi "stranieri", per questo alto scopo la borghesia di ogni paese tenta di esaltare, con frasi menzognere sul patriottismo, il significato della "propria" guerra nazionale e vuol far credere che si sforza di vincere il nemico, non per spogliarlo e occuparne il territorio, ma per "liberare" tutti gli altri popoli, eccettuato il proprio". 

I pacifisti, gli opportunisti ignorano e negano "una verità fondamentale del socialismo già enunciata nel Manifesto comunista, e cioè che gli operai non hanno patria; attenendosi ad un punto di vista sentimentale piccolo-borghese nella lotta contro il militarismo, invece di riconoscere la necessità della guerra rivoluzionaria dei proletari di tutti i paesi contro la borghesia di tutti i paesi..."

Da Lenin: Il socialismo e la guerra.

pc 29 luglio - Piacenza, un’inchiesta razzista?

di Francesco Floris

"Naturalmente risulta facile indottrinare le maestranze a forte prevalenza di migranti”.

Pagina 77 della Richiesta di applicazione di misure cautelari ai sindacalisti di SI Cobas e Usb di Piacenza.

Questa è la frase più esplicita ma tutta l’indagine, e le sue 800 pagine fra Procura e Gip, sono attraversate da una sorta di razzismo intrinseco e inconsapevole, il peggiore che esista, peraltro tipico di ampi settori della società, inclusi i sindacati e incluse le forze dell’ordine.

Quello del: tu povero migrante che non sai cosa vuoi.

Nessuno si pone una domanda: perché sarebbe più facile indottrinare i migranti secondo la Procura?

Non lo fanno perché l’unica risposta sarebbe: perché sono latinos e maghrebini.

Non ce ne è un’altra. Il problema è che l’impianto stesso diventa contradditorio: gli 8 sindacalisti

pc 29 luglio - Opporsi a chi sfrutta non è reato - Un appello in solidarietà agli arrestati di Piacenza.

Appello per i sindacalisti arrestati a luglio


Il 19 luglio a Piacenza sei militanti del sindacalismo di base (appartenenti a Si Cobas e USB) sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di aver costituito delle associazioni a delinquere che agivano sotto la copertura dell’attività sindacale. Si tratta dell’ennesimo e più grave attacco ai sindacati che da oltre dieci anni si battono per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici nel settore della logistica.

Delle accuse contenute nelle 350 pagine del dossier della Procura piacentina si è parlato a livello nazionale: gli arrestati sono accusati di aver fatto conflitto per migliorare le condizioni di lavoro in uno dei settori strategici dell’economia italiana, ma anche un settore caratterizzato da livelli altissimi di sfruttamento.

L’impianto accusatorio mira a una pesante delegittimazione dell’attività sindacale mettendo sotto la sua lente l’organizzazione di un conflitto collettivo, le forme di autofinanziamento per sostenere l’attività e il fatto che vengano strappate a imprese locali e multinazionali più denaro e migliori condizioni di lavoro. Ma ci chiediamo cos’altro dovrebbe fare un sindacato precisamente.

I sindacati di base che lottano nella logistica in Italia, e in particolare a Piacenza, sono conosciuti a livello internazionale. Della loro capacità di organizzare lavoratori e lavoratrici per lo più migranti nei magazzini delle multinazionali della logistica si discute in ambienti sindacali e accademici in Europa e nelle Americhe. Anche perché le lotte piacentine dell’ultimo decennio sono tra le più durature e radicate ma non certamente uniche nel settore logistico: scioperi, picchettaggi e blocchi delle merci avvengono ciclicamente in altri hub logistici, dal porto di Rotterdam a quelli di Hong Kong e Los Angeles. Se c’è qualcosa di unico nel caso piacentino, questo è casomai il livello di repressione incontrato dai sindacati di base locali, che negli anni hanno dovuto affrontare cariche violente, arresti e denunce quasi quotidiane.

Lo stato d’eccezione subito dal sindacato nella logistica si vede anche nelle leggi scritte ad hoc per colpirlo. Per esempio, il decreto sicurezza di Salvini, nel 2018, ha reintrodotto il reato di “blocco stradale”, che punisce con pene fino a sei anni una delle principali forme di lotta nella logistica, cioè il picchettaggio per bloccare la circolazione delle merci. Poche settimane fa, l’associazione padronale AssoLogistica ha festeggiato l’introduzione di una norma nel PNRR del governo Draghi: una deroga alle leggi nazionali che abolisce la responsabilità in solido delle imprese nel solo settore logistico. Significa che lavoratori e lavoratrici non potranno più rifarsi sulla ditta committente (per esempio la grande multinazionale) per gli abusi perpetrati dalle ditte che lavorano in appalto per essa (le interinali e cooperative della logistica). Si abolisce così un meccanismo rodato usato dai sindacati per recuperare per esempio i salari non pagati dalle cooperative.

Il mondo del sindacalismo di base e dei movimenti ha già dato una prima risposta alle accuse della procura piacentina sabato 23 luglio con un corteo che ha portato in piazza a Piacenza una grande espressione di solidarietà con gli imputati. Nel frattempo scioperi e manifestazioni di solidarietà continuano in Italia e in tutto il mondo.

L’udienza del Tribunale del riesame si svolgerà a Bologna i primi di agosto.

Siamo accademicə, studiosə, attivistə, sindacalistə e operaiə, solidali con gli arrestati. Con questo appello ci rivolgiamo ad intellettuali, giuristə, politicə, giornalistə, scrittori e scrittrici, attivistə, artistə e a tutte le persone solidali che vogliano aggiungere la propria voce per dire che il sindacalismo di base deve poter avere la piena legittimità di iniziativa e per chiedere l’immediato decadimento delle misure cautelari.

LE PRIME FIRME:

  • Zerocalcare, fumettista

pc 28 luglio - Italia-India - Appello per la Settimana dei Martiri della Rivoluzione Indiana: 28 luglio/3 agosto

Cari compagni, compagne,

pubblichiamo l'appello internazionale del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India della celebrazione dei martiri della rivoluzione indiana che si realizza dal 28 luglio al 3 agosto in india e a livello internazionale.

Essa ricorda anche il 50esimo anniversario dell'uccisione di Charu Mazumdar leader della rivoluzione indiana dalla storica rivolta di Naxalbari e riferimento di essa fino ai giorni nostri, insieme all'altro grande riferimento del movimento comunista rivoluzionario e della via della guerra di popolo in India, Chatterjee.
La celebrazione è un atto di guerra e di azione a tutti i livelli del proletariato e delle masse popolari in armi in India, in lotta contro l'imperialismo e il regime fascista indutva di Modi.

Naturalmente a questa grande e articolata iniziativa è legata la campagna internazionale in corso da tempo per la liberazione dei prigionieri politici nelle carceri indiane.

In Italia agisce una sezione del comitato di solidarietà e sostegno internazionale.

Sono disponibili molti materiali anche in italiano, una mostra per le prigioniere politiche, video, canti, ecc.

Vi chiediamo di far circolare, diffondere in tutte le forme questo materiale - siamo disponibili a sussidiare anche con la presenza diretta ogni iniziativa che si voglia organizzare di informazione e sostegno e pensiamo di preparare una manifestazione all'Ambasciata indiana a Roma per la seconda settimana di settembre

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Da ICSPWI - Appello internazionale

Il Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India fa appello all'intero proletariato mondiale, alle organizzazioni rivoluzionarie e democratiche a partecipare attivamente alla settimana dei martiri indetta dal Partito Comunista dell'India (Maoista) dal 28 luglio al 3 agosto.

Celebriamo la settimana dei martiri dal 28 luglio al 3 agosto 2022. Celebriamo il 50° anniversario della morte del compagno Charu Mazumdar e il 40° anniversario della morte del compagno Kanhai Chatterjee, artefici della Rivoluzione indiana, grandi maestri e dirigenti fondatori del nostro Partito con grande spirito rivoluzionario e determinazione! Sconfiggiamo l'offensiva strategica del nemico "SAMADHAN"-Prahar con l'obiettivo di portare avanti la Rivoluzione della Nuova Democrazia in India!

In questa importante settimana, invitiamo a compiere ogni tipo di azione, secondo le condizioni nazionali e locali del caso, che dimostrino la nostra solidarietà proletaria con la guerra popolare in India e la nostra più risoluta opposizione al regime fascista e genocida di Modi e alla sua nuova offensiva genocida “SAMADHAN-Prahar.

- Saluto rosso ai leader fondatori e maestri del nostro partito, il compagno Charu Mazumdar e il compagno Kanhai Chatterjee! Saluto rosso a tutti i martiri!

- Continuiamo gli ideali dei martiri! Onoriamo il sacrificio dei martiri!

- Sconfiggiamo il piano strategico repressivo dell’offensiva controrivoluzionaria 'SAMADHAN'- Prahar!

- Combattiamo contro la guerra per procura imperialista in Ucraina!

- Opponiamoci agli attacchi dei droni sui villaggi del Dandakaranya!

- Opponiamoci allo schieramento dell’esercito indiano nelle aree del movimento rivoluzionario!

- Applichiamo rigorosamente le regole della guerriglia maoista! Evitiamo perdite inutili!

- Lavoriamo con l'obiettivo di sviluppare Dandakaranya, Bihar-Jharkhand, East Bihar e North-East Jharkhand come basi d’appoggio.

- Intensifichiamo ed espandiamo la lotta antimperialista, anticapitalista burocratica e antifeudale.

- Intensifichiamo ed espandiamo la guerra di guerriglia, la guerra popolare.

- Sconfiggiamo il fascismo brahmanico indù!

- Viva la Rivoluzione di Nuova Democrazia in India! Viva la rivoluzione socialista mondiale!

- Abbasso l'imperialismo, il capitalismo burocratico e il feudalesimo!

- Viva il Partito Comunista dell'India (Maoista)!

- Viva il marxismo-leninismo-maoismo!


Comitato internazionale di sostegno alla guerra popolare in India (ICSPWI)

csgpindia@gmail.com


pc 28 luglio - Messaggio del PCI (Maoista) India - Celebriamo la Settimana dei Martiri dal 28 luglio al 3 agosto 2022!

Celebriamo con determinazione e spirito rivoluzionario il 50o anniversario della morte del compagno Charu Mazumdar e il 40° della morte del compagno Kanhai Chatterjee, artefici della rivoluzione indiana, maestri e dirigenti fondatori del nostro Partito!

Sconfiggere l’offensiva nemica “SAMADHAN”- Prahar con l’obiettivo di avanzare nella Rivoluzione di Nuova Democrazia in India!

Appello del Comitato centrale del PCI(Maoista) ai membri del partito, ai comandanti dell’EPGL, ai combattenti, ai diversi organismi popolari rivoluzionari, agli operai, contadini, studenti, intellettuali a tutti gli oppressi

Comitato Centrale

Partito Comunista dell’India (Maoista)

Celebriamo con determinazione e spirito rivoluzionario il 50o anniversario della morte del compagno Charu Mazumdar e il 40° della morte del compagni Kanhai Chatterjee, artefici della rivoluzione indiana, maestri e dirigenti fondatori dl nostro Partito!

Sconfiggere l’offensiva nemica “SAMADHAN”- Prahar con l’obiettivo di avanzare nella Rivoluzione di Nuova Democrazia in India!

Cari compagni e popolo,

a partire dal 28 luglio commemoreremo con attenzione e rispetto tutti i martiri che hanno dato la loro vita preziosa per la liberazione dei popoli oppressi nel nostro paese e del mondo. Quest’anno ricorre il 50o anniversario della morte di uno dei maestri della rivoluzione indiana, il compagno Charu Mazumdar (CM). Il compagno CM fu arrestato in un’abitazione di Calcutta il 16 luglio 1972. Per ordine delle classi dominanti fasciste, mentre era in custodia di polizia, non gli fu somministrato ossigeno, durante le crisi di asma di cui soffriva. Fu così assassinato dodici giorni dopo, il 28 luglio.

Un altro maestro della nostra rivoluzione indiana, il compagno Kanhai Chatterjee (KC), ci lasciò per sempre il 18 luglio 1982 per gravi problemi di salute. Il martirio dei compagni fu una grave perdita alla Rivoluzione indiana. 

In occasione del giorno dei martiri, il 28 luglio, ricorrendo il 50o anniversario della morte del compagno CM e il 40o del compagno KC, il Comitato Centrale rende umilmente omaggio rivoluzionario ai compagni e a tutti i martiri che a partire dalla lotta armata contadina di Naxalbari hanno fatto prezioso sacrificio della vita per fare la Rivoluzione di Nuova Democrazia e stabilire il socialismo e il comunismo in India.

I governanti fascisti USA-Perù hanno a lungo tenuto imprigionato il capo del movimento comunista peruviano, compagno Gonzalo, e alla fine gli hanno tolto la vita. Il

pc 28 luglio - Sullo sciopero dell'indotto alla Stellantis di Melfi - Un commento da Operai Contro

I contrasti tra i piani di ristrutturazione di Stellantis e gli interessi dei padroncini dell’indotto lasciano spazio alla mobilitazione degli operai, i primi ad essere colpiti dalle “razionalizzazioni”. Lo sciopero riesce. Siamo ancora lontani da una mobilitazione indipendente, ma il segnale della forza operaia è stato dato.

A Melfi, nello stabilimento centrale Stellantis e nelle fabbriche dell’indotto si va avanti alla giornata. Si è passati dal calendario annuale, a quello mensile, a quello settimanale, la maggior parte delle volte neanche rispettato. Stellantis comunica i giorni lavorativi settimanali che poi, puntualmente, vengono tagliati. Si lavorano meno giorni di quelli annunciati e gli operai finanche gli abbonamenti degli autobus devono buttare perché non completamente utilizzati. Ogni giorno si va al lavoro non sapendo se il giorno dopo si dovrà lavorare, l’unica certezza è che sulla linea di montaggio si lavora più di corsa e con meno operai. La causa è sempre la stessa: aumenti dei ritmi e carichi di lavoro. Venerdì 22 luglio, Fim, Uilm, Fismic insieme alle rispettive sigle del sindacato della categoria dei trasporti, hanno proclamato sciopero per tutta la giornata in alcune aziende della logistica, Bcube, Sit, Multilog, Fdm, SitRail, Business, Sgl, Its, Las. Allo sciopero non hanno partecipato la Fiom e la Cgil Trasporti. Secondo i sindacati promotori dello sciopero in queste aziende l’incertezza è ancora maggiore che nelle altre. Si teme che da un giorno all’altro molti operai potrebbero rimanere a casa e senza lavoro. La causa sarebbe la ristrutturazione in corso in Stellantis, che investe immediatamente le aziende che si occupano di rifornire le linee dello stabilimento centrale, trasportando con le tradotte i componenti che vengono prodotti nelle aziende dell’indotto del comprensorio di Melfi.

Eppure i sindacati che hanno proclamato sciopero sono gli stessi che hanno concesso a Stellantis di smantellare tranquillamente una linea di montaggio nello stabilimento centrale. Sono gli stessi che

pc 28 luglio - Wärtsilä: i padroni incassano centinaia di milioni pubblici ma confermano la chiusura e il licenziamento degli operai

 

Il Sole 24 Ore del 26 luglio, aveva fatto i conti di quanti contributi pubblici ha incassato Wärtsilä in questi anni, probabilmente nella speranza di indurre i padroni a ritornare sui propri passi e far capire che di soldi ce ne sono stati e ce ne saranno.

Ma i padroni della multinazionale Wärtsilä con sede in Finlandia hanno ripetuto al ministro leghista Giorgetti e ai suoi colleghi leghisti del Friuli presenti all’incontro al Mise di ieri, che non hanno intenzione di ritirare il piano di chiusura del sito di Trieste che prevede il licenziamento di 450 operai diretti più altrettanti dell’indotto (https://proletaricomunisti.blogspot.com/2022/07/pc-15-luglio-450-licenziamenti-alla.html).

I padroni a quanto pare sono stati molto fermi e determinati, visto che Giorgetti ha detto che la

mercoledì 27 luglio 2022

pc 27 luglio - Il moderno schiavismo capitalista dei lavoratori immigrati - Siete voi i responsabili criminali!

Tornano in questo giorni inchieste, reportage sulla tremenda condizione dei lavoratori braccianti immigrati. Nel sud, la Puglia fa da nera avanguardia - seguono la Calabria, la Basilicata, la Sicilia - di questo supersfruttamento, che ci unisce sempre ad una condizione bestiale di vita, ad una assenza spesso totale di minimi diritti di sopravvivenza (acqua, medicine, servizi igienico-sanitari essenziali). Nel rapporto Anci e Ministero del lavoro, per i ghetti la Puglia è al primo posto (32,6%), seguita da Sicilia (21,1%), dalla Calabria (13,2%) e Campania (7,9%).

Nella Puglia sono le grandi aziende, a volte multinazionali, che producono e organizzano i raccolti. E' il capitalismo, non i piccoli padroni, che organizza il moderno schiavismo. che organizza in proprio o usa il caporalato. E queste aziende si conoscono bene, tutti le conoscono, con nome e cognome.

Le inchieste, i reportage certo almeno servono a portare periodicamente alla luce questa condizione, ma nessuno può dire di non sapere: i campi in cui i migranti lavorano per 10/12 ore, per 3 euro all'ora, stanno lì alla luce del sole, i braccianti che buttano sangue per i profitti delle aziende sono censiti pure (di quelli ufficiali si parla di 10mila, solo nel foggiano sono 7mila); i ghetti, le baraccopoli sono conosciute, si può disegnare quasi una loro mappa - quindi, è falso o criminale che alcuni sindaci delle zone dicano addirittura di non "avere alcuna idea del fenomeno" (come se fosse uno zoo che non si è mai andato a guardare). 

CONDANNIAMO VOI, PRESIDENTI DELLE REGIONI, SINDACI, PREFETTI, VOI MINISTRI, GOVERNO, RESPONSABILI DI QUESTI CRIMINI!

In Puglia per la condizione bestiale in cui migliaia e migliaia di braccianti sono costretti a dormire,

pc 27 luglio - Il governo è caduto ma il suo programma guerrafondaio va avanti: quasi raddoppiati i fondi per il programma "Tempest"

Qualunque governo dei padroni che verrà dopo le elezioni proseguirà su questa linea di difesa degli interessi della borghesia imperialista italiana, come sempre quando i rappresentanti del comitato d'affari dei padroni aprono la crisi politica che porta alla caduta dei governi per le loro contraddizioni interne. 

E' ora di lavorare per rovesciarli tutti per mettere in piedi un'altra politica alternativa, proletaria e popolare, espressione del potere operaio che non vuole subire le scelte politiche dei padroni, che non vuole guerre ingiuste, interimperialiste, così come crisi economica e pandemia che peggiorano sempre più le condizioni dei proletari e delle masse. L'umanità non ha futuro in questo sistema, senza progresso ma con tante catene.

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La Difesa italiana raddoppia le risorse per il programma Tempest, il sistema di combattimento aereo di sesta generazione d’iniziativa britannica a cui hanno aderito l'Italia e la Svezia nel 2019 (con il potenziale coinvolgimento del Giappone).

Il 25 luglio è stato pubblicato il documento programmatico pluriennale (Dpp) per la Difesa per il triennio 2022-2022. Questo contiene le risorse assegnate per il Tempest: da 2 miliardi di euro allocati lo scorso anno si passa a 3,795 miliardi, con 220 milioni quest’anno e 345 milioni il prossimo.

A differenza del documento dell’anno scorso infatti, l’Italia ha duplicato quasi le risorse da due miliardi di euro, distribuiti in quindici anni, con 20 milioni nel 2021, altrettanti nel 2022 e 2023, 90 milioni nel biennio 2024-26 e il restante tra il 2027 e il 2035.

Il programma Tempest sta così accelerando rispetto al progetto rivale franco-tedesco-spagnolo Fcas i cui negoziati sono in fase di stallo. Le tre industrie nazionali comprendono le principali società di difesa del Regno Unito (Bae Systems, Leonardo Uk, Rolls Royce e Mbda Uk), Italia (Leonardo Italia, Elettronica, Avio Aero e Mbda Italia) e Svezia (Saab e Gkn Aerospace Sweden).

martedì 26 luglio 2022

pc 26 luglio - E' pronto il Dossier sull'Assemblea Donne/Lavoratrici del 9 giugno su "Donne contro la guerra"

 E' l'unica pubblicazione con la posizione politica netta e chiara delle donne, proletarie e rivoluzionarie sulla guerra in corso in Ucraina e la "guerra interna" di padroni e governo, con importanti interventi delle lavoratrici in lotta.

Richiedetelo, ve lo invieremo in Pdf.

MFPR

lunedì 25 luglio 2022

pc 25 luglio - Tunisia: il referendum costituzionale del 25 luglio a coronamento e rafforzamento dell'attuale regime Saied-Biden

L'articolo fa il punto sugli ultimi 7 mesi che hanno portato al referendum, ricollegandosi direttamente con brevi citazioni alla analisi presente nei 3 articoli precedenti di luglio e settembre 2021.

Tunisia: il referendum costituzionale del 25 luglio a coronamento e rafforzamento dell'attuale regime Saied-Biden

Il referendum consultivo del 25 luglio sulla nuova costituzione è importante perchè rappresenta, al di là suo esito finale, una tappa di consolidamento dell'attuale regime inaugurato il 25 luglio 2021 con il colpo di stato1 presidenziale di Kais Saied sostenuto dalle forze armate e da una mobilitazione e simpatia popolare diffusa che, è bene ricordarlo, il 24 luglio aveva assaltato le sedi del principale partito di governo a coronamento di anni di mobilitazioni al grido di degage (via!).

Gli eventi del 25 luglio e quelli del 22 settembre 20212 erano stati salutati con grande entusiasmo da larghi settori delle masse popolari e da alcune organizzazioni e partiti marxisti-leninisti maoisti e marxisti-leninisti tunisini che indicavano che un nuovo contesto politico favorevole si era venuto a creare con l'estromissione del governo Ennahdha-Karama-Qalb Tounes e il congelamento del parlamento dalla composizione ultrareazionaria.

Inoltre il 25 luglio ha messo finalmente fine allo sciagurato decennio di "transizione democratica" ovvero dalla restaurazione del vecchio regime in forme nuove (l'involucro della democrazia

pc 25 luglio - Intervista ad un'operaia della fabbrica Beretta di Trezzo - La lotta di queste operaie ha un valore generale che riguarda tutte

Dal blog femminismorivoluzionario 

Una parte delle operaie in appalto nel salumificio Beretta, organizzate con lo Slai Cobas per il sc, sono in lotta da mesi in difesa del posto di lavoro, per migliori condizioni contrattuali e oggi in particolare contro un grave accordo fatto dai padroni con la Uil che taglia il salario già basso colpendo diritti basilari come la maternità e chi si infortuna o denuncia gli infortuni.

Un accordo firmato sottobanco senza comunicazione alle operaie, che rappresenta il vero volto dei padroni e dei sindacato organicamente dannosi e asserviti ad essi come i confederali, e che costituisce un pericoloso precedente che si può estendere in altri posti di lavoro contro altre lavoratrici, la lotta di queste operaie è pertanto importante per tutte e tutti perché oltre all’aspetto della lotta sindacale ha anche una valenza sul piano politico/ideologico per quanto attiene alla lotta che come donne siamo chiamate a mettere in campo contro la condizione di doppio sfruttamento e oppressione che questo società capitalistica ci pone/impone.

L'Assemblea donne/lavoratrici (ADL) ha fatto un’intervista a S.,

operaia, delegata Slai cobas sc della fabbrica Beretta di Trezzo.


ADL: innanzitutto portiamo nuovamente solidali saluti a te e a tutte le operaie in lotta dalle lavoratrici e compagne che aderiscono e partecipano all’Assemblea Donne/Lavoratrici, con questa intervista vogliamo fare conoscere in modo più ampio la vostra attuale situazione e la lotta coraggiosa che appunto state mettendo in campo da mesi e verso cui in questi giorni stanno arrivando da più parti, da altre realtà di lavoratrici, collettivi, compagne… diversi messaggi di solidarietà e sostegno. Una lotta non facile ma necessaria e importante che in in questa fase si sta facendo contro l’accordo firmato dai padroni con la Uil che peggiora e attacca in modo significativo la vostra condizione di lavoratrici ma pone anche la questione della condizione che vivete come donne per le oggettive difficoltà a gestire per esempio il lavoro di cura in famiglia, i figli… “difficoltà doppie, triple” essendo per la maggior parte anche donne immigrate che non hanno nessuna risorsa a parte il lavoro.

S.: innanzitutto questo accordo non ce l'hanno neanche fatto vedere interamente né ci hanno consultato, la parte che abbiamo visto riguarda il “premio annuale” che noi avevamo prima senza vincoli specifici ma era legato alla presenza, ancora prima era soggetto al fatto che se ti assentavi più di 15 gg di malattia e per maternità/congedi parentali non lo prendevi; infatti quante volte per esempio io l'ho perso, avendo due figli, per periodo di congedi parentali più lunghi.

Poi c’è stato appunto il premio legato alla presenza e solo le operaie che avevano meno di 18 mesi di

domenica 24 luglio 2022

pc 24 luglio - Piacenza... la lotta continua

UNA MAREA INVADE PIACENZA.

Ringraziamo tutti i partecipanti, solidali e compagni/e venuti in piazza. Oltre 5.000 lavoratori e lavoratrici rispondono nel miglior modo ai teoremi giudiziari della Procura di Piacenza e urlano alla liberazione di Aldo, Arafat, Carlo, Bruno, Roberto e Iassa. Dopo gli scioperi spontanei e lo sciopero nazionale dell'altro ieri, oggi una marea ha invaso Piacenza. 
Rilanciamo la mobilitazione per la giornata del riesame al Tribunale di Bologna che si terrà i primi giorni di Agosto.

LE LOTTE OPERAIE NON SI ARRESTANO.
LA REPRESSIONE NON CI FERMERÀ.
LA LOTTA DI CLASSE LA SPEZZERÀ.

pc 24 luglio - Transito di armi a Genova. La ribellione dei portuali continua

Il CALP (Collettivo autonomo lavoratori portuali) reagisce con sdegno alla risposta, definita “banale e sciocca” del Sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano all’interrogazione presentata dalla parlamentare Yana Ehm del gruppo ManifestA sul transito di armi nel porto di Genova.

Di Stefano ammette che la nave “Bahri Jeddah” battente bandiera dell’Arabia Saudita, attraccata nel porto lo scorso aprile, proveniente da Baltimora (USA) e diretta verso Alessandria (Egitto) con sbarco di destinazione a Jeddah (Arabia) e Jebel Ali (Emirati Arabi Uniti) trasportava “materiale militare, anche pericoloso ed esplosivo, ma non radioattivo”.

Con una giravolta tecnica di rara ipocrisia, Di Stefano afferma poi che questi transiti, contrastati anche in passato da scioperi e blocchi del porto di Genova, non violino la legge 185/90 sull’esportazione di

pc 24 luglio - Palermo con Piacenza


Sabato pomeriggio, in concomitanza con la manifestazione nazionale dei sindacati conflittuali svoltasi a Piacenza, i coordinamenti sindacali di base della città di Palermo - insieme a lavoratori, studenti e precari - hanno manifestato piena solidarietà ai compagni arrestati e accusati dalla Procura di Piacenza di ‘’estorcere’’ migliori condizioni di lavoro per i lavoratori e le lavoratrici nei confronti del padronato. 

In questa fase di crisi economica e sociale che vede la prosecuzione dello sforzo bellico imperialista e il progressivo arricchimento delle classi dirigenti, in cui la presenza dello Stato si palesa esclusivamente in termini repressivi, le organizzazioni cittadine, i sindacati di base e i movimenti politici della città manifestano la necessità di convergere insieme a partire dai propri territori per rispondere con unità e forza agli attacchi degli apparati repressivi.

Se toccano uno, toccano tutti. Questo è stato uno degli slogan del presidio che si è svolto sotto la prefettura di Palermo. Le lotte condotte nei posti di lavoro minacciano lo status quo voluto dai padroni delle grandi aziende e delle multinazionali; a difenderli lo Stato e le sue istituzioni. Per questi motivi, anche noi, a partire dalle lotte, ci uniamo ai lavoratori del Si Cobas e dell’USB per chiedere l’immediata liberazione dei compagni e dei dirigenti delle suddette organizzazioni sindacali. 

Il corteo di Piacenza ha dimostrato una grande partecipazione. La forza delle classi lavoratrici, insieme agli studenti, disoccupati e precari non si è arrestata; per questi motivi abbiamo bisogno di una risposta forte in grado di rompere le condizioni di sfruttamento di milioni di lavoratori e lavoratrice in tutti i territori.

Si.Cobas Palermo

Federazione USB Palermo 

CUB Palermo

Slai Cobas per il sindacato di classe

Proletari Comunisti 

Mfpr Palermo

Potere al Popolo Palermo

Partito Comunista dei Lavoratori - Palermo

Comitato di Base No Muos - Palermo 

Federazione Anarchica Siciliana - Palermo