domenica 17 ottobre 2021

Denuncia proletaria - Povertà in aumento… Dal rapporto della Caritas: è necessario lottare contro i licenziamenti, per il lavoro, contro gli sfratti, contro la precarietà

Le manifestazioni hanno messo sotto accusa il governo Draghi e il fronte unico dei padroni che stanno scaricando la crisi e la pandemia sulla pelle dei lavoratori, che stanno peggiorando la condizione salariale di tutti i proletari e masse popolari e favorendo licenziamenti, precarietà.

Questo, tra l'altro, abbiamo detto nella valutazione dello sciopero dell’11 ottobre organizzato dai sindacati di base.

I padroni e i governi, diciamo negli scritti e negli slogan, scaricano la crisi creata dal sistema capitalistico sulle lavoratrici i lavoratori e più in generale sulle masse popolari, e questo ennesimo rapporto della Caritas 2020 lo conferma ancora una volta.

Il dato che risalta e che alla Caritas (che ha sostenuto circa 2 milioni di persone) fa impressione è l’aumento dei “nuovi poveri” tra cui tantissimi italiani (il 44%), e, tra questi, il dato che viene da alcune

regioni come la Valle d’Aosta (61,1%,) e il Trentino Alto Adige (50,8%) sono una novità perché considerate regioni ricche, mentre altre confermano la tendenza “storica” come la Campania (57,0), il Lazio (52,9), la Sardegna (51,5%)…

Ma la crisi socio-sanitaria, dice il Messaggero, ha acuito anche le povertà pre-esistenti: cresce anche la quota di poveri cronici, in carico al circuito delle Caritas da 5 anni e più (anche in modo intermittente) che dal 2019 al 2020 passa dal 25,6% al 27,5%; oltre la metà delle persone che si sono rivolte alla Caritas (il 57,1%) aveva al massimo la licenza di scuola media inferiore, percentuale che tra gli italiani sale al 65,3% e che nel Mezzogiorno arriva addirittura al 77,6%.

Il 64,9% degli assistiti dichiara di avere figli; tra loro quasi un terzo vive con figli minori.

Rispetto alle condizioni abitative, oltre il sessanta per cento delle persone incontrate (63%) vive in abitazioni in affitto (quelle che spesso finiscono sotto sfratto perché non riescono più a pagare l’affitto). Il 5,8% dichiara di essere privo di un’abitazione, il 2,7% è ospitato in centri di accoglienza.

Una persona su cinque (19,9%) di quelle accompagnate nel 2020, dichiara di percepire il Reddito di Cittadinanza (le cifre ufficiali parlano di circa 1 milione e mezzo di famiglie, quasi 5 milioni di persone).

Nel bisogno, si sa, si ricorre ai prestiti: usura e sovra-indebitamento, quindi, sono un altro grosso problema: già prima della pandemia almeno due milioni di famiglie sopportavano debiti non rifondibili a condizioni ordinarie. La vulnerabilità all'indebitamento patologico e all'usura si proietta sullo sfondo della recessione economica e della povertà assoluta, che hanno conosciuto un netto incremento a causa della pandemia. Basti pensare che nelle province dichiarate "zona rossa" per tempi più prolungati, il reddito si è ridotto di oltre il 50 per cento per un nucleo familiare ogni 20, mentre solo un piccolo gruppo di privilegiati (2,6%) ha visto aumentare il proprio reddito.

Lottare contro i licenziamenti, per il lavoro, contro gli sfratti, contro la precarietà, per aumenti salariali… è sempre più urgente e fondamentale e sono tra le parole d’ordine della piattaforma con cui si è scioperato l’11 ottobre.

In questo senso, abbiamo detto valutando i risultati dello sciopero generale, è stato un segnale forte e chiaro ai lavoratori e alle masse popolari di questo paese per aprire un possibile scontro prolungato che possa via via coinvolgere un numero molto più grande dei lavoratori e contribuire alla modifica dei rapporti di forza.

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