giovedì 21 ottobre 2021

Denuncia politica – VERSO LA MANOVRA ECONOMICA. I PADRONI CHIAMANO, IL GOVERNO RISPONDE

FINANZIAMENTI A FAVORE DEI CETI MEDI, DELLE AZIENDE, ALLE MASSE POPOLARI L’ILLUSIONE E LE BRICIOLE DELLE RIFORME. 

MA GLI INTERESSI DI CLASSE SI POSSONO AFFERMARE SOLO CON UNA AMPIA MOBILITAZIONE PROLETARIA CONTRO PADRONI E  I LORO GOVERNI.

Il governo ha approvato il Documento Programmatico di Bilancio, che definisce l’entità della prossima manovra economica prevista per 23 miliardi, che registra un aumento delle spese coperte in parte dal previsto incremento del PIL.

Ma dove andranno questi soldi per il governo?

Il testo inviato a Bruxells, presentato in questa forma secondo le scadenze europee, è definito incompleto e sono previste modifiche.

Ma al netto dei prossimi aggiustamenti resta una manovra in linea con le richiese e gli interessi di padroni grandi e piccoli, una manovra che non sostiene i bisogni dei lavoratori e delle masse popolari. Che allunga le mani persino sui risultati futuri della ripresa produttiva, vincolandoli a nuovi sgravi alle imprese.

Una manovra in linea con le richieste di Confindustria dunque, che quando parla di lavoro lo fa a difesa dei profitti e a garanzia dello sfruttamento.

Come pochi giorni fa, in occasione dell’inaugurazione del nuovo palazzo dell’Unione Industriali a Bergamo (formale, in realtà la sede è operativa da quasi due anni) con il suo presidente Bonomi che ha scaldato una platea di oltre mille padroni con Bergamo che traina l’economia nazionale con il 15% dell’intera bilancia commerciale del paese e quest’anno prevede di raggiungere i 17 mld valore più alto di sempre. Ha ridotto la questione vaccini a necessaria per garantire la produzione, ricordando con un parallelo i protocolli dell’anno scorso, siglati con i sindacati confederali che hanno permesso, di riaprire le fabbriche, nonostante l’emergenza, nonostante le evidenti insufficienze a tutela dei lavoratori. Così anche i morti da covid, anche i lavoratori contagiati nelle fabbriche quando tutto doveva restare aperto ad ogni costo, quando non andavano fatte le zone rosse, vengono oggi usati attraverso un ipocrito cordoglio, per dire ‘abbiamo fatto tutto il necessario andiamo avanti’.

Insomma indicazioni chiare alla 'politica' perchè sul fronte interno ed internazionale affini gli interventi.

Tra i pericoli della ripresa, che poi sono le contraddizioni insanabili del sistema di produzione capitalista, tra carenze di chip e porti chiusi, ha additato ancora i lavoratori ‘noi vogliamo assumere ma non troviamo le competenze’, che hanno distrutto i padroni con la politica spinta della precarietà e oscurando le condizioni di impiego che offrono.

Fuori da giri di parole ha invocato una politica fiscale a favore delle imprese, agitando il solito ricatto, riduzione delle tasse uguale a possibile sviluppo e competitività.

I morti sul lavoro sono rientrati in una dichiarazione di facciata, che equivale ad un lasciateci lavorare, noi produciamo per il bene del paese… con un misero tentativo di indirizzare l’attenzione sul lavoro nero come fonte principale dei rischi in azienda.

Intanto i lavoratori, secondo l’aggiornamento OCSE sui salari, restano al palo di stipendi che sono da fame e che in Italia hanno subito negli ultimi 30 anni la crescita più bassa.


La politica dei padroni, attraverso i governi borghesi, è sempre di rapina verso ogni possibile risorsa pubblica, dalle privatizzazioni ai bonus a pioggia, ai reiterati sgravi fiscali per le aziende, praticamente strutturali, e di contenimento delle spese e delle politiche sociali verso le masse popolari, nella previsione di una classe operaia più docile ed assoggettata alle catene del lavoro salariato e sotto la pressione dei disoccupati, necessari all'equilibrio del sistema.

I tentativi di eliminare o ridurre il reddito di cittadinanza, che nella manovra verrà confermato con delle limitazioni, altro non sono che una conferma: chi è senza lavoro per i padroni deve restare affamato e accettare un impiego a qualsiasi condizione. La campagna sull’evasione fiscale dei ‘furbetti del reddito di cittadinanza’ grida vendetta, il valore totale delle cifre percepite indebitamente è pari all’1% dell’evasione fiscale generale, quella su larga scala della finanza e dei capitali.

Nella manovra al capitolo pensioni le previsioni del governo indicano una volontà di risparmio peggiorando il palliativo dell’opzione Quota 100, con nuove ipotesi tipo Q 102, in progressione 104... applicabili a piccoli settori di lavoratori e sempre a fronte di penalizzazioni sugli importi percepiti. Fumo negli occhi, nessuna contromisura effettiva rispetto ai disastri della Fornero, nessuna inversione di tendenza all’allungamento dell’età lavorativa, per uomini e donne, al progressivo impoverimento delle pensioni proletarie, con i lavoratori incalzati dal business delle pensioni private a gestione Cgil Cisl Uil. (ricordiamo ad es, che Metasalute, il fondo integrativo per i metalmeccanici è una polizza di Unipol che Fiom Fim Uilm propagandano in fabbrica usando delegati e assemblee sindacali).

Le risorse destinate alla sanità sono estremamente limitate, 4 mld di cui 2 al fondo sanitario e 2 a sostegno dei vaccini. Nulla di adatto a fronteggiare il disastro della sanità che nella pandemia è risultato evidente e strutturale; niente a sostegno al diritto alla cura, massiccia assunzioni di medici e infermieri per una sanità che deve essere di buon livello e gratuita. Per contro nessun freno all’industria privata della sanità, che estende sempre più le strutture territoriali per le prestazioni a pagamento (disponibili in tempi brevi in contrasto con le prenotazioni pubbliche che richiedono sciagurati tempi lunghi di attesa) e che seleziona vista anche l’assenza di ‘regole e controllo’ le prestazioni, per concentrarsi su quelle più remunerative, scaricando, come si appresta a fare Humanitas, i malati cronici per il limitato margine di profitto proprio di questo tipo di assistenza. Va detto che lo sviluppo delle prestazioni private nella sanità va in sintonia con le centrali sindacali di Cgil Cils Uil che nelle fabbriche propagandano Metasalute, altro escamotage per legare a queste strutture i lavoratori.

Per il ‘lavoro’, Draghi e la sua squadra prevedono l’allungamento al 31 dicembre della Cigo gratuita per le aziende, per diluire i licenziamenti che, nonostante il blocco prima e la massiccia ripresa produttiva ora, non si fermano e significano in molti casi, delocalizzazioni o sostituzione di lavoratori anziani con giovani precari.

Viene reso strutturale il congedo parentale per i padri a dieci giorni.

Viene ‘migliorata’ la Naspi ritardando di due mesi l’inizio della riduzione dell’assegno che cala progressivamente del 3% dopo i primi 4 mesi.

Mentre ci sono 3 mld per le piccole e medie imprese e viene rifinanziata l’opzione ‘industria 4.0, ovvero finanziamenti a pioggia e fuori controllo ai padroni che possono così coprire le inevitabili spese industriali sottraendo risorse allo Stato.

Per il caro bollette 1 mld, una goccia nel mare del carovita che non interviene certamente sulle cause di questi aumenti.

Ma la principale fonte di spesa di questo provvedimento restano gli 8 mld usati per ridurre le trasse alle imprese, peggiorando i disastri fatti dall’ultimo governo Conte, Pd M5S, che su mozione di Salvini aveva introdotto l’abbattimento al 3% delle imposte per le imprese che ne hanno usufruito, generando un buco colossale da 4.5 mld l’anno per i prossimi 18 anni. Anziché sanare questo disastro, all’attenzione dei servi dei padroni c’è una misura correttiva ‘di equità’ per permettere ai padroni distratti di poter accedere anche quest’anno a questo mega sconto.

Un ultimo omaggio a Bonomi, un nuovo slittamento della palstik tax.

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