proletari comunisti

sabato 29 maggio 2021

pc 29 maggio - Luana - L'avete assassinata per il profitto, i costi della sicurezza sono inutili e improduttivi per i padroni

Luana D’Orazio, nuova perizia sulla “scatola nera” dell’orditoio. E spunta un audio al fidanzato: “Mi hanno lasciata da sola”


Luana D’Orazio, nuova perizia sulla “scatola nera” dell’orditoio. E spunta un audio al fidanzato: “Mi hanno lasciata da sola”

Il consulente della Procura di Prato, l'ingegner Carlo Gini, è tornato nella ditta per ricostruire in quale fase della lavorazione è accaduto l'incidente: l'ipotesi è che mancasse la saracinesca protettiva. In un messaggio pubblicato da Repubblica, il 30 aprile la giovane lamentava di aver dovuto "correre come una dannata" e di dover lavorare in autonomia, nonostante il contratto prevedesse l'affiancamento di un tutor

Gli accertamenti giudiziari sul caso di Luana D’Orazio, l’operaia tessile di 23 anni morta il 3 maggio scorso in una fabbrica a Montemurlo, in provincia di Prato. La convinzione dei magistrati è che, al momento dell’incidente, attorno all’orditoio – il macchinario a rulli girevoli a cui Luana era addetta e in cui rimase intrappolata – mancassero le cautele anti-infortunistiche previste dalla legge, in particolare la saracinesca protettiva. Un’ulteriore ipotesi emersa di recente è che i vestiti indossati quel giorno dalla giovane abbiano contribuito a farla trascinare all’interno. Mercoledì l’ingegner Carlo Gini, consulente della Procura di Prato guidata da Giuseppe Nicolosi, è tornato nella ditta per la seconda perizia, accompagnato dagli esperti delle difese e delle parti civili: i periti stanno completando le verifiche sulla “scatola nera” dell’apparecchio avvalendosi di tecnici della ditta tedesca che lo produce. Per comprendere in quale fase della lavorazione sia avvenuto il decesso è necessario poter stimare la velocità a cui stava girando il subbio, il cilindro rotante che avvolge il filo. La relazione tecnica dell’ingegnere è prevista entro metà luglio.

Luana D’Orazio, esaminato l’orditoio “gemello” di quello che ha ucciso l’operaia: “I sistemi di sicurezza erano manipolati”

Gli indagati – per omicidio colposo e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro – sono la titolare dell’azienda Luana Coppini e l’addetto alla manutenzione dell’orditoio, Mario Cusimano. Quest’ultimo, secondo l’accusa, era l’unico ad avere le competenze necessarie per disattivare la saracinesca. Si lavora, tra le altre cose, anche per chiarire se la ragazza avesse ricevuto la formazione necessaria per un mestiere potenzialmente pericoloso: pare infatti che nel contratto fossero indicate soltanto funzioni di catalogazione, non direttamente operative. Nei giorni scorsi gli investigatori hanno ascoltato alcuni dipendenti della ditta, che si sono dimostrati “collaborativi” e hanno “confermato alcune delle circostanze già emerse nel corso dell’indagine” 

maoist alle 08:04
Condividi

Nessun commento:

Posta un commento

‹
›
Home page
Visualizza versione web
Powered by Blogger.