Non si poteva stare in casa oggi a L'Aquila, senza ricordare i 9 martiri aquilani, trucidati dagli invasori nazisti e dai vili traditori fascisti.
Uno striscione è stato appeso a Piazza D'Armi, limitrofa alla caserma Pasquali, dove furono fucilati il 23 settembre 1943.
Da lì a Piazza IX martiri ad apporre un cartello con i versi di Antonio Gramsci "Odio gli indifferenti".
Infine i fiori sulle loro lapidi e quelle di altri partigiani e partigiane.
Sia le targhe a Piazza IX martiri, sia le loro lapidi erano completamente abbandonate e "ripulite", Neanche le vecchie corone di fiori portate dal Comune c'erano più - il sindaco fascista non si smentisce, neanche con celebrazioni di facciata. Vari altri striscioni sono stati apposti per il 25 aprile da altri antifascisti in vari punti della città.
La storia dei 9 martiri aquilani
Anteo Alleva, Pio Bartolini, Francesco Colaiuda, Fernando Della Torre, Berardino Di Mario, Bruno D'Inzillo, Carmine Mancini, Sante Marchetti, Giorgio Scimia avevano tra i 17 e i 21 anni.
Il 25 aprile è il fondamento
dell'Italia nata dalla Resistenza e della stessa Costituzione.
Anche in tempi di coronavirus nessuno
ci può tenere a casa!
Pur nel pieno rispetto delle misure di
sicurezza.
Oggi all'ArcelorMittal di Taranto, nella
zona della sede dei lavoratori dello Slai cobas sc, alla piazza con la targa del
partigiano Pandiani – disertato dall'Anpi e dai partiti
della”sinistra” parlamentare;- a Città Vecchia davanti alla targa posta
dagli antifascisti di Taranto per ricordare lo sgombero e la
demolizione nazista del quartiere,tradizionale punto di raccolta degli antifascisti di Taranto in occasione del 25 aprile, noi ci siamo stati, ci siamo e ci
saremo sempre, in nome dell'antifascismo vero, non dei
Palazzi della borghesia e del capitale , per dare voce e rappresentanza chi non ha potuto oggi esprimerla.
Alle 15 abbiamo alzato forte il canto
“Bella ciao”, unendoci all'unica iniziativa dell'Anpi nazionale
che valeva la pena di fare.
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
IERI CONTRO GUERRA E FASCIMO, OGGI
CONTRO UN ALTRO TIPO DI GUERRA E CONTRO UN ALTRO TIPO DI FASCISMO.
Proletari comunisti Taranto
Coordinamento prov,le Slai cobas per il
sindacato di classe
il breve discorso tenuto alla lapide del partigiano Pandiani
PS. Alla fine la Digos ci ha fermato e sanzionato e ci ha chiesto perchè eravamo lì; gli abbiamo risposto: non potevamo non esserci.
Oggi stare in casa era davvero impossibile. Abbiamo voluto fare
dei gesti simbolici per ricordare, a noi stessi e a tutta la città, che
la Napoli che si è liberata da sola dall'occupazione tedesca, la Napoli
che ha imbracciato le armi e ha lottato con tutta se stessa per
liberarsi, esiste ancora e non ha mai smesso di lottare.
Abbiamo
esposto uno striscione dalle mura del nostro manicomio proprio perché,
per tanti aspetti, la Liberazione è ancora attuale.
Dobbiamo ancora
liberarci dal razzismo e dal fascismo, dalle violenze e dagli abusi, da
chi continua a mettere il profitto prima della vita delle persone, come
abbiamo tristemente visto in questa emergenza
📢
Stamattina a Napoli, in occasione del 25 Aprile e per alzare la voce
contro il silenzio di questa quarantena, si sono svolte diverse
iniziative di protesta e solidarietà. 🌊 A Bagnoli un gruppetto di manifestanti è stato fermato dopo aver distribuito mascherine ed aver esposto uno striscione. 🏢
A Piazza Municipio altri tre sono stati fermati, identificati e portati
in questura dopo aver esposto uno striscione che rivendicava Reddito,
Salario e Tamponi per Tutte e Tutti.
"Fa' che i figli del nostro sacrificio portino nel cuore sangue e libertà
Fa' che ancora tra cent'anni ci sarà chi curerà questa ferita
che non guarisce mai"
Non potevamo restare a casa...
Questo 25 Aprile a Firenze siamo andati a lasciare un fiore per i
partigiani il cui ricordo vive vicino alle nostre case, nei nostri
quartieri. Nel silenzio della città (ma quanti drappi appesi alle
finestre!) abbiamo fatto un piccolo viaggio tra passato e presente.
Siamo stati di fronte a villa Triste, dove la Banda Carità ha torturato a
morte tanti compagni e compagne tra il 1943 e il 1944. Tra questi Bruno
Fanciullacci, comandante dei GAP (Gruppi d'Azione Patriottica) a cui è
intitolato oggi lo slargo di fronte all'edificio.
Siamo stati in Piazza Santo Spirito, sul luogo dove fu ferito a morte
Potente (Aligi Barducci), comandante della Divisione d'assalto Garibaldi
"Arno", che perse la vita durante la liberazione della città.
E
siamo stati in piazza Giorgini per un saluto a Lorenzo Orsetti, Orso,
moderno partigiano che ha perso la vita l'anno scorso in Siria mentre
combatteva nelle milizie curde YPG col nome di battaglia Tekoşer Piling.
Per quest'ultimo saluto ci ha raggiunti anche Alessandro, il padre di
Lorenzo, che ringraziamo per la forza che ci trasmette ogni volta,
ricordandoci che il miglior modo di ricordare chi è caduto è portare
avanti la sua lotta per la giustizia e la libertà.
Buon 25 Aprile!
Liberiamoci dal fascismo, dagli abusi di polizia, da chi mette il profitto davanti alle nostre vite!
Da Potere al Popolo - Firenze
75° Anniversario della Liberazione all’occupazione Nazifascista.
In un clima surreale , fatto da paure e restrizioni, ci accingiamo a
celebrarlo senza poterlo esprimere direttamente nei luoghi dove vengono
ricordati .
La parola chiave che ci unisce nel loro ricordo è RESISTENZA.
RESISTENZA ieri e RESISTENZA oggi!!
Ieri, Resistenza all’occupazione Nazifascista con masse di uomini,
donne e bambini costretti dal regime a condizioni di povertà assoluta e
costantemente impaurite da arresti e deportazioni nei campi di
concentramento in Germania.
Ieri, Resistenza vuol dire migliaia di
Operai e le loro famiglie sfruttati dai padroni fascisti in nome della
patria e nel periodo post-armistizio costretti al lavoro massacrante
nelle fabbriche soprattutto nel nord Italia sotto stretta sorveglianza
di padroni filo-nazifascisti o addirittura dall’esercito tedesco.
Nel periodo che va dal marzo 1943 fino alla liberazione, gli operai
auto organizzandosi nelle fabbriche iniziano a dare vita a scioperi
talvolta spontanei ma di grande impatto sociale . E’ iniziato il grande
strappo, oramai in nome del pane, dell’aumento dei salari e delle
razioni giornaliere le fermate nelle fabbriche si riproducono con
celerità mettendo in difficoltà i padroni e suoi accoliti del sindacato
fascista. Nello sciopero dal 2 al 4 marzo del 44 ‘ si calcolano solo in
Lombarda circa 350.000 scioperanti.
Vistosi messi in difficoltà
dalla collettività Operaia gli usurpatori Nazisti e i corrotti del
regime fascista ebbero una furibonda reazione, iniziarono una serie di
rastrellamenti , arresti e deportazioni che colpirono decine e decine
di Operai delle grandi fabbriche del nord.
E qui vogliamo ricordare i
nostri valorosi compagni Operai dell’ INNOCENTI deportati nei campi di
lavoro in Germania. In quindici furono spediti come animali nei lager
nazisti, di cui ritorneranno solo G. ARRISARI, per pochi giorni visto
che mori a cause delle torture, G. COSTA e A. SORDINI e grazie a loro
ci fecero avere le testimonianze degli abusi che furono costretti a
subire durante la prigionia .
Ieri, RESISTENZA
Giacomo BANFI , anni 29 , attrezzista (morto a Mauthausen il 18.5.1945)
Luigi COLOMBO , anni 50 , tornitore (morto a Mauthausen l’ 11.4.1945)
Agostino CORNO , anni 48 , fonditore (morto a Gusen il 23.12.1944)
Vincenzo DE SILVESTRI, anni 42, montatore (morto a Wien/Hinterbruhl il 28.3.1945)
Giovanni DOLFI, anni 31, addetto minuteria (morto a Mauthausen il 24.3.1945)
Agostino MANTICA, anni 31, fonditore (morto a Linz il 2.8.1944)
Luigi MARZAGALLI, anni 45, saldatore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giovanni POLONI, anni 50, addetto minuteria (morto in data e luogo ignoti)
Alfredo POZZI, anni 34, addetto minuteria (morto a Hartheim il 22.8.1944)
Battista PREVITALI, anni 29, addetto minuteria (morto a Gusen il 20.8.1944)
Luigi RADICE, anni 36, manutentore (morto a Mauthausen il 31.3.1945)
Dante VILLA, anni 22, fonditore (morto a Mauthausen il 22.4.1945)
Giuseppe ARRISARI, anni 37, morì pochi giorni dopo il suo ritorno a casa per le torture subite dai Nazisti
Giacomo COSTA, anni 34, ritornò dai campi di concentramento
Adamo SORDINI, anni 33, ritornò dai campi di concentramento.
Oggi , RESISTENZA
A questo
sostantivo noi Operai dobbiamo molto, ci ha forgiato e ci ha permesso di
riflettere sulle nostre condizioni in questa società. Siamo la parte
che produce ricchezza per tutti , che si spezza la schiena nelle
fabbriche, che viene schiavizzata nelle logistiche, che si ammala negli
ospedali e nelle RSA, eppure ci si ritrova sempre le briciole di un
salario ridotto ad una elemosina padronale.
Le
donne combattenti furono 35 mila, 70 mila delle quali appartenenti ai
Gruppi di difesa delle donne, GDD.
Durante
quei lunghi venti mesi, che vanno dall’8 settembre 1943 al 25 aprile
1945, furono arrestate e torturate 4.653 donne; 2.750 furono deportate
in Germania; 2.812 furono fucilare o impiccate; 1.070 caddero in
combattimento. Dopo
il 25 aprile del 1945, 19 donne furono decorate con con la medaglia
d’oro al valor militare; mentre 21 furono le donne che parteciparono
all’Assemblea Costituente.
E nei giorni della lotta rosso era il mio colore ma nell'ora del ricordo oggi porto il tricolore. Tricolore è la piazza tricolori i partigiani «Siamo tutti italiani» «Viva viva la nuova unità». E che festa e che canti e che grida e che botti e c'è Longo e c'è Parri e c'è anche Andreotti. E c'è il mio principale quello che mi ha licenziato quello sporco liberale anche lui tricolorato. Mi son tolto il fazzoletto quello bianco verde e rosso ed al collo mi son messo quello che è solo rosso. E mi hanno dato del cinese mi hanno detto "disfattista" ho risposto secco secco «Ero e sono comunista». Ieri ho fatto la guerra contro il fascio e l'invasore oggi lotto contro il padrone per la stessa libertà. E se vi va bene il liberale con Andreotti e il tricolore io vi dico «Siete fottuti vi siete fatti incastrar». E mi hanno dato del cinese mi hanno detto "disfattista" ho risposto secco secco «Ero e sono comunista».
Carolina Maria Pesenti nasce a Stezzano il 14 dicembre 1906 e all’età di sette anni con i genitori e i tre fratelli si trasferisce a Dalmine perché il padre inizia a lavorare come operaio nello stabilimento della città. A quindici anni si fidanza con Angelo Leris allora considerato “pericoloso comunista” per i fascisti, prendendo spesso il suo posto nella lotta antifascista e diventando punto di riferimento nella rete comunista bergamasca. Carolina è tra le responsabili della distribuzione clandestina dei volantini per il Primo maggio del 1931.
Il 5 novembre 1933 viene arrestata insieme ai compagni e condannata a un anno di detenzione per delitti “contro lo stato”. Nel 1934 si unisce in matrimonio civile con Angelo, costretto poco dopo a scappare in Francia. Riusciranno a ricongiungersi solo nel 1945. Muore il 10 Febbraio 1998.
“No lacrime e non onori, ma…”
55° BRG. ROSSELLI
FELICE BELTRAMELLI
Membro del PCI dello stabilimento Dalmine a Dalmine (BG), ricercato assieme ad altri operai si rifugia in Val Taleggio.
Viene catturato alla Baita La Pianca al Culmine di S.Pietro.
Si salva dalla fucilazione a Barzio grazie alle dichiarazioni resa da Mina che lo scagiona assieme agli altri suoi compagni.
Sarà comunque fucilato durante il trasferimento al carcere di Como nei pressi di Cremeno.
Albino Previtali, nome di battaglia “Luciano”, partigiano della 171^ Divisione Garibaldi – SAP Brigata Ferruccio Dell’Orto – Distaccamento di Dalmine, operaio elettricista alla Dalmine
Operaio entrato in fabbrica giovanissimo, del formarsi di una coscienza politica antifascista che lo ha portato a soli 20 anni a organizzare i sabotaggi nella fabbrica, a diffondere la stampa clandestina, a sottrarsi alla cattura raggiungendo le formazioni partigiane che si sono organizzate nelle montagne bergamasche, a partecipare a scontri armati con i fascisti, a patire l’arresto e la prigionia, a sfuggire più volte alla morte. Il signor Albino, il “Comandante Luciano”, alla testa della 171^ SAP Garibaldi – squadra Dalmine occupa nei giorni dell’insurrezione, a nome del CLN, la fabbrica, partecipando poi alla liberazione di Bergamo.
“Scuotere dal torpore gli stremati operai…”
Natale Betelli
Nato il 20 dicembre 1905 a Sforzatica, frequenta la scuola elementare del paese e dopo un periodo di apprendistato viene assunto alla Dalmine. Si sposa con Maria Marcandelli e nel 1932 ha un figlio. Subito dopo il 25 luglio 1943 si iscrive al Partito Comunista di Dalmine e collabora attivamente con il fronte clandestino di liberazione. Betelli è molto attivo in particolare all’interno della fabbrica, dove sarà uno dei principali organizzatori dei sabotaggi che permetteranno di rallentare la produzione bellica. In seguito allo sciopero del novembre 1944 è inserito nella lista dei ricercati dal regime. Il 2 marzo 1945 viene arrestato e sottoposto a un durissimo interrogatorio che lo porterà alla morte. Il suo corpo, mai ritrovato, è stato gettato in un affluente del fiume Adda.
Cesare Lodetti "romano"
Cesare Lodetti nacque a Sforzatica l’8 agosto 1924. Lavorò come gruista alla Dalmine e fu protagonista, con l’amico Albino Previtali, della resistenza in fabbrica.
Cesare viene ritratto in poche foto dell’epoca perché era il fotografo del gruppo. Fra le sue azioni di Resistenza c’è il Disarmo della Brigata Nera, la diffusione della stampa clandestina e delle scritte sui muri contro il fascismo.
Con Albino e altri partigiani della 55° Brigata Rosselli, venne catturato, il 30 dicembre 1944, al Baitone della Pianca, presso il culmine San Pietro (LC). Furono malmenati e incarcerati nel carcere di San Vittore e una volta liberato, occupa con i compagni la Dalmine e continua l’azione di resistenza fino al momento della Liberazione. Di lui si dice fosse una persona umile e sensibile “in fondo, cosa abbiamo fatto? Abbiamo Fatto quello che si doveva fare…solo il nostro dovere”.
Ragazzi in "corteo" per il 25 aprile: fermati (con la forza) dalla polizia, attimi di tensione. Video Video „
A Milano vietato portare fiori alle lapidi dei partigiani
Milano,
nella mattinata del 25 aprile una decina di appartenenti a un centro
sociale del quartiere di via Padova si muovono, in bicicletta e nel
rispetto delle regole di distanziamento, per portare fiori alle lapidi
partigiane della zona. Verso
mezzogiorno, all’incrocio tra via Padova e via Democrito, vengono
affrontati da una decina di volanti della polizia, agenti armati di
manganelli che senza discutere buttano tutti a terra, accanendosi sul
compagno più anziano, considerato il “capo” e arrivano ad ammanettare
una compagna e trascinarla su una loro pantera. Dalle
finestre, per fortuna, arrivano urla degli abitanti che intimano di
lasciar stare quei giovani che stanno semplicemente portando corone di
fiori ai partigiani caduti. La compagna è lasciata libera, ma
identificata. Dalla
Questura di Milano si fa sapere che si è trattato di una normale
operazione di controllo nell’ambito dell’emergenza Coronavirus, e che le
persone “già note” sono state “ identificate e disperse” . Situazione
di tensione anche in Piazza XXIV maggio, dove una ventina di giovani è
stata affrontata da uno schieramento di poliziotti e carabinieri, che li
hanno costretti, molto sbrigativamente, a rinunciare al proposito di
portare fiori alle lapidi dei partigiani. Dopo i fatti di Torino, anche a Milano qualcuno si sta montando la testa?
Un ragazzo buttato a terra per essere bloccato. Una ragazza colpita con una gomitata al volto nella concitazione. Un anziano fermato da due agenti sull'asfalto e un'altra ragazza spinta via con forza.
Sono i frame degli attimi di tensione andati in scena sabato mattina tra via Padova e via Democrito, in zona Crescenzago. Stando a quanto finora ricostruito da MilanoToday, l'allarme è scattato verso le 11.50, quando la Questura ha intercettato una decina ragazzi in strada in una sorta di "corteo" improvvisato per rendere onore ai partigiani nella giornata del 25 aprile, le cui celebrazioni pubbliche sono sospese per l'emergenza Coronavirus.
I giovani - che stavano apponendo drappi rossi alle lapidi dedicate ai partigiani in quartiere - sono stati bloccati proprio in via Democrito, dove, come testimoniano le immagini, non sono mancati attimi di tensione. Nel video si vedono chiaramente gli agenti fermare con la forza alcuni dei ragazzi e un anziano, che ha addosso una felpa gialla. In un altro momento, uno dei poliziotti spintona con violenza una donna, facendola finire a terra. Un'altra ancora viene invece portata via in manette e caricata in auto. Il tutto mentre uno dei manifestanti urla: "Stiamo andando a portare un fiore a un partigiano, ma cosa state facendo?".
Da via Fatebenefratelli hanno fatto sapere che si è trattato di "semplici controlli per i decreti sul Coronavirus" e non risulterebbero persone fermate per poi aggiungere che le persone "già note", "sono state identificate e disperse".
Negli stessi minuti una seconda manifestazione non autorizzata, sempre per la giornata della Liberazione, si è svolta tra via Ascanio Sforza e via Evangelista Torricelli. Circa venti i giovani presenti, che hanno cercato di raggiungere piazza XXIV maggio: anche loro sono stati fermati e identificati, ma non vengono segnalati disordini.
Da Milano Nord a Milano Sud.
L'antifascismo è nostro, non lo deleghiamo e tanto meno lo
rinchiudiamo in quarantena.
L'assembramento lo creano le guardie non i compagni e el compagne
con guanti, mascherine e a distanza di sicurezza scesi in strada per
ricordare la lotta partigiana e l'antifascismo attuale.
oggi, a
Milano, la polizia ha circondato, caricato, e portato via alcuni
compagni che, in via Padova, rispettando le dovute misure di
sicurezza, stavano recandosi a depositare i fiori sulle lapidi dei
partigiani. Analogo episodio si registra in via Ascanio Sforza,
vicino a Torricelli.
Nel giorno della celebrazione della
sconfitta del nazifascismo, che ha permesso la nascita della
repubblica italiana, lo stesso Stato prosegue la sua repressione
indiscriminata contro chi mantiene viva la memoria della resistenza,
usando tutti gli strumenti a sua disposizione, approfittando
dell'emergenza Covid-19 per inasprire le sue misure.
Libertà
per i compagni arrestati, prima di subito!!!
BLOCCATA DALLA POLIZIA LA PASSEGGIATA PARTIGIANA DI VIA PADOVA
Oggi, 25 aprile, alcune/i compagne/i che in tutta sicurezza (a
gruppi, con mascherine, a distanze) stavano apponendo drappi rossi
alle lapidi partigiane in quartiere via Padova sono stati fermati,
caricati e tutt'ora accerchiati in strada dalla Polizia senza potersi
muovere. Polizia intervenuta con più di 10 volanti e con molti
agenti senza mascherine. Al momento risulta una persone in stato di
fermo. Agenti molto nervosi allontanavano minacciando chi filmava la
scena.
SOLIDARIETÀ ALLE/AI
COMPAGNE/I !!!! #25aprile#25aprilesolidale#25aprile2020
Hanno chiuso i compagni
che stavano lasciando fiori alle targhe dei partigiani in giro per il
quartiere!!!
L'Anpi per il 25 aprile ha costruito un evento mediatico di celebrazione virtuale e casalingo. Sappiamo che purtroppo non potrà essere la giornata di mobilitazione popolare e di piazza con cortei e iniziative varie che normalmente ha caratterizzato il 25 aprile - peraltro segnata molte volte dalla contestazione degli oratori ufficiali dei partititi di governo e dei partiti parlamentari in genere, .. ma questo non vuol dire che tutti i gatti sono bigi e che non bisogna fortemente contestare e rompere il clima istituzionale e di unità nazionale che mette insieme padroni e proletari - governi dei padroni e masse popolari.
Da tempo avanza un moderno fascismo che vede in prima fila Salvini e il fascio-populismo in genere - M5Stelle ecc., e che caratterizza l'intera situazione con lo stato di polizia, i decreti fascisti e razzisti sulla sicurezza, gli attacchi permanenti alla Costituzione e ora e in futuro l'utilizzo dello stato di emergenza anticoronavirus.
Il Tricolore oggi rappresenta questa Italia e viene utilizzato dai fascisti e da tutti coloro che vogliono l'unità nazionale al servizio dei padroni, all'insegna del neocorporativismo, delle iniziative economiche e delle missioni militari dell'imperialismo italiano.
Il moderno fascismo va contrastato con una lotta di lunga durata con l'antifascismo militante, proletario e di massa, con la costruzione di una Nuova Resistenza.
Questi contenuti con il massimo omaggio alla lotta partigiana e ai partigiani che fecero della Resistenza una guerra di classe, guerra di liberazione antinazista, guerra civile antifascista e guerra di popolo devono vivere oggi.