"Io
i pugni li darei ai sindacati che l'anno scorso per quattro volte hanno
revocato gli scioperi proclamati, fino a quello per la morte con la gru
dell'operaio Massaro... I padroni si sa che fanno i padroni, fanno solo
i loro interessi... ma i sindacati che dovrebbero difendere i
lavoratori mi fanno arrabbiare... con loro me la prendo..." - un operaio in cigs Ilva AS.
I
sindacati hanno firmato l'accordo con ArcelorMittal del settembre 2018,
le cassintegrazioni, e ora ipocritamante si indignano, meravigliati di
quello che sta facendo Mittal.
All'epoca di quell'accordo erano
già chiari i piani di ArcelorMittal sia di volersi liberare di più di
3mila operai diretti, sia di non volersi prendersi più gli operai in
cigs in Ilva AS. NON E' AFFATTO VERO CHE CHE QUEL PIANO PREVEDEVA ZERO
ESUBERI!
Quell'accordo ha concesso a Mittal di violare normative, soprattutto l'art. 2112 che obbliga il passaggio di tutti
i lavoratori in caso di cessione di azienda, di imporre aperte
discriminazioni verso i lavoratori, di "promettere" sull'occupazione ma
con tanto di "SE" e comunque subordinata alle "condizioni di mercato". Quell'accordo di fatto è stato la "madre" dei ricatti, imposizioni e piani successivi di ArcelorMittal.
Il
piano presentato giorni fa non si discosta dai 5mila esuberi immediati
annunciati già il 4 marzo scorso. Mettendoci ora il carico di 8173
operai (praticamente tutti) interessati alla cassintegrazione da subito - con una indennità di cig al 58%;
il blocco di ogni manutenzione (con incidenti gravi che si ripetono
quasi ogni giorno); nessun revamping dell’altoforno 5, nè risanamento e
ammodernamento degli impianti "per la crisi del mercato dell'acciaio"
(che c'era molto prima del coronavirus); nessuna ambientalizzazione e
rinvio sine die dell'attuazione dell'AIA; e la devastazione conseguente
per i lavoratori delle ditte dell'appalto, per cui non si passa neanche
per la cig, ma si va direttamente al licenziamento - come i 200 operai
della Ferplast.
E il governo, al di là di qualche parola di
indignazione di circostanza, con il Ministro Gualtieri finora continua a
confermare i miliardi a Mittal in varie forme.
ArcelorMittal prima ha imposto in piena pandemia che lavorassero ben 5mila operai (tra diretti e appalto) cogestendo la situazione con i sindacati in fabbrica - nessun fabbrica a livello europeo è rimasta aperta con tante migliaia di operai; ora vuole esuberi per circa 5000 operai!
"Ma - continua l'operaio dell'Ilva AS
- io qualche pugno lo darei anche agli operai, ai miei compagni di
lavoro, che continuano ad andare dietro a questi sindacati..."
Lo
Slai cobas sc aveva detto subito: serve portare la lotta alla fabbrica
contro ArcelorMittal, contro il governo, serve l'autorganizzazione dei
cassintegrati al di là delle iscrizioni sindacali (aveva fatto assemblee
in alcuni paesi per questo); serve scendere in sciopero su una
piattaforma chiara di difesa effettiva di lavoro, salario, e
salute/sicurezza.
Non si è fatto e nessuno può dire che se invece fosse stata intrapresa questa strada le cose non sarebbero cambiate.
MA NON E' MAI TROPPO TARDI!
ORA E' TEMPO DI FARE SUL SERIO!
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