sabato 3 agosto 2019

pc 3 agosto - manifestazioni a Nantes, Parigi e altre città francesi. Per l'Atto 38, i "Gilet gialli" hanno voluto rendere omaggio alla memoria di Steve Maia Caniço, denunciando i metodi violenti della polizia francese.

A Nantes, oggi, è stato dichiarato il divieto di manifestare 

per gran parte del centro città....

info da repubblica
Francia, tensione e arresti a Nantes alla manifestazione contro la polizia

La violenza è scoppiata durante le proteste in occasione dell'omaggio alla memoria del 24enne Steve Maia Canico, la cui morte rimane un mistero

PARIGI - Scontri e arresti a Nantes in occasione di una manifestazione di protesta contro la polizia. Nel pomeriggio sono state erette e incendiate barricate, distrutte vetrine e arredo urbano. Tutto è accaduto quando circa 2.000 persone hanno sfilato per protestare contro il comportamento della polizia

pc 3 agosto - L'Aquila giovane senegalese accoltellato per razzismo. - Non basta la denuncia ma ci vuole sempre la mobilitazione solidale!

 La marcia del moderno fascismo-leghista con la complicità dei 5 Stelle semina in mare e a terra morti e feriti con la unica colpa di essere neri,  la morte di uomini donne e bambini, per il ministro della vergogna sono solo mezzi di propaganda politica. 

E’ accaduto martedì scorso, su una stradina di campagna tra Sulmona e Pettorano sul Gizio (L’Aquila), mentre Sadio, questo il nome del ragazzo ospite della casa di accoglienza di Pettorano, si recava al lavoro per il suo servizio civile. Due persone, dalla testimonianza di Sadio, lo avrebbero avvicinato, insultato dicendogli “Ti insegniamo noi a campare” per poi colpirlo con un fendente alla gola. Credendo di averlo ucciso, i due aggressori avrebbero caricato Sadio su un’auto per trasportarlo in un luogo diverso dall’aggressione e gettarlo in un fosso. Qui il giovane ha passato la notte riprendendo i sensi molte ore dopo e trovando la forza di tornare nella casa di accoglienze.
Portato all’ospedale di Sulmona, i medici si sono resi conto delle gravi condizioni di Sadio perché la coltellata aveva sfiorato la carotide (“ferita lacero-contusa alla gola larga due centimetri e profonda quattro”), hanno deciso quindi il trasferimento all’ospedale di Avezzano prima e quello di Pescara poi, dove è ancora ricoverato al reparto di chirurgia toracica in prognosi riversata.
Sulla vicenda indaga ora la polizia che sta cercando di ricostruire l’esatta dinamica di quanto accaduto e soprattutto il movente. In alcuni punti infatti il racconto del ragazzo è ancora confuso.

pc 3 agosto - 14 agosto ad un anno dal crollo del ponte Morandi a Genova

dove è finita la revoca delle concessioni ? deciderà ancora Salvini non toninelli!

la politica inganna-popolo di Lega-5Stelle fatta di promesse non mantenute e di uso strumentale della vicenda per fini di equilibri politici nel governo, serve solo a nascondere quello che realmente è stato: una strage del capitale, una strage dei governi e boiardi di Autostrade e di chi sono le colpe: 
capitalismo, profitto, soldi, padroni, governi, organi di controllo, ruberie e corruzione

pc 3 agosto - Salvini - una provocazione razzista al giorno - ma la denuncia non basta! serve mobilit/azione!


Definisce donna rom "zingaraccia": bufera su Salvini
La dichiarazione del vicepremier sui social e durante un'intervista. Pd: "E' fuori controllo" 01 agosto 2019 da la presse
Una nuova polemica con al centro Matteo Salvini. A scatenare la bufera una dichiarazione del ministro dell'Interno che definisce "zingaraccia" una donna rom. Prima lo scrive in un tweet e poi lo ribadisce durante un'intervista: "Ma vi par normale che una zingara dica “A Salvini andrebbe tirata una pallottola in testa”? Stai buona, zingaraccia, che tra poco arriva la ruspa", le parole incriminate del vicepremier leghista

pc 3 agosto - Alleanza Padroni-Sindacati contro il salario minimo...Ma Di Maio lo fa per favorire i padroni e non certo i lavoratori

per il taglio del cuneo fiscale e monopolio della rappresentanza sindacale 

Sul salario minimo abbiamo espresso più volte la nostra posizione con argomentazioni tra cui in questo post: https://proletaricomunisti.blogspot.com/2019/05/pc-11-maggio-salario-minimo-e-lotta-per.html#more

Alcuni esempi: da un lato tanti padroni piccoli, piccolissimi e medi continueranno a pagare in nero, ad evadere il fisco… non applicando né leggi né contratti… dall’altro c’è il pericolo che tutto si riduca a “salario minimo” o meglio al minimo del salario…

Sul taglio del cuneo fiscale, oltre ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, è stato Di Maio in questi giorni a vantarsi di aver presentato una proposta sul tema  “… che prevede un primo risparmio di almeno 4 miliardi di euro per le imprese…” (askanews 31.7.19) scaricando di fatto questo i costi di questo “risparmio” sulle “finanze pubbliche” e cioè ancora una volta su lavoratori e masse popolari…

La notizia di questo nuovo accordo viene riportata con una certa enfasi dal Sole24Ore del 31 luglio scorso: “Dall’incontro di ieri pomeriggio tra i vertici di Confindustria e i leader di Cgil, Cisl e Uil sono emerse convergenze sui temi di più stretta attualità, ed è stato redatto un calendario di incontri che partiranno da settembre fino a dicembre, per completare il Patto della fabbrica sui capitoli welfare, mercato del lavoro e politiche attive, partecipazione, formazione e Mezzogiorno.”

pc 3 agosto - per il dibattito: Bendare gli arrestati… non è una novità! una denuncia

Esplosione di garantismo e amnesia della memoria
Giusta l’indignazione per la foto del ragazzo americano, sospettato dell’omicidio del carabiniere, bendato e costretto a tenere le braccia dietro la schiena con i polsi stretti dalle manette. in caserma! Molti hanno sottolineato che uno dei principi cardine della nostra democrazia è il rispetto della dignità umana. Hanno anche ricordato che è stato un abuso dei mezzi di costrizione e aggiungono che la ricerca della verità non può e non deve mai far venire meno il rispetto delle regole perché l’Italia è un Paese dove i diritti di tutti, anche di chi è in custodia (arrestati, detenuti), sono garantiti. E nessuno deve abusare dei propri poteri di custodia, perché nessun fine giustifica i mezzi. Bene fa piacere sentire queste affermazioni garantiste. Ce n’è bisogno soprattutto di questi tempi, quando si sente un vice primo ministro evocare i “lavori forzati” ripudiati dalla Costituzione e dalle tante lotte grandiose in questo e in altri paesi. Quello che preoccupa è l’assenza di memoria, una ampia amnesia.
È così difficile rammentare che bendare o incappucciare la persona arrestata e ammanettarla dietro la schiena è stata la consuetudine delle forze dell’ordine in questo Paese negli anni Settanta e Ottanta e anche successivamente? Soprattutto se le persone arrestate erano sospettate di essere sovversivi, antagonisti o attivi nella lotta rivoluzionaria. Incappucciamento che non si limitava alla durata di qualche minuto (come nel caso del ragazzo statunitense), ma per giorni e giorni, quanti ne erano consentiti alle forze dell’ordine dalle Leggi Speciali.

pc 3 agosto - India: peggiorata in parlamento la draconiana legge UAPA. Il governo avrà il potere di dichiarare qualsiasi individuo come terrorista.

Modi sta portando l'India nei secoli bui ogni giorno che passa.
Sempre più stato di polizia/fascismo contro i maoisti
serve anche in Italia intensificare la solidarietà con la guerra popolare in india - info csgpindia@gmail.com
di Countercurrents Collective - 27 luglio 2019



Sembra che l'India stia diventando uno stato di polizia. Con l'approvazione di tre emendamenti alle leggi esistenti, il governo centrale sta impattando sui poteri delegati agli stati, diventando opaco e trasgredendo i diritti degli individui.

La legge di modifica della legge sulle attività illegali (prevenzione) approvata dal Lok Sabha conferisce al governo il potere di designare un individuo come terrorista. Il disegno di legge sarà sicuramente approvato anche dal Rajya Sabha. Fino ad ora, questa legge consentiva al governo di dichiarare le organizzazioni "terroriste". Ora con gli emendamenti, il governo può dichiarare gli individui come terroristi. Questo nuovo emendamento elimina il giusto processo. Fino ad ora, solo un tribunale poteva dichiarare una persona come terrorista. Ora, il governo può dichiarare chiunque terrorista, impadronirsi della proprietà dell'individuo.

Contrariamente al principio di legge stabilito che un imputato è "innocente fino a prova contraria", l'UAPA modificato mette in conto la prova della propria innocenza sull'individuo / sull'organizzazione.

pc 3 agosto - Nel silenzio generale aumentano le morti sul lavoro

rilanciare la lotta e l'organizzazione della rete nazionale per la salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio

Inail: 482 morti sul lavoro in sei mesi, +2,8%

Aumentano le vittime rispetto al primo semestre dell’anno scorso, specie in Sicilia dove si sono registrati ben 16 casi in più. Crescono anche le malattie professionali. In lieve calo invece il totale delle denunce, pari a circa 320 mila

Sono state 482, 13 in più rispetto al primo semestre del 2018, le denunce di infortuni mortali sul lavoro da gennaio a giugno. Lo rende noto l’Inail, aggiungendo che in totale le denunce di infortuni nel primo semestre sono state in tutto 323.831 (-0,2% rispetto al 2018) e che nello stesso periodo risultano in lieve aumento le patologie di origine professionale denunciate (+354 casi), pari a un totale di 32.575.

A fornire i dettagli è la sezione “Open Data” del portale Inail, nella quale si scopre che a livello nazionale i dati sugli infortuni mortali rilevati al 30 giugno evidenziano sette denunce in più rispetto al 2018 per i casi avvenuti in occasione di lavoro (da 331 a 338) e 6 in più per quelli in itinere (da 138 a 144).

pc 3 agosto - la tragica odissea dei migranti: “C’è bimbo ferito da arma da fuoco” aprire i porti - solidarietà e accoglienza

“Queste sono le persone da cui l’Italia di Matteo Salvini si deve proteggere”, ha scritto il portavoce della Sea-Eye, pubblicando la foto di un piccolo naufrago: “Il suo nome è Djokovic e ha 4 anni. In Libia ha subito una ferita da arma da fuoco. Dovremmo riportarlo lì? Ora lo portiamo a Malta”: così la nave Alan Kurdi annuncia di aver preso la rotta per Malta.

Non sarebbe l'unico minore a bordo della Alan Kurdi. A quanto denuncia la Ong, in tutto ci sarebbero 15 bambini e anche una donna incinta. "Salvini usa la bandiera della nostra nave e abusa della difficile situazione, sulla pelle delle persone salvate, per un conflitto politico con la Germania", ha poi denunciato Isler in un'intervista con un giornale tedesco.

pc 3 agosto - La criminale politica dei "porti chiusi" e della repressione poliziesca porta la firma anche dei 5S

Di Maio intervistato dal corriere della sera di oggi

Ci saranno i numeri per la fiducia sul decreto Sicurezza bis al Senato?
«Sì, ci sono. Ormai manca poco all’approvazione di questo provvedimento. Mi permetta di ricordare anche l’emendamento voluto dal M5S: le navi non autorizzate ad entrare nelle acque italiane verranno confiscate. Con questo provvedimento finiranno anche i siparietti che mettono realmente a rischio la vita degli esseri umani e, come è accaduto, dei nostri militari».

pc 3 agosto - Filippine: il fascista Duterte massacra civili accusandoli di far parte della guerra popolare

rilanciare nel nostro paese l'informazione e il sostegno alla guerra popolare diretta dal Partito comunista delle filippine - materiali video contatti scrivere a proletari comunisti pcro.red@gmail.com
seguire le notizie in lingua sul blog internazionalista maoistroad

Sui continui omicidi dell’operazione “Oplan Sauron” e gli arresti illegali nel Negros Centrale

29 luglio 2019
Il NEP-MCC [Nuovo esercito del popolo- Mt. Cansermon Command] condanna fermamente le continue uccisioni dell’operazione “Oplan Sauron” e gli arresti illegali nell’isola Negros Central. Ossessionati dal loro fallimento nell'inseguire il NEP, l'AFP/PNP [Esercito e polizia delle Filippine] hanno rivolto la propria ira verso civili innocenti.

A seguito della loro vergognosa sconfitta a Manjuyod lo scorso 22 giugno, il 94° IBPA [Battaglione di fanteria dell’esercito filippino] non ha divulgato tutte le proprie perdite per evitare la demoralizzazione tra i suoi ranghi. All'alba dopo la sconfitta delle loro truppe, i rinforzi hanno catturato disperatamente e ucciso un contadino malato di mente dichiarandolo vittima del NEP. Inoltre, comuni cittadini e residenti dei villaggi Lamugong, Manjuyod, Negros Oriental, ovvero Teodore Casido, di 49 anni, sua moglie Rhea Casido, di 31 anni, Benan Cadelina, di 61 anni e Danny Casido, 41 anni, sono stati arrestati illegalmente e accusati di essere membri del NEP.
Per coprire la loro sconfitta contro il NEP e le violazioni dei diritti umani, le suddette truppe hanno senza pietà sparato e ucciso il 28 giugno, Salvador "Bador" Romano che era un coraggioso difensore dei diritti umani di Negros Oriental a Manjuyod.

pc 2 agosto - repressione: contro i NO TAV a Torino, 47 persone denunciate per gli scontri al corteo del Primo Maggio

La maggior parte sono militanti di Askatasuna, dell’ex Asilo e del Movimento No Tav. Ma c'è anche l'esponente Pd che ha usato la cintura per reagire alle percosse

Quarantasette persone sono state denunciate dalla Digos di Torino per gli scontri del primo maggio quando uno spezzone del corteo aveva tentato di forzare il cordone di polizia per entrare in piazza San Carlo dove erano in corso i comizi. Ma scontri e azioni violente si erano ripetuti durante tutta la manifestazione. La maggior parte sono militanti di Askatasuna, dell’ex Asilo e del Movimento No Tav. Sono accusati,

pc 2 agosto - altra odiosa dichiarazione antirom del Ministro fasciorazzistaSalvini

Salvini a nervi tesi: «Minacce da una zingaraccia» 

a Milano Marittima risponde duramente a un’abitante di un campo nomadi milanese

LA STORIA: Dalle "leggi fascistissime" alla guerra (1926-1940)

L'"antiziganismo" fu presente in Italia dagli albori del regime fascista, che preparò sin dai primi anni una serie di misure restrittive nei confronti di Rom e Sinti...

L'accelerata verso la persecuzione vera e propria sarà impressa dalle leggi di Pubblica Sicurezza del 1926, ed ebbe come primo provvedimento quello dell'identificazione sulla base delle teorie criminologiche allora dominate dalle idee lombrosiane, con la schedatura fatta sullo schema antropologico della classificazione in "tipi criminali"......



pc 2 agosto - “Riforma della giustizia”: una riforma a protezione di corrotti e mafiosi..

prescrizione e intercettazioni i veri problemi per il fasciorazzista capo della Lega Salvini e di tutti i suoi referenti nazisti-politico-mafiosi
Sulla “riforma della giustizia”, fermo restando che la giustizia in questa società è quella della borghesia al potere nella sostanza contro lavoratori e masse popolari, il partito di Salvini ha messo il veto: non se ne fa niente perché fondamentalmente non ritorna sull’uso delle intercettazioni e non prevede l’abolizione della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. E con questa manovra la Lega di Salvini disinnesca pure l’entrata in vigore di quella parte della legge “Spazzacorrotti” che prevedeva appunto la norma sulla prescrizione, ma che la Lega era riuscita a far slittare gennaio 2020.


Naturalmente, oltre agli aspetti di incostituzionali, diventati la norma di questo governo moderno fascista, di cui è condita questa “riforma”, la legge “Spazzarcorrotti” voluta dal M5S non ha spazzato via proprio niente!

Visto il grado di delinquenza all’interno della Lega e dei partiti suoi alleati; visto i rapporti politico-mafiosi che si scoprono ad ogni passo all’interno della classe borghese, era chiaro che questi ulteriori ostacoli sul cammino del moderno fascismo danno fastidio.

Gli ingannapopolo del M5S di Maio avevano fatto grande propaganda su questa legge, e ora sono “delusi” e “cadono dalle nuvole” scoprendo che la Lega si comporta come Berlusconi. Dice, infatti il ministro della giustizia: "La separazione delle carriere dei magistrati e la riforma delle intercettazioni - dice Alfonso Bonafede - sono i due punti forti della politica sulla giustizia di Silvio Berlusconi. Dico alla Lega che sono aperto a tutte le proposte, ma non stanno governando con Silvio Berlusconi. Se lo mettessero in testa".

Quale terribile minaccia! Salvini tutta queste frasi che dovrebbero fare spavento se le è “messe in testa” così bene… che ha fatto passare tutte le leggi più reazionarie e da moderno fascismo contando proprio sulla sponda dei terribili giustizieri del M5S!

pc 2 agosto - Blutec di Termini Imerese: andiamo avanti con una nuova promessa da Di Maio l’ingannapopolo… senza l'autorganizzazione operaia non usciremo da questa situazione - slai cobas sc


L’ingannapopolo ministro del lavoro (ma sarebbe meglio dire della disoccupazione e della cassa integrazione) Luigi Di Maio ha sentito la necessità di tornare sulla condizione degli operai della Blutec visto che la vertenza è finita di nuovo sui mezzi di comunicazione.

“Sto per emanare una norma d’urgenza che consenta ai lavoratori di Blutec di avere ancora la cassa integrazione, sperando di trovare nuovi investitori in una zona non semplice…” (Sole 24 Ore di ieri)
Di Maio torna, per così dire, sul luogo del delitto: sono le cose che aveva detto tempo fa! Ma forse spera che gli operai non abbiano memoria!

“Per quanto riguarda il rilancio del polo industriale invece – continua il giornalista – in questa fase  non sembrano esserci novità: Blutec dopo le inchieste e i sequestri è ormai fuori gioco; non si hanno poi notizie dell’Accordo di programma da 290 milioni per il rilancio dell’intera area industriale scaduto ormai da qualche anno”

Di Maio deve spiegare pure perché la zona di Termini Imerese sarebbe “non semplice”! E, infine, la “speranza” poi di trovare investitori, detta da un ministro, che ha preso pure impegni “solenni”, è ridicola… proprio da ingannapopolo!

giovedì 1 agosto 2019

pc 1 agosto - Di Maio, sui dati Istat sull'occupazione non c'è niente da festeggiare!

Istat, disoccupazione al 9,7%. Di Maio: “Mai così bassa da 7 anni”
“Siamo arrivati al tasso più basso di disoccupazione da gennaio del 2012. Sappiamo di avere contribuito a questi risultati”.
Menzogne del capo degli ingannapopolo!
La vera storia dell’occupazione ai massimi e della disoccupazione ai minimi
@neXt quotidiano | 1 Agosto 2019

Un tasso di occupazione al massimo storico: 59,2%. La disoccupazione al minimo dal 2012: 9,7%. Quella giovanile al livello più basso dal 2011: 28,1%. 
Ma davvero bisogna festeggiare per i dati dell’occupazione nell’Italia a crescita zero del governo gialloverde? Basta guardare meglio i dati forniti da Istat per capire che invece non c’è nulla da festeggiare. Spiega ad esempio Giorgio Pogliotti sul Sole 24 Ore che la diminuzione di 29mila disoccupati registrata a giugno è in gran parte attribuibile alla fascia d’età tra 15 e 24 anni (-28mila), seguita da quella 25-34 anni (-15mila) e dai 50 anni in su (mille in meno).

Ma chi ha perso lo status di disoccupato solo in parte è finito tra gli occupati, in molti sono andati a ingrossare le fila degli inattivi che sono fuori dal mercato del lavoro, spesso perché scoraggiati. Nella fascia d’età 15-24 anni tra maggio e giugno si contano 28mila inattivi in più e 10mila occupati in più.

Dai 50 anni in su è andata peggio: ci sono 35mila inattivi in più e 18mila occupati in meno. Mentre la fascia mediana tra 35 e 49 anni ha 5mila occupati in più e 23mila inattivi in meno. Quanto al tasso di inattività, resta fermo per il quinto mese consecutivo al 34,3%; tra maggio e giugno ci sono 14mila inattivi in meno.
L’occupazione, la disoccupazione e le crisi aziendali (La Repubblica, 1 agosto 2019)

Per smontare ogni euforia poi basta un confronto con i numeri della zona euro: occupazione al 73%, disoccupazione al 7,5% (siamo terzultimi prima di Spagna e Grecia), quella giovanile al 15,4%. Infine, spiega oggi Repubblica, c’è la questione della CIG:
La cassa integrazione straordinaria — un sostegno erogato ai lavoratori di aziende sull’orlo del baratro — è raddoppiata a giugno sull’anno prima, al Sud esplosa del 436% (dati Inps). Nei primi sei mesi siamo già a +42% sul 2018. E chi riceve la cigs sta a casa ma formalmente è ancora dipendente. L’Istat dunque lo calcola come occupato. Come pure chi dichiara di aver lavorato almeno un’ora nell’ultima settimana.


pc 1 agosto - Acciaio: persa l’ex Ilva, Riva raddoppia l’utile

Acciaio: persa l’ex Ilva, Riva raddoppia l’utile

Anno d’oro per i forni elettrici del gruppo Riva, l’ex divisione «gemella» di Ilva all’interno del gruppo siderurgico fondato negli anni Cinquanta da Emilio Riva. Mentre il ciclo integrale di Taranto fatica anche con la gestione di ArcelorMittal a trovare la strada della redditività - l’ultimo risultato positivo in bilancio, 43,7 milioni di euro, risale addirittura al 2010 e fu in rosso anche l’ultimo esercizio con la gestione dei Riva, nel 2011 - il consolidato di Riva forni elettrici si chiude con un utile di 179,7 milioni, quasi 100 in più rispetto all’anno precedente.

Rfe produce anche di più dell’ex Ilva, con circa 7 milioni di tonnellate di acciaio (è il primo gruppo italiano del settore dopo Techint), mentre Taranto ha dovuto rinunciare a raggiungere, come previsto dai piani iniziali, la soglia dei 6 milioni di tonnellate.

pc 1 agosto - storie di ordinario razzismo

 

https://www.open.online/2019/08/01/treno-milano-verona-razzismo-passeggeri-di-colore-intervista/

«Voi neri mi state sul c***o»: calci e sputi sul treno. La testimone: «Ero terrorizzata» – Video e intervista

«Che ci sia un aumento di questi episodi? Purtroppo sì e anche che molte persone credano che i passeggeri di colore non paghino mai il biglietto. Parlo per la mia tratta Milano-Verona e posso assicurare che gli episodi spiacevoli sono diventati più frequenti. Sempre più persone si sentono legittimate a prendersela con gli stranieri, a trovare in loro un capro espiatorio. Soprattutto nell’ultimo anno».

Come lo spiega?
«Secondo me, il clima politico fomenta questa situazione. C’è un senso di prepotenza legittimato. Io viaggio spesso, lo vedo».

pc 1 agosto - India: è in corso la settimana dei martiri organizzata dal PCI (Maoista) in Odisha: la polizia in massima allerta in tutto lo Stato


Dal 28 luglio al 3 agosto si svolgono le manifestazioni per la “settimana dei martiri” in Odisha [Uno dei 29 Stati e 7 Territori, posizionato nella parte orientale con quasi 40milioni di abitanti]
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dalla stampa borghese indiana online:

Le autorità dello stato dell’Odisha si preparano in occasione della “settimana dei martiri” organizzata dal Partito Comunista dell’India (Maoista)

Bhubaneswar: la sicurezza è stata rafforzata nei distretti colpiti dai maoisti nel sud dell’Odisha e le corse degli autobus statali si sono fermate a causa della "settimana dei martiri" osservata dai maoisti.
Il confine Odisha-Chhattisgarh nel distretto di Malkangiri è stato chiuso e tutte le stazioni di polizia nel distretto di Rayagada sono state messe in allerta, come hanno riferito alti funzionari di polizia lunedì scorso.
Come misura precauzionale, la Odisha State Road Transport Corporation (OSRTC-Compagnia statale di trasporti) ha sospeso i suoi servizi di autobus nei distretti dell’Odisha meridionale per una settimana, da domenica (28 luglio), secondo un report dell’agenzia di stampa PTI.
"Gli autobus che operano in circa 40 strade nei distretti meridionali tra cui Koraput, Malkangiri e Rayagada sono stati fermati quando i maoisti hanno iniziato la “settimana dei martiri” da domenica (28 luglio) al 3 agosto", ha riferito un funzionario dell'OSRTC.
"Gli autobus che viaggiano in questi distretti da Bhubaneswar, Berhampur e Bhanjanagar rimarranno sospesi fino al 3 agosto", ha dichiarato Gagan Bihari Senapati, Responsabile del trasporto aggiuntivo (ATM) dell'OSRTC nel Malkangiri.
La settimana dei martiri viene osservata dal PCI (maoista), messo al bando, dal 28 luglio al 3 agosto di ogni anno, in memoria del loro leader Charu Majumdar, morto il 27 luglio 1972, nel Bengala occidentale.
Gli autobus dell'OSRTC sono rimasti fuori dalle strade nelle aree di Narayanpatna, Bandhugaon, Lamataput nel distretto di Koraput e Gudari, Chandrapur e Muniguda nei distretti di Rayagada per precauzione, ha detto la polizia.

pc 1 agosto - Lo stato sionista israeliano processa i bambini palestinesi.. quando non li uccide - una denuncia

Le autorità di occupazione sionista hanno fatto recapitare, il 30 luglio, un ordine di comparizione, a un bambino palestinese di cinque anni, Mohamed Aliyan, di Al Isawiya, un sobborgo di Gerusalemme occupata. Uno Stato potente, che occupa un altro popolo se la prende con un bambino che ancora non ha compiuto cinque anni, perché ha lanciato una pietra contro la polizia di occupazione.
 Il mondo ha potuto vedere Mohammed, accerchiato da fotografi, giornalisti, mentre il padre lo teneva per mano, assicurandogli quell’amore paterno mentre lo accompagnava alla stazione di polizia per essere interrogato, da solo e senza garanzie, da soldati o poliziotti. Ma forse Mohammed non capirà mai il perché di tutto questo, e forse quando sarà più grande, sarà fiero e orgoglioso del fatto che è stato lui a portare lo stato più potente nel ridicolo universale. Si pensava ad un errore, ma era tutto vero. Non solo, anche mercoledi mattina, un altro bambino di soli sei anni è stato convocato, dalla polizia israeliana per essere interrogato, si tratta di Qaies Obiedat. Questi fatti avvengono nella stessa data in cui quattro anni fa i coloni bruciavano a Duma una intera famiglia palestinese, compreso un bambino di 18 mesi, e si erano messi a ballare attorno alla casa festeggiando. Arresti, uccisione e maltrattamento di minori (in Israele, a 14 anni, i palestinesi vengono considerati adulti) sono all’ordine del giorno nella Palestina occupata. Ci sono tuttora più di 250 bambini/ragazzi palestinesi nelle carceri israeliane, la cosiddetta detenzione amministrativa meglio definita come detenzione preventiva.

pc 1 agosto - Venti di guerra nel Golfo: la Russia invia navi nello stretto di Hormuz

Golfo, ora c’è anche la Russia: manovre con l’Iran nello Stretto di Hormuz


1 AGOSTO 2019

Nella crisi del Golfo Persico scende in campo anche la Russia, fino a questo momento silente rispetto alle grandi potenze che si stanno orientando verso una militarizzazione (o una liberazione a seconda del punto di vista) dello Stretto di Hormuz. Dopo settimane di “quiete” in cui il lavoro dell’intelligence e della diplomazia ha preso il sopravvento sulle disposizioni di ambito militare, anche Mosca potrebbe quindi aver scelto di mettere il proprio piede nell’arena dello scontro globale per la rotta del Golfo Persico. E lo fa sfruttando l’asse con l’Iran: non u a vera e propria alleanza strategica, ma sicuramente una partnership di lunga durata che Mosca intende sfruttare, al pari di Teheran, per porre un freno a Washington e Londra.

Nei giorni scorsi, Russia e Iran hanno firmato un protocollo d’intesa per una maggiore cooperazione tra le rispettive difese. Ad annunciarlo è stato il contrammiraglio Hossein Khanzadi, comandante della Marina iraniana, che dopo la sua visita a San Pietroburgo per le celebrazioni della Giornata della Marina russa, ha affermato che gli Stati maggiori di Mosca e Teheran hanno firmato “un memorandum d’intesa per rafforzare i loro legami bilaterali”. In cosa consista questo nuovo accordo fra i due Paesi è ancora poco chiaro, ma le premesse non vanno sottovalutate. Innanzitutto perché Khanzadi, sicuramente anche in un’ottica “propagandistica”, ha parlato espressamente di “svolta nella relazioni in materia di difesa tra Mosca e Teheran”. Poi perché c’è un ulteriore passaggio che non va assolutamente sottovalutato, e cioè l’annuncio che la Marina russa e quella iraniana realizzeranno un’esercitazione congiunta nel settore nord dell’Oceano Indiano, proprio in prossimità delle bollenti acque delle Stretto di Hormuz.

pc 1 agosto - Benvenuti! Salutiamo i migranti sbarcati dalla Gregoretti ancorata ad Augusta alla faccia del moderno fascista e razzista Salvini… e adesso devono sbarcare i 40 della Alan Kurdi!


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"Noi obbediremo al diritto internazionale e non riporteremo nessuno in un paese in guerra. La Libia non e' un porto sicuro", la risposta della Ong tedesca 

pc 1 agosto - I padroni sperimentano nuovi metodi di controllo sugli operai: dopo il caso Amazon, a Brescia bracciale elettronico in cantiere con la scusa della sicurezza.

Il job act di Renzi aveva già stabilito il controllo a distanza dei lavoratori senza l'accordo con i sindacati. Per la "sicurezza" è previsto il controllo anche nello statuto dei lavoratori.
Sono solo i padroni a stabilirlo: il capitale, forzando la scienza a servirlo, costringe sempre alla docilità la mano ribelle del lavoro
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Karl Marx, Il capitale: "All'interno del processo produttivo di produzione il capitale si è sviluppato in comando sul lavoro, cioè sulla forza lavoro in attività, ossia sull'operaio stesso. Il capitale personificato, il capitalista, vigila affinché l'operaio compia il suo lavoro regolarmente e con il dovuto grado d'intensità".

corriere della sera

IL PROGETTO
Bracciale elettronico in cantiere: «Così proteggiamo gli operai»
Sforzi, gas, aree vietate: rileverà i pericoli. Sperimentazione al via. Il nodo privacy
di Giampiero Rossi

Un bracciale elettronico per monitorare la salute dei muratori al lavoro in cantiere e sensori per fermare le macchine automaticamente in caso di pericolo. Non è soltanto la teorizzazione di possibili applicazioni future delle tecnologie ma è una realtà che parte oggi in forma sperimentale in due cantieri bresciani. E con la benedizione (e il finanziamento) della Regione e della Camera di commercio di Brescia. Il progetto è il punto più avanzato di una delibera dedicata proprio alla sicurezza sul lavoro presentata dall’assessore regionale allo Sviluppo Economico Alessandro Mattinzoli e approvata ieri dalla giunta di Palazzo Lombardia. Alla base c’è un confronto durato un paio di mesi al tavolo sull’edilizia. «Avevo chiesto concretezza — racconta Mattinzoli — cioè idee in grado di contribuire davvero al miglioramento delle condizioni di sicurezza che, soprattutto nel settore delle costruzioni continuano a essere motivo di allarme». E nel giro di qualche settimana è arrivato il progetto per monitorare la salute e la sicurezza dei lavoratori con strumenti e metodi digitali elaborato dalla Camera di Commercio di Brescia e in particolare dall’Ente Sistema edilizia Brescia (Eseb) in collaborazione con l’Università degli studi di Brescia e l’Università di Verona. L’operazione — finanziata con centomila euro, suddivisi equamente tra Regione e Camera di commercio — parte oggi in un paio di cantieri edili del Bresciano e proseguirà fino al 30 giugno 2020. È basata sull’utilizzo di «un dispositivo indossabile sensorizzato» in grado di raccogliere alcuni parametri individuali e ambientali durante l’attività del lavoratore e di trasmetterli in tempo reale. Il passaggio successivo è lo «sviluppo di un set di indicatori che permetta di monitorare i dati rilevati dai sensori in termini di salute e sicurezza del lavoratore e di gestione del cantiere».

In sostanza, spiegano i tecnici che hanno elaborato il progetto, le tecnologie permetteranno di raccogliere parametri fisiologici dei lavoratori come il ritmo cardiaco, la frequenza cardiaca, la frequenza respiratoria, la pressione arteriosa, l’ossigeno e il glucosio nel sangue, la temperatura corporea, il livello di stress, la qualità del sonno, le calorie bruciate, le scale salite/scese e altri ancora. E al tempo stesso saranno rilevati anche parametri ambientali come la qualità dell’aria, la pressione barometrica, le perdite di gas, l’umidità, la temperatura, l’illuminazione. Il terzo livello sarà «il rilevamento di prossimità e la geolocalizzazione, tramite dispositivi di protezione individuale o altri dispositivi controllabili da remoto». Perché in un cantiere edile — spiegano i tecnici — molto spesso gli incidenti si verificano per la presenza dell’operatore in zone in cui già operano altri macchinari o attrezzature, o in zone a rischio di caduta o interdette, o ancora per la mancanza di dispositivi di protezione sull’operatore o sui macchinari utilizzati. La connessione di uomini e macchine attraverso sensori, quindi, può «tenere sotto controllo il macchinario stesso e fermarlo o rallentarlo in caso di pericolo».

Non solo: i chip elettronici potranno anche «individuare chi stia salendo a bordo della macchina e se sia stato abilitato» e in caso contrario impedirne addirittura l’avviamento. «La stessa cosa potrà succedere quando un lavoratore si avvicina a zone interdette o di pericolo». Oppure «nel caso in cui una macchina si avvicini a un operatore che non si è accorto della sua presenza, o non è stato visto dal guidatore. Se la distanza diminuisce provvede a una frenata di emergenza o a spegnere la macchina». Nonostante la mole di dati in gioco gli ideatori della sperimentazione assicurano che la privacy sarà garantita e protetta. «Comunque — aggiunge l’assessore Mattinzoli — al tavolo c’erano anche i sindacati, ma in ogni caso siamo pronti a intervenire con tutte le modifiche che la sperimentazione dovesse suggerire. La cosa più importante — sottolinea — è che la prima voce sulla quale ci si è concentrati anche dal punto di vista tecnologico è la tutela della vita e della salute umana.».

pc 1 agosto - Daspo urbano a Milano: nelle parole della vice sindaco Scavuzzo emerge tutto l'humus razzista che alberga nelle giunte a guida PD, che non ha nulla da invidiare al razzismo salviniano

di seguito alcuni commenti


Massimo Alberti
Scusate se insisto sulla questione del linguaggio, che tutto sommato è anche un po' mia competenza.
Qui non siamo di fronte solo ad una sconfitta culturale, siamo di fronte ad un'ecatombe epocale.
La vicesindaca della città più progressista d'italia si esprime così: "venditori abusivi che rendono impraticabile l'accesso ai mezzi pubblici". Rendere impraticabile: secondo la vicesindaca della città a Milano è impossibile salire sui mezzi pubblici a causa dei venditori abusivi. Cioè: voi non potete salire su un mezzo pubblico perchè un venditore ambulante ve lo impedisce.
"trasformano i parchi in griglierie a cielo aperto e letamaio": Letamaio: sostantivo maschile. Luogo dove si ammucchia il letame. fig. Ambiente malfamato, nel quale regna l'immoralità più ributtante.
Secondo la vicesindaca della città nei parchi milanesi si accumula merda e/o regna l'immoralità più ributtante.
O, nel migliore dei casi, c'è un costante festival di food truck senza licenza di densità tale da camminare sui carboni ardenti. E' quello che dicevamo l'altra volta: per giustificare una roba come il daspo bisogna parlare così. Raccontare così la propria città. Che la lega prenda più o meno voti tra due anni, è abbastanza indifferente. Ha vinto, ha stravinto, ha fatto un cappotto clamoroso. Significa consegnarsi, o meglio consegnarci, a mani alzate, alla barbarie.
P.S.: Edit: Sapete cosa mi impedisce l'accesso al parco vicino a casa? Le cancellate che il comune ha messo spendendo 300mila euro e che vengono chiuse, anche d'estate, alle 8 di sera. Bloccando tra l'altro l'ingresso al passante, cioè al mezzo pubblico. E non sono cancellate fatte da venditori ambulanti.
Inizio modulo
Commenti
Elena Gimelli Cara vicesindaco, quello che in questo mese mi ha reso impraticabile l'accesso ai mezzi pubblici è la loro scarsità. Inferiore a quella, già pessima, dichiarata dagli orari. Ogni volta dover aspettare la seconda o la terza corsa perché, purtroppo, tutti noi che abbiamo la fortuna di lavorare al lavoro ci dobbiamo pure arrivare. Questa piaga dei venditori abusivi, invece, proprio non l'ho notata.
Fine modulo


pc 1 agosto - Di Maio, l’ingannapopolo, non sopporta l’opposizione interna al suo “Movimento” e vuole risolvere il dibattito ristrutturando il partito ed “eliminando un po’ di gente…”


Parte dalla situazione del consiglio comunale di Palermo, che considera bloccato dalle faide interne, la rabbia di Di Maio che vuole ristrutturare il suo Movimento e farne un partito “normale”, smontando da sé tutte le chiacchiere sulle scelte degli iscritti alla famigerata “piattaforma Rousseau”, come ha già dimostrato tante altre volte.
I fatti sono sempre più duri delle chiacchiere propagandistiche e l’azione di questo governo Salvini/Di Maio, con l’approvazione di leggi liberticide, inumane, incostituzionali… dimostra quanto esso nel suo complesso sia fasciopopulista, sessista e razzista.
È in questa scia che va la “ristrutturazione” del partito di Di Maio, è lui che decide chi può stare o non stare nel partito, e per fare questo chiarisce cosa intende per “democrazia”: “Quando ci saremo organizzati e avremo eliminato un po’ di gente interna che viene a mettere a soqquadro tutto, a mettere zizzania e crede di potere fare quello che vuole, potremo andare avanti”.

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“Di Maio: il gruppo bloccato dalle faide”
“A Palermo abbiamo il gruppo consiliare bloccato da faide interne”. Lo dice il vicepremier e leader del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio, intervenendo sulla delicata situazione dei pentastellati in tutto il Paese. Parlando anche di quanto avviene in città, con espulsioni e contestazioni, ma riferendosi alla situazione complessiva degli ex grillini, Di Maio ha aggiunto: ‘Quando ci saremo organizzati e avremo eliminato un po’ di gente interna che viene a mettere a soqquadro tutto, a mettere zizzania e crede di potere fare quello che vuole, potremo andare avanti”.
Giornale di Sicilia 30.7.2019

mercoledì 31 luglio 2019

pc 31 luglio - Il fascista Bolsonaro è il mandante dell'uccisione di indios e responsabile della deforestazione dell’Amazzonia

Il fascista Bosonaro è al servizio dei latifondisti e delle multinazionali che fanno profitti con le infrastrutture.  
Villaggi Waiãpi saccheggiati da garimpeiros, i cercatori di oro e diamanti, ucciso il capo Emyra Waiãpi. E oltre mille chilometri quadrati di foresta andati perduti in un anno
Il rettangolone deforestato, visibile dal satellite, di oltre mille chilometri quadrati nell'Amazzonia brasiliana dall'inizio dell'era Bolsonaro

Claudia Fanti-il manifesto

Sulla foresta amazzonica e sui popoli che la abitano l’effetto Bolsonaro non potrebbe essere più tragico. Gli ultimi a farne le spese sono stati gli indigeni Waiãpi, la cui riserva – un’area di 6.000 km quadrati all’interno dello Stato di Amapá – è stata invasa sabato scorso da circa 50 garimpeiros (i cercatori illegali d’oro e diamanti) armati perfino di mitragliatici, appena pochi giorni dopo l’assassinio di un leader comunitario di 68 anni, Emyra Waiãpi.

A darne notizia è stato il senatore Randolfe Rodrigues, dopo aver ricevuto richieste disperate di aiuto dal consigliere comunale e leader locale Jawaruwa Waiãpi. «Il rischio di un conflitto è altissimo», ha denunciato il senatore, evidenziando come gli indigeni si preparino, nel caso non vengano presi provvedimenti, a cacciare i garimpeiros dall’area. «Sparano in strada con fucili da caccia e armi pesanti, occupando di notte piccoli villaggi e aggredendo donne e bambini. Abbiamo molta paura», ha riferito il coordinatore dell’aldea invasa, Viceni Oiampi.
E a dare risalto alla vicenda è stato anche il cantante Caetano Veloso, che, in un video registrato durante la sua tournée messicana, ha chiesto «alle autorità brasiliane, in nome della dignità del Brasile nel mondo, di ascoltare questo grido».

La massima autorità del Paese, tuttavia, resta completamente sorda. Al punto da mettere addirittura in discussione l’omicidio del leader indigeno: non c’è «alcun indizio forte» che sia stato assassinato – ha detto Bolsonaro – malgrado i segni di varie coltellate sul corpo del cacique 68enne, spiegando che esistono «varie possibilità» e che «la polizia federale è lì» per chiarire il caso e «cercare la verità».

pc 31 luglio - ENNESIMO ATTO INTIMIDATORIO E REPRESSIVO CONTRO COMPAGNI DI NAPOLI - massima solidarietà



Stamattina una notifica della polizia giudiziaria è giunta a casa di Eddy dirigente del SI Cobas e del movimento dei disoccupati 7 Novembre, da anni in prima fila in tutte le battaglie sociali nel capoluogo partenopeo.

Lo Stato esige più di 4 mila euro come risarcimento-danni a seguito di un presunto blocco stradale nel lontano 2014.

E' evidente che un provvedimento del genere non ha nulla a che fare con un eventuale disagio causato al traffico veicolare in un episodio talmente lontano nel tempo che a Napoli nessuno più se ne ricorda.

Una stangata economica di tali dimensioni per una semplice manifestazione pacifica non può che avere come unica spiegazione il tentativo di mettere a tacere quelle avanguardie di lotta che non hanno accettato (e mai accetteranno) di battere in ritirata, e che in questi anni hanno continuato a testa alta alta a "disturbare il manovratore" indipendentemente dal colore dei governi in carica.

L'attacco a Eddy, guarda caso sferrato solo a poche ore dalla contestazione dei disoccupati 7 novembre al ministro Di Maio, si inserisce a pieno titolo nel clima di offensiva generalizzata al movimento di classe e di inasprimento dei dispositivi repressivi di cui il Pacchetto Sicurezza rappresenta la punta di diamante.

A questa barbarie occorre rispondere in maniera unita e compatta.
Quest'episodio ci da un motivo in più per rilanciare le ragioni dell'assemblea nazionale del prossimo 29 settembre, indetta non a caso proprio a Napoli, e per costruire un autunno di fuoco contro il governo gialloverde e le sue politiche antiproletarie, razziste e repressive.

Come già accaduto con i fogli di via a Modena e a Prato, anche a Napoli risponderemo colpo su colpo per far si che queste infami montature vengano rispedite al mittente.

Toccano uno- Toccano tutti

SI Cobas Nazionale

pc 31 luglio - Serena Mollicone:«Serena fu uccisa nella caserma dei carabinieri»

«Serena Mollicone è stata uccisa nella caserma di Arce, con una spinta contro una porta, data la riscontrata perfetta compatibilità tra le lesioni riportate dalla vittima e la rottura di una porta collocata in caserma», ha detto il procuratore di Cassino, Luciano d’Emmanuele, facendo il punto sull’indagine per l’omicidio, sfociata nella richiesta di rinvio a giudizio per cinque persone: l’ex maresciallo dei carabinieri di Arce, la moglie e il figlio, e due cc.
IL PM: «ABBIAMO PROVE SUFFICIENTI»
Durante le nuove indagini, gli inquirenti hanno ascoltato 118 testi, molti dei quali ponderatamente scelti tra i 1.137 più volte sentiti nei 18 anni di ricerca della verità per il delitto di Arce. La procura di Cassino ha effettuato rogatorie in Francia, Polonia e nello Stato del Vaticano. «Si ritiene», fa sapere il procuratore di Cassino, Luciano d’Emmanuele, «che le prove scientifiche, insieme con le prove dichiarative, consentano di sostenere con fiducia l’accusa in giudizio».

La procura ha deciso. Chiusa la nuova inchiesta dopo 18 anni. Chiesto il rinvio a giudizio per l’ex brigadiere, sua moglie e suo figlio più due altri militari per i depistaggi

Diciotto anni dopo, finalmente, uno squarcio sulla verità. Serena Mollicone, la studentessa morta il primo giugno del 2001 è stata uccisa nella caserma di Arce, spinta contro una porta.

Con questa convinzione, suffragata da anni di indagini e perizie, la Procura di Cassino ha chiesto il rinvio a giudizio per cinque indagati. Sono i membri della famiglia di Franco Mottola, ex comandante della stazione dei carabinieri di Arce e due altri militari. Oltre all’allora maresciallo dei carabinieri, si tratta della moglie Anna e il figlio Marco e il maresciallo Vincenzo Quatrale per concorso in omicidio. Per Quatrale, anche lui carabiniere, si ipotizza pure l’istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi, mentre per l’appuntato Francesco Suprano, militare dell’Arma, solo il reato di favoreggiamento.

Il movente dell’omicidio è legato alla denuncia di traffici legati alla droga che la giovane stava per fare agli stessi carabinieri. Poi la lite, la tragedia e la decisione di disfarsi del corpo.

Secondo un’informativa dei carabinieri del comando provinciale di Frosinone, redatta sulla scorta di accertamenti del Ris e acquisita già nel febbraio scorso dalla Procura di Cassino, Serena fu uccisa, presumibilmente dopo un litigio, negli alloggi della caserma dei carabinieri di Arce. A colpirla sarebbe stato il figlio di Mottola, Marco. La ricostruzione del delitto tratteggiata dalla perizia medico-legale indicò una compatibilità tra lo sfondamento della porta dell’alloggio della caserma dei carabinieri di Arce e la frattura cranica riportata dalla studentessa diciottenne. «E stata uccisa nella caserma di Arce, con una spinta contro una porta, data la riscontrata perfetta compatibilità tra le lesioni riportate dalla vittima e la rottura di una porta collocata in caserma – spiega il procuratore di Cassino, Luciano d’Emmanuele – È stata parimenti accertata la perfetta compatibilità tra i microframmenti rinvenuti sul nastro adesivo che avvolgeva il capo della vittima ed il legno della porta, così come con il coperchio di una caldaia della caserma».

La perizia del Ris, contenuta nell’informativa che segnò una svolta nelle indagini, rilevò che dopo essere stata uccisa il corpo di Serena fu spostato nel vicino boschetto dell’Anitrella dove poi fu trovato con mani e piedi legati dal nastro adesivo e una busta di plastica in testa. Credendo Serana morta, sarebbe stata portata nel boschetto. Vedendo in quel momento che respirava ancora, sarebbe quindi stata soffocata e sarebbero iniziati i depistaggi.

Durante le nuove indagini – a cui la trasmissione Chi l’ha visto ha dato grande risalto – gli inquirenti hanno ascoltato 118 testi, molti dei quali ponderatamente scelti tra i 1.137 più volte sentiti nei 18 anni di ricerca della verità per il delitto di Arce. La Procura di Cassino ha effettuato rogatorie in Francia, Polonia e nello stato del Vaticano.

La vicenda giudiziaria dell’omicidio della diciottenne Serena è stata lunga, tortuosa e segnata da episodi anche inquietanti. Due anni dopo il delitto fu arrestato con le accuse di omicidio e occultamento di cadavere Carmine Belli, un carrozziere poi prosciolto nel 2006 da ogni accusa dalla Cassazione. Ad aggiungere mistero al caso anche il suicidio del carabiniere Santino Tuzi che nel 2008, prima di essere ascoltato dai magistrati, si uccise sparandosi nella sua auto forse per il timore di raccontare la verità e la catena di pressioni e depistaggi che gravitavano attorno alla morte della studentessa.

Da quel giorno sono passati 18 lunghissimi anni nei quali il padre di Serena ha chiesto verità. Diciotto anni di indagini e, ora sembrano dire gli accertamenti, anche di depistaggi. Poi la svolta con la perizia del Ris. Ora in cinque, e tra loro tre carabinieri, rischiano il processo.

Nina Valoti

da il manifesto

pc 31 luglio - Salvini e la polizia di Stato trasformata in scorta personale

l figlio sedicenne di Matteo Salvini fa un giro su una moto d'acqua della polizia a Milano Marittima. Due persone che si presentano come agenti impediscono ai presenti di girare video, e tentano di bloccare un videomaker di Repubblica che sta riprendendo la scena.





Nel video due uomini, che in un primo momento si qualificano come poliziotti, chiedono al videomaker di spegnere la telecamera. «O l’abbassi o te la leviamo», si sente chiaramente nel video. Le ragioni? Prima la privacy, ma siamo in un luogo pubblico. Poi perché «si tratta di un mezzo della polizia». «Ci mette in difficoltà», continua la discussione. Il “dettaglio” che però i due omettono nelle loro spiegazioni riguarda l’identità del passeggero che si rivelerà essere il figlio del ministro dell’Interno. Alla fine uno dei due nega di essersi qualificato come poliziotto: «Non abbiamo mai detto di essere poliziotti, se vieni con me ti faccio spiegare chi sono».
La questura di Ravenna, sentita dal quotidiano, ha avviato accertamenti su un eventuale uso improprio del mezzo.

E il ministro M5S Bonafede lo copre. Il giornalista Parenzo a In Onda gli ricorda che il MoVimento 5 Stelle era nato per combattere casta e privilegi e chiede un’opinione sui fatti.
“Guardi… sinceramente: so che la questura sta facendo le verifiche che deve fare ehhhhhh… ho sentito la dichiarazione del ministro dell’Interno… Mi dispiace perché secondo me i poliziotti sono stati messi in difficoltà da quella situazione… per quanto riguarda… i giornalisti hanno fatto il lavoro… dopodiché non credo che gli italiani perdano il sonno per sapere se il figlio del ministro Salvini si è fatto un giro sulla moto ad acqua o no. Per me come ministro della Giustizia penso che ci siano italiani che perdano il sonno perché si trovano alla decima udienza di un processo che non finisce mai…”.
Ma se queste cose non sono importanti, perché il M5S ci ha campato per anni?

pc 31 luglio - Salvini, basta menzogne, dimissioni subito! I rapporti con l'indagato Savoini c'erano anche prima dei rubli: ora spunta anche la missione in Marocco e il giallo dei 150 mila euro


Secondo il Fatto Quotidiano, dopo un viaggio della coppia nel Paese nordafricano nel 2015, il presidente dell'associazione RussiaLombardia avrebbe ricevuto la somma da un funzionario di re Mohammed.

31 Luglio 2019

«Gli interessi in valuta estera di Savoini non sono iniziati coi rubli. Prima dell’incontro al Metropol di Mosca, c’è stato quello a Le Méridien di Parigi. Prima di quella russa, una pista marocchina passata per la Francia»: lo scrive ilFattoQuotidiano in prima pagina, aggiungendo un tassello alla vicenda che coinvolge l’uomo di fiducia di Matteo Salvini.

IL VIAGGIO IN MAROCCO ALLA CORTE DI MOHAMMED VI
«Siamo nella primavera 2016, due anni prima del famoso incontro dell’hotel moscovita. Al centro c’è sempre l’ex portavoce e uomo di fiducia di Matteo Salvini (…). Savoini è seduto in un bistrot di boulevard Pereire, non lontano dall’Arc de Triomphe, con un’altra persona», racconta il quotidiano, «a un certo punto i due si passano fugacemente un plico alto come un pacchetto di Marlboro, fasciato in fogli di giornale. Al suo interno ci sono 150 mila euro in contanti (…) Mezz’ora prima nella sala de Le Méridien Etoile, a due passi dall’Ambasciata del Marocco, hanno ricevuto il prezioso plico dalle mani di Mohamed Khabbachi, ex direttore generale dell’agenzia di stampa nazionale Map, emissario di re Mohammed VI per le attività di lobby su scala europea, Italia compresa (…). L’incontro all’hotel Le Méridien – spiega una fonte – era stato organizzato per definire una lista di aziende italiane da segnalare per futuri appalti in Marocco e per garantire una copertura di stampa favorevole al governo di Rabat. A spianare la strada è stata una missione leghista in Marocco di ottobre 2015, quando Salvini e Savoini vanno alla corte di Re Mohammed dove, tra gli altri, incontrano un magnate della tv e i ministri dell’immigrazione e dei lavori pubblici».

pc 31 luglio - Contro ogni forma di populismo di sinistra

Per approfondire la questione riportiamo alcuni punti tratti dalla presentazione dell'opuscolo alla libreria Mondadori di Taranto

"...Per chi è democratico, di sinistra dovrebbe essere abbastanza evidente che ogni civettamento col populismo, ogni tentativo di mettersi in concorrenza con il
populismo sul suo stesso terreno, finisce per alimentare il populismo nella sua effettiva natura, e non certo serve a costruire organizzazione, mobilitazione sugli interessi delle classi oppressi, soggetti sociali che sono la maggioranza nel paese ma che non riescono a trovare la loro rappresentanza nel paese. 

L'opuscolo “Su Potere al popolo – la strategia del gambero”....
Parla invece delle dinamiche che si sono prodotte a sinistra nel tentativo di rimediare ai danni.

Ma rimediare ai danni significa costruire le condizioni per riorganizzare il popolo in forma collettiva e permettergli di intervenire nella società, nei conflitti sociali, in forme che possano realmente trasformare il potere e non gli uomini del potere e la gestione che essi fanno del rapporto con lo Stato".

Alle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna, Potere al Popolo ci sarà. Un annuncio semplice ma chiaro: ci saremo e ci presenteremo con il nostro simbolo, perché non ne possiamo più degli appelli

pc 31 luglio - Contro il decreto sicurezza Salvini-Di Maio, dopo Firenze, Bologna, Genova, Lecce e Prato, anche il tribunale di Ancona dice sì all’anagrafe per un richiedente asilo.

E inoltre l'ordinanza del tribunale di Napoli prescrive che i richiedenti asilo hanno diritto all’iscrizione al SSN anche in assenza di residenza




Il giudice Martina Marinangeli ha deciso di sollevare di fronte alla Consulta la questione di legittimità costituzionale del decreto sicurezza di Matteo Salvini. Il caso segue quelli di Firenze e Bologna.

30 Luglio 2019

Il terzo caso in pochi mesi di un tribunale che dice sì alla richiesta di iscrizione all’anagrafe di un richiedente asilo. Questa volta a opporsi alle intenzioni dichiarate del ministro dell’Interno Matteo Salvini e del suo decreto sicurezza è il tribunale di Ancona che ha deciso di sollevare di fronte alla Consulta la questione di legittimità costituzionale della norma. del 2018. L’ordinanza è firmata dal giudice Martina Marinangeli. Il caso è stato seguito dall’avvocato Paolo Cognini dell‘Asgi (Associazione di Studi Giuridici sull’Immigrazione), che ha promosso il ricorso cautelare dinanzi al Tribunale di Ancona insieme all’associazione ‘Ambasciata dei Diritti Marche‘.

L’ORDINANZA DI FIRENZE CHE HA FATTO SCUOLA
La scelta del giudice marchigiano segue l’ordinanza emessa dal tribunale di Firenze a marzo, che aveva obbligato il comune di Scandicci a iscrivere all’anagrafe un altro richiedente asilo, nonostante il decreto sicurezza voluto dall’inquilino del Viminale. Quella ordinanza peraltro analizzava tutto il corpus delle leggi italiane sottolineando come il permesso di soggiorno non fosse ritenuto una condizione necessaria all’iscrizione all’anagrafe.

A MAGGIO LA POLEMICA SU BOLOGNA
Dopo Firenze, a maggio, era stata poi la volta di Bologna che aveva imposto al comune l’iscrizione di altri due richiedenti asilo, che avevano presentato ricorso contro le amministrazioni comunali sostenuti da Avvocati di strada e ancora una volta dall’Asgi. In quel caso il sindaco di Bologna Virginio Merola aveva accolto la sentenza «con soddisfazione», mentre Salvini l’aveva definita «vergognosa».

I DUBBI SUGLI ARTICOLI 2 e 3 DELLA COSTITUZIONE
Sollevando dubbi di legittimità costituzionale, il tribunale di Ancona ha fatto esplicito riferimento nell’ordinanza agli articoli 2 e 3 della Costituzione. «L’impossibilità per lo straniero richiedente asilo di ottenere la certificazione anagrafica in ordine alla sua dimora abituale comporta – scrive il giudice – una condizione di minorazione generale della sua persona, la quale si vede impossibilitata a dare prova di una condizione di fatto esistente (la dimora abituale). Tale limite – scrive il giudice – si traduce in una preclusione all’accesso a tutti quei diritti, facoltà e servizi che elevano tale prova a requisito costitutivo, interponendo quindi seri ostacoli allo sviluppo della persona come singolo e nelle formazioni sociali». La questione di legittimità costituzionale «appare non manifestamente infondata», secondo il giudice, anche con riferimento all’articolo 3 della Costituzione. «Appare violato, in primo luogo, il principio di ragionevolezza, in quanto il legislatore (…) ha privato, al solo fine di impedire l’iscrizione anagrafica, il “permesso di soggiorno” (…) della sua ontologica natura ovvero della sua capacità di provare la legittima permanenza sul territorio nazionale».

LA CONTRADDIZIONE DELLA LEGGE SUL NODO LAVORO
L’irragionevolezza, secondo il giudice Martina Marinangeli, riguarda anche una “contraddizione” in cui è caduto il legislatore: «Da un lato, infatti, il legislatore ha previsto che il permesso di soggiorno per richiesta asilo consente di svolgere attività lavorativa riconoscendo quindi l’importanza di tale profilo non solo ai fini del sostentamento dello straniero, ma anche ai fini della sua integrazione nel tessuto sociale; dall’altro, con la preclusione all’iscrizione all’anagrafe della popolazione residente, ha impedito al titolare di permesso di soggiorno di interloquire con l’ente deputato alla gestione ed alla ricerca di occasioni lavorative». Esulta intanto l’Ambasciata dei Diritti Marche’ che ha promosso il ricorso: «Riteniamo di estrema importanza il risultato raggiunto sia perché consente da subito l’iscrizione anagrafica del richiedente, sia perché la richiesta di pronunciamento della Corte Costituzionale può fare chiarezza definitiva sull’incostituzionalità delle disposizioni in materia di iscrizione anagrafica contenute nel primo decreto legge Salvini e sulla loro natura discriminatoria».

E ancora dall'ASGI (Associazione di Studi Giuridici sull’Immigrazione):
I richiedenti asilo hanno diritto all’iscrizione al SSN anche in assenza di residenza
11/07/2019
Con ordinanza depositata il 10 luglio u.s. il Tribunale di Napoli Nord ha accolto il ricorso di un richiedente asilo, chiarendo che la mancata iscrizione anagrafica non influisce sul diritto all’iscrizione al sistema sanitario nazionale.

Il rifiuto opposto dall’ASL Napoli 2 Nord di iscrivere un richiedente asilo nigeriano costituisce pertanto discriminazione ai sensi degli artt. 34 e 43 del T.U. immigrazione: non vi è infatti alcuna correlazione tra la mancata iscrizione all’anagrafe e il diritto al medico di base garantito a tutti gli stranieri regolarmente dimoranti sul territorio.

Secondo il Tribunale infatti “l’iscrizione anagrafica non costituisce requisito necessario ai fini dell’erogazione dei servizi minimi essenziali, in ragione della protezione che lo Stato assicura ai richiedenti asilo, titolari di una condizione giuridica soggettiva a cui sono connessi diritti e obblighi peculiari, ex art. 117 della Costituzione.”


In ogni caso basterebbe affidarsi all’interpretazione letterale dell’art. 34 TU immigrazione il quale assicura il diritto all’iscrizione obbligatoria al SSN -tra gli altri- ai titolari del permesso di soggiorno per richiesta asilo. Tale disposizione è rimasta infatti immutata a seguito dell’entrata in vigore del d.l. 113/2018 convertito in l. 132.

pc 31 luglio - Gregoretti: i migranti devono sbarcare subito

Nave Gregoretti, la procura apre un’inchiesta: “Un solo bagno per 116 migranti”



La nave è ferma al porto di Augusta, in Sicilia, da tre giorni


Sulla Gregoretti c’è un solo bagno per 116 persone. Che dormono in coperta e in spazi ristretti. “Alcuni lamentano fastidi fisici. Dobbiamo accertarne l’entità”, spiega Fabio Schiavone, il procuratore di Siracusa che ieri ha aperto un’inchiesta per accertare le condizioni igienico-sanitarie a bordo della nave, ferma al porto militare di Augusta dal 26 luglio. Il giorno prima aveva salvato due gruppi di migranti nel Mediterraneo centrale. A bordo, inizialmente, c’erano 135 persone soccorse in mare, da cui sono stati fatti sbarcare quindici minori non accompagnati.
Sulla nave ci sarebbero anche alcuni casi di scabbia, accertati del personale medico del corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, arrivato sulla Gregoretti venerdì scorso con una motovedetta partita da Lampedusa.
“Stiamo verificando le condizioni delle persone a bordo, dopo l’esito dell’ispezione potremmo trarre conclusioni”, ha dichiarato Schiavone. Al momento, nessuno è iscritto nel registro degli indagati. La procura di Siracusa sta cercando di fare chiarezza sulla vicenda e ha deciso di mandare a bordo i carabinieri del Nas di Ragusa e tre infettivologi dell’ospedale Umberto I di Siracusa. Devono visitare tutte le persone sulla nave, ferma per il diktat del ministro dell’Interno Matteo Salvini, e riferire al procuratore, che potrà decidere se autorizzare trasferimenti per esigenze mediche.
Sul caso è intervenuto il Garante dei detenuti, Mauro Palma, che ha inviato una lettera al comandante generale della Guardia costiera, l’ammiraglio Giovanni Pettorino, per chiedere “urgenti informazioni” sulle condizioni dei migranti e “sulle circostanze del negato sbarco”. La situazione delle persone a bordo, sottolinea Palma, è “una privazione de facto della libertà personale”.
Dopo due tappe a Lampedusa e a Catania, e prima di approdare ad Augusta, il Viminale non ha ancora indicato il Pos (Place of safety). Il vicepremier leghista – in un caso che ricorda la Diciotti, altra motovedetta della Guardia costiera tenuta ferma per giorno lo scorso agosto – ha dichiarato pubblicamente che non darà nessun permesso allo sbarco “finché dall’Europa non arriverà l’impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave”.
Ma da Bruxelles non è ancora arrivata la soluzione allo stallo. “Contatti sono in corso”, è il refrain della Commissione che sta cercando paesi disponibili. Tra questi si è fatta avanti la Germania. “Da un anno abbiamo dato la disponibilità ad accogliere una parte di rifugiati per ogni nave arrivata a Malta o in Italia”, ha ricordato il ministro dell’Interno Horst Seehofer.
“Quello che voglio evitare è che ogni volta queste navi attendano anche 15 giorni davanti alle coste italiane prima che le condizioni dei migranti peggiorino e si faccia attraccare. Al vertice di Helsinki ho detto: ‘Matteo che senso ha questa procedura se poi alla fine la gente sbarca?'”, ha aggiunto.
Il rischio che l’indagine possa prendere una piega analoga al caso Diciotti, quando a Salvini fu contestato il reato di sequestro di persona aggravato, inquieta il premier Giuseppe Conte, che segue con grande attenzione la vicenda, fortemente preoccupato che possa portare nuovi elementi di caos nella maggioranza.

Che il bastardo Salvini li stia trattando come ostaggi, merce di scambio con i governi imperialisti europei, lo conferma il silenzio di fronte allo sbarco di 80 persone in Salento. Sulle coste del leccese si sono registrati due diversi sbarchi