proletari comunisti

venerdì 8 novembre 2019

pc 8 novembre - Manifestazione a Roma contro i decreti sicurezza - adesione del Si.cobas

Decreti Sicurezza vanno abrogati. Sabato la manifestazione nazionale
di Federico Rucco

Sabato a Roma decine di organizzazioni, reti sociali, sindacati scenderanno in piazza per chiedere che vengano abrogati i Decreti Sicurezza voluti da Salvini e approvati in Parlamento dal precedente governo. Il secondo Decreto, quello concentrato soprattutto sull’ordine pubblico per reprimere manifestazioni e forme di lotta, ha visto anche dei rilievi marginali di incostituzionalità da parte del Quirinale. Ma azioni di lotta come i blocchi stradali o le occupazioni di edifici rimangono pesantemente criminalizzate.
Ma la sostanza di quei Decreti ha trovato via libera dentro una convergenza di fatto bipartisan che riduce le lotte sociali e operaie come un problema di ordine pubblico. Le
uniche differenze tra governo e opposizione si erano rilevate sulla gestione dell’accoglienza dei migranti e dei profughi raccolti in mare. 

Dietro lo striscione di apertura del corteo, che chiede l’abrogazione delle Leggi Sicurezza, si ritroverà chi negli ultimi anni ha manifestato in ogni parte d’Italia contro la propaganda salviniana e la chiusura dei porti, si oppone alla ferocia degli sgomberi di occupazioni abitative e spazi sociali, si mobilita nei quartieri popolari.

Il percorso della manifestazione sarà “tutto al contrario” rispetto a quelle tradizionali. Partirà infatti dal Colosseo sfilando lungo Via Labicana, Via Emanuele Filiberto, Piazza Vittorio, Via Statuto, S. Maria Maggiore, Esquilino, Via Cavour, Piazza dei Cinquecento, per concludersi in Piazza della Repubblica. Nel passaggio all’Esquilino, in prossimità del Ministero degli Interni, saranno ribadite le rivendicazioni:

– Libertà di movimento: dalla possibilità di attraversare i confini senza vedersi opposti visibili ed invisibili muri, alla possibilità di mobilitarsi ed esprimere dissenso contro chi comprime i diritti sul lavoro, nega il diritto alla casa, fomenta l’esclusione sociale e impone come norma il razzismo nella vita quotidiana.
– Abolizione delle leggi Minniti-Orlando-Salvini, e con esse leggi nazionali, circolari e accordi transnazionali precedenti che, dalle coste della Libia allo sfruttamento sui luoghi di lavoro e di vita, contribuiscono ogni giorno a mettere a repentaglio vite umane, dignità e diritti sociali irrinunciabili.
– La chiusura immediata di CPR e lager di Stato, la riapertura dei porti per continuare a salvare vite. Accoglienza incondizionata per tutte e tutti, vogliamo la regolarizzazione generalizzata e permanente dei migranti attualmente senza documenti.
– Solidarietà con chi rischia la propria vita in mare perché, aldilà delle norme giuridiche, compiere questa scelta non può essere considerata reato.
L’appuntamento è per sabato 9 novembre alle ore 14.00 al Colosseo


Per un fronte unico anticapitalista.
Aderiamo alla manifestazione del 9 a Roma.
Dopo il riuscito sciopero del 25 Ottobre e la manifestazione del 26 Ottobre a Roma – che ci ha visto impegnati nel mobilitare decine di migliaia di lavoratori, disoccupati, occupanti casa contro il governo Conte-bis – il SI Cobas aderisce alla manifestazione del 9 Novembre.
Parteciperemo per ribadire la nostra opposizione alle logiche razziste, securitarie e di criminalizzazione dei movimenti migratori, per la cancellazione integrale dei decreti sicurezza inaugurati da Minniti e proseguti da Salvini, ma non solo.
La chiusura delle frontiere “modello-Salvini” e la “gestione controllata dei flussi” in salsa PD sono due facce della stessa medaglia: pur con un diverso grado di aggressività, entrambe sono funzionali a creare un esercito di clandestini o semi-clandestini, ultraricattati e supersfruttati, utili come forza lavoro a prezzo stracciato per garantire al capitale la ripresa dalla crisi.
I lavoratori immigrati sono stati in questi anni i principali protagonisti delle lotte sindacali sul posto di lavoro contro lo sfruttamento, contro lo schiavismo nelle campagne e per il diritto all’abitare, e per questo rappresentano un “cliente scomodo” per tutti i governi in carica.
E’ per colpire queste lotte che si è avviato questo processo di criminalizzazione dell’immigrazione.
Combattere la logica dei porti chiusi e del “prima gli italiani” è necessario non solo per un doveroso senso di pietà, ma perchè difendere i nostri futuri fratelli e sorelle di classe significa difendere il futuro di tutti gli oppressi e l’agibilità di tutti coloro che si oppongono ai loro piani di sfruttamento, guerre e miseria.
Non è un caso che il Decreto-sicurezza bis preveda un inasprimento generalizzato delle misure cautelari (Daspo, fogli di via, obblighi di dimora, ecc.) e un aumento delle pene per chi organizza scioperi o iniziative di lotta reali non preventivamente concordate con le forze dell’ordine: in sostanza, il conflitto sociale diviene unicamente una questione di diritto penale.
Così come non è casuale che il nuovo governo a guida PD-M5S si sia già rimangiato la promessa fatta in occasione del suo insediamento di mettere mano ai Decreti sicurezza, i cui dispositivi e regolamenti continuano quotidianamente a produrre effetti devastanti per migliaia di immigrati, sindacalisti e attivisti.
In questo contesto quello che sta succedendo a Modena è emblematico del clima e dell’escalation repressiva: otto attivisti sindacali S.I. Cobas di Bologna cacciati dalla città di Modena per la partecipazione alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori di Italpizza, una di Parma, impugnata presso il consiglio di stato la sentenza del Tar che riconosce legittimità alla attività sindacale.
E’ la nuova frontiera che la repressione pone a Modena contro il concetto più importante che è alla base di ogni azione sindacale: la pratica della solidarietà.
Siamo e saremo in prima fila per chiedere il ritiro integrale dei decreti sicurezza “Salvini” e “Minniti”, per pieni diritti di cittadinanza a tutti gli immigrati, per contrastare il reato di clandestinità e per fermare l’escalation repressiva contro le lotte sociali e sindacali.
Questa rivendicazione non può essere slegata dall’opposizione ad ogni intervento militare imperialista e di aggressione ad altri popoli, all’aumento costante delle spese militari.
Partecipiamo perché convinti che la lotta alla deriva reazionaria e al veleno razzista passa per un programma complessivo di classe, indipendente e autonomo da ogni governo e da ogni “sponda” istituzionale.

Invitiamo quindi a partecipare alla manifestazione del 9 Novembre a Roma, affinchè questa data rappresenti un ulteriore passo verso la costruzione di un fronte unico anticapitalista.
SI Cobas
maoist alle 04:51
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