pc 1 ottobre - GENERAL MOTORS LO SCONTRO SI FA DURO. Scene di guerra di classe nel ventre della bestia imperialista
da operai contro
Seconda settimana di sciopero alla GM,
picchetti, tentativi dei camionisti di sfondare, arresti degli operai
di prima fila, licenziamenti per rappresaglia. Nell’era della
realtà virtuale torna prepotente l’antica guerra della nostra
epoca, quella fra operai e padroni.
Lo sciopero degli operai General
Motors (iniziato lunedì 16 settembre) è arrivato alla seconda
settimana e si sta scaldando. Gli operai in sciopero si trovano sotto
la pressione sia di GM che dei crumiri. La prima ha sospeso
unilateralmente l’assicurazione sanitaria ai 49.000 scioperanti,
cercando di seminare paure e incertezze tra gli operai in sciopero.
Mentre la tensione ai picchetti con cui gli operai fronteggiano i
crumiri, ma soprattutto i camionisti che cercano di far entrare e
uscire le merci dai magazzini degli stabilimenti, è salita quando
sono stati effettuati fermi di polizia ed è intervenuta la
magistratura. Ma gli operai con i loro picchetti resistono, anche se
all’inizio della seconda settimana i 250 dollari del fondo sciopero
non erano ancora stati versati ai partecipanti ai picchetti. Il sito
della Local 1853 (la sede sindacale della Uaw a Spring Hill,
Tennessee, dove vi è il più grande impianto GM
negli Stati Uniti) riporta, per esempio,
che il primo assegno verrà consegnato a partire dal 29 settembre,
secondo lettera alfabetica, recandosi di persona nella sede
sindacale. Analoghi avvisi si trovano per le altre “Local”
sindacali dove ci sono le fabbriche della GM. Alcuni dettagli
della lotta, trascorsa una settimana dal nostro ultimo resoconto,
danno un’idea dello scontro in atto. Nove operai della Local 1853
sono stati arrestati venerdì della scorsa settimana per avere
bloccato i veicoli che cercavano di entrare nella fabbrica. Lo stesso
giorno GM sosteneva che gli operai avessero piazzato chiodi sulle
strade per impedire ai crumiri di passare. Prontamente il sabato
successivo una Corte del Tennessee interveniva con una ingiunzione
che “proibisce: 1) il blocco degli ingressi o delle uscite dagli
stabilimenti di Spring Hill di proprietà della GM; 2) qualsivoglia
fermo o detenzione dei veicoli sulle strade di accesso alla fabbrica;
3) assalti, intimidazioni, fermi, o distruzioni dei veicoli di
proprietà di dipendenti GM o di appaltatori”.
Sempre durante
la prima settimana, giovedì 19 settembre, la macchina di un manager
di reparto uscendo dalla fonderia GM di Saginaw nel Michigan andava
contro gli operai in picchetto. Uscito dalla macchina il manager non
contento cercava di spostare gli operai spingendoli fuori dalla
strada, è dovuta intervenire la polizia.
Le cronache da altri
picchetti riportano di continui scontri tra operai e camionisti che
cercano di forzare i picchetti per permettere alla GM di rifornire le
concessionarie con i veicoli ancora in magazzino. Infatti, se in
questa guerra gli operai devono consumare le proprie riserve e
attingere dal fondo per gli scioperi, alla General Motors viene
stimata una perdita tra i 50 e i 100 milioni di dollari per ogni
giorno di sospensione della produzione. Con perdite di produzione che
se possono essere facilmente riassorbite da GM durante gli scioperi
brervi, impattano enormemente sui suoi profitti con il perdurare del
conflitto, nel momento in cui si sono esaurite le scorte, si sono
perse le entrate dai concessionari e tutta la filiera dalla
produzione alla distribuzione è coinvolta dalla lunga sospensione
della produzione.
Nel corso della settimana scorsa hanno
cominciato a circolare la notizia di una possibile sospensione dello
sciopero se le proposte avanzate dalla Uaw venissero accolte dalla
General Motors. E che un accordo, non si sa su quali base, sarebbe
vicino ad essere firmato dal sindacato. Dovrà però essere
successivamente ratificato dagli operai e immediatamente la memoria è
andata al 2015, quando gli operai della Chrysler rigettarono, con 65%
voti contrari, l’accordo firmato dalla Uaw. Gli operai furono
giocati poiché gli scioperi erano stati sospesi immediatamente alla
firma tra Uaw e Chrysler e la lotta ormai depotenziata non poté
ripartire.
R.P.
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